Giuseppe Catapano: Usa, in una Cleveland blindata al via la convention repubblicana. Il killer di Baton Rouge era un ex marine

giucatap37Il 29enne afroamericano Gavin Eugene Long di Kansas City, l’uomo che ha sparato su 6 agenti a Baton Rouge in Louisiana uccidendone tre e ferendone altrettanti, e’ stato un marine. Long venne congedato dal Corpo con onore nel 2010 con il grado di sergente.
Ed era anch’egli afroamericano uno dei tre agenti uccisi: si chiamava Montrell Jackson, ed era diventato da poco papà.
Intanto in un clima di massima allerta prende oggi il via a Cleveland, in Ohio, la convention repubblicana, chiamata a incoronare Donald Trump candidato del partito alla presidenza degli Stati Uniti. L’uccisione dei tre agenti di polizia a Baton Rouge ha alimentato la tensione, gia’ alta dopo la strage di Nizza e i recenti attacchi a Dallas e Orlando. Migliaia di poliziotti, agenti segreti e dell’Fbi pattugliano la città mentre l’area della Quicken Loans Arena, dove Trump giovedi’ ricevera’ la nomination, e’ blindata. Molte strade sono state chiuse gia’ nel fine settimana. Per la quattro giorni di kermesse sono attese 50.000 persone, tra delegati e visitatori, e manifestazioni pro e contro Trump. Il leader sindacale della polizia di Cleveland, Steve Looms, ha chiesto al governatore dell’Ohio John Kasich di dichiarare lo stato di emergenza. In Ohio sono permesse armi in bella vista ma nella zona dello stadio il diritto e’ stato temporaneamente revocato mentre scattera’ oggi anche una no-fly zone.

Giuseppe Catapano: Fallito golpe in Turchia, i timori dell’Ue

giucatap36La risposta del Governo turco al colpo di Stato preoccupa funzionari e politici europei, con il Commissario Ue per l’Allargamento che, riguardo le misure intraprese da Erdogan, ha affermato che si tratta “esattamente di quello che temevamo”. Johannesburg Hahn si è detto anche particolarmente preoccupato riguardo agli arresti di giudici dopo il fallito colpo di Stato. “Il fatto che la lista era già disponibile subito dopo l’evento indica che era stata preparata e che poteva essere utilizzata in un preciso momento”, ha riferito Hahn.
Le sue parole sono state ribadite anche da Didier Reynders, ministro degli Esteri belga, che ha chiesto alla Turchia una reazione “proporzionata”.
Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha invece affermato che il blocco europeo manderà “un forte messaggio” alla Turchia sull’importanza della rule of law.
Bert Koenders, ministro degli Esteri olandese, ha infine dichiarato che “adesso la cosa piu’ importante e’ che ci sia un processo di guarigione in Turchia. No divisioni ma investimenti sulla cooperazione e protezione dello Stato di diritto”.
Intanto le autorita’ saudite hanno arrestato l’addetto militare turco che sarebbe coinvolto nel colpo di Stato che ha scosso il Paese lo scorso venerdi’ sera. L’arresto sarebbe avvenuto presso l’ambasciata del Kuwait su richiesta del Governo di Ankara.
Il fermo e’ avvenuto presso l’aeroporto di Dammam, nella zona orientale del Paese. Il militare turco, secondo il sito web al Awsat, stava tentando di fuggire verso la Germania. Intanto a Istanbul la scure di Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco, non tarda ad abbattersi sui presunti traditori. Golpisti, gulenisti, cioe’ i seguaci di Fethullah Gulen, l’imam accusato di avere ispirato dagli Usa il colpo di Stato, giudici, giornalisti e agenti sono nel mirino del presidente. “Consegnatevi”, era l’urlo risuonato ieri all’aeroporto Sabiha Gokcen, il secondo scalo della metropoli, lanciato dai poliziotti a un ultimo gruppo di soldati asserragliato in una sala d’aspetto.
“Ci sono circa 6.000 arresti”, ha detto il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, specificando che “ce ne saranno altri 6.000, continuiamo a fare pulizia”. Tra costoro, risultano esserci 2.750 giudici, accusati di far parte del gruppo di Fethullah Gulen. Gia’ sabato le autorita’ avevano annunciato la sospensione di altri 2745 magistrati. Arrestati poi anche 52 alti ufficiali dell’esercito, scovati all’alba dalle loro abitazioni nella provincia occidentale di Denizli.

Giuseppe Catapano: Revisione, una riforma a metà

giucatap35Bilanci più affidabili, anche per limitare i rischi di default aziendale. Questi gli obiettivi principali del decreto legislativo, approvato giovedì scorso dal consiglio dei ministri, in attuazione della direttiva europea 2014/56/Ue. Dopo soli sei anni cambiano di nuovo le regole sulla revisione legale. Evidentemente stiamo parlando di un nervo sempre più sensibile del sistema economico e finanziario. La modifica più rilevante è l’introduzione dei controlli di qualità: significa che la revisione non si potrà più fare «a intuito», ma sarà necessario il rispetto delle tecniche di revisione, cioè dei principi di revisione internazionale. Per le società di revisione cambia poco o nulla, per i singoli professionisti sarà invece necessario strutturare l’attività in modo più ordinato e formale. Anche se è tutto da dimostrare che il mero rispetto delle procedure e delle prassi sia sempre in grado di evitare brutte sorprese: Parmalat docet. A volte è più facile intuire la presenza di un problema partecipando ai consigli di amministrazione, come fa il collegio sindacale, e assistendo alle discussioni e alla genesi delle diverse scelte strategiche. Resta il fatto che il revisore dovrà ora attenersi strettamente ai principi di revisione internazionale (Isa, International standards on auditing), incluso il principio internazionale sul controllo di qualità (Isqc1).

Giro di vite anche in tema di indipendenza del revisore: il dlgs definisce in modo più stringente il concetto di rete professionale, che viene esteso ai membri dei propri organi di amministrazione, ai propri dirigenti, revisori, dipendenti o persone operanti all’interno della stessa struttura professionale. Per risultare all’interno del perimetro della rete professionale sarà sufficiente condividere direttive e procedure comuni di controllo qualità, avere una strategia aziendale comune o utilizzare un marchio in comune.
Infine si introduce un sistema sanzionatorio più preciso e meglio graduato in funzione della gravità dell’inadempimento, che parte dall’avvertimento ai responsabili e può arrivare fino alla cancellazione dal Registro dei revisori. Sono previsti ap-positi organismi che faranno la revisione della revisione, irrogando sanzioni adeguate in caso di violazioni riscontrate.

Inoltre, dietro all’obbligo di effettuare la revisione in modo professionale, c’è quello della formazione permanente, con la necessità di maturare 20 crediti annuali, 60 nel triennio. La mancata o incompleta maturazione di questi crediti verrà sanzionata con una sanzione amministrativa pecuniaria che può arrivare a 2.500 euro. Il fatto che la gran parte dei 140 mila revisori iscritti al Registro sia anche iscritto all’Albo dei dottori commercialisti crea anche un’altra complicazione, perché il decreto legislativo prevede esplicitamente anche per i commercialisti l’obbligo di sostenere alcune prove di esame specifiche per l’iscrizione al Registro. Anche se tale necessità viene meno quando la materia è già stata oggetto di uno specifico esame universitario. Gli ordini locali dei dottori commercialisti sono già da tempo impegnati con le università presenti nei rispettivi territori per inserire nei percorsi universitari dei laureati in economia anche le materie richieste per l’iscrizione all’albo, in modo da evitare l’obbligo di sostenere ulteriori esami oltre a quello di abilitazione all’esercizio della professione.
Il decreto legislativo dimentica però un tema fondamentale per avere una revisione di qualità, quindi dei bilanci più credibili: i compensi. La concorrenza tra professionisti e società di revisione è sempre più forte, e in momenti di crisi come quello che da otto anni sta flagellando il Paese, anche queste ultime hanno abbassato le loro pretese economiche. Ma un’attività di revisione fatta in modo scrupoloso richiede tempo, dedizione, professionalità, preparazione. Quindi ha un costo e, se non trova remunerazione sul mercato, non può essere esercitata.
D’altra parte le imprese non hanno alcun interesse a compensare adeguatamente questo tipo di attività: anzi spesso hanno la tentazione di puntare al servizio meno costoso e meno professionale. Una revisione meno diligente consente infatti margini di manovra più ampi nella redazione dei bilanci. Da questo punto di vista l’abolizione delle tariffe professionali (che sole possono garantire un servizio di qualità quando questo non è nell’interesse di chi lo paga) è un boomerang che si ritorce contro l’obiettivo di avere bilanci credibili e trasparenti. L’Antitrust batta un colpo.

Giuseppe Catapano: Francia, camion sulla folla a Nizza, sale a 84 il bilancio dei morti

giucatap34Attentato a Nizza, ieri sera  tra le 22.30 e le 23 un camion ha falciato la folla che assisteva alla festa del 14 luglio sulla Promenade des Anglais. Drammatico il bilancio ancora provvisorio, diffuso del ministero dell’Interno in Francia: 84 morti e tra i feriti 18 sono in condizioni gravissime. Tra i morti molti bambini. L’attentato, che è stato definito terroristico dalle autorità francesi, ha causato anche “una cinquantina di feriti leggeri” e ha coinvolto in vario modo altre 120 persone.  Un centinaio di persone sono state ripescate vive in mare dopo che si erano gettate in acqua per mettersi in salvo. La corsa del camion, un autoarticolato bianco, è stata di oltre due chilometri, prima che l’uomo alla guida venisse abbattuto dalla polizia con numerosi colpi di arma da fuoco, si tratta di un franco tunisino di 31 anni che viveva a Nizza.
All’interno del camion utilizzato per la strage è stato trovato un documento di identità appartenente a un uomo 31enne, con doppia nazionalità francese e tunisina e precedenti di delinquenza comune, ma non sotto la lente dell’antiterrorismo. All’interno del veicolo c’era un documento di identità a nome di questa persona, un uomo non noto ai servizi segreti, ma alla polizia per reati di violenza minore, in particolare una recente lite, informa France Info. Secondo l’emittente, che non cita la fonte, non è certo che l’identità corrisponda all’autore della strage. Il proprietario della carta d’identità era nato a Nizza, nel 1985: ora l’obiettivo della polizia è capire se si tratti dello stesso terrorista, che è stato ucciso dalla polizia. Fonti a BMF TV hanno spiegato che si sta cercando la certezza della corrispondenza tramite le impronte digitali e hanno confermato che l’autista del camion ha anche sparato sulla folla con un’arma di piccolo calibro. All’interno del camion sono stati trovate, oltre alla pistola, anche varie armi leggere e una granata, ma tutto falso. L’attentatore si è lanciato sulla folla ed ha provocato una carneficina, che dalle prime ricostruzioni appare chiaramente frutto di un atto “assolutamente deliberato”, ha dichiarato il procuratore di Nizza Jean-Michel Pretre. Per ora tuttavia vige assoluta cautela sull’ipotesi di un atto terrorista. Comunque sulla strage indaga la sezione antiterrorismo della Procura di Parigi. Secondo il ministero degli Interni francese, gli inquirenti stanno cercando eventuali complici dell’uomo alla guida del camion. Camion che era stato affittato “alcuni giorni fa” nel sud-est della Francia, nella zona della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, secondo quanto riferito da una fonte della polizia, che ha aggiunto che il veicolo “ha cambiato percorso almeno una volta” durante la sua folle corsa di due chilometri lungo la Promenade des Anglais e “ha chiaramente cercato di fare il maggior numero possibile di vittime”. L’attentatore era solo a bordo del suo veicolo, aggiunge Le Figaro. E ora gli inquirenti stanno analizzando le telecamere di video sorveglianza per capire esattamente da dove fosse partito il camion. Un testimone ha raccontato all’emittente BFMTv ha pensato che il conducente  avesse “perso il controllo” del veicolo. Il testimone, che ha detto di chiamarsi Nadir, ha aggiunto di aver cercato insieme a un altro presente, di “parlare con il conducente per farlo smettere”; ed egli stesso sarebbe di poco sfuggito all morte, perche’ il camion “si e’ fermato davanti a lui, dopo aver falciato un sacco di gente”. Poi, secondo Nadir, l’aggressore ha sfoderato una pistola e ha cominciato a sparare sui poliziotti; e a quel punto “l’hanno ucciso”, ha  aggiunto. Le autorità confermano che non vi sono né situazioni di persone prese in ostaggio né individui barricati all’interno di locali. Lo riporta il sito di Le Figaro. Gli investigatori stanno controllando le immagini delle telecamere di sorveglianza per capire esattamente da dove è partito il mezzo pesante che era stato noleggiato “qualche giorno fa” nel sud-est della Francia, Provenza-Costa Azzurra, secondo fonti di polizia.

L’attacco non è stato per ora rivendicato, ma su account Telegram affiliati all’Isis sono stati pubblicati messaggi di giubilo, dichiarando l’azione una vendetta per la morte del comandante militare dello Stato islamico Omar Al Shishani in Iraq. L’uccisione del comandante jihadista, noto come Omar il Ceceno, è stata confermata dall’Isis mercoledì sera.

Nizza da ieri sera è nel terrore.  “Le manifestazioni previste nei prossimi giorni sono state annullate”, lo ha annunciato la prefettura della città francese. Lo scrive la Bfmtv. Tra le manifestazioni in programma anche il concerto di  Rihanna previsto per venerdì sera allo stadio di Nizza e il Nice Jazz Festival. Inoltre la “promenade des Anglais resta chiusa a tempo indeterminato, da Carras a Phocéens” e l’accesso alle spiagge pubbliche e private è “vietato tra l’aeroporto di Nizza e la spiaggia Beau Rivage”.

Hollande: un attacco terroristico, colpiti nel giorno della nostra festa nazionale

Il presidente francese Francois Hollande ha dichiarato che a Nizza c’è stato “un attacco il cui carattere terroristico non puo essere negato”, un’azione “ancora una volta di una violenza assoluta”. “La Francia è stata colpita nel giorno
della sua festa nazionale, il 14 luglio, simbolo della libertà, perché i diritti dell’uomo sono negati dai fanatici e quindi la Francia è necessariamente il loro bersaglio”. “Dobbiamo fare di tutto per combattere contro il flagello del terrorismo”, ha detto Hollande e “dare prova di vigilanza assoluta e di una determinazione ferrea”, ha affermato, e per questa ragione “dobbiamo alzare di nuovo i livelli di protezione”. Il presidente ha espresso “a nome della nazione distrutta dal dolore  la solidarietà alle vittime e alle famiglie delle vittime”, precisando che “tutti i mezzi sono stati dispiegati per aiutare i feriti”. “Dopo Parigi a gennaio 2015, dopo Parigi la novembre scorso ecco che Nizza è stata a sua volta toccata. E’ tutta la Francia che si trova sotto la minaccia del terrorismo islamista”. Il presidente francese ha poi annunciato che lo stato d’emergenza che doveva terminare il 26 luglio sarà prorogato di altri tre mesi e che è stato deciso di “mantenere in vigore l’Operazione sentinella, che permette di mobilitare 10mila militari oltre ai gendarmi e alla polizia. “Ho deciso di fare ricorso alla riserva operativa (…) per sostenere gli effettivi di polizia e gendarmeria, dispiegandoli in tutti i luoghi, in particolare al controllo delle frontiere”, ha detto Hollande. Hollande ha poi dichiarato che “la Francia intende rafforzare ulteriormente” l’azione in Iraq e Siria”.

Attivata l’unità di crisi della Farnesina. Rafforzati controlli a valichi frontiera

La Farnesina ha immediatamente attivato l’Unita’ di Crisi. Lo rende noto un comunicato del ministero degli Esteri. La struttura, “in stretto contatto con il consolato, l’ambasciata a Parigi e le autorità locali, sta seguendo l’evolversi degli eventi e verificando l’eventuale coinvolgimento di connazionali”. Intanto, l’Italia ha rafforzato i controlli ai tre valichi terrestri con la Francia e a quello ferroviario di Ventimiglia. Gli apparati di sicurezza italiani sono al lavoro, ha reso noto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha partecipato questa mattina alla riunione del sottosegretario, Marco Minniti, con i vertici delle agenzie di intelligence.  L’Italia è pronta a dare supporto con farmaci, sangue, presidi medici ed ospitalità in strutture ospedaliere per l’emergenza “sanitaria e al primo soccorso” dopo l’attentato della notte scorsa a Nizza. Lo ha scritto in una nota inviata al ministro francese della sanità, il minitro della Sanità, Beatrice Lorenzin che ha assicurato alla sua omologa francese, Marisol Touraine, “piena disponibilità” a fornire il supporto necessario, soprattutto “in ordine all’emergenza sanitaria e al primo soccorso”.

Il mondo si stringe alla Francia. Renzi retwitta Hollande, afflitti ma più forti

Unanime il cordoglio internazionale. Unanime la condanna di capi di stato e di governo. Il Papa segue con sgomento e in preghiera la terribile strage di Nizza, ha fatto sapere la Sala Stampa della Santa Sede. “Abbiamo seguito, questa notte, con grandissima preoccupazione, le terribili notizie che venivano da Nizza”, afferma padre Federico Lombardi. “Manifestiamo, quindi, da parte di Papa Francesco e nostra, tutta la partecipazione e solidarietà alle sofferenze delle vittime e dell’intero popolo francese, in quello che doveva essere un grande giorno di festa. Condanniamo nella maniera più assoluta ogni manifestazione di follia omicida, di odio, di terrorismo, di attacco contro la pace”.
Con un messaggio su Twitter, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha espresso la sua vicinanza al popolo francese. In una dichiarazione ufficiale, il capo della Casa Bianca “in nome del popolo americano”, ha condannato “nei termini più forti quello che sembra essere un terribile attacco terroristico a Nizza, in Francia, che ha ucciso e ferito decine di civili innocenti”. “I nostri pensieri – ha affermato Obama – e le nostre preghiere vanno alle famiglie delle persone uccise e auguriamo una pronta guarigione a coloro che sono rimasti feriti. Ho dato ordine alla mia squadra di restare in stretto contatto con le autorità francesi e ho offerto tutta l’assistenza di cui possono aver bisogno per indagare su questo attacco e portare i responsabili davanti alla giustizia. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alla Francia, il nostro piu antico alleato, affinché risponda e si riprenda da questo attacco. Nel giorno della presa della Bastiglia, ci ricordiamo della straordinaria capacità di reazione e dei valori democratici con cui la Francia ha dato ispirazione a tutto il mondo e sappiamo che la forza di carattere della Repubblica francese resisterà a lungo dopo questa tragica e devastante perdita di vite umane”. A seguito della strage a Nizza, Donald Trump ha deciso di rinviare l’annuncio del suo candidato alla vicepresidenza Usa, previsto per domani. La candidata democratica alle presidenziali americane, Hillary Clinton ha reagito così: “Siamo in guerra contro i jihadisti radicali che usano l’islam per reclutare e radicalizzare gli altri, così da perseguire la loro diabolica agenda. Non è importante come chiamiamo queste persone ma ciò che facciamo con loro”. Anche la premier britannica Theresa May è costantemente aggiornata sul “terribile incidente” avvenuto a Nizza. “I nostri pensieri sono con coloro che sono stati colpiti da questo terribile incidente che è avvenuto in un giorno di festa nazionale”, ha dichiarato un portavoce di Downing Street. Parole di conforto agli “amici francesi” anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel: “L’orrore dell’attacco di Nizza non si può descrivere con le parole. Tutti i nostri pensieri sono per i nostri amici francesi”, ha twittato il portavoce della cancelleria, Steffen Seibert. Il presidente russo Vladimir Putin ha
espresso solidarietà alla Francia dopo l’attentato di Nizza definendolo “un atto di barbarie” e ha lanciato un appello a proseguire “nella lotta contro il terrorismo”. “La Russia è solidale con il popolo francese in questo difficile giorno”, ha dichiarato Putin in un telegramma inviato ad Hollande, secondo quanto riferisce il portavoce del Cremlino. Anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato “il barbaro e codardo attacco terroristico” avvenuto durante le celebrazioni per l’anniversario della Bastiglia nella città di Nizza. Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha definito “completamente intollerabile” e “crudele” l’attacco della notte scorsa a Nizza, aggiungendo che il Giappone “esprime la sua forte solidarietà alla Francia in questo momento difficile”. Anche il premier cinese Li Keqiang ha condannato l’attacco a Nizza: “Il terrorismo in tutte le sue forme” e ha espresso le proprie condoglianze ai familiari delle vittime dell’attacco di Nizza, dove un camion ha travolto la folla nel giorno della festa nazionale francese, provocando almeno 80 morti, tra cui molti bambini, e circa cento feriti. Li Keqiang ha sottolineato anche l’importanza della cooperazione tra Europa e Asia per fare fronte alle sfide comuni. “Ferma determinazione e unità” dell’Unione europea contro il terrorismo: l’ha affermata, in un messaggio invato da Ulan Bator dove partecipa al vertice Asem, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, poche ore dopo la strage di Nizza. “La Francia puo contare sulla Commissione europea per sostenerla, così come gli altri stati dell’Ue, nella lotta contro il terrorismo all’interno e all’esterno dell’Unione. La nostra determinazione resterà ferma come la nostra unità”, si legge nella dichiarazione. “Sono molto afflitto dalla terribile prova che ha appena colpito la bella città di Nizza nel giorno della Festa nazionale – ha premesso Juncker – vorrei esprimere la mia piu’ grande solidarietà alle vittime, le loro famiglie e tutti i francesi che oggi sono in lutto per questo atto di terrore così vile”.
La Francia è triste, afflitta, ma è forte e lo sarà sempre più dei fanatici che ora la vogliono colpire”. Queste le parole del Presidente francese, Francois Hollande, condivise su Twitter dal presidente del consiglio Matteo Renzi, dopo la strage di Nizza.  Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha fatto le condoglianze al collega francese, Jean-Marc Ayrault, per il tragico attentato a Nizza. Lo ha reso noto lo stesso capo della diplomazia italiana sul suo account su Twitter. “Nizza e l’Europa”, ha aggiunto, sono “colpite in modo orribile”.

Giuseppe Catapano: In Italia più di 4 milioni di indigenti. Codacons: dato umiliante

giucatap33Nel 2015 le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta sono pari a 1,582 mln e gli individui a 4,598 mln (il numero più alto dal 2005 a oggi). Lo rende noto l’Istat spiegando che anche la povertà relativa risulta stabile nel 2015 in termini di famiglie (2,678 mln, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8,307 mln, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014). L’incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie, con variazioni annuali statisticamente non significative (6,1% delle famiglie residenti nel 2015, 5,7% nel 2014, 6,3% nel 2013); cresce invece se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013). Questo andamento nel corso dell’ultimo anno si deve principalmente all’aumento della condizione di poverta’ assoluta tra le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), in media più numerose. Analogamente a quanto accaduto per la povertà assoluta, nel 2015 la poverta’ relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (da 14,9 del 2014 a 16,6%,) o 5 e piu’ (da 28,0 a 31,1%). L’incidenza di povertà relativa aumenta tra le famiglie con persona di riferimento operaio (18,1% da 15,5% del 2014) o di eta’ compresa fra i 45 e i 54 anni (11,9% da 10,2% del 2014).
Peggiorano anche le condizioni delle famiglie con membri aggregati (23,4% del 2015 da 19,2% del 2014) e di quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (29,0% da 23,9% del 2014), soprattutto nel Mezzogiorno (38,2% da 29,5% del 2014) dove risultano relativamente povere quasi quattro famiglie su dieci.

Codacons; crisi non finita, dato povertà umilia l’Italia

I dati sulla povertà diffusi oggi dall’Istat umiliano l’Italia e gli italiani e dimostrano l’esigenza di interventi concreti per salvare migliaia di famiglie dal baratro. Questo il commento del Codacons secondo cui “la crescita del numero di cittadini in condizione di povertà nel 2015 dimostra che la crisi economica non è affatto finita, ma anzi continuano ad imperversare in Italia evidenti difficoltà per le famiglie, come attesta anche la mancata ripresa dei consumi”.
“Il Governo – prosegue il Codacons – ha sottovalutato l’allarme povertà e non ha mai raccolto i nostri allarmi, e questi sono i frutti che oggi si raccolgono. Chiediamo al premier Renzi di varare subito un decreto urgente “anti-povertà”, contenente misure ad hoc tese a ridurre il fenomeno e sostenere quelle famiglie che versano in condizioni disastrose”.

Giuseppe Catapano: Alfano accerchiato. M5S-Lega chiedono le dimissioni

giucatap17Angelino Alfano è nel mirino. Il fuoco delle opposizioni si concentra sul ministro dell’Interno nonché leader di Ncd dopo le nuove notizie relative all’inchiesta sulle tangenti a Roma, che coinvolgono, a seguito di intercettazioni telefoniche, la famiglia del ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano. Che oggi si difende e bolla come “barbarie” le indiscrezioni circolate in queste ore. “Oggi la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che un uomo di ottant’anni, il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente, avrebbe fatto ‘pressioni’ presso le Poste per non so quale fantastiliardo di segnalazioni”, afferma Alfano in merito agli sviluppi dell’inchiesta ‘Labirinto’. “Le due signore che parlano, anche insultandomi, non so chi siano – sottolinea Alfano – ma quell’uomo lo conosco bene perché è mio padre ed è indegno dare credito e conto a ciò che i magistrati avevano scartato dopo avere studiato. Nel frattempo, il contenuto reale dell’inchiesta giudiziaria passa in secondo ordine in spregio ai tanti uomini dello Stato che a quella inchiesta si sono applicati”. Una difesa che, però, non convince il Movimento 5 Stelle: “Le intercettazioni telefoniche inchiodano letteralmente il ministro degli Interni del Governo Renzi. Tra il padre che invia 80 curriculum alle Poste e l’assunzione del fratello del ministro nella stessa società, dovrebbe rassegnare oggi stesso le dimissioni”, dichiarano i capigruppo pentastellati di Camera e Senato Laura Castelli e Stefano Lucidi. I 5 Stelle non sono soli: anche il leader della Lega, Matteo Salvini chiede un passo indietro: “Ministro Alfano, faccia una cosa giusta: dimissioni. Non per l’assunzione del fratello alle Poste o per quello che avrebbe fatto il padre, ma per la sua totale incapacita’ di difendere i confini e la nostra sicurezza, i cittadini italiani e le stesse Forze dell’Ordine”. E stessa richiesta arriva da Sinistra italiana. A difesa di Alfano si schiera il suo partito: “Trovo indecente lo sciacallaggio mediatico”, afferma il capogruppo Maurizio Lupi.
Per Fabrizio Cicchitto “evidentemente chi nel mirino ha Alfano e non solo Alfano, vuole giocare d’anticipo e arrivare ad una sorta di resa dei conti anticipata”, mentre Renato Schifani definisce la famiglia Alfano dei “galantuomini”. Pier Ferdinando Casini parla di “attacchi strumentali”. Resta alla finestra Forza Italia, che con il capogruppo Renato Brunetta rivendica di essere “sempre garantista”.

Giuseppe Catapano: Appalti Fiera Milano ed Expo, 11 arresti

giucatap16La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo 11 misure di custodia cautelare nell’ambito di un’indagine su presunte infiltrazioni della mafia negli appalti dell’Ente Fiera di Milano e di Expo 2015. Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, associazione per delinquere, riciclaggio e frode fiscale. Stando alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Ilda Boccassini, e dai pm, Paolo Storari e Sara Umbra, le mani di Cosa Nostra sarebbero arrivate anche a quattro padiglioni nell’esposizione universale: quelli di Francia, Kuwait, Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Poretti. I finanzieri stanno eseguendo anche un sequestro preventivo di diversi milioni di euro.

L’indagine della Dda di Milano che oggi ha portato all’arresto di 11 persone è “importante” perché “segnala” la presenza di “infiltrazioni criminali di Cosa Nostra” in Lombardia. Lo ha sottolineato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini in conferenza stampa. L’inchiesta milanese, ha chiarito il magistrato, ruota attorno alla figura di Giuseppe Nastasi, amministratore di fatto del consorzio di cooperative Dominus, che ha siglato una serie di contratti pluriennali di fornitura con Nolostand, società interamente controllata da Fiera Milano, attiva nel settore della realizzazione di padiglioni e stand fieristici. Nastasi, ha precisato ancora il magistrato a capo della Dda di Milano, vanterebbe “legami con figure importanti di Cosa Nostra” e si era “messo a disposizione di esponenti della famiglia Accardo”. Il consorzio Dominus, stando a quanto emerso dalle indagini, ha generato in tre anni un fatturato complessivo di 20 milioni di euro. Di questi, 18 milioni deriverebbero dai contratti siglati con Nolostand, società da oggi posta in amministrazione giudiziaria.

Giuseppe Catapano: Ufficialmente chiusa l’inchiesta sulle email di Clinton

Democratic presidential candidate Hillary Clinton speaks at her first-in-the-nation presidential primary campaign rally, Tuesday, Feb. 9, 2016, in Hooksett, N.H. (AP Photo/Matt Rourke)

L’indagine sull’emailgate riguardante Hillary Clinton è ufficialmente conclusa. A mettere la parola ‘fine’ è stato il segretario alla Giustizia, Loretta Lynch, che ieri ha accettato (come previsto) le raccomandazioni arrivate il giorno prima dall’Fbi: secondo la polizia federale l’ex segretario di Stato non doveva essere incriminata per avere usato server e account di posta elettronica privati quando lavorava per l’amministrazione Obama come capo della diplomazia Usa.
“Ho ricevuto e accettato la loro raccomandazione unanime che l’indagine approfondita e che va avanti da un anno sia chiusa senza alcuna incriminazione contro gli individui parte dell’inchiesta”, ha spiegato Lynch in una nota. Prima di chiudere ufficialmente il caso che aveva intaccato la campagna presidenziale di Clinton, Lynch ha incontrato il direttore dell’Fbi, James Comey, oltre ad agenti e procutoratori vari. Il segretario alla Giustizia aveva fatto scattare le polemiche a causa di un suo incontro con Bill Clinton, marito della candidata democratica ed ex presidente Usa, avvenuto la settimana scorsa e durato mezz’ora. Successivamente a quel meeting, Lynch disse che avrebbe lasciato all’Fbi la decisione sul caso delle email che Clinton ha ricevuto e spedito da un account privato quando era alla guida del dipartimanto di Stato.

Giuseppe Catapano: Avvocati, spese pazze al Cnf

giucatap14Un 2016 con il segno meno per il Consiglio nazionale forense. Il disavanzo di gestione preventivato, infatti, è pari a 1.599.000 euro, frutto della differenza tra le entrate previste, ovvero 8.121.000 euro e le uscite calcolate, pari a 9.720.000 euro. Valore, quest’ultimo, su cui pesano due voci di bilancio, una che si appresta a essere permanente, l’altra che, invece, può, ma non è sicuro, essere solo una spesa eccezionale. Da un lato, infatti, l’organo di vertice dell’avvocatura italiana ha previsto nel bilancio, sotto la voce «Spese per organi dell’ente», uno stanziamento di 2.200.000 euro, di cui 1.200.000 euro, destinati all’aumento dei costi di trasferta per tutti i Consiglieri nonché alle indennità di missione e al nuovo regime indennitario riconosciuto ai Consiglieri nazionali. Spesa che, in linea teorica, potrebbe essere ripetuta anno su anno. Dall’altro lato, invece, è presente la cifra stanziata per l’iniziativa editoriale Il Dubbio, quotidiano generalista edito dalla società edizioni Diritti e Ragione srl costituita il 10 dicembre scorso su impulso della Fai, la Fondazione dell’avvocatura italiana. Bilancio di previsione alla mano, infatti, l’ammontare complessivo stanziato è pari a 1.100.000 euro.

Giuseppe Catapano: Argentina, congelati i beni all’ex presidente Kirchner

giucatap13Un giudice di Buenos Aires ha congelato i beni della ex presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner. Kirchner è stata accusata di avere compiuto transazioni fraudolente in valuta estera l’anno scorso, negli ultimi mesi del suo governo. L’ex presidente ha negato ogni responsabilità ed ha accusato il governo di centro-destra di Mauricio Macri di tramare contro di lei, si legge sulla Bbc. Alcuni dei suoi più stretti collaboratori sono sotto inchiesta per presunta cattiva gestione dei fondi pubblici. “Le molestie da parte di quello che io definisco il ‘partito dei giudici’ sono diventate ridicole”, ha commentato Cristina Kirchner durante una conferenza stampa dopo essere comparsa in tribunale.
Centinaia di agenti di polizia sono stati dispiegati all’esterno del tribunale dove l’udienza ha avuto luogo. L’ex presidente è stata accusata nel maggio scorso di avere ordinato operazioni irregolari della Banca centrale, in dollari, sul mercato statunitense. Il giudice Claudio Bonadio, che guida le indagini, è un dichiarato oppositore dell’ex capo dello Stato, ricorda il network britannico.