Giuseppe Catapano: L’Istat, nel 2015 la produzione torna a crescere (+1%) dopo quattro anni. Vola il settore auto (+43,7%)

giucatap728Battuta d’arresto a dicembre per la produzione industriale. Nell’ultimo mese dell’anno l’indice destagionalizzato, secondo le rilevazioni dell’Istat, è diminuito dello 0,7% rispetto a novembre ed è sceso in termini tendenziali dell’1%.
Nella media del 2015 la produzione è però cresciuta dell’1% rispetto all’anno precedente. Si tratta del primo rialzo dopo quattro anni negativi. L’ultimo segno positivo, ricolrda l’Istat, risale infatti al 2011, quando la produzione industriale era salita dell’1,2%.
Vola nel 2015 la produzione di auto. Secondo i dati Istat, l’anno scorso la produzione di autoveicoli ha registrato un incremento del 43,7% (dato grezzo). A dicembre 2015 la produzione è salita del 18,4% rispetto allo stesso mese del 2014.

Il Mef: confermata la ripresa dell’economia. Nel 2015 la produzione industriale in Italia “conferma la ripresa dell`economia”. Il dato è infatti in crescita dell`1% sul 2014″. E’ questo il commento del ministero dell’Economia al dato Istat sulla produzione industriale.
Nel 2013 l`indice aveva segnalato un pesante arretramento dell`economia: -3,2% sul 2012. Nel 2014 la caduta aveva fatto segnare un rallentamento (-0,5% su 2013), e in un quadro ancora difficile (nel IV trimestre -1,4% sul trimestre precedente) l`anno si chiudeva con un segnale di miglioramento (a dicembre 2014 +0,2% sul mese precedente). “La tendenza alla ripresa si è quindi confermata nel 2015”.

Giuseppe Catapano: Disney, volano i conti trimestrali grazie a Star Wars

giucatap727Walt Disney ha registrato i migliori conti trimestrali della sua storia grazie al successo al botteghino di “Star Wars” che ha compensato i continui problemi della rete televisiva sportiva Espn. I risultati sono “stati trainati dal successo fenomenale di Star Wars”, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato Robert Iger.
La multinazionale statunitense di Burbank, in California, ha infatti visto i ricavi del segmento cinematografico balzare del 46% a 2,72 miliardi con un utile operativo migliorato di ben l’86% a 1 miliardo, anche se ha citato non solo il successo del nuovo capitolo della saga di fantascienza ma anche le performance di altri titoli.
Disney ha iniziato ad approfittare dell’enorme attesa dei fan per Star Wars già a settembre con un’aggressiva campagna di merchandising che ha spinto i ricavi della divisione prodotti di consumo a salire dell’8% a 1,91 miliardi e l’utile operativo crescere del 23% a 860 milioni. Disney intende peraltro sfruttare l’onda lunga del successo della saga con altri capitoli, con giocattoli, con videogiochi e con attrazioni per i suoi parchi a tema.
La divisione dei parchi, pronta a inaugurare a giugno dopo anni e anni di attesa il nuovo Disneyland Resort a Shanghai, ha peraltro visto nel trimestre i ricavi salire del 9% a 4,28 miliardi e l’utile operativo del 22% a 981 milioni. Il segmento delle televisioni via cavo ha invece messo a segno una crescita dei ricavi dell’8% a 6,33 miliardi con un utile operativo in calo del 6% a 1,41 miliardi.
Nel complesso Disney ha chiuso il trimestre al 2 giugno con un utile netto di 2,88 miliardi, contro i 2,18 miliardi di un anno fa, per un Eps in miglioramento da 1,27 a 1,73 dollari. Al netto delle componenti atipiche, l’utile per azione e’ balzato del 28% a 1,63 dollari. I ricavi sono inoltre saliti da 13,39 miliardi a 15,24 miliardi. In entrambi i casi la multinazionale ha battuto le attese del consenso degli analisti elaborato da Thomson Reuters che avevano messo in preventivo un Eps di 1,45 dollari su ricavi per 14,75 miliardi.

Giuseppe Catapano: Aste, collocati 6,5 mld di Bot annuali. Rendimenti in lieve risalita ma ancora negativi

giucatap726Tassi di interesse in risalita sui Bot a un anno ma il rendimento resta comunque negativo. All’asta odierna il Tesoro ha collocato titoli per 6,5 miliardi di euro con un rendimento pari a -0,032%, in aumento di 4 punti base rispetto al collocamento di gennaio.
Buona la domanda, che è ammontata a 10,45 miliardi con un rapporto di copertura di 1,61 rispetto a 1,65 dell’asta di gennaio.

Giuseppe Catapano: Unioni civili, Grasso dice no al primo voto segreto. E il senato approva

giucatap724Il presidente del Senato ha respinto la richiesta di voto segreto sul “non passaggio” all’esame degli articoli del ddl Cirinnà sulle unioni civili. È la decisione di Pietro Grasso rispetto alla richiesta Calderoli-Quagliariello che ha avuto 74 sottoscrizioni. La richiesta di non passaggio agli articoli è stata messa ai voti a scrutinio palese: i voti a favore sono stati  101, 195 i contrari e soltanto un astenuto. Decisivi i voti del M5s. La linea del Pd è stata quella di respingere tutte le proposte che abbiano il fine di non far partire il dibattito. La votazione a scrutinio segreto sulla proposta di non passaggio all’esame degli articoli del ddl Cirinnà, aveva spiegato il presidente di Palazzo Madana, “non può essere concessa, non solo ricorrendo a un giudizio di prevalenza sul contenuto complessivo del testo, ma soprattutto per il fatto che la disciplina delle formazioni sociali, dove si svolge la personalità dell’individuo – e tra queste rientrano senz’altro le famiglie non fondate sul matrimonio – trova il proprio fondamento costituzionale nell’articolo 2, che non è ricompreso tra le disposizioni tassative per le quali il voto segreto può essere concesso”. Nel documento Calderoli-Quagliariello, la richiesta di voto segreto era stata avanzata appellandosi invece agli articoli 29, 30, 31 della Costituzione. Calderoli ha commentato così la decisione di Grasso: “”E’ una scelta politica che lei ha voluto prendere in solitaria quando il nostro regolamento che in caso di incertezza prevede si possa consultare la Giunta per il regolamento: lei avrebbe potuto fare Ponzio Pilato, avrebbe dovuto non schierarsi da nessuna parte. Forse ieri ha visto Sanremo dove ospiti e cantanti promuovono le unioni civili. Non mi aspettavo dalla Rai di entrate a gamba tesa su argomenti così delicati e non me lo aspettavo da lei. La sua decisione mi ricorda l’incontro tra i bravi e don Abbondio dove i bravi. Lei ha assunto un atteggiamento da don Abbondio al contrario, dice questo matrimonio s’ha da fare”. Non c’è comunque ancora accordo né sui voti segreti, né tra Lega e Pd per il ritiro degli emendamenti.

Giuseppe Catapano: 10 febbraio, giornata del ricordo delle vittime delle foibe

PIETRO PIERO GRASSO SERGIO MATTARELLA LAURA BOLDRINI

Si celebra il 10 febbraio il “giorno del ricordo”, dedicato alle vittime delle foibe e all’eccidio della popolazione italiana istriano-dalmata. C’è stato un tempo, infatti, in cui a fuggire dagli orrori della guerra verso il sogno di una vita migliore erano proprio gli italiani. In particolare le popolazioni della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, terre passate alla Jugoslavia del maresciallo Tito alla fine della II Guerra Mondiale, in seguito al trattato di Parigi del 10 febbraio 1947.
L’esodo istriano, l’epurazione forzata di tutti gli individui di etnia italiana residenti in quelle terre, interessò almeno 300mila persone e fu accompagnato da un vero e proprio sterminio tramite il cosiddetto infoibamento, ovvero l’uccisione e la sepoltura delle vittime nelle foibe, le grotte carsiche che caratterizzano il territorio.
Si stima che le vittime delle foibe furono oltre 11mila anche se non tutti furono sepolti nelle grotte; molti, dopo i rastrellamenti e le persecuzioni di Tito, furono deportati in campi di concentramento dove subirono atroci torture come vendetta contro il tramontato regime fascista e, soprattutto, per imporre il nuovo regime filocomunista, eliminando ogni possibile forma di resistenza.
Dal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo dell’eccidio e numerose iniziative vengono organizzate nei luoghi delle stragi, in memoria delle vittime di questa triste pagina della storia europea.
La celebrazione del “Giorno del Ricordo” è iniziata alle 11 in aula al Senato con il Coro del Liceo Scientifico e Musicale “Marconi” di Pesaro che ha aperto i lavori eseguendo l’Inno Nazionale e il “Va’ Pensiero” di Verdi. Sono intervenuti il presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Antonio Ballarin, e il giornalista Toni Capuozzo, figlio di esuli, con testimonianze e ricordi di quei tragici eventi.
Al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il compito di dare il via ai discorsi ufficiali, mentre al presidente del Senato, Pietro Grasso, sono affidate le conclusioni. Presenzia alla celebrazione la presidente della Camera, Laura Boldrini. Grasso e Giannini premieranno, nel corso della cerimonia, le scuole vincitrici del Concorso nazionale “10 Febbraio. Identità e memoria”, organizzato dal Ministero dell’ Istruzione, Università e Ricerca. Il coro della Direzione Didattica “Pietro Novelli” di Monreale eseguirà, in chiusura, il brano “Ninna Nanna” degli alunni della stessa Direzione Didattica.

Giannini: foibe lutto europeo, è dovere dellascuola infrangere il silenzio

La tragedia degli infoibati “è un dolore dell’Europa, dell’Italia, ma oggi vogliamo far sì che sia anche il nostro dolore perché non sia mai dimenticato o taciuto”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, in occasione delle celebrazioni in Senato del Giorno della memoria delle vittime delle foibe. “Sono giorni di tensione in Europa: la richiesta dell’Italia di vedersi riconosciuto lo sforzo umanitario verso i migranti che ha impedito altre tragedie è stata ad oggi sterilizzata da tecnicismi e burocrazia. Eppure – ha proseguito – abbiamo fatto l’Europa per liberare la circolazione delle persone, delle cose e delle idee e per costruire una comunità di valori e di conoscenza. Il principio dell’eguaglianza e quello dignità della persona restano l’antidoto perché non tornino più né la guerra, né le foibe, nè le torture che sono parte della storia di tante famiglie dalmato-istriane”. “Il dolore che prova chi è vittima dell’odio non può essere risarcito. È una compagnia sorda e costante, che passa attraverso le generazioni. Dai morti ai superstiti. Dai superstiti ai loro figli e figlie. Le migliaia di italiani che furono vittime della pulizia etnica – ha continuato Giannini – che furono derubati, spinti all’esilio o uccisi da un nazionalismo cieco sono espressione di quel dolore senza risarcimento. L’Italia non ha timore, in questo centenario della Grande Guerra, di affermare con forza che i nazionalismi che generarono la guerra, generarono anche un dopoguerra fatto di prepotenze e prevaricazioni. Il Ministero dell’Istruzione non ha paura di affermare con nettezza che l’atto che nel 1923 cancellò dall’insegnamento le lingue slovena e croata, fu un’umiliazione inaccettabile e dannosa”.

Grasso: Giorno ricordo ha rotto il velo del silenzio

Con l’istituzione da parte del Parlamento italiano del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, “a quasi cinquant’anni di distanza, nella ricorrenza dalla firma del Trattato di pace tra l’Italia e le Potenze Alleate del 10 febbraio 1947”, “si è rotto quel velo di silenzio che aveva sino ad allora avvolto la tragedia degli infoibati e dell’esodo italiano dalle terre cedute alla Jugoslavia”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante le celebrazioni in aula. Si tratta, ha detto Grasso rivolgendosi agli studenti presenti, “di una realtà storica a voi lontana ma che certamente vi consentirà di comprendere meglio e apprezzare ancora di più i valori di pace e accoglienza, in modo da costruire un futuro ideale in cui siano bandite violenza, ingiustizia e discriminazione. In questo percorso è fondamentale l’apporto del mondo della Scuola e dell’Università”.
“Contro ogni reticenza ideologica, ogni rimozione interessata o anche solo diplomatica, superando le strumentalizzazioni che in passato hanno reso ancora più difficile parlare di questo pezzo importante di Storia – ha sottolineato la seconda carica dello Stato – negli ultimi anni si è operato per una riconciliazione con le popolazioni di Slovenia e Croazia, alle quali non si può certo ascrivere alcuna responsabilità per un passato che non hanno vissuto, e con la cui eredità storica, una volta divenuti stati indipendenti, hanno rotto optando per una democrazia di ispirazione europea”.
“Per giungere a saldare questa frattura storica – ha sottolineato Grasso – è stato necessario, prima di tutto, un impegno di verità e lo sforzo, da entrambe le parti, di mantenere una visione complessiva e imparziale di un’epoca storica caratterizzata da opposti totalitarismi; per gli stati ex-jugoslavi è stato necessario riconoscere il calvario patito dagli italiani e le brutalità delle più spietate fazioni titine nei loro confronti; per quanto riguarda noi, elaborare una severa riflessione sulle colpe del fascismo, sui crimini e sulle sofferenze inflitte alla minoranza slovena e croata negli anni bui della dittatura. Grazie a questo riavvicinamento, adesso possiamo finalmente guardare in avanti riconoscendoci compagni di viaggio nel comune destino europeo”.

Mattarella: Giorno del Ricordo, aiuto per Ue senza odio razziale

Ricordare non deve favorire il rancore, ma liberare sempre più la speranza di un mondo migliore.
Oggi l’Europa è vista come il continente della democrazia, della fratellanza, della libertà, della pace tra i popoli. Per continuare ad esserlo deve superare gli egoismi che frenano il suo progetto e l’illusione che un ritorno ai nazionalismi possa proteggerci dai rischi della globalizzazione. Anche in questo caso la storia e la memoria comune possono fornire un grande aiuto per guardare al futuro e per scacciare dal destino dei nostri figli ogni pulizia etnica e ogni odio razziale”. E’ quanto detto in una nota dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Giorno del Ricordo.
“La nostra identità di Paese democratico ed europeo – ha sottolineato Mattarella – non poteva accettare che pagine importanti delle sua storia fossero strappate, lasciando i nostri concittadini del “confine orientale” in una sorta di abbandono morale. Ristabilire la verità storica e coltivare la memoria sono frutto di un’opera tenace e preziosa, che le associazioni degli esuli e le comunità giuliano-dalmate e istriane hanno contribuito a realizzare”.
La Giornata del Ricordo, ha aggiunto, “nel rinnovare la memoria delle tragedie e delle sofferenze patite dagli italiani nella provincia di Trieste, in Istria, a Fiume e nelle coste dalmate, è occasione per dare vita a una storia condivisa, per rafforzare la coscienza del nostro popolo, per contribuire alla costruzione di una identità europea consapevole delle tragedie del passato L’abisso della guerra mondiale e le aberrazioni dei sistemi totalitari sono ora alle nostre spalle, anche se quei segni non possono essere cancellati e deve sempre guidarci la consapevolezza che le conquiste di civiltà vanno continuamente attualizzate”.

Giuseppe Catapano: Banche, da Bruxelles ok alle misure dell’Italia per la gestione delle sofferenze. “Non sono aiuti di Stato”

epa04524405 EU Commissioner for Competition Margrethe Vestager gives a press statement at European Commission headquarters in Brussels, Belgium, 11 December 2014. The Commission is reportedly fining envelope producers over 19 million euros in cartel settlement. EPA/JULIEN WARNAND

La Commissione europea ha approvato le misure di gestione delle attività deteriorate per le banche in Italia e in Ungheria. Per la Commissione europea i piani di Ungheria e Italia per cancellare i prestiti in sofferenza dai bilanci delle banche non comportano aiuti di Stato.
Nel dettaglio, la Commissione ha deciso che, nell’ambito dello schema di garanzia statale scelto dalla autorità italiane, lo Stato sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza. In questo modo si formalizza l’accordo raggiunto dal Commissario Vestager e dal Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan lo scorso 26 gennaio.
Se uno Stato membro interviene come farebbe un investitore privato e ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l’investitore privato, l’intervento non costituisce un aiuto di Stato. Pertanto la Commissione ha concluso che le misure dell’Ungheria e dell’Italia non comportano aiuti di Stato ai sensi della normativa dell’Unione europea.
Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato che “le decisioni assunte oggi dimostrano che la normativa dell’Ue mette a disposizione degli Stati membri vari strumenti per avviare il risanamento dei bilanci delle banche, con o senza il ricorso agli aiuti di Stato. La Commissione in questo contesto si limita a garantire che le misure scelte dai governi nazionali non producano un eccessivo aggravio sulla spesa pubblica o una distorsione della concorrenza nell’Ue”.
Il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato che “elevati livelli di sofferenze in alcuni Stati Membri stanno gravando sui bilanci delle banche e ostacolando la loro capacità di concedere prestiti a imprese e famiglie. Questo è già stato evidenziato in passato, non da ultimo nelle raccomandazioni della Commissione Europea. Le misure previste dalle autorità ungheresi e italiane, e approvate dalla Commissione, dimostrano che gli Stati membri stanno dedicando una sempre maggiore attenzione a questo problema, e confermano la possibilità di progettare soluzioni che non prevedano aiuti di stato. L’efficacia di questi sistemi verrà potenziata dall’affiancamento di riforme nel settore bancario e nell’economia in generale”.

Giuseppe Catapano: Unioni civili, il family day non spaventa Renzi: dialogo senza stravolgere il testo

giucatap696Anche dopo il Family day, il premier Matteo Renzi non arretra: il disegno di legge sulle unioni civili firmato da Monica Cirinnà deve essere approvato senza modifiche sostanziali e soprattutto in tempi brevi.  Unica concessione che il presidente del consiglio e segretario del Pd fa all’ala cattolica più oltranzista del partito è la liberta di coscienza sull’adozione del figlio e dei figli del partner, la cosiddetta stepchild adoption. Libertà di coscienza, comunque, limitata, perché l’obiettivo, come ha detto il capogruppo del Pd al senato Luigi Zanda, è arrivare a soluzioni condivise che non stravolgano il testo:   “Siamo aperti alle modifiche purché non stravolgano il testo e solo se migliorative”, ha detto a Republbica Zanda. “Se la piazza chiede di lavorare per migliorare la legge è un imperativo che dobbiamo seguire. Ma se invece la si vuole archiviare o buttarla nel cestino questo non è possibile, verremmo meno al nostro giuramento laico di parlamentari”. A proposito del family day, l’esponente del Pd ricorda che  “ci sono state due manifestazioni consecutive molto partecipate entrambe, segno dell’attenzione sulle unioni civili”, e aggiunge che  “il parlamento ha il dovere di ascoltare tutte le opinioni e la voce dei movimenti. Ormai da molti anni il tema delle unioni civili è all’attenzione dell’opinione pubblica. Il parlamento deve fare le leggi quando i tempi sono maturi. Siamo nel millennio dei diritti civili e quelli individuali devono essere uguali come chiedono la Consulta e la Ue”. Quanto all’adozione del figlio del partner in una coppia gay, “credo che il problema aperto sia quello della madre surrogata. Personalmente è una pratica che non condivido e se si trovasse una soluzione per rendere più effettivo il divieto sarebbe una cosa buona”.  Un’intesa, in ogni caso, sarà necessaria, perché Ap, attraverso i senatori Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola ha posto tre condizioni per un dialogo costruttivo in parlamento: “Primo: via ogni riferimento al matrimonio senza rinvii al codice civile; secondo: via le adozioni negli art.3 e 5 senza alcuna subordinata; terzo: utero in affitto e traffico di elementi procreativi diventino reato non solo interno ma anche universale per la nostra legislazione penale”. Posizione considerata inaccettabile dal presidente della commissione lavoro della camera Cesare Damiano (Pd), che spiega: “Il confronto sulle unioni civili, in parlamento, sarà obbligatorio: i veti posti da Sacconi e D’Ascola sono da rispedire al mittente.  Il testo Cirinnà è un compromesso che non prevede, per le coppie omosessuali, nessuna equiparazione con il matrimonio e con la possibilità di adozione. Il richiamo all’utero in affitto è di pura fantasia. Stupiscono i toni esagitati ed ultimativi utilizzati e preoccupano le falsificazioni propagandistiche”. Che il ddl sulle unioni civili ponga problemi in tutte le formazioni politiche, del resto, è ormai chiarissimo a tutti. Tanto che anche il gruppo Ala di Denis Verdini, domani, si riunirà per decidere il da farsi: “Il gruppo Ala si riunirà martedì prossimo per affrontare il delicato tema delle unioni civili, mettendo a confronto le idee di tutti per tentare, pur nella libertà di coscienza, di giungere ad una scelta condivisa”, spiega il senatore di Alleanza Liberalpopolare autonomie, Ciro Falanga, componente della commissione giustizia. “Ritengo che questo tema  non possa essere oggetto di ‘donazione di sangue’ alla maggioranza parlamentare. Chi voterà sì come farò io, opererà una scelta di coscienza ed umana che non ha nulla a che vedere con i rapporti tra maggioranza e opposizione”.  Certo è che il peso del Family day si farà sentire, come ha detto il portavoce Massimo Gandolfini: “Quella piazza lì  era terribilmente variopinta dal punto di vista delle appartenenze elettorali, e allora a tutto quello che io considero essere il popolo della famiglia dico: aprite gli occhi, guardate i parlamentari di ogni partito e capite bene e controllate bene chi è che vi sta aiutando, e quindi interpreta il vostro sentire, e chi invece questa manifestazione di volontà di difesa della famiglia e soprattutto di difesa del diritto dei bambini ad avere un padre e una madre se la mette sotto i tacchi. Dopodiché ognuno, in autonomia, deciderà. Renzi, in ogni caso, sta sbagliando molto. Moltissimo. Perché non sta tenendo conto del sentimento degli italiani. E gli italiani sono 14 milioni di famiglie verso 7.513 di famiglie omosessuali”.

Giuseppe Catapano: Padoan, ancora forte la cultura dell’austerity. 2016 di svolta per il debito italiano

giucatap701“In Europa la cultura dell’austerity è ancora forte”. Lo dice in un colloquio con il Messaggero il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aggiungendo che “manca un meccanismo di aggiustamento simmetrico: a fronte di uno shock l’aggiustamento si scarica interamente sul lavoro, attraverso la disoccupazione che spinge in basso i salari. Perché l’Europa sia una vera unione”, prosegue il ministro, “dobbiamo introdurre meccanismi che distribuiscono l’impatto degli shock”. Uno di questi meccanismi è rappresentato dall’Unione bancaria, che “è stata introdotta sottovalutando l’impatto di breve termine delle novità sulla fiducia nel sistema del credito. Adesso siamo in una fase di transizione che deve essere graduale per tenere conto del processo di apprendimento e di adattamento a una diversa valutazione dei rischi”. Inoltre, prosegue Padoan, “bisogna procedere con più energia verso l’introduzione di un meccanismo europeo di garanzia dei depositi”. Il ministro torna a commentare il rapporto della Commissione europea sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, spiegando che “ancora una volta la Commissione europea ha ribadito che nel lungo termine il nostro debito pubblico è il più sostenibile di tutti. Quello che il rapporto ha voluto segnalare è che con un debito così alto siamo più esposti agli shock” e questa, sottolinea, “non è una novità”. Il Governo ne è consapevole e per questo “ha collocato il debito su una traiettoria discendente e dopo otto anni di crescita nel 2016 per la prima volta scenderà in rapporto al pil”.

Giuseppe Catapano: Renzi torna nella sua Africa. Da oggi tre giorni in Nigeria, Ghana, Senegal

MATTEO RENZI

Da oggi a mercoledì il premier Matteo Renzi sarà per la terza volta da presidente del consiglio nell’Africa subsahariana per un viaggio che lo porterà in tre diversi stati,  Nigeria, Ghana e Senegal. Dopo Mozambico, Congo e Angola nel 2014, Etiopia e Kenya l’anno scorso Renzi è in assoluto il capo di governo italiano che più si è impegnato in quest’area. “Una strategia di politica estera degna di questo nome”, ha ricordato al rientro da Addis Abeba e Nairobi l’anno scorso,  non può che mettere al centro dell’interesse italiano l’Africa, le sue potenzialità, le sue contraddizioni, le sue ricchezze. Dopo anni di immobilismo finalmente si riparte”. . Il viaggio inizia dalla Nigeria in un momento di grave tensione dopo che ieri in un’attentato di Boko Haram nel nordest del Paese sono morte almeno 85 persone. Oltre ai dossier dedicati alla cooperazione (“è nostro dovere investire di più in questo” ha ribadito più di una volta), agli accordi commerciali e alla questione immigrazione sarà la lotta al terrorismo uno dei temi forti dei colloqui con i leader africani. In mezzo a tutto questo c’è anche – e certo non ultimo tema in agenda – la campagna elettorale per il seggio italiano nel Consiglio di sicurezza dell’Onu per il biennio 2017-2018.
In programma per oggi pomeriggio, ad Abuja, capitale della Nigeria, l’incontro con il presidente Muhammadu Buhari. Sempre in giornata Renzi si sposterà ad Accra, capitale del Ghana, e vedrà il presidente John Dramani Mahama. Domani, in mattinata, dopo una visita al mausoleo di Kwame Nkrumah, rivoluzionario e politico ghanese, figura di spicco nella storia della decolonizzazione e del panafricanismo, Renzi interverrà al parlamento ghanese. Proprio in Ghana, a dicembre, era stato anche l`ex viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, recentemente nominato ambasciatore italiano presso l’Ue.
A Dakar, invece, dopo un incontro col primo ministro senegalese Mohammed Dionne, Renzi parteciperà al seminario del Padess, Programme d`Appui au Développement Economique et Social  finanziato dalla cooperazione italiana, per poi incontrare il presidente della Repubblica Macky Sall.

Giuseppe Catapano: Classifica Brand Finance, Apple si conferma sul podio per valore economico. Ma il marchio più forte è Disney

'DARTH THRILLER': "Star Wars" villain Darth Vader and a quartet of stormtroopers reenact the dance scene from Michael Jackson's famed "Thriller" music video during "Star Wars Weekends" 2008. The unlikely and entertaining pairing of the iconic music video and iconic movie villain is part of the fun for guests during the "Hyperspace Hoopla," a character-filled dance party that highlights the end of "Star Wars Weekends" day at Disney's Hollywood Studios theme park. This year's monthl-long, weekend festival comes to a close June 27, 28 and 29. Event activities are included in regular theme park admission.

Apple, con un valore pari a 145,9 miliardi di dollari grazie a un incremento del 14%, si conferma il marchio con maggiore valore economico al mondo. Google sorpassa Samsung e Amazon sale dall’ottavo al quarto posto. Mentre Disney è il brand più forte, grazie a Star Wars.
Queste le principali novità rilevate da Brand Finance – societa’ di consulenza e valutazione dei brand – che analizza migliaia di marchi per realizzare la “Brand Finance Global 500 2016”, la classifica dei principali marchi del mondo.
Dopo anni di presenza tra il gruppo di brand con rating AAA+, Disney ha dunque raggiunto la vetta della classifica. Lo scorso anno, Lego aveva strappato la prima posizione a Ferrari soprattutto grazie al ritorno di immagine, e di business, di Lego Movie. Quest’anno, il successo di Star Wars VII “Il risveglio della forza” ha fatto la differenza, portando Disney a guidare, dall’iperspazio, le marche AAA+. La forza del marchio Disney è basata su una ricca storia, ma la posizione dominante è anche dovuta alle numerose acquisizioni che includono: ESPN, Pixar, Muppets, Marvel, Lucasfilm, che possiede Star Wars. Brand Finance ha misurato il valore del solo marchio Star Wars in 10 miliardi, un bel colpo se si considerano i 4 miliardi di dollari pagati dalla Disney nel 2012 per tutta la Lucasfilm.
Ferrari quest’anno esce dal ristretto gruppo dei marchi con rating AAA+ per confluire in quello più ampio con rating AAA, nonostante la buona opinione degli analisti finanziari.
Anche quest’anno invece Apple, con un valore pari a 145,9 miliardi di dollari grazie a un incremento del 14%, si conferma il marchio con maggiore valore economico al mondo. Il valore del marchio è dovuto sia a un brand con un rating “AAA”, estremamente forte sia agli ottimi risultati di business.
Il principale cambiamento nella classifica di quest’anno sono il sorpasso di Google su Samsung e il salto dall’ottavo al quarto posto di Amazon.
I brand cinesi sono in grande ascesa, sia tra i marchi che crescono maggiormente in valore, sia tra i marchi che crescono più velocemente, ci sono ben 7 marchi cinesi tra cui WeChat e Huawey.
A causa dello scandalo delle emissioni, sorprende poco che Volkswagen sia il brand con i risultati peggiori di quest’anno. Oggi il marchio VW vale 18,9 miliardi a causa di un calo pari a 12 miliardi, che porta il marchio tedesco dalla 17esima alla 56esima posizione.
I marchi italiani presenti in classifica perdono complessivamente il 10% in valore, che corrisponde esattamente alla riduzione del 10% del valore dell’euro, dell’ultimo anno nei confronti del dollaro. Agli 8 marchi italiani già presenti lo scorso anno si aggiunge il marchio Jeep, che cresce del 37%. Molto bene anche Eni, che incrementa anche la forza del proprio marchio, ed Enel, anche grazie all’aggregazione con Egp.
Meno bene Telecom Italia, i cui effetti del nuovo logo non sono ancora stati registrati. Anche il marchio Gucci brilla meno dello scorso anno, anche perché oltre a perdere in valore economico, riduce la propria forza. Il brand Fiat, perde in valore, ma migliora in termini di forza. Unicredit perde molto in valore e riduce la propria forza.