Smartphone, tablet, pc e altri device non saranno assoggettati al pagamento del canone tv e il termine unico (sia per la modalità cartacea sia per quella online) per l’invio della dichiarazione di esenzione dell’abbonamento tv sarà prorogato al 15 maggio. Sono questi i chiarimenti e le novità annunciati da Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico del governo, ieri, alla camera, in risposta alla nove mozioni presentate da diversi gruppi politici. In merito a quale apparecchio sarà gravato della tassa, il governo precisa, confermando la circolare del ministero dello sviluppo economico del 22 febbraio 2012, che il presupposto per essere assoggettati al pagamento del canone è il possesso di un apparecchio televisivo che direttamente o indirettamente, cioè tramite un decoder, sia in grado di captare il segnale del digitale terreste. Quindi «escludendo smartphone, tablet, device diversi dall’apparecchio televisivo» dal pagamento del canone tv. Inoltre, i tempi per la consegna dell’autocertificazione cartacea e online di non possesso di un apparecchio televisivo atto alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, saranno prorogati, come termine ultimo, al 15 di maggio 2016 (prima la dichiarazione cartacea doveva essere presentata entro il 30 aprile e quella online entro il 10 maggio).
Mese: aprile 2016
Giuseppe Catapano: Vigili esclusi dai servizi elettorali
Quest’anno non si vedranno agenti di polizia locale impiegati nei servizi di vigilanza fissa ai seggi. Spetterà solo alle forze di polizia dello stato occuparsi di queste attività e ricevere di conseguenza la relativa indennità. Lo ha chiarito il Dipartimento della pubblica sicurezza con una circolare diramata il 5 aprile a tutte le prefetture. L’ordine è tassativo. I dispositivi di sicurezza e vigilanza ai seggi quest’anno dovranno essere pianificati attraverso l’impiego del solo personale delle forze di polizia di cui alla legge 121/1981. Dunque niente vigili urbani a presidiare le sezioni elettorali. Solo carabinieri e poliziotti veri. Le ragioni del divieto non sono chiare. Probabilmente si tratta di una scelta tecnica che impedisce di dirottare gli emolumenti verso la polizia locale. Non sono mancate le immediate reazioni dei sindacati. Il Sulpm, con una nota urgente, ha scritto al Presidente del Consiglio, evidenziando l’ennesimo attacco ai vigili. Una decisione, specifica la lettera del 6 aprile, «che non solo è incomprensibile ai fini della sicurezza dei seggi, ma che spezza quel modello di collaborazione da sempre esistito tra forze di polizia ad ordinamento statale e locale». In buona sostanza a parere del sindacato autonomo si preferiscono aumentare le distanze piuttosto che favorire le sinergie e le professionalità.
Giuseppe Catapano: Samsung, utile operativo in crescita del 10% grazie al nuovo Galaxy S7
Samsung Electronics ha chiuso il primo trimestre con un utile operativo in crescita del 10% e migliore delle attese grazie alla buona performance delle vendite del nuovo smartphone Galaxy S7.
L’utile operativo si è attestato a circa 5,6 miliardi di dollari. Tale risultato incoraggia gli azionisti del gigante elettronico sud coreano dopo che il titolo del gruppo ha bruciato circa 8 miliardi di valore in borsa nel 2015.
Giuseppe Catapano: Panama Papers, bufera in Cinaa
Spuntano nuovi nomi e dettagli dei familiari dei potenti cinesi collegati allo scandalo dei Panama Papers e nuovi numeri del giro di affari in Cina degli uomini collegati ai documenti riservati dello studio legale panamense ottenuti dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung e diffusi ai media internazionali dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). I personaggi coinvolti sono figli, nuore, nipoti, generi e cognati della “nobiltà rossa” di Pechino, in parte identificati nei giorni scorsi, ma le nuove scoperte rivelano nel dettaglio molto più di quanto si sapesse sulle fortune dei leader cinesi, passati e presenti. Tra gli intestatari di società offshore, c’è anche quello di Chen Dongsheng, genero di Mao Zedong, che ha creato la Keen Best International Limited con sede alle Isole Vergini Britanniche nel 2011. Jasmine Li, nipote dell’ex numero quattro del Partito Comunista Cinese Jia Qinglin, è l’unica azionista di due società registrate alle Isole Vergini Britanniche, la Harvest Sun Trading Limited e la Xin Sheng Investments Limited, con almeno due filiali a Pechino costituite nel 2009, specializzate in investimenti e consulenze nel settore immobiliare e con un capitale registrato di circa 250mila euro. Li aveva acquistato per un dollaro la Harvest Sun nel 2010, quando era ancora una studentessa a Stanford, da un imprenditore di Hong Kong, Cheung Yu Ping, noto come “il re degli orologi”, che apparentemente non avrebbe legami con Li né con il potente nonno. Cheung è a capo della Hengdeli, valutata 470 milioni di dollari alla Borsa di Hong Kong ed è uno dei maggiori rivenditori in Asia di orologi di noti brand svizzeri. Tra i nomi già emersi c’è quello di Deng Jiagui, il cognato del presidente cinese, Xi Jinping. Deng ha registrato presso lo studio legale di Panama una società offshore nel 2004 e altre due nel 2009, secondo quanto scrivono i giornalisti di Icij. La prima, la Supreme Victory Enterprises è stata chiusa nel 2007, mentre le altre due, la Health Mining International e la Best Effect Enterprises, entrambe con sede alle Isole Vergini Britanniche avrebbero avuto vita breve, e sarebbero state chiuse tra il 2010 e il 2011, prima che Xi diventasse presidente. Secondo quanto scrive il quotidiano The Guardian, Deng avrebbe avuto una partecipazione del 50% anche in un’altra società offshore, la Excellence Effort Property Development: l’altra meta’ della quota appartiene a due costruttori cinesi.
Deng, assieme alla moglie, sorella di Xi, ha avuto interessi nel settore delle costruzioni e in quello delle terre rare, come emerso anche da un’inchiesta dell’agenzia Bloomberg del 2012. La coppia aveva accumulato una fortuna di 376 milioni di dollari, ma nonostante la diretta vicinanza con l’uomo oggi piu’ potente di Cina, tra le carte dello studio legale Fonseca il suo nome non compare tra i “Pep”, le politically exposed persons, una “svista” che fa pensare a una scarsa accuratezza nella raccolta dei dati dei clienti e che si puo’ ritrovare anche altrove, come nel caso della figlia dell’ex primo ministro Li Peng. Li Xiaolin, nota per lo stile di vita vistoso e l’amore per il lusso, è dal 1994 a capo della Cofic Investments Limited, societa’ con sede alle Isole Vergini Britanniche i cui proventi deriverebbero, secondo mail interne dello studio di Panama, dalla facilitazione alle esportazioni di attrezzature industriali dall’Europa alla Cina. Il nome di Li è rimasto ignoto allo studio di Panama fino al 2014, grazie al sistema delle azioni al portatore, che permettono l’anonimato del proprietario di una società, un sistema pienamente legittimo alle Isole Vergini Britanniche fino al 2009 quando sono state introdotte leggi più severe sull’anti-riciclaggio. Li ha una fortuna stimata in 550 milioni di dollari e un soprannome traducibile come “la regina dell’energia”, affibbiatole per le cariche ai vertici dei gruppi dell’energia elettrica. Attualmente, Li è vice presidente del gruppo statale China Datang Corporation ed è tra i delegati della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, l’organo di consulenza dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese.
Tra gli altri familiari di nomi di spicco della politica cinese ci sono quelli di Liu Yunshan e Zhang Gaoli, attuali membri del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del potere in Cina; Zeng Qinghong, vice presidente cinese fino al 2007, e Hu Yaobang, segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 1982 alla morte nel 1987. Liu Yunshan ha una nipote, Jia Liqing, che è stata azionista e direttrice della Ultra Time Investments, creata alle Isole Vergini Britanniche nel 2009; Zhang Gaoli, invece, ha un genero, Lee Shing Put, azionista di tre società offshore (Zennon Capital Management, Sino Reliance Network Corporation e Glori Top Investments) e direttore di 17 società a Hong Kong ai tempi in cui il suocero era entrato nel Comitato Permanente del Politburo. Zeng Qinghuai, fratello dell’ex vice presidente cinese, è stato invece a capo della China Cultural Exchange Association, con sede prima nell’isola di Niue, nel Pacifico meridionale, e poi a Samoa. Hu Dehua, figlio di Hu Yaobang, gestiva, invece, la Fortalent International Holdings, creata nelle Isole Vergini Britanniche nel 2003, e registrata presso il suo domicilio a Pechino.
Hong Kong e soprattutto la Cina, dove lo studio Mossack Fonseca aveva uffici in sette città (Shanghai, Shenzhen, Dalian, Hangzhou, Jinan, Ningbo e Qingdao) sono la maggiore fonte di introiti per Mossack Fonseca, con clienti intestatari o con partecipazioni in circa 40mila società offshore. Almeno diecimila di queste erano ancora pienamente operative lo scorso anno, secondo i conti dello studio Mossack Fonseca. Lo scorso anno circa mille miliardi di dollari hanno lasciato la Cina, seicento miliardi dei quali senza essere soggetti ad alcun controllo bancario. I capitali sono usciti spesso attraverso complicati sistemi di ‘money transfer’ che aggirano le attuali regole che permettono a ogni singolo cittadino trasferimenti di denaro per un massimo di cinquantamila dollari all’anno.
Il fondatore Mossack Fonseca: “Non abbiamo sbagliato”
Uno dei fondatori dello studio legale al centro del clamoroso scandalo battezzato Panama Papers ha difeso la sua azienda, Mossack Fonseca, e ha preannunciato che non ci saranno cambiamenti nel modello di business, nonostante l’indignazione planetaria suscitata dalle operazioni messe in piedi dall’azienda. Nella sua prima approfondita intervista dopo la pubblicazione dei documenti, Jurgen Mossack dice che il suo studio non ha fatto nulla di sbagliato nel creare circa 240mila società fittizie registrate in paradisi fiscali. Lo studio legale, ha spiegato, lavora attraverso intermediari e non è in grado di seguire le tracce di come le società off-shore successivamente vengano utilizzate. “Non abbiamo intenzione di interrompere i nostri servizi e andare a piantare banane o cose del genere”, ha poi aggiunto il 68enne Mossack, intervistato dal Wall Street Journal.
Giuseppe Catapano: Canton Ticino, nel 2015 balzo delle inchieste per reati economici
Ventotto arresti, 267 inchieste avviate, 178 perquisizioni.
Aumentano in Canton Ticino le inchieste legate al settore finanziario e parabancario (fiduciario) avviate dalla Sezione reati economico finanziari (Ref): secondo quanto riporta il sito Ticinonline, lo scorso anno sono state il 24% in più rispetto alla media degli incarti trattati dal 2010 al 2014.
Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che da uno studio di Kpmg risulta che in Svizzera i reati economici e finanziari noti all’autorità di perseguimento penale ammontano a solo il 15% di quelli realmente commessi sul territorio.
I reati più denunciati in Ticino sono il falso in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita, l’amministrazione infedele e il riciclaggio di denaro. Aumentano anche le denunce per reati fallimentari (bancarotta fraudolenta, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori e cattiva gestione). Infine emergono spesso anche reati del codice penale “accessorio” (fiscale, doganale, finanziario) cui si aggiungono le infrazioni riguardanti la criminalità transnazionale organizzata, la criminalità informatica e quella relativa a transazioni di borsa.
Stando al bilancio della Ref, le inchieste legate al settore finanziario e parabancario (fiduciario) traggono spesso origine da fatti o persone legati alla vicina Italia.
Giuseppe Catapano: Ansaldo Sts, Elliott chiede al Tar la revisione della delibera Consob sull’opa
Elliott, secondo maggior azionista di Ansaldo Sts, con una posizione lunga complessiva pari al 29,409% del capitale della società genovese, ha presentato al Tribunale amministrativo regionale la richiesta di annullamento della delibera Consob del 3 febbraio scorso sulla rettifica del prezzo dell’opa di Hitachi a 9,899 e una rideterminazione del prezzo delle azioni ai fini dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria.
E’ quanto si legge in una nota del gestore patrimoniale dove si sottolinea che la richiesta è volta a determinare che, come conseguenza della collusione già accertata dalla stessa Consob, il prezzo dell’offerta pubblica di acquisto debba essere aumentato di un valore che è molto più alto dei 0,399 euro indicato nella decisione della commissione.
Secondo Elliott l’aumento è quantificabile in circa 5,5 euro per una revisione del prezzo di offerta a circa 15 euro, valore quest’ultimo che “si basa, inter alia, su quanto riconosciuto dalla stessa Hitachi in una presentazione al suo consiglio di amministrazione del 10 dicembre 2014, in cui si afferma che qualora la partecipazione di Finmeccanica in Ansaldo Sts fosse stata oggetto di un’asta come una transazione stand-alone, il prezzo sarebbe stato significativamente più alto.
Elliott “confida che le autorità di vigilanza e controllo italiane e la magistratura tuteleranno i diritti degli azionisti di minoranza in conformità con la legge”, conclude la nota.
Giuseppe Catapano: Ritorna l’anatocismo
Ritorna l’anatocismo. Si possono calcolare interessi sugli interessi di mora (anche sulle carte revolving). E producono interessi anche gli interessi su aperture di credito e sconfinamenti addebitati sul conto in rosso. D’altra parte, però, c’è qualche tutela per il cliente: viene mantenuta la parità formale tra banca e cliente per la periodicità del calcolo degli interessi (si precisa che non può essere inferiore all’anno) e per pagare gli interessi debitori di fine anno, il cliente ha due mesi di tempo e può autorizzare l’addebito in conto. Lo prevede il dl 18/2016 che contiene la riforma del credito cooperativo e la garanzia statale sui crediti in sofferenza degli istituti, il cosiddetto Gacs, approvato ieri in via definitiva dal Senato con 171 sì, 105 no e un astenuto. A favore si sono espressi Pd, Ap, verdiniani, gruppo per le autonomie e parte di Gal. Contro: M5s, Cor, Lega, Sel e Fi.
Il dl prevede, nei rapporti di conto corrente o di conto di pagamento, la stessa periodicità nel conteggio degli interessi (dare e avere) e aggiunge che la periodicità non può essere inferiore ad un anno. Questa norma vieta, dunque, la capitalizzazione infrannuale degli interessi, ma ciò vale anche per gli interessi a credito del cliente. La seconda modifica prevede che gli interessi debitori maturati, compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre ulteriori interessi, salvo quelli di mora, e sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale.
Giuseppe Catapano: Zanetti, irrealizzabile il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte
Un sacrificio per i pensionati che percepiscono assegni elevati “sarebbe irrealizzabile”. Lo ha detto in un’intervista alMessaggero, Enrico Zanetti, viceministro dell’Economia, dopo che il presidente dell’Inps, Tito Boeri ha rilanciato la necessità di un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, visto che quasi 500.000 italiani sono in pensione da quasi 40 anni. “In Italia in tutti questi anni in materia di pensioni ci sono state sperequazioni, che hanno generato malessere e conflitto sociale”, ha detto Zanetti. Penso alle famose baby-pensioni. Per cui potrebbe essere giusto in astratto rimediare con un contributo di solidarietà, non calcolato sull’importo ma sullo squilibrio tra assegni percepiti e contributi versati”. Tuttavia, ha continuato Zanetti, “il fatto è che lo stesso Inps ci avverte che il ricalcolo contributivo delle pensioni non è possibile, perché mancano molti dati. Allora il parametro diventerebbe non lo squilibrio ma il solo numero di anni di contribuzione. Però moltissime delle pensioni con pochi contributi sono di importo basso: questa misura produrrebbe un gettito misero, seminando allo stesso tempo incertezza e paura tra i pensionati”. “Ci sono due tipi di approccio. C’è chi vorrebbe smantellare la riforma Fornero, dimenticando tra l’altro che quello del governo Monti è solo l’ultimo di una serie di interventi, approvati anche dal centro-destra. I sostenitori di questa tesi dovrebbero spiegare dove prendere i 30 miliardi di risparmi delle varie riforme, certificati dalla Corte dei Conti, che verrebbero meno: se da nuove tasse, oppure da tagli alla sanità o agli investimenti. Con loro non si può nemmeno discutere. Altra cosa – ha continuato Zanetti – è prendere in considerazione le esigenze di chi vorrebbe andare in pensione un po’ prima, in un contesto di sostenibilità del sistema. E’ un approccio ragionevole, ma anche in questo caso bisogna avere il coraggio di fissare delle priorita’”, ha concluso.
Giuseppe Catapano: Lotta alle frodi senza biometria
Contro i furti di identità non si può usare la biometria. Mentre si possono fare controlli incrociati con il database gestito dalla Consap. Non si può, dunque, costruire un archivio dei volti delle persone che chiedono finanziamenti. Lo ha stabilito il Garante della privacy con il provvedimento n. 77 del 25 febbraio 2016, che ha bocciato la richiesta di verifica preliminare di un sistema di riconoscimento facciale delle fotografie poste sui documenti di identità di soggetti che presentano richieste di finanziamento a banche e intermediari finanziari. Gli operatori del settore, abilitati per legge, invece, possono aderire al sistema di prevenzione, delle frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti, siglato Scipafi.
No al database biometrico. Una società ha chiesto al garante di poter utilizzare un sistema mediante il quale verrebbero acquisite le sembianze delle persone tramite scansione della fotografia apposta sul suo documento di identità. I dati verrebbero criptati e codificati per il confronto con analoghi codici identificativi di fotografie riconducibili allo stesso o ad altri individui, inseriti nel database e presi da diverse fonti (altri intermediari, foto tratte dai giornali o foto segnaletiche dei ricercati dalle forze di polizia). Se a uno stesso volto risultassero abbinate identità diverse, allora saremmo di fronte a un furto di identità.
Giuseppe Catapano: Marchionne guida la classifica dei top manager di Piazza Affari più pagati nel 2015
Al primo posto nella classifica dei top manager di Piazza Affari più pagati nel 2015 c’è Sergio Marchionne, che da amministratore delegato di Fca ha ottenuto un compenso totale di 10 milioni e come presidente di Cnh ha guadagnato oltre 2,6 milioni, tra stipendio, bonus e altre voci della retribuzione, per un totale di 12,7 milioni a fronte degli 8,6 milioni del 2014 (che non include il bonus una tantum da 24,7 milioni a seguito della fusione tra Fiat e Chrysler ).
Nel dettaglio, scrive Milano Finanza, bisogna specificare che per il 2015 il salario base di Marchionne nel gruppo automobilistico è stato di 3,6 milioni, affiancato da un premio di 6,29 milioni e da 126 mila euro in altri compensi. C’è anche da aggiungere che Marchionne ha ricevuto 4,32 milioni di azioni che sono condizionati al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali e ulteriori 1,62 milioni di azioni alle quali può invece accedere in ogni momento e senza condizioni.
Nella classifica elaborata da Milano Finanza sulla base delle relazioni sulla remunerazione già pubblicate e che mette in relazione i compensi con la redditività e la performance di borsa, il manager italo-canadese è tallonato da Giovanni Battista Ferrario, direttore generale di Italcementi, con una retribuzione di 11,8 milioni, e da Carlo Pesenti, consigliere delegato della stessa Italcementi, con 8,9 milioni.
