Giuseppe Catapano: Terrorismo, Renzi, non ci sono minacce specifiche in Italia. Il Copasir: possibili cellule nel nostro paese

MATTEO RENZI

“Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia”. Matteo Renzi lo ha detto all’inizio della lunga riunione, oltre due ore, avuta questa mattina a Palazzo Chigi con i capigruppo di maggioranza e opposizione sulla sicurezza interna del Paese (alla quale hanno partecipato anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi, Marco Minniti e il segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti), convocata all’indomani degli attentati che hanno colpito aeroporto e metropolitana di Bruxelles. “Occorre stringere sui meccanismi di intelligence fra i Paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa. E mettere denari veri sulle aree urbane. Serve un gigantesco investimento in cultura, sulle periferie urbane, un investimento sociale. Continuo a pensare che l’aspetto educativo per sconfiggere minacce nate e cresciute in Europa sia fondamentale”, ha aggiunto il premier. Il presidente del consiglio ha ribadito anche ieri la necessita’ di superare le “divisioni politiche e partitiche” per poter recuperare il “senso di comunita’” necessario a fare fronte alla minaccia terroristica. Ecco, allora, la decisione di riconvocare il vertice che, in passato, e’ seguito alle giornate drammatiche di Parigi ma che era stato convocato più volte per tenere aggiornati i gruppi Parlamentari sullo stato dell’arte per quel che riguarda la sicurezza.

Nella stessa riunione è stata data anche la notizia che ci sarebbe – il condizionale è d’obbligo a verifiche in corso – una vittima italiana tra quanti hanno perso la vita negli attentati. Si tratterebbe di una donna, che ha perso la vita nell’esplosione della metro di Molenbeek, risultata dispersa e il cui corpo è stato reso irriconoscibile dalla violenza della deflagrazione. I famigliari sono ora al consolato per avviare le procedure per il riconoscimento, ha riferito il presidente dei deputati Ncd, Maurizio Lupi. “Ci hanno aggiornato sulle ultime notizie e una riunione riservata e compito nostro non divulgare informazioni delicate”, ha tenuto a dire il capogruppo di FI al Senato, Paolo Romani: “Ci è stato fornito un aggiornamento efficace ed efficiente. Il ministro Alfano ci ha rassicurato su un’opera di prevenzione che viene fatta nel nostro Paese. Il problema è capire se l’attentato avvenuto ieri è stato in conseguenza dell’arresto di Salah o se fosse preordinato. Probabilmente c’era una progettualità già in campo che ha subito una accelerazione dall’arresto”, è stata la risposta di Alfano. “Il fatto sospendente è che Salah è rimasto lì a poche centinaia di metri da casa sua…”.

Stucchi (Copasir), possibili cellule in Italia

“Non è possibile prevenire tutto. Chi comunica un messaggio diverso dicendo che è tutto sotto controllo e non accadrà nulla illude le persone”. Lo ha detto Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, intervenendo ad Agorà su RaiTre. “C’è una nota del direttore del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), l’ambasciatore Giampiero Massolo, che mette in evidenza alcune problematiche – ha continuato Stucchi – e fa un’analisi sulla possibilità, non la certezza, che ci siano cellule terroristiche strutturate anche nel nostro paese. C’è una preoccupazione reale e si lavora per inertizzare queste cellule”. Per quanto riguarda l’attacco di ieri a Bruxelles, Stucchi sottolinea che “in Belgio hanno palesato una serie di incapacità imbarazzanti perché, a fronte di situazioni che si sono ripetute nei mesi scorsi, non si è stati in grado di porre in essere una politica di sicurezza che portasse a risultati concreti”. Per Stucchi, “anche di fronte a eventi di pochi mesi prima, non si è stati in grado di capire ciò che stava avvenendo. Non si è stati in grado di capire che l’arresto di Salah avrebbe portato a un’accelerazione. E, quando non si riesce a fare questa semplice analisi, vuol dire che ci sono dei limiti che vanno assolutamente superati perché sono importantissimi per tutta la sicurezza internazionale”.

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