Giuseppe Catapano: Palermo, Lo Voi annuncia 62 arresti e afferma, “Serve una norma contro gli imprenditori inginocchiati alla mafia”.

giucatap172Sessantadue ordini d’arresto eseguiti dai carabinieri coordinati dalla Procura di Palermo per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, ricettazione, favoreggiamento e reati in materia di armi aggravati dal metodo mafioso. L’operazione e’ stata denominata “Brasca-quattro.zero”. Sotto sequestro attivita’ commerciali, imprese e beni immobili. Il blitz e’ frutto di due distinte indagini del Ros e del Gruppo carabinieri di Monreale che ha interessato i mandamenti di Villagrazia-Santa Maria di Gesu’ e San Giuseppe Jato che hanno avuto significativi collegamenti in occasione della riorganizzazione di quest’ultima cosca e del dipendente clan di Altofonte. Una riorganizzazione tra Palermo e provincia all’ombra di due anziani capimafia, fedelissimi di Toto’ Riina, Mario Marchese, 77 anni, e Gregorio Agrigento, 81, tra gli arrestati. E fermata dalla vasta operazione antimafia.
Ricostruiti gli assetti di vertice nonche’ i rapporti con i vertici dei mandamenti limitrofi. E documentati numerosi reati manifestazione della capacita’ di controllo del territorio.

Per i carabinieri la vasta operazione antimafia scattata tra Palermo e provincia con 62 arresti, ha bloccato una guerra di mafia sul punto di esplodere tra le cosche Villagrazia-Santa Maria di Gesu’, nel capoluogo, e San Giuseppe Jato, in provincia. Almeno due i progetti di morte fermati appena in tempo. Nella rete vecchie figure, antichi padrini, ma anche, spiegano gli investigatori dell’Arma, volti nuovi. Sono state cosi’ documentate le ambizioni e la scalata di un fisioterapista a domicilio che voleva imporsi a Monreale. Si descriveva, nelle intercettazioni, come “un soldato diventato generale”, che avrebbe messo le mani sul 60% dei lavori edili pubblici e privati. Le indagini hanno documentato gli assetti dei potenti clan, le pratiche violente, interne ed esterne, quest’ultime finalizzate al controllo del territorio e delle attivita’ economiche; ma anche la capacita’ di riorganizzazione e di ricompattamento cui il blitz ha comunque inferto un duro colpo.

“Da questa operazione viene fuori un particolare rapporto tra mafia e imprenditori, alcune dei quali denunciano, altri non denunciano. A subire sono soprattutto quelli di Palermo, a Villagrazia e Santa Maria di Gesu’. Forse e’ venuto il tempo di pensare a una nuova regolamentazione che possa riguardare e sanzionare tali rapporti”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Franco Lo Voi, nel corso della conferenza stampa sull’operazione dei carabinieri che con 62 arresti ha inferto un duro colpo a clan della provincia e di Palermo. “Chi non parla, chi fa affari, chi cerca prima e sfrutta i contatti con Cosa nostra, chi arriva persino a inginocchiarsi – ha aggiunto – perche’ anche questo c’e’ stato, dovrebbe essere inquadrato in qualche categoria giuridica che facciamo fatica oggi a individuare, anche sotto il profilo del concorso esterno. Come e’ stato regolamentato lo scambio politico-mafioso, cosi’ dovremmo regolamentare lo scambio economico-mafioso. La normativa attuale non e’ sufficientemente adeguata per normare questo forte collegamento, che avrebbe dunque bisogno di una sua specificita’ giuridica”.

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