Giuseppe Catapano: La sorpresa della Bce, tassi a zero, Qe a 80 mld. Draghi: il piano proseguirà oltre il 2017

MARIO DRAGHI

Mario Draghi ha sorpreso i mercati finanziari. Le misure varate dalla Bce rappresentano una decisa accelerazione della politica monetaria per contrastare i timori di deflazione. Il consiglio direttivo della Bce, nella riunione odierna, ha infatti deciso di tagliare il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi invariati rispettivamente allo 0%, 0,25% e -0,4% con effetti dal 16 marzo 2016. La Banca centrale ha poi deciso di aumentare il ritmo di acquisti mensili di asset da 60 a 80 mld euro a partire da aprile. Inoltre i bond denominati in euro investment grade emessi da società non bancarie saranno inclusi nella lista di asset idonei agli acquisti del Qe. Infine l’Istituto lancerà a partire da giugno 2016 una nuova serie di 4 Tltro, da 4 anni ciascuna. Il costo di finanziamento di queste operazioni potrà scendere, come minimo, fino al livello del tasso sui depositi.
Il piano di acquisti di titoli potenziato e ampliato oggi dalla Bce proseguità “se necessario” oltre la scadenza prevista del marzo 2017 “e in ogni caso fino a quando vedremo una sostenuta risalita della dinamica di inflazione” a valori coerenti con gli obiettivi, ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo. Le misure sono state decise con “una maggioranza schiacciante” di favorevoli, ha aggiunto Draghi. Quanto ai tassi, essi resteranno “ai livelli attuali o più bassi per un esteso periodo di tempo”. Oggi, ha concluso il presidente di Eurotower, “abbiamo dimostrato che non siamo a corto di munizioni”.
Sprint di Piazza Affari dopo le decisioni a sorpresa della Bce. Al parziale delle 14, il Ftse Mib sale del 4,15% a quota 18.982 punti; All Share +3,97%. E lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi scende a 108, dai 118 punti dell’apertura. Il rendimento si attesta all’1,29%.

Tagliate le stime su pil e inflazione. La Banca centrale europea ha tagliato le stime di crescita del pil dell’Eurozona per il 2016 e per il 2017 rispettivamente dall’1,7% all’1,4% per quest’anno e dall’1,9% all’1,7% per l’anno prossimo. Draghi ha precisato tuttavia di prevedere un “trend modesto di recupero”. Inoltre, “i bassi prezzi del petrolio possono favorire i consumatori”, ha aggiunto il banchiere centrale.
Sul fronte dell’inflazione, il presidente della Bce ha poi dichiarato che l’Istituto centrale europeo ha tagliato nettamente le sue previsioni per il 2016. Per quest’anno la Banca centrale europea si aspetta infatti che l’indice dei prezzi al consumo si attesti allo 0,1%; per l’anno prossimo, invece, prevede un dato all’1,3%. Infine, per il 2018, secondo le stime della Bce, l’inflazione dell’Eurozona risulterà pari all’1,6%.

Draghi ai governi: fare riforme e non sforare conti. L’indebolimento delle prospettive di crescita dei paesi dell’Eurozona e “una disoccupazione strutturale che resta elevata” rendono “decisiva” l’applicazione di riforme strutturali, ha detto Draghi, sottolineando come “le raccomandazioni specifiche per i Paesi sono state applicate in maniera abbastanza limitata” e invitando i governi dell’area a praticare una “politica fiscale che sostenga la ripresa ma che rispetti i limiti del Patto di Stabilità e crescita”.

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