L’Egitto accetta che sull’omicidio di Giulio Regeni le indagini siano congiunte. La Procura di Roma ha ricevuto il documento ufficiale del governo egiziano che apre alla collaborazione tra gli inquirenti romani e del Cairo. Gli italiani sono stati invitati per essere informati “degli ultimi sviluppi investigativi relativi alla morte” del ricercatore universitario, ha fatto sapere il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Nell’accogliere l’invito, il procuratore ha annunciato che l’incontro “sarà organizzato a breve”. “Questa mattina il Procuratore della Repubblica di Roma ha ricevuto l’ambasciatore della Repubblica araba d’Egitto in Italia Amr Helmy”, si legge nel comunicato del capo della Procura di Roma. “ L’ambasciatore ha invitato a nome del Procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Nabil Ahmed Sadek, i magistrati inquirenti a un incontro a Il Cairo al fine di informarli degli ultimi sviluppi investigativi relativi alla morte di Giulio Regeni nonché al fine di individuare ulteriori modalità di collaborazione tra le due autorità giudiziarie nell’interesse dei rispettivi paesi”. Solo pochi giorni fa il procuratore di Giza aveva detto chiaramente che le indagini le avrebbe seguite da solo, pur collaborando con le autorità italiane. Ma oggi anche il parlamento europeo ha chiesto oggi all’Egitto di cooperare con l’Italia sul caso. “L’Egitto fornisca alle autorità italiane tutti i documenti necessari e le informazioni” per stabilire la verità sul caso del ricercatore italiano, sottolinea una risoluzione approvata oggi a Strasburgo con 588 voti a favore. Nella risoluzione si “condanna con forza la tortura e l’assassinio in circostanze sospette del cittadino Ue Giulio Regeni”. Il caso di Regeni secondo l’assemblea di Strasburgo “non è un incidente isolato ma è accaduto in un contesto di torture, morti in carcere e aumento delle scomparse in Egitto negli ultimi anni”.