Nella campagna 2016/17 saranno finanziabili progetti di promozione dei vini made in Italy nei paesi extra Ue, che abbiano un importo minimo di 50 mila euro; soglia che sale a 100 mila quando i programmi per cui si chiede contributo siano destinati a un solo paese. Nella distribuzione degli aiuti sarà data ancora una volta precedenza alle attività promozionali inedite, cioè ai programmi dei «nuovi beneficiari», che mai, prima d’ora, hanno incassato fondi dalla cosiddetta «Ocm promozione» 2014/2020. Stessa cosa dicasi per i progetti da realizzare su nuovi mercati, mai proposti a finanziamento promozionale. È lungo queste coordinate che si ricompone il puzzle delle misure di sostegno alla promozione del vino italiano nei paesi extraUe. Stiamo parlando della linea di finanziamento che, in attuazione della cosiddetta Organizzazione comune di mercato europea per il vino, destina ogni anno fondi pubblici alle attività promozionali. Nei giorni scorsi una bozza di decreto del ministro alle politiche agricole è finita sul tavolo della Conferenza unificata. L’esame del testo è stato però rinviato al 24 marzo prossimo, a ridosso del Vinitaly di Verona. Il provvedimento articola su tre rivoli le tipologie di progetto candidabile a contributo:
– i progetti regionali (cioè presentati alla regione in cui il beneficiario ha sede legale e/o operativa);
– i progetti multiregionali (cioè presentati alla regione in cui il beneficiario ha sede legale e capaci di coinvolgere beneficiari con sede operativa in almeno due regioni);
– i progetti nazionali (cioè progetti presentati al Mipaaf e relativi alla filiera vitivinicola di almeno tre regioni).