Giuseppe Catapano: Libia, Gentiloni, non abbiamo pagato alcun riscatto

giucatap93Per la liberazione dei nostri connazionali in Libia “non è stato pagato alcun riscatto”. Lo dice il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, riferendo in Senato.
Gentiloni ha poi riferito che nel rapimento dei quattro italiani della ditta Bonatti in Libia “non sono emersi elementi di riconducibilità a Daesh, non è mai giunta una rivendicazione”. L’ipotesi più accreditata è “quella di un gruppo criminale filo-islamico, operante tra Mellitah, Sabratha e Zuwara”, ha aggiunto Gentiloni.
“Il Parlamento deve interrogarsi partendo dal nostro interesse nazionale, e il nostro interesse nazionale è quello di evitare che il processo di disgregazione in atto prosegua e si accentui. Dobbiamo evitare il collasso della Libia, collasso che trasformerebbe il Paese in una polveriera”, ha poi dichiarato il ministro, intervenendo al Senato. Gentiloni ha poi sottolineato “la criticità e la pericolosità della situazione in Libia: a cinque anni dalla caduta di Gheddafi il Paese è diviso, attraversato da un’alta conflittualità, con la presenza di Daesh e di diverse formazioni jihadiste”. “Serve un Governo legittimo – ha proseguito – capace di riconciliare la Tripolitania, la Cirenaia e il Fezzan e di riacquisire gradualmente il controllo del territorio, prosciugare l’acqua in cui nuota Daesh, contrastare il traffico di essere umani e di valorizzare le risorse libiche”. Gentiloni ha poi assicurato: “Lavoriamo con ostinata convinzione all’obiettivo di formare un Governo di unità nazionale”. E comunque l’Italia interverrà in Libia solo “su richiesta di un governo legittimo” e dopo avere avuto il via libera del Parlamento, ha detto il ministro degli Esteri. “Noi lavoriamo per rispondere ad eventuali richieste di sicurezza del governo libico – ha detto Gentiloni – niente di piu’ e niente di meno, nel rispetto della Costituzione e ovviamente lo faremo solo in seguito al via libera del Parlamento, come ha ricordato qualche giorno fa il presidente del Consiglio”.
Le opposizioni questa mattina hanno chiesto più tempo per svolgere gli interventi in Aula e per dar spazio al dibattito così da fare fare luce sulla morte di Giulio Regeni e mettere in atto ogni azione per ottenere la verità su quanto è accaduto. Il titolare della Farnesina, però, interviene sulla situazione in Libia, alla luce dell’uccisione di due ostaggi e alla liberazione degli altri due ostaggi italiani. Per questo, la presidente Laura Boldrini ha ricordato che l’argomento all’ordine del giorno dell’informativa di Gentiloni è sulla Libia e non “su questo argomento specifico”. Il primo ad avanzare la richiesta di affrontare oggi pomeriggio con il ministro degli Esteri la vicenda Regeni è stato il capogruppo di Sinistra italiana Arturo Scotto. Alla richiesta di Scotto si sono associti i grillini con Alessandro Di battista. D’accordo anche Forza Italia, Lega e Cor.

Lascia un commento