Giuseppe Catapano: Rivisto al rialzo (+0,8%) il pil 2015. Migliora il deficit (al 2,6%). E la pressione fiscale cala al 43,3%

935Nel 2015 il pil dell’Italia è aumentato dello 0,8%, registrando una crescita dopo tre anni consecutivi di flessioni.
Lo ha comunicato l’Istat, che ha rivisto al rialzo la stima provvisoria che indicava un pil in aumento dello 0,7% nel 2015 (dato grezzo).
Nel 2015 il pil, ai prezzi di mercato, è stato pari a 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. I dati disponibili per i principali paesi sviluppati indicano un aumento del pil in volume negli Stati Uniti (2,4%), nel Regno Unito (2,2%), in Germania (1,7%) e in Francia (1,2%).
Dal lato della domanda interna nel 2015 si registrano, in termini di volume, variazioni positive nei consumi finali nazionali (0,5%) e negli investimenti fissi lordi (0,8%). Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3% e le importazioni del 6%.
La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del pil per 0,5 punti percentuali (1,0 al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto negativo per 0,3 punti.
A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (3,8%), nell’industria in senso stretto (1,3%) e nelle attività dei servizi (0,4%). Le costruzioni hanno invece registrato un calo dello 0,7%.
Buone notizie anche sul fronte dei conti pubblici. Nel 2015 il deficit-pil è sceso al 2,6% dal 3% del 2014. In valore assoluto l’indebitamento è di 43.101 milioni di euro, in diminuzione di oltre 5,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Il dato è in linea con le stime del Documento di economia e finanza del governo ed è il più basso dal 2007.
Sempre nel 2015 il debito italiano è al 132,6% del pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Nel 2014 si attestava al 132,5%. Il dato è però inferiore alle previsioni del Governo nella Nota di aggiornamento del Def, che indicavano un rapporto del 132,8%. In valore assoluto, il debito del 2015 si attesta a circa 2.170 miliardi di euro, un livello record.
Pressione fiscale in calo al 43,3%. Nel 2015 cala la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al pil), risultata pari al 43,3%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2014.
Nel 2015 le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul pil è pari a 47,8%. Le entrate correnti hanno registrato una crescita dello 0,8%, risultando pari al 47,4% del pil. In particolare, le imposte indirette sono diminuite dello 0,5%; tale riduzione riflette prevalentemente la riduzione dell’Irap e dell’imposta sull’energia elettrica, in parte compensata dall’incremento del gettito Iva.
Le imposte dirette sono risultate in aumento dell’1,9%, per effetto della marcata crescita dell’Irpef, dell’andamento positivo dell’Ires e delle imposte sostitutive. I contributi sociali effettivi hanno segnato un incremento (+2%) rispetto al 2014. Il deciso calo delle entrate in conto capitale (-21,7%) è da attribuire sia alle imposte, sia alle altre entrate in conto capitale.
Nel 2015 le uscite totali delle amministrazioni pubbliche sono diminuite dello 0,1% rispetto al 2014. In rapporto al pil sono risultate pari al 50,4%. Al loro interno, le uscite correnti sono scese dello 0,7%: i consumi intermedi sono aumentati dello 0,3%, mentre i redditi da lavoro dipendente sono diminuiti dell’1,1% (-0,7% nel 2014). Le prestazioni sociali in denaro sono aumentate dell’1,9% (+2,2% nel 2014), in virtù di un contenuto incremento delle prestazioni pensionistiche e di una più marcata crescita delle prestazioni sociali di tipo assistenziale. Le altre uscite correnti sono diminuite del 6,7% a causa, in particolare, della discesa dei contributi alla produzione.
Gli interessi passivi sono diminuiti dell’8% dopo la riduzione del 4,2% nel 2014. Nell’ambito delle uscite in conto capitale, cresciute complessivamente del 7,8%, gli investimenti fissi lordi (+1%) hanno invertito la tendenza alla riduzione osservata negli ultimi anni.
Sul forte aumento delle altre uscite in conto capitale (+17,7%) hanno pesato la decisa crescita dei contributi agli investimenti e la restituzione degli arretrati per le pensioni erogate a partire dal 2012 a seguito della sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale.
Renzi: nel 2016 il deficit scenderà ancora. “Avviso: post urticante per gufi e talk”. Si apre così un post su Facebook del premier, Matteo Renzi, dedicato ai numeri dell’economia italiana. “Dopo mesi di editoriali, chiacchiere, ricostruzioni, possiamo finalmente fare chiarezza sui veri numeri dell’economia italiana? Oggi infatti sono stati presentati i dati ufficiali”, scrive Renzi. Per quanto riguarda il pil “a inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%”. Il deficit “è sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderemo ancora”, spiega il premier.
Padoan: il governo mantiene i suoi impegni. “Il governo mantiene i suoi impegni di finanza pubblica in un quadro in cui la crescita c’è”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando i dati Istat. “Dai dati di oggi – ha proseguito – traggo la convinzione che la strategia del governo deve andare avanti lungo linee intraprese finora”.

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