Per fronteggiare il dramma della migrazione “non serve alzare muri o steccati”, ma operazioni “diverse a partire dai corridoi umanitari”. Lo dice il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, accogliendo a Fiumicino un centinaio di profughi siriani, nell’ambito del progetto pilota promosso dal governo italiano e da diverse associazioni. “L’idea di questo corridoio umanitario che oggi ci consente di accogliere 93 rifugiati che vengono dalla Siria, in particolare dalla città di Homs, molti dei quali donne e bambini, sia – ha detto Gentiloni parlando con i giornalisti – è una cosa molto importante prima di tutto per le persone che arrivano, alla fine saranno 1000 in questo progetto, e che potranno arrivare i Europa saltando i rischi dei trafficanti esseri umani e le indicibili sofferenze delle strade della migrazione che vediamo ogni giorno”. “Ma non è solo una risposta per queste persone – ha aggiunto Gentiloni – ma anche un messaggio all’Europa: in questo momento per far fronte alla crisi migratoria non servono nuovi muri o steccati, ma operazioni diverse. Più cooperazione con l’Africa, l’impegno per il cessate in fuoco in Siria che per fortuna tiene dopo 48 ore, piu decisioni comuni e meno unilaterale. Dentro questo pacchetto di azioni necessarie ci sono i corridoi umanitari”.