Chi ha vinto a Roma come candidato del centrodestra? “Nessuno. Il problema è proprio questo. Ed è per questo che io credo che la soluzione possano essere le primarie: se Bertolaso vincesse le primarie per me andrebbe bene”. Lo afferma, in una intervista al Corriere della Sera, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini dopo aver annunciato, ieri, i risultati della sua consultazione tra i romani. “Il problema – aggiunge – è che non si è visto uno stacco tra i candidati.
Quello che i romani ci hanno detto è: state insieme”, “non voglio fare il rompiballe ma dato che non ho candidati miei da sostenere vorrei essere quello che invita tutti alla responsabilità.
Parlando anche di programmi”.
“No”, nessuna impuntatura contro Bertolaso, “noi – rilancia – possiamo battere Renzi, in Italia siamo maggioranza. Però, i nodi e i problemi vanno sciolti prima di quella sfida. E con un metodo: non penso che un candidato programmato come il figlio di Vendola possa funzionare. Gli italiani che non si riconoscono in Renzi non vogliono candidati scelti al chiuso. Se Bertolaso vincesse le primarie, per me andrebbe bene”. “Il centrodestra di domani deve darsi un metodo diverso non solo sulle amministrative ma su tutti i passaggi importanti – conclude -. Anche per questo sulla scheda abbiamo chiesto ai romani un sì o un no alle Olimpiadi”.
Giorno: 2 marzo 2016
Giuseppe Catapano: Quirinale, bilancio 2016, con Mattarella la spesa cala di 5 milioni
Cala nel 2016 la spesa per gli stipendi dei dipendenti del Quirinale, a cominciare proprio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dai suoi più stretti collaboratori con un taglio complessivo di oltre 1,2 milioni di euro. Nel bilancio di previsione per il 2016, pubblicato sul sito del Colle, si legge che la spesa totale per retribuzioni, nel 2016, costituisce il 50,86% del totale della spesa e diminuisce dell’1,84% rispetto alla previsione iniziale del 2015 (da euro 122.643.000,00 a euro 120.381.000,00).
La diminuzione segue il trend di riduzione già registrato in sede di assestamento del bilancio 2015 (-325.000,00 euro) per effetto di alcuni interventi di contenimento e razionalizzazione della spesa adottati già a pochi giorni dall’inizio del settennato. Si tratta, innanzitutto, di provvedimenti relativi al divieto di cumulo dei trattamenti economici e ai limiti retributivi per il personale di staff e di ruolo che hanno interessato, in primo luogo, il Segretario generale, che fin dalla sua nomina (17 febbraio 2015), dapprima per iniziale autonoma rinuncia e poi per effetto dei predetti interventi normativi, non percepisce alcun trattamento economico a carico del bilancio del Segretariato generale, ed i consiglieri del Presidente della Repubblica. Per tali retribuzioni, pertanto, rispetto all’originaria previsione di spesa contenuta nel bilancio 2015, nel 2016 si determina complessivamente un risparmio effettivo annuale pari a 1.226.890,00 euro (- 351.240,00 euro relativamente al trattamento economico del Segretario generale, – 875.650,00 euro con riguardo ai Consiglieri).
Tra i provvedimenti che hanno consentito un rispamio sugli stipendi dei dipendenti del Quirinale che costituiscono oltre la metà delle uscite c’è anche la rivisitazione delle indennita’ per il personale comandato e fuori ruolo e dei compensi per il personale a contratto, nell’ottica della riduzione della spesa per il personale non di ruolo (comando, contratto, collaborazione). La previsione di spesa complessiva per il 2016 per tale personale è di 8.618.950,00 euro, con una diminuzione di 236.050,00 euro rispetto al bilancio di previsione 2015. E` stata inoltre uniformata la normativa in tema di applicazione dei limiti retributivi all`interno del Segretariato generale. Tale intervento ha chiarito che il contributo di solidarietà applicato sulle retribuzioni eccedenti i 240 mila euro, a partire dal 1° gennaio 2015 è crescente e si cumula con gli analoghi contributi dovuti nel 2016 e nel 2017. L`eccedenza dovrà essere interamente riassorbita entro il 1° gennaio 2018, termine a partire dal quale nessuna posizione retributiva individuale potrà superare la soglia massima di euro 240.000 euro. Le altre misure sono la razionalizzazione e riduzione degli incarichi di direzione e coordinamento attribuiti al personale, con l’immediata soppressione del 10% di tali incarichi, mentre entro il 31 dicembre 2016 è prevista una completa riforma della materia. Il costo del personale di ruolo per il 2016 è pari a 83.137.860,00 euro, con un ridotto incremento di euro 290.860,00 rispetto al budget 2015, dovuto, in particolare, ad assunzioni di personale già vincitore di concorso pubblico. L’obiettivo del Quirinale nei primi mesi del settennato, spiega la nota illustrativa allegata al bilancio di previsione per il 2016, è stato dunque “il contenimento e la razionalizzazione delle spese, sia per il personale che per beni e servizi”.
Giuseppe Catapano: Eurozona, frena il manifatturiero, ai minimi da dodici mesi
Il Pmi manifatturiero di febbraio dell’Eurozona si è attestato a 51,2 punti, minimo da 12 mesi. L’indicatore, elaborato da Markit, è in calo rispetto ai 52,3 punti della lettura definitiva di gennaio, anche se leggermente superiore al consenso e al preliminare entrambi a quota 51.
Il dato relativo all’Italia, sempre a febbraio, è a 52,2 punti dai 53,2 di gennaio. L’indice Pmi manifatturiero della Germania si è attestato a 50,5 punti, in netto calo rispetto al dato definitivo del mese precedente a 52,3 punti. Infine il dato francese si è attestato a 50,2 punti dai 50 di gennaio.
“La crescita più lenta da un anno a questa parte desta preoccupazioni sul 2016 che potrebbe essere un ulteriore anno di crescita lenta se non addirittura con l’ennesima contrazione”, sottolinea Chris Williamson, capo economista di Markit, puntualizzando che “la debole domanda domestica si è aggiunta al peggioramento della situazione internazionale”.
Visto il bisogno “disperato” di abbassare il relativo livello di disoccupazione, aggiunge l’esperto, “la quasi stagnazione della crescita occupazionale nel manifatturiero rappresenta una notizia alquanto deludente. Le aziende campione sono costrette a tagliare le nuove assunzioni a causa delle preoccupazioni sul futuro”. Allo stesso tempo, nell’intento da parte delle imprese di essere più competitive, sono diminuiti i prezzi, e ciò suggerisce come le pressioni deflazionistiche si siano intensificate. I prezzi di acquisto sono diminuiti a un tasso che non si vedeva da luglio 2009.
“Con tutti gli indicatori che hanno riportato valori più bassi, di certo l’indagine aggiungerà pressioni sulla Bce affinché agisca velocemente e in maniera decisa per evitare un’altra crisi economica”, conclude Williamson.
Giuseppe Catapano: Migranti, scontri in Francia e Macedonia
L’Europa dei muri schricchiola sotto il peso dei rifugiati e dei migranti in fuga dalle guerre e dalla miseria: a Calais in Francia ha iniziato a smantellare la “Giungla”, l’accampamento di migliaia di persone che vorrebbero raggiungere l’Inghilterra, tra le preoccupazioni delle Ong secondo cui non saranno sufficienti le strutture alternative per ospitarli.
L’operazione, iniziata in mattinata, è proseguita tra scontri, proteste e lacrimogeni. Doveva essere uno sgombero “progressivo e volontario”, come aveva promesso il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, ma si è tradotto con una coltre di fumo nero che avvolge la boscaglia, tende incendiate, scontri tra agenti e migranti. L’evacuazione iniziata all’alba, le autorita’ avevano garantito che lo sgombero sarebbe stato l’ultima tappa di un dialogo con i migranti per convincerli a partire, trasferendoli in strutture pubbliche. Poi tutto è precipitato e quando è sera solo una quarantina di migranti della Giungla accetta di salire su un pullman in direzione di Montpellier mentre un quinto dei migranti portati nei centri di accoglienza scappa e ritorna verso Calais oppure altrove sulla costa.
Intanto le barriere all frontiera messe in atto dall’Austria rendono esplosiva la situazione in Grecia, dove ieri decine di profughi hanno dato l’assalto alla cortina di filo spinato al confine con la Macedonia, abbattendola e scontrandosi con la polizia. La prima vera ribellione del centro profughi di Idomeni, con circa 200 migranti che a metà mattinata hanno abbattuto la recinzione in acciaio e filo spinato tirato su dalla Macedoni, è stata sedata nel giro di mezz’ora dalla polizia con qualche gas lacrimogeno e la minaccia dei manganelli; tuttavia, la pace è solo apparente: se qualcosa non cambia ci riproveranno presto e saranno di più. Il punto è che la Macedonia si è accodata alla decisione presa da numerosi governi balcanici di limitare a 580 il numero massimo giornaliero di migranti in entrata sul proprio territorio; scelta adottata il 18 febbraio scorso durante un vertice dei capi della polizia dal quale era stata esclusa la Grecia. Nel frattempo il centro a due passi dalla frontiera e che in teoria potrebbe ospitare 2.000 persone sta scoppiando; ad oggi ci sono dislocati almeno 7.000 migranti e aumentano giorno dopo giorno.
Nel frattempo il governo di Skopje ha fatto sapere di aver dato il via libera, con l’ausilio dell’esercito, ai lavori di costruzione di una nuova recinzione al confine greco. Un altro muro insomma, ufficialmente con lo scopo di garantire un flusso regolare e più ordinato dei migranti provenienti dalla Grecia.
Giuseppe Catapano: Lavoro, a gennaio quasi 100 mila dipendenti fissi in più. Disoccupazione stabile. Poletti ringrazia gli imprenditori
Secondo l‘Istat la situazione del mercato del lavoro va stabilizzandosi: il tasso di disoccupazione è sostanzialmente invariato dalla fine dell’estate, l’occupazione è in crescita grazie soprattutto a un aumento dei lavoratori a tempo indeterminato e l’inattività cala. A gennaio infatti il tasso di disoccupazione si attesta all’11,5%, rispetto all’11,4% del mese di dicembre, mentre, dopo il calo di dicembre, gli occupati aumentano di 70 mila unità (+0,3%). La crescita è determinata dai dipendenti permanenti (+99 mila, +426mila sul 2015), mentre calano quelli a termine (-28 mila) e gli indipendenti restano sostanzialmente stabili. L’aumento degli occupati riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Su base annua il numero di occupati è in crescita dell’1,3% (+299 mila).
Secondo l’Istat, la sostanziale stabilità della disoccupazione nell’ultimo mese è sintesi di un calo per gli uomini (-2,6%) e di un aumento per le donne (+3,3%). Il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,3 punti percentuali per la componente maschile attestandosi all’10,9%, mentre aumenta di 0,3 punti per quella femminile arrivando all’12,4%.
A gennaio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,4% (-63.000). Il calo è determinato dalla componente femminile e riguarda soprattutto le persone tra i 50 e i 64 anni. Il tasso di inattività scende al 35,7% (-0,1 punti percentuali).
Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo novembre 2015-gennaio 2016 si registra il calo delle persone inattive (-0,3%, pari a -43.000) a fronte di un lieve incremento dei disoccupati (+0,3%, pari a +9.000) e una sostanziale stabilita’ del numero delle persone occupate.
Disoccupazione giovanile al 39,3%. A gennaio sale la disoccupazione giovanile: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,3%, in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,0% (cioè un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è in lieve calo (-0,1 punti) rispetto a dicembre. Nell’ultimo mese cala tra i 15-24enni il tasso di occupazione (-0,5 punti) e cresce il tasso di inattività (+0,6 punti). Nella classe di età 25-34 anni si registra nell’ultimo mese una crescita del tasso di occupazione di 0,2 punti percentuali mentre il tasso di disoccupazione e quello di inattività diminuiscono di 0,1 punti.
Renzi: in due anni mezzo milione di posti in più. “Il boom del jobs act è impressionante. Nei due anni del nostro Governo abbiamo raggiunto l’obiettivo di quasi mezzo milione di posti di lavoro stabili in più”. Lo scrive su Facebook, il premier Matteo Renzi aggiungendo che “l’Inps ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di qualcosa come 764.000 unità”.
Poletti: grazie ad aziende e imprenditori. “Un grande risultato. Sono felice per tutte queste persone e per le loro famiglie”. E’ questo il commento affidato a una nota di Giuliano Poletti, ministro del lavoro e delle politiche sociali, ai dati Istat sull’occupazione a gennaio. “Ringrazio tutte le aziende e gli imprenditori che hanno avuto fiducia in se stessi e nel futuro – aggiunge Poletti – e si sono assunti la responsabilità di promuovere nuovo lavoro. Le riforme sono essenziali e il Governo le ha fatte, ma senza l’impegno responsabile di tutta la comunità nazionale i risultati sarebbero meno significativi”. “L’impegno per dare una opportunità a chi non l’ha ancora avuta, e sappiamo bene che sono tanti – spiega Poletti – continua a essere l’obiettivo del nostro lavoro, tutti i giorni”.
“Stiamo facendo una valutazione” sui voucher, ha poi fatto sapere il ministro, a margine di un convegno organizzato dall’ Inail. “La chiuderemo rapidamente. Ma credo che in qualche settimana faremo un intervento per stringere i bulloni”. In merito alla possibilità che l’intervento possa essere di tipo legislativo Poletti ha aggiunto che “vedremo quello che serve perché non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca e nei voucher ci sono alcuni elementi positivi come l’emersione del sommerso, poi ci sono comportamenti illegali e sono questi quelli che bisogna eliminare”.
“In qualche settimana penso che saremo in grado di intervenire”, ha concluso Poletti.
Giuseppe Catapano: Entrate, l’avvertimento di Orlandi, chi non collabora conoscerà il lato oscuro dell’Agenzia. Nel 2015 recuperati 14,9 mld
“Chi non ha risposto alla compliance conoscerà il lato oscuro dell’Agenzia”, tramite l’accertamento.
Lo ha assicurato Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, presentando i risultati 2015 e strategie 2016 dell’Agenzia. “Il 2015 entrerà negli annali dell’Agenzia per gli inviti al dialogo prima di ogni controllo, per le innovazioni che abbiamo sopportato e sostenuto, per il contrasto all’evasione. Questi sono risultati ottenuti grazie ai 40.000 colleghi e al loro attaccamento e alle doti umane che ci consentono di guardare con fiducia al futuro”, ha spiegato Orlandi, aggiungendo che lo scorso anno “sono stati recuperati 14,9 miliardi di euro grazie alla complessiva azione di contrasto all’evasione” fiscale. “Si tratta di un dato record dopo quello del 2014 di 14,2 miliardi”.
Sempre nel 2015, sono stati restituiti “oltre 16 miliardi di rimborsi a cittadini e imprese. La cifra è superiore di 3 miliardi di quanto erogato nell’anno precedente”. Il direttore delle Entrate ha poi aggiunto: “Taglieremo 41 milioni di euro di spesa per locazione nei prossimi anni. Questa revisione della spesa ci costerà fatica ma ce la faremo”.
Voluntary: in arrivo 500 mila accertamenti entro fine anno. Dalla presentazione dei risultati 2015 dell’Agenzia delle Entrate e delle strategie per il 2016 emerge che gli uffici delle Entrate sono già impegnati nella lavorazione delle istanze relative alla voluntary disclosure, cioè al rientro dei capitali dall’estero, che porteranno all’emissione di circa 500.000 accertamenti entro la fine del 2016.
Nel 2015, sono state 129.000 le domande di adesione alla voluntary disclosure, in maggioranza arrivate dal nord Italia.
Giuseppe Catapano: Renzi, tasse calano e lavoro sale, i gufi stanno a zero
Se non c’è un microfono, un modo per esternare il suo pensiero ed elogiare l’operato del governo, il premier Matteo Renzi lo trova sempre. E la padronanza dei social fa il resto. E così anche oggi Facebook si trasforma nella nuova vetrina parlante del presidente del consiglio.
“Avviso: post urticante per gufi e talk”. Si apre così un post su Facebook del premier, Matteo Renzi, dedicato ai numeri dell’economia italiana. “Dopo mesi di editoriali, chiacchiere, ricostruzioni, possiamo finalmente fare chiarezza sui veri numeri dell’economia italiana? Oggi infatti sono stati presentati i dati ufficiali”, scrive Renzi. Per quanto riguarda il Pil “a inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%”. Il deficit “è sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderemo ancora”, spiega il premier.
“Con questo Governo le tasse vanno giù, gli occupati vanno su, le chiacchiere dei gufi invece stanno a zero”, scrive su Facebook Renzi, aggiungendo che “detto questo, per me i numeri non sono importanti. Sono le storie che stanno dietro ai numeri che rilevano. E’ un ragazzo che prende un mutuo perché ha firmato un contratto col jobs act. O, viceversa, una famiglia in crisi perche’ il padre ha perso il posto di lavoro. No alla dittatura dei numeri, si’ alla dimensione umana della politica. Ma ai grandi esperti che ogni giorno ci fanno la morale sui numeri dico con chiarezza che la realtà è più forte della loro ideologia. O dei loro pregiudizi”. Renzi spiega che “a livello economico la situazione internazionale non è facile, i mercati sono altalenanti, la crisi ha lasciato strascichi terribili: noi sappiamo che c’è ancora molto da fare, a cominciare dalla battaglia contro la disoccupazione giovanile e dalla lotta per gli investimenti, soprattutto al Sud. Ma lo facciamo, tutti insieme, senza paura, con una strategia unitaria che ha respiro e orizzonte. I numeri dimostrano che l’Italia è tornata. Non la lasceremo in mano ai catastrofisti che godono quando le cose vanno male”, conclude il premier.
“Il 2015 è stato l’anno record nella lotta all’evasione con 14,9 miliardi di euro recuperati dallo Stato, alla faccia di tutti quelli che criticavano il nostro Governo su questo”, scrive ancora Renzi. “Sarebbe interessante recuperare le dichiarazioni di alcuni esponenti politici, anche di maggioranza, su questo”. Sul fronte delle tasse, “abbiamo impedito ogni aumento di tasse (l’ultimo fu nel settembre 2013, con altro Governo) e bloccato anche l’aumento delle tasse locali”, aggiunge Renzi.
Giuseppe Catapano: Prime ammissioni dall’Egitto, Regeni torturato per 7 giorni
Giulio Regeni è stato interrogato per cinque-sette giorni, e torturato tre volte ad intervalli di 10-14 ore, prima di essere ucciso con un colpo alla testa. A confermarlo è stato il direttore del dipartimento di medicina forense del Cairo, Hisham Abdel Hamid, in un colloquio con il procuratore Ahmad Naji.
“Abbiamo chiesto ad Hisham Abdel Hamid di comparire davanti all’ufficio del procuratore per essere interrogato, e fargli delle domande precise sull’autopsia”, ha detto alla Reuters una fonte della procura, citata anche dal Daily Mail. Hamid, che sarebbe stato accompagnato da due collaboratori che hanno preso parte all’autopsia, ha ammesso che “durante l’interrogatorio che le ferite sul corpo” di Regeni sarebbero state inferte “a diversi intervalli, di 10-14 ore”. “Questo significa che chi è accusato di averlo ucciso lo stava interrogando per avere informazioni”.
“L`autopsia”, spiega il quotidiano britannico, riportando quanto detto da un investigatore, “mostra un certo numero di ferite inflitte tutte in una volta, poi ci sono altre ferite inflitte in un secondo momento e un`ultima serie di ferite provocate successivamente”. “Ferite e fratture”, ha aggiunto la fonte, “provocate in momenti diversi, intervallate, prodotte in un periodo da cinque a sette giorni”.
Giuseppe Catapano: Rivisto al rialzo (+0,8%) il pil 2015. Migliora il deficit (al 2,6%). E la pressione fiscale cala al 43,3%
Nel 2015 il pil dell’Italia è aumentato dello 0,8%, registrando una crescita dopo tre anni consecutivi di flessioni.
Lo ha comunicato l’Istat, che ha rivisto al rialzo la stima provvisoria che indicava un pil in aumento dello 0,7% nel 2015 (dato grezzo).
Nel 2015 il pil, ai prezzi di mercato, è stato pari a 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. I dati disponibili per i principali paesi sviluppati indicano un aumento del pil in volume negli Stati Uniti (2,4%), nel Regno Unito (2,2%), in Germania (1,7%) e in Francia (1,2%).
Dal lato della domanda interna nel 2015 si registrano, in termini di volume, variazioni positive nei consumi finali nazionali (0,5%) e negli investimenti fissi lordi (0,8%). Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3% e le importazioni del 6%.
La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del pil per 0,5 punti percentuali (1,0 al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto negativo per 0,3 punti.
A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (3,8%), nell’industria in senso stretto (1,3%) e nelle attività dei servizi (0,4%). Le costruzioni hanno invece registrato un calo dello 0,7%.
Buone notizie anche sul fronte dei conti pubblici. Nel 2015 il deficit-pil è sceso al 2,6% dal 3% del 2014. In valore assoluto l’indebitamento è di 43.101 milioni di euro, in diminuzione di oltre 5,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Il dato è in linea con le stime del Documento di economia e finanza del governo ed è il più basso dal 2007.
Sempre nel 2015 il debito italiano è al 132,6% del pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Nel 2014 si attestava al 132,5%. Il dato è però inferiore alle previsioni del Governo nella Nota di aggiornamento del Def, che indicavano un rapporto del 132,8%. In valore assoluto, il debito del 2015 si attesta a circa 2.170 miliardi di euro, un livello record.
Pressione fiscale in calo al 43,3%. Nel 2015 cala la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al pil), risultata pari al 43,3%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2014.
Nel 2015 le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul pil è pari a 47,8%. Le entrate correnti hanno registrato una crescita dello 0,8%, risultando pari al 47,4% del pil. In particolare, le imposte indirette sono diminuite dello 0,5%; tale riduzione riflette prevalentemente la riduzione dell’Irap e dell’imposta sull’energia elettrica, in parte compensata dall’incremento del gettito Iva.
Le imposte dirette sono risultate in aumento dell’1,9%, per effetto della marcata crescita dell’Irpef, dell’andamento positivo dell’Ires e delle imposte sostitutive. I contributi sociali effettivi hanno segnato un incremento (+2%) rispetto al 2014. Il deciso calo delle entrate in conto capitale (-21,7%) è da attribuire sia alle imposte, sia alle altre entrate in conto capitale.
Nel 2015 le uscite totali delle amministrazioni pubbliche sono diminuite dello 0,1% rispetto al 2014. In rapporto al pil sono risultate pari al 50,4%. Al loro interno, le uscite correnti sono scese dello 0,7%: i consumi intermedi sono aumentati dello 0,3%, mentre i redditi da lavoro dipendente sono diminuiti dell’1,1% (-0,7% nel 2014). Le prestazioni sociali in denaro sono aumentate dell’1,9% (+2,2% nel 2014), in virtù di un contenuto incremento delle prestazioni pensionistiche e di una più marcata crescita delle prestazioni sociali di tipo assistenziale. Le altre uscite correnti sono diminuite del 6,7% a causa, in particolare, della discesa dei contributi alla produzione.
Gli interessi passivi sono diminuiti dell’8% dopo la riduzione del 4,2% nel 2014. Nell’ambito delle uscite in conto capitale, cresciute complessivamente del 7,8%, gli investimenti fissi lordi (+1%) hanno invertito la tendenza alla riduzione osservata negli ultimi anni.
Sul forte aumento delle altre uscite in conto capitale (+17,7%) hanno pesato la decisa crescita dei contributi agli investimenti e la restituzione degli arretrati per le pensioni erogate a partire dal 2012 a seguito della sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale.
Renzi: nel 2016 il deficit scenderà ancora. “Avviso: post urticante per gufi e talk”. Si apre così un post su Facebook del premier, Matteo Renzi, dedicato ai numeri dell’economia italiana. “Dopo mesi di editoriali, chiacchiere, ricostruzioni, possiamo finalmente fare chiarezza sui veri numeri dell’economia italiana? Oggi infatti sono stati presentati i dati ufficiali”, scrive Renzi. Per quanto riguarda il pil “a inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%”. Il deficit “è sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderemo ancora”, spiega il premier.
Padoan: il governo mantiene i suoi impegni. “Il governo mantiene i suoi impegni di finanza pubblica in un quadro in cui la crescita c’è”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando i dati Istat. “Dai dati di oggi – ha proseguito – traggo la convinzione che la strategia del governo deve andare avanti lungo linee intraprese finora”.
Giuseppe Catapano: Confindustria, Vincenzo Boccia è il candidato dei Giovani imprenditori
Vincenzo Boccia è il candidato per la presidenza di Confindustria scelto dai Giovani imprenditori dell’associazione al termine del confronto con i candidati alla Presidenza di Confindustria, che si è svolto venerdì scorso. I Giovani imprenditori, riuniti in consiglio centrale, hanno analizzato con attenzione le linee guida proposte e la loro coerenza con i contenuti del Manifesto programmatico “All’Italia serve più Confindustria”, elaborato dagli stessi Giovani imprenditori.
Al termine di “un dibattito ampio nel quale ciascun territorio ha espresso la sua posizione è emersa una sintesi verso un indirizzo di voto chiaro e inequivocabile”, si legge in una nota.
Il presidente dei Giovani Imprenditori, Marco Gay, presenterà questa sintesi all’incontro con i saggi del prossimo 8 marzo, e indicherà Boccia come “la scelta dei Giovani per la presidenza di Confindustria, riconoscendo in lui quella visione innovativa e concreta, capace di sintetizzare in modo efficace gli interessi di grandi, medie e piccole imprese e di dare centralità allo sviluppo del nostro patrimonio manifatturiero e competitività al sistema dei servizi”.




