Giuseppe Catapano: Ttip, Bruxelles pronta a nuovi negoziati per l’accordo di libero scambio Ue-Usa

giucatap853Sul Ttip Bruxelles si prepara al nuovo ciclo di negoziati. E’ stato inaugurato stamattina presso la sede della Commissione europea la nuova sessione di dialogo in vista dell’accordo di libero scambio tra mercato europeo e statunitense. Con una lunga stretta di mano a beneficio di fotografi e cameramen, il capo negoziatore Ue Ignacio Garcia Bercero e il suo omologo americano Dan Mullaney hanno riportato l’attenzione sull’argomento Ttip, acronimo inglese per Partenariato transatlantico di commercio e investimenti. Il dodicesimo “round”, rinviato fino a questo momento, durerà fino a venerdì 26.

I lavori. A detta degli uffici della Dg Trade della Commissione, guidata da Cecilia Malmstrom, il negoziato che parte oggi si caratterizza con un’intensificazione dei colloqui: i negoziatori affronteranno tutti i tre pilastri del Ttip, l’accesso ai mercati per le imprese delle due sponde dell’atlantico, la cooperazione regolamentare e le regole del commercio. In particolare, il negoziato sul secondo punto sarà in primo piano, perché le due parti avanzeranno nuove proposte di testi regolamentari e intensificheranno le discussioni sui nove settori industriali determinati prima dell’inizio del negoziato. Riprenderanno anche i colloqui sulla protezione degli investimenti e l’Ue presenterà per la prima volta la sua proposta di un nuovo sistema giuridico degli investimenti.

Giuseppe Catapano: Obbligati alla trasparenza

giucatap852Ci sono stati gli scandali. Ora però sembra che le cose stiano cambiando. Le Casse di previdenza dei liberi professionisti, che fino a qualche anno fa preferivano comparire il meno possibile e comunicavano con i giornali una volta all’anno per far sapere che il bilancio era stato approvato ed era sopra le aspettative, ora stanno cambiando velocemente pelle. Da una parte non si occupano più solo di incassare i contributi degli iscritti, gestire il patrimonio e pagare le pensioni, ma si preoccupano anche di quello che chiamano il welfare degli iscritti, una parola inglese fa sempre più effetto, cioè accantonano un budget, a volte anche significativo, per venire incontro alle situazioni di difficoltà personale dei colleghi, per agevolare l’accesso al credito, per attività di formazione che non si limita più alla distribuzione di una rivista mensile ma si estende alla promozione di convegni, e-learning, dibattiti. La Cassa avvocati ha addirittura indetto un bando per la fornitura a tutti gli iscritti di una banca dati giuridica.

Ma sta cambiando soprattutto l’approccio. In alcuni casi in modo determinato, in altri con qualche resistenza. I nuovi vertici della Cassa degli psicologi, per esempio, scottati dallo scandalo del palazzo romano di via della Stamperia che nello stesso giorno è stato acquistato e rivenduto con una plusvalenza di 18 milioni di euro, hanno optato per una disclosure totale e immediata. Massima trasparenza anche per avvocati, consulenti del lavoro, periti industriali. I biologi invece sembrano in ritardo. Praticamente tutte le Casse pubblicano ormai sui loro siti le informazioni essenziali su statuto, delibere, regolamento interno, patrimonio. In gran parte si sono dotate di un codice etico e di un codice per la trasparenza. Quattro enti hanno finora adottato i modelli previsti dalla legge 231/01 sulla responsabilità amministrativa, ma è probabile che altri seguiranno.

Ai vertici delle Casse sembra si stia affermando una coscienza collettiva diversa: i responsabili politici e i dirigenti, a differenza di qualche anno fa, non si sentono più in una torre d’avorio, ma sono disponibili al confronto e alla condivisione delle scelte e dei risultati. Adesso è possibile sapere quali sono gli investimenti effettuati e quali rendimenti sono stati prodotti. Basta andare sul sito e dotarsi di un minimo di pazienza.

Questo sta trasformando anche la tipologia delle attività finanziarie, e riducendo le aree di opacità: nel 2008 le Casse avevano in pancia 3 miliardi in prodotti finanziari strutturati su un patrimonio complessivo di 36 miliardi. Oggi quasi più nulla, e su 70 miliardi di patrimonio la metà è investita in Italia con l’obiettivo dichiarato di contribuire alla crescita del sistema paese.

Probabilmente c’è ancora molto da fare. L’impressione però è che l’eco degli scandali, il rischio di finire triturati in inchieste penali e mediatiche devastanti, il pressing dell’autorità Anticorruzione e degli stessi iscritti, abbiano contributo a rendere ineludibile la svolta, in molti casi facilitata anche dal ricambio politico e generazionale. Casse di previdenza chiuse in un fortino dorato e autoreferenziale non sono più sostenibili. Né politicamente, né penalmente.

Giuseppe Catapano: Lagarde, equità e concorrenza fiscale partono dalle corporate tax

DAVOS/SWITZERLAND, 25JAN13 - Christine Lagarde, Managing Director, International Monetary Fund (IMF), Washington DC; World Economic Forum Foundation Board Member reflects during the session 'Women in Economic Decision-making' at the Annual Meeting 2013 of the World Economic Forum in Davos, Switzerland, January 25, 2013. Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo Michael Wuertenberg

Sì alla concorrenza fiscale tra paesi, a patto che non sia eccessivamente aggressiva. Attenzione prioritaria alla tassazione societaria: la nuova azione coordinata proposta dai Beps mirerà a recuperare quel 10% di tasse corporate evase a livello internazionale, ponendo il Fondo monetario internazionale in prima linea nella lotta all’evasione e all’elusione. E’ necessario incentivare e creare un sistema fiscale competitivo ma equo, ingrediente chiave a livello internazionale per il successo delle economie del 21 ° secolo.
Così Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale, nello speech tenuto oggi in Tunisia, riassunto dalla stessa con il tweet: “Abbiamo bisogno di un sistema fiscale in cui le multinazionali e i singoli individui contribuiscano in maniera equa all’interesse pubblico”.

“Negli ultimi anni” ha argomentato Lagarde, “sono stati compiuti significativi progressi. Un esempio è rappresentato dallo scambio automatico di informazioni tra diversi sistemi fiscali”, che rende vita difficile ai furbetti del fisco evadere spostando il proprio reddito in paesi offshore. Esistono però ancora aree economiche mondiali opache: “Secondo una stima, circa il 30% della ricchezza finanziaria dell’Africa si svolge offshore e la percentuale si pensa sia ancor più elevata in alcune delle più grandi regioni produttrici di petrolio. “Abbiamo bisogno di un sistema che funzioni per tutte le economie” ha proseguito Lagarde, che ha specificato come le misure Beps si pongano in tale ottica. “Stime dell’Fmi mostrano come le entrate fiscali perdute nelle economie in via di sviluppo siano pari a 1,3% del loro Pil, rispetto all’1% delle economie avanzate.

“La tassazione è lo strumento che permette ai governi di mobilitare le proprie entrate” ha spiegato Lagarde. “Ma tali sforzi possono essere compromessi da una concorrenza fiscale eccessivamente aggressiva tra paesi”, che genera frustrazione e mette sotto pressione la crescita nazionale e globale. Un sistema fiscale iniquo, “riflette inoltre la rabbia di molti cittadini in tutto il mondo” che affrontano male la crescente disuguaglianza tra reddito e ricchezza.

Giuseppe Catapano: Roma, Marino difende Caudo, “Killeraggio mediatico contro l’ex assessore all’Urbanistica”

giucatap850Ignazio Marino scende in campo in difesa di Giovannni Caudo, assessore per l’Urbanistica a Roma quando sindaco era il cardiochirurgo e senatore del Pd. Caudo è stato accusato in questi giorni di avere chiuso più di un occhio di fronte a operazioni immobiliari per così dire spregiudicate e di avere quindi intascato soldi per ridurre la realizzazione del centro direzionale Telecom dell’Eur, i 66mila metri quadrati delle Torri realizzate negli anni Cinquanta da Cesare Ligini, a una “riqualificazione urbana” che avrebbe così consentito alla società Alfiere spa di risparmiare milioni di oneri di concessione da versare al  Campidoglio. Una operazione che sarebbe stata orchestrata a vantaggio del costruttore Luca Parnasi, ma che secondo Marino rappresenta invece  “una vergognosa operazione di killeraggio mediatico” nei confronti di Caudo.  “Per poche persone provo ammirazione come per Giovanni Caudo, al centro in questi giorni di una vergognosa operazione di killeraggio mediatico”, ha postato Marino su Facebook. ” Come è noto, Giovanni è un docente universitario ed è stato un eccellente, innovativo e rigoroso assessore all’Urbanistica nei 28 mesi della mia Gunta. Con me ha condiviso e condivide l’idea di una città al servizio dei propri cittadini e non dei potenti, delle consorterie e degli speculatori che per decenni a Roma hanno fatto il bello e il cattivo tempo. E, purtroppo, non intendono smettere. E’ inaccettabile vedere come alcuni organi di informazione romani, tra cui Il Messaggero, di proprietà del più potente dei costruttori romani, conducano in questi giorni contro Giovanni Caudo una sistematica quanto scorretta campagna di demolizione, associando arbitrariamente il suo nome a vicende e pratiche frutto di decenni di malcostume che Giovanni, con il mio convinto sostegno, sin dal primo giorno, ha combattuto.Questa campagna viene lanciata a pochi giorni da una netta presa di posizione di Giovanni contro il progetto di realizzazione del Villaggio Olimpico di Roma 2024 a Tor Vergata. Una presa di posizione che deve aver toccato nervi scoperti.Giovanni Caudo ha già annunciato querele, e ha fatto benissimo. Mi addolora vedere come, intanto, la sua immagine venga infangata senza alcun ritegno. Giovanni paga la sua intransigenza, la sua onestà, il suo rifiuto di piegarsi alle forze che hanno devastato interi quartieri di Roma e che, senza il lavoro serio e onesto di persone come lui, continueranno indisturbate a devastarla”.

Giuseppe Catapano: I due anni di Matteo, “Italia forte e solida, ma c’è tanto da fare”

giucatap849Un incontro con la stampa estera per fare il punto su due anni di governo. Matteo Renzi, il giorno dopo la riunione dell’assemblea del Pd sulle unioni civili presenta ai media internazionali i risultato del lavoro dell’esecutivo: “L’Italia non è più il problema d’Europa. L’Italia c’è, è forte e solida, ma ci sono ancora tante cose da fare: ho la stessa fame del primo giorno”. Il presidente del Consiglio ha sottolineato, ancora una volta gli obbiettivi raggiunti: “Mai sono state fatte così tante riforme in così tempo, ma siamo ancora affamati perché ci sono ancora troppe persone senza lavoro”, ha aggiunto. “Il futuro, però,  è tornato di casa in questo Paese, il passato c’è sempre stato, lo sapete, ma la vera sfida nostra è portare il futuro ad avere residenza in Italia e solo la politica può farlo”. Il premier ha ribadito che “La legislatura terminerà nel febbraio del 2018, quindi siamo esattamente a metà. In due anni molte delle iniziative che il governo aveva scelto di realizzare stanno andando avanti: legge elettorale, scuola, pubblica amministrazione. L’Italia aveva il segno meno su pil e occupazione, ora abbiamo il più. Non è ancora chiusa la partita sulla riforma costituzionale, ma è la priva volta in Occidente che un ramo del parlamento vota per il suo superamento”, ha ribadito ancora il premier. Sulle unioni civili il presidente del consiglio ha espresso l’auspicio che si possa “chiudere entro qualche giorno”, ha detto il presidente del Consiglio. “Via via che gli altri si sfilano, l’accordo i lo facciamo con chi ci sta”, ha detto.

Giuseppe Catapano: Salvini gela Bertolaso. A Roma centrodestra nel caos

GUIDO BERTOLASO

“Forse Bertolaso arriva fino a marzo. Comincio ad avere la sensazione che prima o poi se ne libereranno, chiameranno la Protezione Civile e lo porteranno via”. Con una delle sue battute al vetriolo, Francesco Storace fotografa così la situazione nel centrodestra dove il dossier Campidoglio si sta rivelando decisamente più complicato del previsto.   L’uscita del leader de La Destra, ufficialmente in campo come competitor dell’ex capo della Protezione civile, arriva dopo lo stop giunto a sorpresa da parte di Matteo Salvini, che già si era espresso contro la candidatura poi concordata, almeno stando al comunicato congiunto diffuso pochissimi giorni fa, tra FI, Lega e FdI per le Comunali di Roma. “Come partenza non è il massimo. Ma io sono solito ascoltare la gente. Non prendo nulla a scatola chiusa, quindi ascolterò i cittadini romani e decidero'”, dice allora il leader della Lega che, proprio dalla Capitale, risponde così a chi gli chiede se la Lega si sfilerebbe in caso di un basso indice di gradimento di Bertolaso presso i romani. Salvini spiega così la propria perplessità: “Certo, la dichiarazione sui rom categoria vessata, sull’amicizia con Rutelli e sul Pd non è una buona partenza. Sono parole che mi aspetto da Vendola, non dal candidato del centrodestra”, incalza. Quindi, vista dalla Lega, “la partita è ancora aperta, come tutte le partite. Bertolaso è il candidato proposto dagli alleati e lo accettiamo come indicazione, ma tra il dire sì e le elezioni – ammonisce – c’è di mezzo prima il parere dei cittadini romani. Vedrò quello che diranno i romani e su quello incidera’ la mia decisione finale”.
Parole che gettano lo scompiglio nel centrodestra, tanto da far convocare ad horas un vertice a Palazzo Grazioli. Appuntamento con Berlusconi e Salvini dal quale è però Giorgia Meloni a sfilarsi. “Sono allibita”, si dice la leader FdI che non ritiene chiaro a che gioco stia giocando la Lega: così, fa osservare, si danneggia un candidato del centrodestra, la cui candidatura è stata concordata insieme da tutti gli alleati.

Ticino, prospettive incerte per le banche nel “dopo Voluntary disclosure”

A cura di: Giuseppe Catapano

giucatap821La Voluntary disclosure ha messo a dura prova le banche ticinesi, che hanno dovuto affrontare un carico di lavoro amministrativo enorme. A fine 2015 in Ticino vi erano 49 banche, una in meno rispetto a inizio anno.
Questo il dato più eclatante del’indagine congiunturale dell’istituto Kof di Zurigo, in collaborazione con Abt e Ufficio cantonale di statistica, che rileva come il 2015 sia stato un anno stagnante, caratterizzato da un andamento ambiguo.
Secondo il rapporto, il settore bancario svizzero, caratterizzato da un’importante attività di gestione patrimoniale con la clientela internazionale, è da considerarsi a tutti gli effetti un’industria d’esportazione e come tale esposta fortemente a fattori esogeni. In particolare, negli ultimi 12 mesi due grandi eventi esterni hanno toccato da vicino la piazza finanziaria ticinese: la decisione della Banca nazionale svizzera di eliminare la soglia minima del cambio franco svizzero/euro e il programma italiano di riemersione dei capitali non dichiarati (Voluntary Disclosure).
Il primo evento, accompagnato dall’introduzione dei tassi d’interesse negativi sugli averi delle banche presso la Bns, ha avuto un impatto violento e immediato. Il rafforzamento del franco svizzero sulle altre divise ha significato una perdita di valore degli averi in portafoglio e un calo generalizzato delle commissioni di gestione calcolate sui patrimoni investiti in valuta estera.
D’altro canto la Voluntary disclosure ha rappresentato per le banche ticinesi un momento di confronto cruciale e ne è derivato un carico di lavoro amministrativo enorme.
I banchieri ticinesi dimostrano estrema prudenza sulle prospettive economiche che riguardano il settore nei prossimi mesi. In generale, sottolinea il rapporto, se sul fronte della clientela svizzera si conferma un buon trend, le prospettive che riguardano la clientela estera rimangono molto difficili.

Giuseppe Catapano: Confini marini, la Farnesina: “Accordo con la Francia non in vigore”

giucatap820L’accordo tra Italia e Francia sui confini marini non è ancora in vigore, perché non è stato ratificato dal parlamento. Lo sottolinea una nota della Farnesina. In relazione alla questione della delimitazione dei confini marini tra Italia e Francia trattata da diversi organi di stampa e oggetto di richieste parlamentari, la Farnesina richiama i punti emersi nella risposta del Sottosegretario agli affari esteri Benedetto Della Vedova alla interpellanza parlamentare n. 2-01268 del 12 febbraio.   L’Accordo di Caen e’ stato firmato il 21 marzo 2015, dopo un lungo negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, per far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute  norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS). Al negoziato sulla base delle rispettive competenze hanno partecipato anche tutti i Ministeri tecnici – inclusi quelli che hanno responsabilità in materia di pesca, trasporti ed energia – che hanno avuto modo di formulare le proprie autonome valutazioni. Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore.  Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’Accordo, il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall’UNCLOS, primo fra tutti il principio della linea mediana di equidistanza. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell’Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato  completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS.  Come ovvio nel corso della procedura di ratifica, tutte le osservazioni e le proposte del parlamento e delle amministrazioni interessate, relative all’accordo potranno essere opportunamente valutate.

Giuseppe Catapano: Sanità, interrogato Rizzi sulle tangenti in Lombardia. Il legale: “Chiarito tutto”

giucatap819Interrogatori di garanzia oggi in carcere per i presunti ‘protagonisti’ della tangentopoli lombarda sulla sanita’. L’attesa era soprattutto per quello che avrebbe detto al Gip Fabio Rizzi, il ‘braccio destro’ del governatore Roberto Maroni arrestato martedì con l’accusa di avere truccato appalti nella sanità e di avere quindi favorito l’azienda di Arcore Odontoquality in cambio di una tangente da 50.000 euro.  “Rizzi ha chiarito tutta una serie di circostanze, tutto quello che riguarda l’impianto accusatorio. Ha fatto lunghe dichiarazioni e sono intervenute domande a chiarimento ma non ha fatto ammissioni”, ha spiegato il suo legale, Monica Alberti, al termine dell’interrogatorio durato circa 2 ore nel carcere di Monza. L’avvocato ha chiesto la detenzione domiciliare. Si è “difeso e ha chiarito tutta una serie di circostanze. Ha chiarito punto per punto”, ha insistito l’avvocato Alberti aggiungendo che con il suo assistito non ha parlato delle vicende politiche, ma sicuramente Rizzi “è consapevole che politicamente è finito, non mi ha chiesto nulla, in questo senso, ma ha chiesto della sua compagna, di suo padre, tutto sommato è sereno, è molto lucido, un po’ stanco per le condizioni in cui si trova. Rizzi è concentrato sulla vicenda processuale”. Dalle intercettazioni intanto emerge che l’esponente leghista e assessore alla Salute nella giunta guidata da Roberto Maroni veniva soprannominato “allevatore di maiali” o “allevatore di polli”. Ad appellarlo in questo modo “in più occasioni” erano Paolo Longo, il suo braccio destro, anch’egli arrestato, e l’imprenditore Stefano Lorusso, pure tra i destinatari dell’ordinanza cautelare.”Farò chiarezza su tutto, ho fiducia nella magistratura”, ha fatto eco dal carcere milanese di San Vittore dove è stata sentita per rogatoria dal Gip Luigi Gargiulo, Maria Paola Canegrati, la zarina dell’odontoiatria lombarda, secondo il proprio legale, Leonardo Salvemini. Anche in questo caso il  difensore ha presentato istanza in cui chiede gli arresti domiciliari per quella che viene considerata dagli inquirenti una delle promotrici dell’associazione a delinquere che avrebbe inquinato diversi appalti.

Giuseppe Catapano: Fisco risarcito dai funzionari

giucatap818L’amministrazione finanziaria può ottenere il risarcimento del danno dai funzionari delle Entrate accusati di concussione e quindi di aver estorto ai contribuenti del denaro in cambio di chiudere un occhio sulle irregolarità fiscali. Ma non solo. L’azione civile non impedisce quella della Corte dei conti per danno erariale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 6659 del 18 febbraio 2016, ha reso definitiva la condanna inflitta a un funzionario delle Entrate che aveva chiesto 5 mila euro a un cittadino, dopo avergli spedito il questionario, omettendo, così, di spiccare un accertamento.  La vicenda riguarda un dipendente dell’amministrazione che aveva chiesto del denaro a un cittadino prospettandogli il rischio che, se non avesse acconsentito, avrebbe emesso un avviso di 80 mila euro. L’uomo, nonostante le rassicurazioni della sua commercialista circa la sua posizione fiscale, era caduto nel tranello e aveva versato la somma richiesta. Poi lo aveva denunciato. Il tribunale e la Corte d’appello di Milano hanno condannato il funzionario per concussione. Inutile il ricorso alla Suprema corte con il quale lui ha tentato senza successo di mettere in discussione l’intero impianto accusatorio.  La sesta sezione penale ha infatti confermato la decisione di merito, negando le attenuanti. L’ha resa definitiva anche sul fronte del risarcimento del danno chiesto dall’amministrazione finanziaria e liquidato secondo equità.