Giuseppe Catapano: Unioni civili, accordo sul maxiemendamento. Alfano: partita chiusa

ANGELINO ALFANO MATTEO RENZI

Il maxiemendamento sulle unioni civili non si è ancora materializzato sui tavoli dei senatori, ma ormai è fatta. Come ha annunciato il firmatario dell’ormai famoso e seppellito supercanguro, il senatore dem Andrea Marcucci, che ha dichiarato: “L’accordo è chiuso. L’emendamento è scritto, va molto bene, aspettiamo la bollinatura” da parte della ragioneria dello Stato.
Se la fiducia sarà posta già stasera o domani viene considerato un dettaglio. Di certo, così viene spiegato in ambienti Dem, l’obiettivo è di chiudere al massimo entro venerdì. Anzi, il leader del Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è stato ancora più netto: ” Sulle unioni civili si può chiudere la partita entro domani”. Dopo le aperture del Pd su alcuni passaggi del maxiemendamento, in particolare sulla cancellazione dell’obbligo di fedeltà che avrebbe fatto somigliare troppo, secondo i centristi, l’unione di fatto a un matrimonio, il partito guidato da Matteo Renzi ha però alzato le barricate sulle nuove limitazioni che il ministro della salute Beatrice Lorenzin aveva suggerito. In particolare, Ncd e Udc avrebbero voluto fissare limiti che avrebbero ostacolato ostacolato la libera definizione di una prossima riforma delle adozioni. Riforma considerata invece indispensabile sia da Renzi sia dal Pd, come ha ricordato il capogruppo al senato Luigi Zanda. “La stepchild adoption verrà
convogliata completamente in un disegno di legge ad hoc sulle adozioni che riprenderà tutta la materia e su cui chiederemo una corsia preferenziale. Pensiamo che tale legge debba essere approvata entro la legislatura, sia alla camera, sia al senato”. Una precisazione giunta dopo che la minoranza del pd aveva avvertito Ap di non tirare troppo la corda”. “Nell’assemblea del gruppo Pd al Senato è stata prospettata una soluzione che ripartiva dal testo Cirinnàcon gli emendamenti già concordati e presentati dal collega Lumia, al netto dello stralcio dell’art.5 sulla stepchild adoption. Non soltanto dalla minoranza ma anche da altri autorevoli colleghi è stato detto che non si poteva andare oltre nel tentativo di assecondare ulteriori richieste di Area Popolare”, ha  ricordato il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro. “Si rispetti questa impostazione, condivisa da Renzi nella replica, perché altrimenti è meglio percorrere la via parlamentare in cui ognuno di fronte al paese si assume le proprie responsabilita’”.

La Consulta: inammissibile questione legittimità su stepchild adoption

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità sollevata dal Tribunale sulla cosiddetta stepchild adoption, nell’ambito del procedimento avviato da due donne sposate negli Usa per chiedere il riconoscimento in Italia della sentenza con cui il giudice dell’Oregon diede il via libera all’adozione del figlio naturale avuto con inseminazione artificiale da una delle due in favore della partner. La questione di leggimità sottoposta alla Consula dai giudici bolognesi era relativa alle legge 184/1983 sulle adozioni.
“Il Tribunale di Bologna – si legge in una nota della Consulta – ha erroneamente trattato la decisione straniera come un’ipotesi di adozione da parte di cittadini italiani di un minore straniero (cosiddetta adozione internazionale), mentre si trattava del riconoscimento di una sentenza straniera, pronunciata tra stranieri”. Il tribunale di Bologna ha sottoposto
al vagli di costituzionalita’ la legge 184/1983 sulle adozioni “nella parte in cui, come interpretati secondo diritto vivente, non consentono al giudice di valutare, nel caso concreto, se risponda all’interesse del minore adottato (all’estero) il riconoscimento della sentenza straniera che abbia pronunciato la sua adozione in favore del coniuge del genitore, a prescindere dal fatto che il matrimonio stesso abbia prodotto effetti in Italia (come per la fattispecie del matrimonio tra persone dello stesso sesso)”. I giudici bolognesi, che ora riprenderanno in mano le carte del procedimento, ritenevano che la legge del 1983 violi diversi articoli della Costituzione (il 2, 3, 30 e 117) nonché l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’Avvocatura dello Stato, con una memoria depositata oltre un anno fa, aveva rilevato che la legge impugnata per la vicenda delle americane Eleonora Beck e Liz Joffe già permette, in realta’, casi particolari di adozione, mettendo in primo piano la tutela dell’interesse “supremo” del minore. Una linea affermata anche da alcune sentenze di merito, prima tra tutte quella firmata dal collegio presieduto dal giudice Melita Cavallo, che nel 2014 diede il via libera all’adozione di una bambina in una coppia formata da due donne.

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