In Libia non c’è più tempo per la diplomazia. Ieri il Parlamento di Tobruk ha nuovamente rinviato il voto sulla lista dei ministri per il nuovo Governo di unita’ nazionale e, di fronte al fallimento dell’iniziativa patrocinata dall’Onu, le potenze occidentali pensano al piano B. Gli Stati Uniti, insieme a Francia, Inghilterra ed Italia stanno lavorando ad una soluzione che permetta di fermare l’espansione del Califfato in Libia, allineandosi alla linea di Washingotn che prevede di agire “ogni volta che verrà individuata una minaccia diretta”.
Dal punto di vista militare, l’accordo per il decollo di droni Usa da Sigonella è già operativo: le ricognizioni sono cominciate da un mese e tra una settimana partiranno i raid. Il Governo italiano è tenuto ad autorizzare “tempestivamente” le missioni quando il comando militare statunitense lo richiederà: in questo modo, anche in assenza di operazioni sul campo, l’Italia si trova in prima fila nella lotta all’Isis.
Nessuno, tra le potenze occidentali, si illude pero’ che bombardamenti e raid contro obiettivi isolati possano fermare l’avanzata del Califfato.
Per sconfiggerlo servono truppe di terra libiche sostenute da forze occidentali. Tale sostegno deve pero’ essere legittimato da un Governo riconosciuto, e se quello di Tobruk continua a boicottare gli sforzi diplomatici, l’alternativa e’ puntare sull’altra compagine, quella di Tripoli. Da strumento di minaccia per sbloccare le resistenze di Tobruk, l’appoggio al Governo di Tripoli potrebbe trasformarsi in alternativa concreta, in previsione di un ribaltamento di fronte.
Questa soluzione prevederebbe anche di dividere il Paese in tre entita’ che ricalcano l’antica divisione ottomana: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Il piano incontrerebbe anche il favore delle potenze regionali come Emirati Arabi, Egitto, Turchia e Qatar. Gli forzi per sconfiggere l’Isis sarebbero concentrati nell’antica capitale, Tripoli, schierando un contingente occidentale a difesa delle infrastrutture chiave. Una missione rischiosa, che verrebbe affidata all’Italia: il piano, su cui si sta lavorando da oltre un anno, prevede di inviare “fino a cinquemila soldati”. Dopo tante parole, adesso la macchina militare si sta mettendo in moto.
Ieri sera l’Isis, affatto intimorito dal raid statunitense dei giorni scorsi, ha attaccato Sabratha, alle porte di Tripoli, prendendo il controllo di diversi punti strategici della citta’. Secondo quanto riportano i media libici, ci sarebbero scontri con le forze locali, mentre truppe jihadiste provenienti da Zintan starebbero raggiungendo la citta’ per unirsi alla lotta con i miliziani.
Giorno: 25 febbraio 2016
Giuseppe Catapano: Unimpresa, nel 2015 gli italiani hanno lasciato sul conto corrente 68 mld in più
Sono aumentate di oltre 70 miliardi di euro nel 2015 le riserve degli italiani.
La crisi e la paura di nuove tasse frenano i consumi delle famiglie, bloccano gli investimenti delle imprese e congelano la liquidità delle banche: da dicembre 2014 a dicembre 2015 l’ammontare dei depositi in Italia è passato da 1.510 miliardi a 1.581 miliardi in aumento di oltre 70 miliardi (+4%). Il saldo dei conti correnti è cresciuto da 808,9 miliardi a 877 miliardi (+8%), mentre si registra un calo di oltre 20 miliardi per i depositi con durata prestabilita. I salvadanai delle famiglie sono saliti di oltre 18 miliardi, quelli delle imprese di 26 miliardi, quelli degli istituti di credito di 17 miliardi.
Questi i dati principali di un rapporto realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale, tra l’altro, le riserve di assicurazioni e fondi pensione hanno registrato un lieve aumento, salendo di 2 miliardi in 12 mesi (+14%), mentre quelle delle imprese familiari sono salite di 4 miliardi (+9%).
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale delle riserve di famiglie, banche e imprese è passato dai 1.510,9 miliardi di dicembre 2014 ai 1.581,2 miliardi di dicembre 2015 con un incremento di 70,2 miliardi (+4,65%). Nel dettaglio, la liquidità delle banche è salita da 326,6 miliardi a 344 miliardi in crescita di 17,3 miliardi (+5,32%). I depositi delle aziende sono cresciuti di 26,2 miliardi (+12,56%) da 208,6 miliardi a 234,8 miliardi. Le imprese familiari hanno accumulato maggiori risorse per 4,3 miliardi (+9,51%) e i loro fondi sono saliti da 45,3 miliardi a 49,6 miliardi. Le onlus hanno visto aumentare i depositi di 1,2 miliardi milioni (+5,11%) da 23,5 miliardi a 24,7 miliardi. I salvadanai delle famiglie sono saliti di 18,5 miliardi (+2,08%) da 888,3 miliardi a 906,8 miliardi. Per quanto riguarda il comparto delle assicurazioni e dei fondi pensione, le riserve sono cresciute di 2,6 miliardi (+14,39%) da 18,4 miliardi a 21,1 miliardi.
Quanto all’analisi per strumento, i conti correnti sono passati da 808,9 miliardi a 877,01 miliardi con una crescita di 68,02 miliardi (+8,41%), i pronti contro termine sono saliti di 27,3 miliardi (+22,07%) da 123,9 miliardi a 151,3 miliardi.
Saldo negativo, invece, per i depositi rimborsabili con preavviso calati di 1,5 miliardi (-0,51%) da 302,5 miliardi a 301,01 miliardi. In calo anche i depositi con durata prestabilita: quelli fino a due anni sono scesi di 20,7 miliardi (-15,63%) da 132,7 miliardi a 111,9 miliardi; quelli oltre due anni sono scesi di 8,9 miliardi (-6,00%) da 148,9 miliardi a 139,9 miliardi.
Giuseppe Catapano: Conti pubblici, Morando: lo stop alle clausole di salvaguardia sarà strutturale dal 2017
Impegno del governo per neutralizzare le clausole di salvaguardia in modo “strutturale” dal 2017 in poi attraverso la riduzione dell’evasione fiscale, in particolare Iva, e tagli “selettivi” alla spesa pubblica.
Lo ha fatto sapere il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, nell’Aula del Senato in sede di replica sul decreto Milleproroghe.
“Voglio rassicurare – ha detto Morando – noi neutralizzeremo tutte le clausole di salvaguardia per il 2017-2018-2019 e seguenti. Non ci sarà l’aumento dell’Iva e delle accise previsto dalle clausole di salvaguardia nel 2017 per 15,5 miliardi di euro”, ha detto Morando, il quale ha rivendicato il “diritto” del governo “a qualche riconoscimento di credibilità perché al momento della formazione del governo Renzi ci siamo presi l’impegno a nutralizzare le clausole di salvaguardia che la legislazione vigente prevedeva per il 2015; mi darete atto che per il 2015” sono state “neutralizzate. Poi c’erano le clausole di salvaguardia previste per un’entità particolarmente significativa, grosso modo un punto di pil per il 2016, ci siamo impegnati a neutralizzarle e lo abbiamo fatto”.
“Crediamo di avere diritto a un qualche credito quando affermiamo che noi neutralizzeremo interamente le clausole di salvaguardia nel 2017 attraverso interventi che combineranno una riduzione dell’evasione fiscale, in particolare quella Iva, con interventi di riduzione della spesa pubblica selettiva in modo tale da non determinare l’aumento dell’Iva previsto a legislazione vigente per il 2017 e per gli anni successivi”, ha concluso.
Giuseppe Catapano: Fondi, a gennaio raccolta positiva per 6,1 mld
L’industria del risparmio gestito in Italia ha chiuso il primo mese dell’anno con una raccolta positiva per 6,1 miliardi di euro. E’ quanto riferisce Assogestioni nella consueta mappa mensile, da cui emerge anche che il patrimonio gestito dal sistema fondi si attesta nel suo complesso a 1.814 miliardi.
I fondi comuni hanno contribuito per 1,2 miliardi di euro grazie ai prodotti monetari (+1,7 mld), ai basket flessibili (+801 mln), ai comparti azionari (+321 mln) e ai veicoli bilanciati (+263 mln).
Giuseppe Catapano: Banche, al via il 4° stress test, 5 le italiane coinvolte. Patuelli (Abi): scenario non peggiore di quello del 2014
Il 4° stress test europeo curato da Bce ed Eba che parte oggi su 53 banche, di cui 5 italiane, avverrà in uno scenario con “elementi di stress di recessione non peggiori di quelli già verificati due anni fa”.
Lo ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, a margine della presentazione di un libro, a chi gli chiedeva se il prossimo esame per le banche avverra’ in scenari avversi peggiori di quelli ipotizzati nel 2014.
“Non abbiamo elementi perché non siamo, come associazione, né vigilanti né vigilati”, ha aggiunto Patuelli. “Mi sembrerebbe strano estremizzare ora una situazione dalla quale ci siamo allontanati”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda il decreto sulle banche, Patuelli ha precisato che “sono sempre per il miglioramento e sono convinto che bisogna aspettare e vedere quello che uscira’ dal confronto in atto tra Governo e Parlamento. Wait and see”, ha concluso.
Giuseppe Catapano: Renzi, stop a chi si lamenta e si lagna
“Da qui a un anno prendo un impegno: che l’Italia avrà sempre più fiducia in se stessa e nel futuro”. Lo ha affermato il premier Matteo Renzi, nel corso della visita allo stabilimento Icr, aggiungendo che “il passato è bellissimo, ma il futuro è ancora più bello”. “Qui c’è un’Italia che non ce la fa più di chi critica e di chi si lamenta e si lagna”, ha detto ancora, sottolineando che “Icr e’ l’esempio di un’Italia bella, che continua ad andare avanti e che continua a crescere. Oggi mettiamo la prima pietra” per la costruzione del nuovo stabilimento, “ma quella più importante sarà l’ultima che verrà posata tra un anno. Siete tra le prime cinque aziende al mondo che continua ad essere nell’alto di gamma. C’è una qualità dell’imprenditore, della famiglia e del territorio”.
Il presidente del Consiglio, rivolgendosi poi dal palco allestito a una impiegata, incontrata poco prima, riferendosi all’ipotesi di modifiche alle normative che regolano le pensioni di reversibilità, ha detto che “questa storia della non vale, è una balla che hanno scritto”.
Da 2016 super ammortamento per aziende
nel corso della visita, il premier ha anche sottolineato: “Il nostro impegno è che nel 2016 ci sarà un superammortamento: chi fa acquisti sulle strutture in azienda nel 2016 avra’ un super sconto del 140% con un ritorno sui beni maggiore rispetto a quanto investito”.
Giuseppe Catapano: L’Istat, nel 2015 le assunzioni trainate più dagli sgravi contributivi che dal Jobs act
Per la metà delle imprese manifatturiere che hanno aumentato l’occupazione tra gennaio e novembre 2015 gli esoneri contributivi hanno svolto un ruolo fondamentale per la crescita dei posti di lavoro. Nei servizi, la quota di imprese che hanno ritenuto tale novità normativa “molto” o “abbastanza” rilevante è pari al 61%.
E’ quanto si legge nel “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” dell’Istat, in cui si sottolinea che il nuovo contratto a tutele crescenti sembra invece aver esercitato un ruolo meno rilevante, ma pur sempre positivo: il 35% delle imprese manifatturiere lo ha giudicato molto o abbastanza importante, contro il 49,5% delle imprese dei servizi.
Considerando le imprese che hanno aumentato lo stock di occupazione nel corso del 2015, nel settore manifatturiero l’assunzione di nuovo personale è stata guidata prevalentemente dalla domanda, interna ed estera; nei servizi appare molto più rilevante la sola domanda interna. In entrambi i comparti l’influenza esercitata dai fattori di natura aziendale ai fini dell’assunzione di nuovo personale è molto più limitata.
Le imprese non hanno rilevato ostacoli significativi all’aumento dell’occupazione aziendale nel corso del 2015. Nella manifattura, tra i fattori indicati più frequentemente si segnalano l’incertezza sulle prospettive di domanda (circa il 39% delle imprese), seguita dalla percezione di un costo del lavoro eccessivo (33%). Quest’ultimo fattore rappresenta l’ostacolo più diffuso al reclutamento di nuovo personale anche per le imprese dei servizi (31,3%).
Giuseppe Catapano: Accordo con Percassi, Lego aprirà i Lego store anche in Italia. Il primo entro l’estate ad Arese
Aprirà entro l’estate ad Arese, in provincia di Milano, il primo Lego Store in Italia.
Il Gruppo Lego ha infatti annunciato di aver siglato con il gruppo Percassi l’accordo per l’apertura dei primi negozi Lego Certified Store in Italia, che proporranno esclusivamente prodotti della celebre azienda danese.
“Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi – spiegano da Lego – che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale. I negozi offriranno ad adulti e bambini una vera e propria immersione nel mondo Lego e nei valori del brand. Sarà infatti possibile vivere esperienze di gioco esclusive, oltre a trovare un assortimento completo di tutti i prodotti dell’azienda danese”.
Giuseppe Catapano: Unioni civili, accordo sul maxiemendamento. Alfano: partita chiusa
Il maxiemendamento sulle unioni civili non si è ancora materializzato sui tavoli dei senatori, ma ormai è fatta. Come ha annunciato il firmatario dell’ormai famoso e seppellito supercanguro, il senatore dem Andrea Marcucci, che ha dichiarato: “L’accordo è chiuso. L’emendamento è scritto, va molto bene, aspettiamo la bollinatura” da parte della ragioneria dello Stato.
Se la fiducia sarà posta già stasera o domani viene considerato un dettaglio. Di certo, così viene spiegato in ambienti Dem, l’obiettivo è di chiudere al massimo entro venerdì. Anzi, il leader del Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è stato ancora più netto: ” Sulle unioni civili si può chiudere la partita entro domani”. Dopo le aperture del Pd su alcuni passaggi del maxiemendamento, in particolare sulla cancellazione dell’obbligo di fedeltà che avrebbe fatto somigliare troppo, secondo i centristi, l’unione di fatto a un matrimonio, il partito guidato da Matteo Renzi ha però alzato le barricate sulle nuove limitazioni che il ministro della salute Beatrice Lorenzin aveva suggerito. In particolare, Ncd e Udc avrebbero voluto fissare limiti che avrebbero ostacolato ostacolato la libera definizione di una prossima riforma delle adozioni. Riforma considerata invece indispensabile sia da Renzi sia dal Pd, come ha ricordato il capogruppo al senato Luigi Zanda. “La stepchild adoption verrà
convogliata completamente in un disegno di legge ad hoc sulle adozioni che riprenderà tutta la materia e su cui chiederemo una corsia preferenziale. Pensiamo che tale legge debba essere approvata entro la legislatura, sia alla camera, sia al senato”. Una precisazione giunta dopo che la minoranza del pd aveva avvertito Ap di non tirare troppo la corda”. “Nell’assemblea del gruppo Pd al Senato è stata prospettata una soluzione che ripartiva dal testo Cirinnàcon gli emendamenti già concordati e presentati dal collega Lumia, al netto dello stralcio dell’art.5 sulla stepchild adoption. Non soltanto dalla minoranza ma anche da altri autorevoli colleghi è stato detto che non si poteva andare oltre nel tentativo di assecondare ulteriori richieste di Area Popolare”, ha ricordato il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro. “Si rispetti questa impostazione, condivisa da Renzi nella replica, perché altrimenti è meglio percorrere la via parlamentare in cui ognuno di fronte al paese si assume le proprie responsabilita’”.
La Consulta: inammissibile questione legittimità su stepchild adoption
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità sollevata dal Tribunale sulla cosiddetta stepchild adoption, nell’ambito del procedimento avviato da due donne sposate negli Usa per chiedere il riconoscimento in Italia della sentenza con cui il giudice dell’Oregon diede il via libera all’adozione del figlio naturale avuto con inseminazione artificiale da una delle due in favore della partner. La questione di leggimità sottoposta alla Consula dai giudici bolognesi era relativa alle legge 184/1983 sulle adozioni.
“Il Tribunale di Bologna – si legge in una nota della Consulta – ha erroneamente trattato la decisione straniera come un’ipotesi di adozione da parte di cittadini italiani di un minore straniero (cosiddetta adozione internazionale), mentre si trattava del riconoscimento di una sentenza straniera, pronunciata tra stranieri”. Il tribunale di Bologna ha sottoposto
al vagli di costituzionalita’ la legge 184/1983 sulle adozioni “nella parte in cui, come interpretati secondo diritto vivente, non consentono al giudice di valutare, nel caso concreto, se risponda all’interesse del minore adottato (all’estero) il riconoscimento della sentenza straniera che abbia pronunciato la sua adozione in favore del coniuge del genitore, a prescindere dal fatto che il matrimonio stesso abbia prodotto effetti in Italia (come per la fattispecie del matrimonio tra persone dello stesso sesso)”. I giudici bolognesi, che ora riprenderanno in mano le carte del procedimento, ritenevano che la legge del 1983 violi diversi articoli della Costituzione (il 2, 3, 30 e 117) nonché l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’Avvocatura dello Stato, con una memoria depositata oltre un anno fa, aveva rilevato che la legge impugnata per la vicenda delle americane Eleonora Beck e Liz Joffe già permette, in realta’, casi particolari di adozione, mettendo in primo piano la tutela dell’interesse “supremo” del minore. Una linea affermata anche da alcune sentenze di merito, prima tra tutte quella firmata dal collegio presieduto dal giudice Melita Cavallo, che nel 2014 diede il via libera all’adozione di una bambina in una coppia formata da due donne.



