Il Pd non si fa prendere in giro da nessuno, figurarsi dai grillini. Più o meno così, il segretario del pd nonché capo del governo, Matteo Renzi, ha caricato l’assemblea dei senatori dem. Renzi non vuole più perdere tempo sul disegno di legge Cirinnà in discussione a palazzo Madama. e per questo ha ottenuto il sì alla presentazione di un maxiemendamento che stralcerà dal testo della Cirinnà l’adozione del figlio del partner e la inserirà in un disegno di legge ad hoc. Il testo del maxiemendamento sarà presentato domani in aula e già giovedì, con ogni probabilità, si voterà la fiducia. Una scelta che sarà esaminata e votata nella serata di oggi, alle 19,30, dai senatori di Area popolare (Ncd e Udc). Renzi, in matitnata, ha spiegato che il provvedimento, “centrale, cruciale” avrebbe potuto essere licenziato la scorsa settimana “senza il dietrofront del Movimento Cinque Stelle”, ha detto Renzi. “Il Pd non può essere preso in giro, il Movimento Cinque Stelle gioca sulla pelle dei diritti in modo spregiudicato”, ha avvertito il segretario del Pd. Tocca andare avanti in fretta. “La soluzione parlamentare andrebbe troppo a lungo, con emendamenti per fare riaprire il discorso alla Camera. Poi di nuovo al Senato…Sarebbe ragionevole che ci sia un impegno diretto del governo”. “La legge potrebbe uscire da qui venerdì per poi andare alla Camera”, ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, all’assembela dei senatori dem. “Fuori di qui c’è un mondo che vede la possibilità di avere riconosciuti dei diritti, siamo a un passo da un traguardo storico”, ha aggiunto. Quindi “il voto di fiducia sulle unioni civili è una scelta importante”, ma “l’alternativa è la palude o la melina”. “Manteniamo l’impianto della Cirinnà lavorando su alcune questioni, come gli emendamenti Lumia ed alcune cose che riguardano le coppie etero. Ma deciderete voi”, ha detto Renzi, aggiungendo che, con questo schema, il via libera finale può arrivare “in due mesi”, tra Senato e Camera. Renzi ha poi messo in guardia i senatori pd che in Senato “si tenta di mettere in atto una “strategia etero diretta per non far approvare il ddl” sulle unioni civili.
Come una ossessione. Ieri mattina, ieri pomeriggio e di nuovo questa mattina. Ovunque ci fosse un microfono o un taccuino, ovunque ci fosse qualcuno ad ascoltare, il premier Matteo Renzi va ripetendo sempre lo stesso concetto e non può che riguardare il tema delle unioni civili: bisogna chiudere in fretta. Questa settimana. Lo ha detto anche questa mattina ai microfoni di Rtl102.5: “Ci fidiamo di chi cambia idea all’ultimo minuto, o proviamo a portare il principio che tutti i cittadini sono uguali e se due persone stanno insieme hanno diritti e doveri verso la società? Ho detto ora basta, ora ci vediamo con i senatori, la mia proposta è chiudere entro la settimana”, ha detto il presidente del Consiglio a proposito del ddl sulle unioni civili sul quale si prospetta un maxiemendamento su cui il governo metter la fiducia. “Potrebbe non essere il provvedimento migliore per le attese di tanti, ma tra avere tutto ma mai, meglio fare un pezzo e portare a casa in settimana la legge. Altrimenti – ha ribadito Renzi – il rischio è la paralisi, promettere senza mantenere. La mia preoccupazione più grande è giocare con la pelle delle persone, fare promesse che poi non si portano a casa. Si è detto per anni ‘diritti’, poi c’era il ritardo, l’ostruzionismo…”. Come hanno fatto i Cinque Stelle in questa occasione: “Fino alla settimana scorsa c’era l’accordo con M5s per votare il ‘canguro’ di Marcucci. Venti minuti prima di votarlo i Cinque Stelle hanno cambiato idea…”.
Grasso annuncia ritiro emendamenti “supercanguri”. Ridotte a meno di 500 le proposte di modifica
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato inammissibili tutti gli emendamenti premissivi al ddl sulle unioni civili. Via dunque il supercanguro Marcucci, ma anche quello a firma Mala (Fi) e gli altri sottoscritti dalla Lega Nord. In tutto 7 emendamenti, premissivi appunto, in modo da “consentire un ordinato svolgimento dei lavori e un attento esame di tutti gli emendamentipresentati senza effetti preclusivi”. E’ quanto si apprende da fonti qualificate in ordine alle comunicazioni che Grasso ha fatto in occasione della conferenza dei capigruppo “informale” convocata a Palazzo Madama. In seguito all’esame delle proposte di modifica il presidente Grasso ha inoltre reso noto che le proposte emendative si sono “sensibilmente ridotte” anche rispetto ai 1.280 emendamenti rimasti dopo il ritiro da parte della Lega Nord. Al netto degli emendamenti inammissibili, identici, simili e a scalare, ne resteranno, nelle valutazioni, anche “meno di 500”.
Ci sono stati momenti di tensione anche nella stessa riunione dei capigruppo di Palazzo Madama tra il presidente Grasso e il numero uno dei senatori dem Luigi Zanda, in ordine alla comunicazione da parte della seconda carica dello Stato sugli emendamenti ammissibili e non al ddl sulle unioni civili. Zanda non avrebbe gradito, secondo quanto riferiscono fonti presenti all’incontro, la scelta di Grasso di compiere tale comunicazione proprio in un momento politicamente delicato come quello in cui i senatori Pd avrebbero dovuto decidere sulla linea da tenere in aula (fiducia sì, fiducia no). E non avrebbe nascosto il suo disappunto. Grasso dal canto suo avrebbe spiegato i motivi per cui non avrebbe potuto fare altrimenti, non essendoci stato prima un momento utile in aula per poter fare tali comunicazioni (ritiro emendamenti dalla Lega Nord, immediata sospensione e rinvio al giorno dopo, capigruppo per nuovo calendario d’aula sulle unioni civili). L’unico spazio utile sarebbe stato dunque domani alla ripresa dei lavori sul provvedimento in aula, anticipato poi ad oggi in seguito alla richiesta delle opposizioni (non solo M5S, ma anche Sel, Cor, Fi e Lega Nord) di una capigruppo, poi convocata in via informale da Grasso. Certo è che la scelta di Grasso ha restituito parola al MoVimento 5 Stelle, che in seguito alla libertà di scelta a sorpresa lasciata sulla stepchild adoption eera stato duramente criticato dal Pd . Non è un caso che il vicepresidente della camera e componente del direttorio M5S Luigi Di Maio, avuta notizia dell’inammissibilità dei canguri dichiarata da Grasso, ha attaccato: “La legge sulle unioni civili è votabile in tre giorni. Se Renzi non lo fa è perché hanno paura di perdere le poltrone, meglio scaricare le colpe su di noi”. Per Roberto Fico: “Renzi e il Pd hanno paura e bloccano le unioni civili. Se non si votano 500 emendamenti in Parlamento, vuol dire che dietro c’è altro: una maggioranza che non c’è e beghe interne al Pd. E Renzi per nascondere tutto questo dice che il M5S ha voltato le spalle. Renzi sta camuffando i problemi. Se avesse coraggio verrebbe in aula e voterebbe la legge insieme a noi”. E poi spara contro i media: “La stampa è fantasiosa”, insomma parla di accordi che non sono mai esistiti: sulle unioni civili come sul supercanguro dell’emendamento Marcucci.





