Il ddl Cirinnà tornerà in Aula al Senato mercoledi’ prossimo, dopo il Milleproroghe. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, come riferisce Renato Schifani (Ap). la decisione al termine dell’ennesima mattinata carica di tensioni iniziata con riunioni e i contatti nel Pd per cercare, a poco meno di mezz’ora dalla ripresa dei lavori dell’Aula del Senato, una via d’uscita dopo il ‘no’ dei grillini all’emendamento Marcucci. A palazzo Madama, tra gli altri, si sono riuniti il capogruppo dem Zanda, il ministro Boschi, e diversi senatori Pd. Conciliaboli anche in Transatlantico, dove le forze di centrodestra hanno fatto di conto per capire quali possono essere i nuovi equilibri in Aula. “Stiamo facendo i conti…”, riferiva un’autorevole fonte di maggioranza. La linea che sembrava già prevalere nel Pd era di chiedere un rinvio di qualche giorno, per capire meglio la situazione e cercare di ricompattare il gruppo dem. Infatti, veniva spiegato, porre comunque in votazione il ‘super canguro’, ma spacchettato, così da provare ad assicurarsi almeno il via libera sui primi articoli del ddl Cirinnà, quelli relativi alle unioni, sembrava una strada poco praticabile: i numeri sono fortemente in bilico, spiegavano fonti dem. A rischio, infatti, non solo la parte relativa alle adozioni, ma anche quella sui diritti alle unioni gay. Meglio prendersi quale ora di tempo e rivedere la nuova strategia. Nel Pd, infatti, seppure fino a ieri era sembrava prevalere la linea dura di voler andare comunque alla conta, oggi la linea si sarebbe ammorbidita: troppo alto il rischio di un affossamento dell’intero ddl.
E si faceva sempre più plausibile, viene spiegato da fonti Pd, l’ipotesi di procedere con uno stralcio dell’articolo 5, ovvero quello sulle adozioni gay. Dopo la battuta d’arresto subita ieri, infatti, nel Pd si tenta di ricompattare l’area cattolica, ma resta l’ostacolod elle adozioni. Il pallottoliere è la bussola in questo momento: senza adozioni si perderebbero i voti della sinistra dem, dei Giovani turchi, ma anche di Sel e forse dei grillini (dei quali però il pd non si fida più). Oggi, però, il clima è ancora teso, anche dentro lo stesso Pd, per questo la scelta di rinviare l’esame del ddl appare quella che meglio mette in sicurezza le sorti del ddl.
Cirinnà: pagherò per essermi fidata dei 5 Stelle. “Chiudo mia carriera politica con questo scivolone”
“Chiudo la mia carriera politica con questo scivolone. Io mi prendo la responsabilità politica di essermi fidata dei 5 Stelle e pagherò sicuramente per questo”. Lo ha detto la senatrice Monica Cirinnà che ha dato il suo nome al ddl sulle unioni civili conversando con i giornalisti a Palazzo Madama. “Pago sicuramente per un errore di fiducia” ha aggiunto Cirinnà.