In vent’anni (tra il 1995 e il 2015) la pressione fiscale in Italia è cresciuta dal 40,3% al 43,7%.
E’ quanto emerge da una ricerca Confcommercio-Cer su Finanza pubblica e tasse locali presentata oggi a Roma, secondo la quale nel periodo le imposte tributarie centrali e locali sono aumentate in media del 92,4%. In particolare, le tasse centrali sono passate da 228 mld a 393 mld di euro con una crescita del 72%. Nello stesso periodo le tasse locali sono passate da 30 mld a 103 mld di euro con una crescita del 248%.
Sempre secondo la ricerca, la spesa pubblica è cresciuta del 50,8% tra il 2007 e il 2015. Negli ultimi quattro anni, dal 2011 al 2015, sono cresciute, poi, anche le imposte sugli immobili, aumentate del 143%, passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro.
Nel 2016, secondo Confcommercio, ci sarà un calo del 19% rispetto al 2015 grazie alla riduzione sulla prima casa. Sempre nello stesso periodo la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50%. Le imposte sugli immobili e sui rifiuti, quest’anno, cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro.
“Il 2016 sarà un anno difficile, di sfida, perché ci entriamo con un dato inaspettato e deludente sul pil dell’ultimo trimestre 2015”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “Ma l’Italia ha le carte in regola per crescere in modo soddisfacente – ha aggiunto -, le condizioni sono: abbattimento della spesa pubblica improduttiva per ridurre le tasse a famiglie e imprese e che la legge di stabilita’ esplichi tutti i suoi effetti competitivi”.