Il Dipartimento di Giustizia Usa pretende che Apple agevoli le indagini sulla strage di San Bernardino sbloccando il dispositivo utilizzato da un sospettato. L’amministratore delegato Tim Cook fa sapere tuttavia che il colosso si opporrà a tale richiesta.
In una lettera destinata agli utenti e postata sul sito di Apple, Cook definisce la richiesta del governo “un passo senza precedenti che minaccia la sicurezza dei nostri utenti, con coinvolgimenti che vanno al di là del mero caso legale”.
L’ordine da Washington rappresenta l’apice del lungo contenzioso tra il governo e il colosso di Silicon Valley sulla privacy e la sicurezza.
Il giudice federale Sheri Pym ha appoggiato il Dipartimento di Giustizia, che ha richiesto il decrittaggio delle misure di sicurezza dell’iPhone 5c utilizzato da Syed Rizwan Farook, l’uomo che con la moglie uccise 14 persone a San Bernardino in un attacco di matrice jihadista. Tali misure hanno infatti impedito agli agenti federali di accedere al contenuto del dispositivo.
Apple da parte sua ha dichiarato di aver supportato l’indagine dell’Fbi adempiendo ai mandati di perquisizione e di comparizione. Secondo il colosso di Cupertino tuttavia, il governo al momento esige una nuova versione del software Apple per bypassare le misure di sicurezza. Cook ha sottolineato che l’ordine del Dipartimento di Giustizia chiede “qualcosa che al momento non abbiamo e che consideriamo troppo pericoloso da creare. Il governo ci sta chiedendo di hackerare i nostri stessi utenti e indebolire il sistema di sicurezza che ci è costato anni di ricerca e che protegge i nostri clienti. E’ una richiesta senza precedenti”.
Nella lettera Apple ha messo inoltre in discussione l’All Writs Act del 1789 di cui si è avvalso il governo per “giustificare l’abuso di autorita’”. “Il coinvologimento del governo è da brividi. Se può appellarsi al All Writs Act per rendere accessibili gli iphone, avrà il potere di accedere al dispositivo di chiunque e di analizzarne i dati”.