Giuseppe Catapano: Credito coperativo, la riforma non cambia: resta la clausola Lotti

LUCA LOTTI

Il premier Matteo Renzi è convinto che il testo attuale del decreto di riforma delle Bcc sia un buon punto di equilibrio, e non ha nessuna intenzione di inserire modifiche. Anzi, semmai l’intenzione sarebbe quella di abbassare la soglia dei 200 milioni di patrimonio che fa scattare la “clausola Lotti”, consentendo ad alcuni istituti di non aderire alla holding bancaria in cui dovranno confluire tutte le banche di credito cooperativo e che poi si quoterà in Borsa.  Lo scrive La Stampa aggiungendo che per i collaboratori di Renzi non c’è nessun trattamento di favore e non si viola il principio che assicura l’indivisibilità delle risorse accumulate nel tempo dai soci cooperatori. La tesi di Palazzo Chigi è che non si fa altro che imitare il modello Unipol, in cui la banca si trasforma in società per azioni, ma resta controllata in tutto o in parte dalla cooperativa. Intanto, il testo del decreto del governo sulla riforma delle Bcc è depositato al ministero dell’Economia ma non si sa quando apparira’ sulla Gazzetta Ufficiale, in quale delle due Camere inizierà il suo iter, ne’ se la contestata “clausola Lotti” subirà modifiche.

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