Ecco tutti i fondi per sostenere ricerca, sviluppo e innovazione

In tema di politica industriale, nel corso degli ultimi anni, i policy maker in Europa e nel mondo si sono misurati con una sfida molto complessa: promuovere crescita economica e rafforzare il tessuto economico e produttivo in uno scenario globale post crisi economico-finanziaria. E’ di tutta evidenza, da un lato, che le conseguenze generate dalla crisi hanno fortemente ridotto la capacità operativa delle imprese: più critico è l’accesso al credito e significativamente più contratta la domanda di mercato. Dall’altro lato, in virtù delle ripercussioni sulla resilienza dei conti pubblici (i.e. crisi dei debiti sovrani), i policy maker hanno visto considerevolmente ridursi il montante di risorse da allocare sulle strategie di rilancio delle attività economiche e produttive.

L’esigenza di contenere e razionalizzare la spesa pubblica, pertanto, ha spinto, nel corso degli ultimi anni, verso un processo di riforma del quadro degli incentivi a supporto delle attività economiche e produttive. L’evoluzione impressa, soprattutto attraverso l’istituzione, presso il Ministero dello Sviluppo economico, del Fondo Crescita Sostenibile – FCS (D.L. 83/12), ha determinato un’apprezzabile riduzione degli strumenti agevolativi esistenti e una conseguente focalizzazione delle risorse verso i fabbisogni ritenuti prioritari del nostro tessuto produttivo: ricerca, sviluppo e innovazione; accesso al credito; investimenti fissi; internazionalizzazione; crisi industriali.

Vista la centralità dei temi, notevole è lo sforzo finanziario destinato alla promozione degli investimenti fissi lordi tramite la Legge Nuova Sabatini (dal 2014 a fronte di circa 864 milioni di euro sono stati attivati circa 11,3 miliardi di euro di finanziamenti) e alla facilitazione dell’accesso al credito per le PMI attraverso il Fondo di garanzia (nel corso del 2017 sono state concesse garanzie per 12,3 miliardi di euro circa a fronte di circa 17,5 miliardi di euro di finanziamenti accolti).

Nell’ambito del nuovo quadro strategico, tuttavia, un ruolo di assoluta centralità è stato riservato al tema del sostegno alle attività di R&S&I, ambito cruciale per la salvaguardia del grado di efficienza dinamica del tessuto economico e produttivo. Il divario rispetto agli altri principali competitor internazionali e dell’Unione, infatti, risulta sempre più marcato (IT 1,3% del PIL; GER 2,94%; FR 2,25%: EU-28 2% circa).

Dal 2014 in poi, attraverso il FCS, sono stati stanziati circa 3,4 miliardi di euro per il sostegno della R&S&I. Per filosofia di fondo e modalità attuative, inoltre, l’approccio seguito segna una profonda linea di discontinuità rispetto al passato. Il disegno di policy, infatti, passa da un approccio di sostegno di tipo verticale basato sull’individuazione delle filiere ad un approccio orizzontale basato sulle tecnologie (i.e. Key Enabling Technologies – Ket’s). In tale prospettiva, pertanto, sono state avviate iniziative volte a incentivare l’attività di ricerca più prossima al mercato (TRL 6-8), ovvero, in ambito ricerca industriale e sviluppo sperimentale (i.e. con esclusione della ricerca di base).

La strategia complessiva messa in campo nell’ambito delle politiche di sostegno alle attività economiche e produttive è caratterizzata da un quadro di forte coerenza tra l’approccio implementato a livello nazionale e quello di matrice comunitaria:

  • concentrazione/focalizzazione delle risorse complessive verso il sostegno alle attività di R&S&I: il 35% delle risorse PON IC ed il 37% delle risorse Nazionali (Fonte: Relazione annuale sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, 2017);
  • approccio attuato in coerenza con la strategia nazionale di specializzazione intelligente (SNSI) volto, da un lato, a favorire il consolidamento di una filiera dell’innovazione capace di trasformare i risultati della ricerca e dell’innovazione in un vantaggio competitivo per il sistema Paese e, dall’altro, ad individuare tematiche trasversali per lo sviluppo della competitività dei sistemi imprenditoriali, sostenendo le iniziative ad alto potenziale innovativo (CfrHorizon 2020, Industria sostenibile e Agenda digitale, le nuove iniziative Agrifood, Scienze della vita e Fabbrica intelligente).

Gli interventi del Fondo per la Crescita Sostenibile

In tema di operatività, osservando sia gli interventi a sportello che quelli negoziali (i.e. Accordi per l’innovazione), dal 2014 ad oggi il Fondo per la Crescita Sostenibile ha agevolato 867 imprese, favorito 2,5 miliardi di euro di investimenti privati e concesso agevolazioni per 1,4 miliardi di euro.

Un elemento particolarmente significativo che emerge dall’analisi di operatività è indubbiamente l’alto tasso di rappresentatività tra le imprese agevolate delle PMI (67%). Tale evidenza testimonia, da un lato, che le PMI italiane segnalano un alto interesse ad attivare o ampliare i processi innovativi in grado di rafforzare la loro capacità competitiva, dall’altro lato, che il FCS nell’operatività corrente è uno strumento particolarmente adatto a colmare tale fabbisogno.

Agrifood, Scienze della vita e Fabbrica Intelligente

In ottica più recente con riferimento alle ultime iniziative avviate sul FCS, di particolare rilievo è l’intervento, a valere sull’asse I del PON I&C, in favore di progetti di ricerca e sviluppo nei settori applicativi della SNSI relativi a Agrifood, Scienze della vita e Fabbrica Intelligente, che prevede una dotazione di circa 563 milioni di euro. Tale nuovo intervento, in termini più complessivi, mira a fornire una risposta robusta ai fabbisogni di ricerca, sviluppo e innovazione emersi dagli operatori nel Mezzogiorno in tali ambiti tematici. Il macro-obiettivo di sfondo all’intervento è rappresentato dall’esigenza di rafforzare l’ecosistema innovativo nel Sud Italia negli ambiti tematici in cui le potenzialità competitive del tessuto produttivo sono alte.

In ottica d’insieme è possibile constatare che molto è stato fatto, tuttavia, resta sul tappeto l’esigenza di verificare quale sia l’effettivo impatto generato dagli interventi. Il tema della ivalutazione, pertanto, nel corso degli ultimi anni è stato incorporato sempre più all’interno dei processi gestionali al fine di garantire una verifica ex post delle attività correnti, individuando punti di forza e di debolezza delle iniziative implementate. Considerata la natura (i.e. strumenti di supporto alle attività privata di R&S&I) e i relativi tempi di maturazione degli interventi (almeno 5 anni), tuttavia, i primi risultati valutativi sull’impatto del FCS potranno essere prodotti tra circa due anni.

Giuseppe Catapano: Fattore vincente e motore per lo sviluppo

Nel mercato globale la competizione continua a crescere ed accelerare. Aumenta la domanda soprattutto grazie ai mercati in ascesa e aumenta l’offerta soprattutto grazie ai nuovi produttori. Nei settori ad elevata tecnologia permangono forti barriere all’ingresso, ma riescono solo a rallentare e selezionare l’arrivo di nuovi concorrenti, non ad impedirlo.

L’arrivo di nuovi concorrenti
Su quest’ultimo fronte giocano molteplici fattori:

1) La globalizzazione comporta un maggiore e più facile trasferimento delle conoscenze (comprese le tecnologie) e delle persone (comprese quelle ad elevata istruzione), anche grazie alla maggiore facilità di comunicazione e movimento.

2) L’innovazione tecnologica di prodotto e di processo lascia ampio spazio all’intervento umano sia direttamente sia attraverso il supporto informatico e, quindi, non sempre è richiesta la presenza di massicci investimenti fissi.

3) L’acquisto di prodotti ad elevata tecnologia è condizionato al trasferimento di capacità tecnologiche e industriali. Che questo avvenga per ragioni politiche o anche economiche è, da questo punto di vista, irrilevante. E che si tratti di centrali atomiche o di impianti per l’energia o di velivoli, elicotteri, navi militari o aerei passeggeri (solo per citare i casi più conosciuti), lo è altrettanto.

4) Le nuove potenze regionali spingono per entrare in questi settori perché importanti per la loro crescita (in ragione dell’effetto trainante), perché prestigiosi (il caso più eclatante è quello spaziale), perché fondamentali ai fini della loro sicurezza e difesa.

5) I Paesi più industrializzati limitano solo parzialmente i trasferimenti tecnologici (prodotti militari altamente sofisticati) soprattutto per la necessità di trovare nuovi mercati di sbocco per prodotti sempre più avanzati e costosi che i loro mercati interni non sono in grado di mantenere.
Solo gli Stati Uniti fanno eccezione a questa regola e, anche per questo, riescono a controllare meglio i trasferimenti tecnologici. La Russia è molto più disinvolta, come gli stessi Paesi europei, soprattutto in questo periodo di crisi o basso sviluppo economico e di taglio delle spese militari.

Nella competizione globale l’innovazione tecnologica è uno dei fattori vincenti ed è riconosciuta da tutti come il motore dello sviluppo.

Innovazione di prodotto e di processo, una valanga
L’opinione pubblica vede quasi esclusivamente e inevitabilmente l’innovazione di prodotto che permea la vita quotidiana. E questo vale ormai in tutto il mondo, escluse le sole aree ad altissima povertà.

Ma, in realtà, è ancora più importante l’innovazione di processo perché ne rappresenta la premessa, coinvolge tutti i settori (compresi quelli dove i prodotti apparentemente restano gli stessi e non sono considerati sofisticati) ed è completamente trasversale.

Anche per queste ragioni in tutti i paesi l’innovazione tecnologica è sostenuta direttamente o indirettamente dai governi, poco importa se attraverso politiche fiscali, della ricerca, della formazione, disponibilità di finanziamenti, realizzazione di infrastrutture, centri e istituti di ricerca.

Fra tutti gli altri, il settore forse più supportato è quello dell’aerospazio, sicurezza e difesa perché aggiunge alla componente tecnologica e industriale una caratteristica unica ed essenziale, quella della tutela e della difesa del proprio sistema-paese.

L’innovazione tecnologica assomiglia, in positivo, ad una valanga: aumenta continuamente la sua velocità e trova nuova energia nella sua corsa (e, simbolicamente, travolge ogni ostacolo): bisogna, quindi, starci davanti e anticiparne l’evoluzione, correndo come e, se possibile, più degli altri, se si vuole rimanere nel gruppo di testa o, per lo meno, non restare troppo distaccati: alle spalle si ingrossa e si avvicina il gruppo degli inseguitori.

Il caso Italia: ritardi e limiti
L’Italia costituisce un caso originale. È entrata in ritardo, rispetto ai Paesi concorrenti, nei settori ad elevata tecnologia. Ma le ridotte dimensioni del mercato nazionale e la dispersione dei finanziamenti pubblici su troppi fronti, hanno finito con il limitare il “tasso di sopravvivenza” delle nostre capacità di innovazione. Il risultato è che oggi, fra i pochi settori sopravvissuti, il principale è rappresentato dall’aerospazio, sicurezza e difesa.

Qui lo Stato italiano ha, oltre tutto, una doppia responsabilità: è, come tutti gli altri, “regolatore” del mercato, principale acquirente, sostenitore dell’export, finanziatore della ricerca tecnologica, ma è fra i pochi ad essere anche l’azionista di riferimento dei principali gruppi industriali nazionali, Finmeccanica e Fincantieri.

Il problema è che questa seconda funzione si estrinseca quasi esclusivamente con la nomina dei suoi vertici e non con la definizione e coerente attuazione di una politica di settore, anche a causa della mancanza di una cabina di regia che raccolga e superi le diverse competenze e gelosie ministeriali.

Questa azione di guida risulta ancora più importante di fronte all’integrazione del mercato europeo e all’inevitabile ripresa del processo di razionalizzazione e ristrutturazione dell’industria europea. Decidere dove vogliamo restare, dove possiamo accettare di essere interdipendenti coi partner europei, dove dobbiamo abbandonare il campo, è una responsabilità del Governo che non può essere elusa o delegata.

Coerenza con il Libro Bianco
Non a caso il recente Libro Bianco della Difesa prevede una collaborazione interministeriale volta a rafforzare le nostre capacità tecnologiche e industriali attraverso l’elaborazione di un Piano, mantenuto periodicamente aggiornato, che individui le attività strategiche nel campo della difesa e della sicurezza, anche tenendo conto delle potenziali applicazioni duali delle relative tecnologie.

Primo obiettivo da perseguire è, quindi, scegliere dove vogliano restare. Là dobbiamo, però, crescere perché non abbiamo alternative. Non possiamo stare fermi: o andiamo avanti o andiamo indietro.

Dobbiamo, però, essere coerenti. Se si definisce un’attività strategica per il Paese, bisogna conseguentemente concentrarvi le energie e le risorse disponibili e non disperderle a pioggia su troppi fronti. Ma bisogna anche assicurare un livello minimo di finanziamenti, stabili nel tempo, senza i quali è inutile cercare di attuare una politica di settore.

Anche di questo si parlerà nel Convegno che lo IAI in collaborazione con Avio Aero organizza il primo luglio su “Sviluppo e innovazione nei settori a elevata tecnologia”.

Giuseppe Catapano informa: PMI Campania, finanziamenti fino a € 280.000 per internazionalizzazione e promozione sui mercati internazionali.

Con decreto dirigenziale n. 208 del 9 marzo 2015 Regione Campania ha pubblicato la direttiva di attuazione per gli interventi finalizzati alla internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese campane. La misura attinge risorse per € 30.000.000 dalla dotazione complessiva del Fondo Regionale per lo Sviluppo delle P.M.I.
Attenzione, la direttiva pubblicata non rappresenta un bando per l’accesso ad agevolazioni. Occorre attendere la pubblicazione dell’avviso pubblico, ad iniziativa di Sviluppo Campania S.p.A., prima di poter presentare le proposte progettuali.

Beneficiari

Potranno accedere ai finanziamenti previsti dalla direttiva internazionalizzazione le micro, piccole e medie imprese, sia in forma singola che associata in A.T.S., A.T.I., reti d’imprese, consorzi, società consortili, che abbiano almeno una sede operativa in Campania.

Sono esclusi dalle agevolazioni, salve le eccezioni indicate di seguito, progetti di internazionalizzazione che provengono dalle imprese operanti nei seguenti settori:

agricoltura, silvicoltura e pesca;
attività manifatturiere delle industrie alimentari, ad eccezione delle seguenti classi che sono ammesse: lavorazione e conservazione delle patate; produzione di succhi di frutta e di succhi di ortaggi; altra lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi; produzione di oli e grassi; produzione di gelati senza vendita diretta al pubblico; produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi; produzione di fette biscottate, biscotti, prodotti di pasticceria conservati; produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili; lavorazione del tè e del caffè; produzione di pasti e piatti preparati; produzione di preparati omogeneizzati e di alimenti dietetici; produzione di altri prodotti alimentari non classificati altrove;
industria delle bevande, ad eccezione delle seguenti classi, che sono ammesse: distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici; produzione di vini da uve; industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia;
è esclusa tutta la divisione industria del tabacco.
Progetti di investimento per la internazionalizzazione delle P.M.I.

Sono ammessi a finanziamento i progetti di internazionalizzazione a valenza extra-regionale consistenti in almeno due delle seguenti attività:

partecipazione a fiere e saloni a valenza internazionale;
promozione di prodotti e servizi su mercati internazionali mediante utilizzo temporaneo di uffici o sale espositive all’estero, strutture logistiche, centri di assistenza post-vendita e centri servizi;
servizi promozionali;
supporto specialistico all’internazionalizzazione ivi compreso il supporto gestionale mediante coinvolgimento di un temporary export manager (TEM);
servizi di supporto per decisioni di alleanze all’estero (joint venture di tipo equity e non equity, alleanze strategiche, etc).
Le attività devono avere inizio entro il 31.12.2015.

Natura ed ammontare delle agevolazioni

La dotazione finanziaria del Fondo è pari a € 30.000.000. Le agevolazioni sono concesse nella forma del agevolato di importo compreso tra un minimo di € 50.000,00 e un massimo di € 280.000,00 per ciascuna impresa partecipante. Nel caso di progetti presentati in forma aggregata il finanziamento non potrà eccedere, complessivamente, l’importo di € 1.000.000. Il finanziamento deve essere adeguatamente garantito, è destinato a coprire il 100% delle spese ammissibili da rimborsare in 7 anni con rate trimestrali al tasso dello 0.50%.

Modalità e termini di presentazione delle domande

La direttiva pubblicata non rappresenta è un bando per la selezione di progetti d’investimento da finanziare. Occorre attendere la pubblicazione dell’avviso pubblico reso ad iniziativa di Sviluppo Campania S.p.A. prima di poter conoscere i termini di presentazione delle domande di finanziamento.