Catapano Giuseppe informa: La responsabilità civile dei magistrati è legge.Legnini (Csm), possibili ricorsi, Renzi: momento atteso da 28 anni

“Responsabilità civile dei magistrati: una firma attesa da 28 anni. Un gesto di civiltà #lavoltabuona”. Così il presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato su Twitter di avere controfirmato la lkegge approvata dal parlamento appunto a 28 anni dal referendum di cui mai si è tenuto conto fino a ieri. Lavoltabuona per Renzi, dunque, meno per il Csm, se è vero che, ha detto questa mattina in una intervista alla Repubblica Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm. “nella legge sulla responsabilità civile ci sono stati passi in avanti ma anche punti critici da osservare attentamente”. Ricorsi? “E’ un rischio che c’è e si se si dovesse verificare sarà necessario intervenire”. Per Legnini, vanno ascoltate le preoccupazioni dei magistrati “che mi sembrano espresse nell’interesse della loro indipendenza e quindi dei cittadini”. E ancora, riferendosi alla normativa nello specifico, Legnini afferma di prendere atto “della disponibilita’ di Orlando a rimeditare l’impatto della legge. Il Plenum si espresse con chiarezza. Due erano e rimangono i punti critici, la valutazione preliminare di cui abbiamo parlato e la clausola di salvaguardia soprattutto sul travisamento del fatto e delle prove. Con il consenso di tutti”, ha spiegato Legnini, vorrei affidare al Csm un attento monitoraggio sull’attuazione e gli effetti concreti della legge per suggerire, eventualmente, nell’esercizio delle prerogative proprie del consiglio,le modifiche necessarie per salvaguardare la serenita’ e l’indipendenza dei magistrati”. Era stata la camera ieri, con 265 si’, 51 voti contrari e 63 astenuti, ad approvare in via definitiva la riforma della responsabilità civile dei magistrati.

Questi i punti principali del provvedimento:

– Responsabilità indiretta. Resta fermo il principio per cui è lo Stato che risarcisce direttamente i danni della ‘malagiustizia’ potendo solo in seconda battuta rifarsi sul magistrato. Il cittadino che ha patito un danno ingiusto, in altri termini, potra’ esercitare l’azione risarcitoria esclusivamente nei confronti dello Stato.
– Obbligo di rivalsa. L’azione di rivalsa dello Stato diventa obbligatoria. Il risarcimento al magistrato dovra’ essere chiesto entro due anni dalla sentenza di condanna nel caso di diniego di giustizia o quando la violazione e’ stata determinata da dolo o negligenza inescusabile. Quanto all’entita’ della rivalsa, cresce la soglia attualmente fissata a un terzo: il magistrato rispondera’ ora con lo stipendio netto annuo fino alla meta’. Se vi e’ dolo, l’azione risarcitoria e’ pero’ totale.
– Soppressione del ‘filtro’. Niente piu’ controlli preliminari di ammissibilita’ della domanda di risarcimento contro lo Stato. L’attivita’ di ‘filtro’ (verifica dei presupposti e valutazione di manifesta infondatezza) oggi affidata al tribunale distrettuale e’ cancellata.
– Confini della colpa grave. Si ridefiniscono e integrano le ipotesi di colpa grave. Oltre che per l’affermazione di un fatto inesistente o la negazione di un fatto esistente, scattera’ la colpa grave in caso di violazione manifesta della legge e del diritto comunitario e in caso di travisamento del fatto o delle prove. Colpa grave sara’ anche l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.
– Travisamento fatto o prove. I lavori parlamentari, richiamandosi a un’interpretazione costituzionalmente orientata della norma, hanno chiarito come il ‘travisamento’ rilevante ai fini della responsabilita’ civile del magistrato sia unicamente quello macroscopico ed evidente, tale da non richiedere alcun approfondimento di carattere interpretativo o valutativo.
– Clausola salvaguardia. Viene ridelineata la portata della ‘clausola di salvaguardia’: pur confermando che il magistrato non e’ chiamato a rispondere dell’attivita’ di interpretazione della legge e di valutazione del fatto e delle prove, si escludono espressamente da tale ambito di irresponsabilita’ i casi di dolo, di colpa grave e violazione manifesta della legge e del diritto della Ue.

Le reazioni.

L’ex magistrato Violante. “La legge riesce a conciliare il valore dell`indipendenza dei magistrati con quello del diritto al risarcimento per il cittadino danneggiato da un eclatante abuso giudiziario. Un equilibrio difficile per i valori che sono in gioco. Fino a una cinquantina di anni fa vigeva, per i magistrati, un principio di autorità che li rendeva intangibili. Oggi prevale il principio di trasparenza; il magistrato, come chiunque eserciti un pubblico potere, deve giustificare continuamente il suo operato”, è stato il commento a caldo di Luciano Violante, ex magistrato ed presidente della Camera. “La legge”, ha proseguito, “segna una sorta di linea di confine attorno all`azione dei magistrati. Bisogna tutelare i cittadini da gravissime distorsioni e, insieme, proteggere la magistratura da possibili ‘aggressori’ economicamente forti”. Sarebbe necessario un contrappeso “per evitare di esporre la magistratura ad aggressioni strumentali servirebbe una norma che punisca l`azione temeraria di chi ricorre ingiustificatamente contro un giudice”.

Dura l’Anm. “Il ministro Orlando ha detto che questa riforma è una rivoluzione, un passaggio storico; invece e’ una rivoluzione contro la giustizia, contro l’indipendenza dei magistrati”. Cosi’ il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, ha commentato il via libera definitivo della Camera sulla nuova legge in materia di responsabilita’ civile delle toghe. Una norma, ha ricordato Sabelli, che contiene “profili di illegittimita’ costituzionale” e che “al di la’ dei gravi effetti che avra’, e’ un segnale negativo per il presidio della legalita’”. La politica, sostiene il leader del sindacato delle toghe “oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalita’, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. E’ una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione”. Con questa nuova norma, continua Sabelli, “si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi e’ un rischio di azioni strumentali” dando “la possibilita’ alla parte processuale piu’ forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. E’ una strada pericolosa verso una giustizia di classe”. Quanto alle iniziative di protesta contro questa riforma, il leader dell’Anm ribadisce che “lo sciopero non e’ uno strumento efficace, ma controproducente, perche’ rischia di rappresentare i magistrati come una casta rissosa che difende privilegi, cosa che non è affatto”.

Legnini (Csm) : le preoccupazioni della magistratura vanno ascoltate

Il Csm interviene sulla Riforma che introduce la responsabilità dei giudici e i timori espressi dall’Anm. “Le preoccupazioni della magistratura vanno ascoltate” ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha aggiunto: ‘Il Csm si candida a monitorare gli effetti della nuova normativa sulla responsabilità civile dei magistrati’. Legnini ha spiegato che in particolare l’intenzione è di verificare se “l’autonomia, l’indipendenza e la serenità dei magistrati siano incise” dalla nuova normativa. La volontà del Consiglio superiore è anche quella di “accertare già in una prima fase se effettivamente (come temiamo) ci sia un eccesso nel ricorso alle azioni risarcitorie”, spiega Legnini, annunciando che proporrà dunque al Csm, ma anche al ministro della Giustizia Orlando, “di fare una verifica attenta perché le preoccupazioni dei magistrati non vanno sottovalutate”.

I tweet. “Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge!”, ha scritto Matteo Renzi. “Responsabilità civile dei magistrati: sempre detto, mai fatto. Ora e’ legge. Noi protagonisti del cambiamento”, ha twittato Angelino Alfano. “Una riforma che ci riporta verso una giustizia di classe. Timorosa di chi è più forte, meno attenta ai diritti dei deboli”, ha replicato con un cinguettio Magistratura Democratica

Pini corona un sogno. Con voto difforme dal suo partito, la Lega Nord, che si è astenuto, ha votato a favore della responsabilità civile dei magistrati anche il deputato Gianluca Pini. Nella passata legislatura era stato l’autore di un emendamento sulla responsabilita’ diretta delle toghe nella legge Comunitaria, che aveva suscitato un vespaio di polemiche. In Aula Pini ha spiegato di voler votare a favore per coerenza con una battaglia da lui iniziata e che ha permesso di cambiare la legge dopo piu’ di venti anni.

Il commento di Italia Oggi

Magistrati, cambia la colpa grave. Le toghe, infatti, potranno risponderne (se pur in via indiretta) in tutti i casi in cui sussisterà una violazione manifesta della legge, anche europea, o in tutti casi in cui saranno travisati fatti o prove. Il tutto, alla luce della chiarezza della norma. Non solo. Il rischio di imbattersi nella colpa grave sussisterà ogniqualvolta sarà emesso un provvedimento cautelare personale o reale senza motivazione o fuori dai casi previsti dalla legge e ogniqualvolta sarà affermato o negato un fatto la cui esistenza risulti o meno dagli atti del procedimento. Questa una delle colonne portanti del testo sulla responsabilità civile dei magistrati che, in queste ore, è al vaglio dell’aula della camera per la seconda e ultima lettura. Il testo, infatti, rimasto inalterato nel passaggio in commissione giustizia a Montecitorio dopo essere stato licenziato dal senato alla fine del novembre scorso (si veda ItaliaOggi del 21 novembre 2014), si appresta a non subire modifiche nemmeno in aula. Ieri, infatti, come annunciato dal relatore di minoranza Andrea Colletti (M5S), il viceministro della giustizia Enrico Costa ha bocciato tutte le proposte di modifica presentate. Si appresta, quindi, ha trovare conferma l’impianto normativo in base al quale lo stato in prima battuta e poi i magistrati, saranno chiamati a risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale non più solo nei casi in cui si sia verificata la privazione della libertà personale, ma in tutti casi in cui abbiano causato un danno ingiusto. La responsabilità si porrà, però, come indiretta. Sarà, infatti, lo stato a rivalersi in un secondo momento sul magistrato interessato. Rivalsa che potrà arrivare a comprendere fino al 50% dello stipendio annuo del magistrato, al netto delle trattenute fiscali, ma che nel caso in cui venisse effettuata mediante trattenuta dallo stipendio non potrà eccedere un terzo del compenso netto. Al fine, però, di stabilire la sussistenza della responsabilità per violazione di legge e del diritto dell’Ue dovrà essere valutato il grado di chiarezza e precisione delle norme violate, nonché della inescusabilità e della gravità dell’inosservanza. In caso di violazione manifesta del diritto Ue dovrà, inoltre, essere considerata anche della mancata osservanza dell’obbligo di rinvio pregiudiziale e dell’interpretazione delle norme eventualmente date dalla Corte di giustizia Ue.