Giuseppe Catapano informa: Isis, smantellata cellula in Italia: tre arresti

Smantellata cellula in Italia: 3 arresti tra Torino e Albania. Reclutava aspiranti jihadisti. Perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana. Il militante islamico arrestato dalla polizia in Italia e’ un 20enne cittadino italiano di origine marocchina, residente in provincia di Torino, attivissimo su internet e ritenuto l’autore di un testo, redatto in italiano, dal titolo “Lo Stato Islamico, una realta’ che ti vorrebbe comunicare”, diffuso attraverso i social network dallo scorso novembre e finito sui giornali qualche settimana fa. Si tratta di un documento di 64 pagine che illustra nel dettaglio le attivita’ del Califfato nei territori occupati, descrivendolo come un vero e proprio “Stato” che offre benessere e protezione ai suoi cittadini, ma nel contempo spietato con i suoi nemici. La sua importanza – secondo gli investigatori – non risiede tanto nei contenuti, che ormai si ritrovano in molteplici testi o video diffusi dallo Stato Islamico tramite Internet, quanto piuttosto nel fatto che e’ stato ideato per essere destinato specificatamente a un potenziale pubblico italiano o di lingua italiana. Le indagini hanno documentato che lo scritto e’ stato poi rilanciato da altri utenti, attraverso facebook o siti Internet, per consentirne la massima diffusione tra gli islamici che parlano italiano.

I due albanesi bloccati dalla Polizia di Stato, rispettivamente in provincia di Torino e in Albania, nell’ambito dell’operazione “Balkan Connection”, dopo la partenza di un italo-marocchino residente nel bresciano, avevano individuato un altro aspirante combattente da inviare in Siria. Si tratta di un giovanissimo italo-tunisino residente in provincia di Como, ancora minorenne all’epoca dei primi approcci avvenuti sempre tramite Internet, che, inizialmente titubante, era stato progressivamente convinto ad aderire al Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi. Proprio per rinforzare i suoi propositi di combattente, l’estremista arrestato oggi in Albania era appositamente venuto in Italia per incontrarlo. In applicazione della recenti misure di contrasto al fenomeno dei foreign fighters introdotte con il recente decreto legge antiterrorismo, il giovane italo-tunisino sara’ sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Contestualmente, il questore di Brescia ha disposto la sospensione dei suoi documenti validi per l’espatrio.

Il nipote faceva il procacciatore via web di potenziali mujaheddin, lo zio completava l’inserimento in gruppi combattenti grazie ai suoi “contatti diretti” con scenari di guerra come la Siria insieme al ventenne italiano di origine marocchina residente in provincia di Torino. Ora l’accusa per i due albanesi è di “reclutamento con finalità di terrorismo”. Per il 20enne italo-marocchino il reato ipotizzato è invece di “apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di Internet”. L’operazione è stata condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle Questure di Como, Torino e Massa Carrara. I due reclutatori conoscevano Anas e avevano convinto a combattere per l’Isis anche un italo-tunisino residente in provincia di Como, all’epoca ancora minorenne. Le indagini sono partite dai contatti tra El Abboubi e i due albanesi. Prima di arrivare in Siria Anas, già arrestato dalla Digos a giugno del 2013 e scarcerato, si era addestrato proprio in Albania

Il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno ha confermato, in conferenza stampa, i tre arresti e le 8 perquisizioni effettuate nell’ambito dell’indagine sull’Isis. L’inchiesta – ha spiegato – e’ stata avviata nel 2012 e interessa oltre Brescia, Como il Piemonte e la Toscana. Due arresti riguardano il reato di “arruolamento per finalita’ di terrorismo internazionale”, il terzo, un italiano figlio di marocchini, e’ accusato di aver diffuso su Internet il documento ‘Stato islamico’, “il primo documento di propaganda – ha detto Buonanno – scritto in italiano”.

“Se non fossimo intervenuti, riteniamo che a breve molti avrebbero potuto aderire a questa deriva”. Cosi’ il dirigente della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola, durante la conferenza stampa in Procura sull’operazione ‘Balkan connection’. Il sostituto procuratore Lesti ha poi spiegati che il materiale sequestrato agli arrestati – pubblicistica e filmati video diffusi sul web – erano “destinati a italiani di seconda generazione che, al compimento del 18mo anno d’eta’ sarebbero diventati cittadini italiani”. In particolare, il documento in italiano era chiaramente “diretto a ragazzi italiani, un target ben definito”.

“La regione balcanica si confermaì nodale per il radicalismo di matrice islamica, in virtu’ dell’incessante attivismo di soggetti e di gruppi estremisti di orientamento salafita, sempre piu’ coinvolti nel reclutamento e nel trasferimento di jihadisti in territorio siriano ed iracheno”. L’allarme lanciato dai servizi segreti italiani nell’ultima Relazione al Parlamento pare confermato dall’operazione di polizia che stamane ha portato alla scoperta di una cellula di presunti estremisti attivi sull’asse Italia-Albania. I nostri 007 segnalano come “particolarmente attivi alcuni gruppi presenti in Albania, Bosnia-Erzegovina, FYROM, Kosovo, Montenegro e Serbia”, gruppi che “ruotano attorno a leader per lo piu’ bosniaci e di etnia albanese”. E “specie in Kosovo, al di la’ dell’approccio radicale predicato da taluni imam, l’idea del jihad sembra allignare soprattutto in alcune aree meridionali, dove il diffuso disagio socio-economico accentua la permeabilita’, specie tra i piu’ giovani, all’azione di proselitismo di impronta salafita”.

“L’Isis è in Italia. Adesso continueranno ad accusarci di razzismo o daranno ascolto alle nostre proposte?”. Lo chiede il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, in riferimento agli arresti di tre persone avvenuti oggi fra l’Italia e l’Albania in un’operazione anti-terrorismo contro una presunta cellula di jiahadisti con accuse di reclutamento con finalità di terrorismo. “Quante volte come Lega abbiamo ripetuto che favorire un’immigrazione incontrollata comporta il pericolo di infiltrazioni terroristiche tra i clandestini?”, è l’accusa di Calderoli che sottolinea come “da sinistra ci sono piovute addosso accuse di ogni tipo, da quella di razzismo a quella di xenofobia, ma sarei curioso di sapere se questi buonisti hanno il coraggio di ripetere le stesse accuse oggi, che è stata ufficialmente scoperta una cellula dell’Isis nel nostro paese”. Calderoli afferma ancora: “Le operazioni dell’antiterrorismo, alcune delle quali ancora in corso, in Lombardia, Piemonte e Toscana evidenziano uno scenario preoccupante. Ringrazio le Forze dell’ordine che hanno permesso di scoprire questa rete internazionale di contatti jihadisti, ma – evidenzia – c’è la responsabilità del governo Renzi, e in particolare del ministro Alfano, di averci regalato questo scenario da incubo che mi auguro con tutto il cuore non debba in futuro diventare ancora più fosco”. “Adesso ascoltino le nostre proposte, bloccando le partenze verso l’Italia, sospendendo le operazioni di traghettamento, chiudendo le frontiere e ripristinando la legalità – conclude – con la speranza che non sia ormai troppo tardi”.