“L’accoglienza è difficile, complessa e necessaria. Occorre solidarietà e intelligenza, cose di cui il nostro Paese è capace di fare uso”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Vicenza per la cerimonia del centesimo anniversario della nascita di Mariano Rumor.
Mattarella interviene sul tema emergenza migranti sostenendo che serve unità sia dentro che fuori i confini nazionali ed evidenziando il “momento in cui l’Europa deve affrontare una allarmante crescita dei flussi migratori”.
“Siamo tutti chiamati – dichiara Mattarella – a una azione inclusiva di solidarietà verso chi fugge da guerra, miseria, persecuzioni e fame e va alla disperata ricerca di una vita migliore e più sicura”. Mattarella quindi aggiunge che “libertà, pace e sicurezza sono valori fondanti della comunità europea e non possono essere considerati esclusivi”.
Oggi il Papa sollecita la comunità internazionale ad agire. Il Papa ha ricordato i tanti che cercano “rifugio lontano dalla loro terra” e “una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati la loro dignità”, e ha incoraggiato “l’opera di quanti portano loro un aiuto” e auspicato che “la comunità internazionale agisca in maniera concorde e efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate”.
“Vi invito tutti – ha dichiarato il Papa per la Giornata mondiale del rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite – a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono le porte a questa gente che cerca una famiglia, che vuole essere custodita”.
“Preghiamo – ha esortato il Papa rivolto ai 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro – per tanti fratelli e sorelle che cercando rifugio lontano dalla loro terra, che cercano una casa dove poter vivere senza timore, perchè siano sempre rispettati nella loro dignità”.
migranti
Catapano Giuseppe osserva: Parigi: “Migranti non passano”. Renzi: “Ue solidale o faremo da soli”
Ancora nuovi arrivi di migranti a Ventimiglia (Imperia). Decine di africani, in prevalenza eritrei, sono affluiti con i treni della notte nella città ligure al confine con la Francia, nella speranza di passare la frontiera, bloccata dalla gendarmeria d’Oltralpe.
Alcuni sono radunati in zona stazione, dove le Ferrovie dello Stato tengono aperta anche di notte l’area servizi e sono stati allestiti wc chimici e cabine doccia, altri si trovano nei pressi di Ponte San Lodovico.
Sui controlli della gendarmeria oltre il confine di Ventimiglia è intervenuto il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, spiegando che sono dettati dalla volontà di “far applicare le regole europee di Schengen e Dublino”. Cazeneuve ha aggiunto che i migranti che si trovano al confine italo-francese “non hanno il diritto di passare e l’Italia che deve farsene carico”. “Questa è la legge europea”, ha rimarcato in un’intervista all’emittente Bfmtv, riferendosi alle regole di Dublino II, secondo cui è il primo Paese di accoglienza quello che deve farsi carico dei richiedenti asilo.
“I migranti dall’Africa occidentale, migranti economici irregolari – ha continuato – devono essere respinti alla frontiera. E poi ci sono quelli che sono considerati rifugiati, dei quali dobbiamo esaminare la loro domanda d’asilo”, per questo serve “una politica europea di accoglienza”. Cazeneuve ha chiarito che la frontiera italo-francese a Ventimiglia “non è chiusa”, semplicemente la Francia sta effettuando controlli per far rispettare le regole europee secondo cui i migranti registrati in Italia devono essere “riammessi” in quel Paese. “Non c’è alcun blocco delle frontiere – ha precisato – perché noi siamo uno spazio aperto, c’è semplicemente il rispetto, al confine franco-italiano, delle regole di Schengen e Dublino”.
Il ministro ha poi ricordato che “dall’inizio dell’anno sono arrivati in Grecia 50mila migranti, 50mila migranti sono arrivati in Italia… Si tratta di migranti economici irregolari, che provengono dall’Africa dell’ovest e che sono in fuga non per ragioni collegate alle persecuzioni, ma alla volontà di vivere meglio in Europa. Noi non li possiamo accogliere, bisogna che siano riportati alla frontiera, che ritornino in Africa”.
Il premier Matteo Renzi ha ribattuto che sulla questione dei flussi migratori “l’Europa deve farsi carico di risolvere tutti insieme il problema”, ed “è evidente che le posizioni muscolari che alcuni ministri dei nostri Paesi amici stanno avendo vanno nella direzione opposta”. “Se l’Europa vuole essere l’Europa ha il dovere di affrontare il problema tutti insieme – ha scandito – Se non sarà così faremo da soli, siamo in condizione di affrontare il problema. Questo è il nostro piano B, siamo un grande Paese. Ma non sarebbe una sconfitta per l’Italia ma per l’Europa”.
“L’Europa è a un bivio, se vuole essere la comunità di persone come noi l’abbiamo sognata, immaginata e costruita deve farsi carico di risolvere tutti insieme il problema drammatico di chi viene dall’Eritrea fuggendo dalla dittatura, entra in Libia terra di nessuno e affidandosi a schiavisti cerca di avere rifugio in Europa. Questo è il piano A, la soluzione migliore e preferita”, ha spiegato il premier, dicendosi convinto che “Juncker abbia nel Dna i valori e la volontà di affrontare il problema come una comunità solida e solidale, e quindi sia in condizione di fare proposte all’altezza”.
“Che senso ha che l’Europa ci dice tutto sui vincoli economici e poi lascia morire le persone per chiudere le frontiere? Se così sarà ne prenderemo atto, muovendoci in autonomia come Italia, ma sarebbe una sconfitta per tutta l’Europa”, ha ribadito il presidente del Consiglio. “L’Italia non può consentire a nessuno, alla Francia come nessun altro, di avere navi nel Mediterraneo e lasciarle lì”, ha aggiunto Renzi.
Una portavoce della Commissione europea ha riferito che il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, incontrerà i ministri degli Interni di Italia, Francia e Germania a margine del Consiglio Ue di domani a Lussemburgo che si occuperà principalmente di immigrazione.
La Commissione europea sta verificando con Francia e Austria il rispetto delle regole di Schengen dopo che numerosi migranti sono stati bloccati al confine con l’Italia. “Siamo in contatto con tutte le autorità nazionali francesi e austriache per verificare qual è la situazione sul terreno. Tutti gli Stati membri devono rispettare gli accordi di Schengen e il sistema comune di asilo”, ha rimarcato la portavoce dell’esecutivo Ue, aggiungendo che la Commissione europea “non è a conoscenza di piani B” dell’Italia per la gestione dell’immigrazione.
MILANO – A Milano si è svolto un vertice straordinario in prefettura per discutere dell’emergenza profughi. Al termine il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto che “domani sarà consegnato il Cara alla Croce Rossa Italiana con 200 posti in più a disposizione per l’accoglienza e la stessa cosa sarà fatta con il Cie, del quale verrà autorizzata l’estensione della capacità di accoglienza. In questo modo l’ordine sarà completamente ripristinato e i presìdi di polizia alla Stazione Centrale potranno tornare ad occuparsi di sicurezza”.
ROMA – Daniel Zagghay, coordinatore del Baobab, ha spiegato all’Adnkronos la situazione nella struttura di via Cupa a Roma che da giorni ospita i ‘transitanti’ eritrei e etiopi. “La notte scorsa abbiamo dato ospitalità a 410 persone, la metà rispetto a tre giorni fa. Più di 80 i bambini – ha riferito – Ieri sono partite circa 150 persone e ne sono arrivate una quarantina, un numero basso rispetto ai giorni precedenti. Questa mattina gli arrivi sono stati solo quattro”. Anche la notte scorsa qualcuno ha dormito fuori dalla struttura, lungo via Tiburtina: “Erano circa una ventina e abbiamo cercato di indirizzarli verso la Croce Rossa ma erano stanchi e già dormivano. Oggi cercheremo di prevenire questa situazione”.
“Stiamo continuando a distribuire pasti. In questi giorni è arrivato di tutto: tantissime persone sono venute a portare nel centro cibo, vestiario. Al momento – ha sottolineato Zagghay – quello che serve è soprattutto cibo, vestiti per bambini, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia degli ambienti. E i volontari sono i benvenuti anche per organizzare gli aiuti che arrivano, per distribuirli”.
Giuseppe Catapano informa: SI È APERTA UNA FASE DI TRIBOLATA FIBRILLAZIONE CHE SOLO RENZI PUÒ CHIUDERE. CAMBIANDO MUSICA E ROTTA
Detto, fatto. Avevamo pronosticato – maledetti gufi, penserà Renzi – che con quei risultati le elezioni regionali avrebbero prodotto frutti avvelenati per la politica, ed ecco che appena due settimane dopo il voto siamo qui a dover constatare i nostri timori erano fondati. Da un lato le fibrillazioni dentro le istituzioni, come la lite governo-regioni (Lombardia, ma non solo) sulla questione dell’accoglienza dei migranti, e dentro i partiti, con lo scontro De Luca-Bindi che arriva in tribunale e rende insanabile la spaccatura dentro il Pd, e con Verdini che trasloca insieme al suo manipolo di “volonterosi” lasciando Berlusconi ancor più in mutande di quanto già non fosse. Dall’altro, le vicende giudiziarie, da “Mafia capitale” al “caso Azzolini”, che rappresentano altrettanti ordigni pronti ad esplodere, rischiando di far traballare anche il governo. Tanto più se, come si vocifera, ci aspettano nuovi capitoli della vicenda romana, per cui la scelta di difendere Marino e la sua giunta potrebbe rivelarsi un boomerang e la contromossa di “commissariare” preventivamente il Giubileo insufficiente. E come sempre avviene nell’intossicato sistema Italia quando un potere forte perde qualche colpo, ecco puntuali alcune vicende “pelose” che rappresentano altrettanti segnali inequivocabili: dalla notizia che Buzzi aveva finanziato la Fondazione di Renzi – in modo regolare, ma che importa – a quella che l’indagine ligure sul padre del presidente del Consiglio, pur essendo stata chiusa, non viene archiviata, giusto per tenere un fucile puntato alla testa del figlio. Se poi lo stesso Renzi ci mette del suo, commettendo errori di metodo e merito come ha fatto con la dilettantesca gestione delle nomine in Cassa Depositi e Prestiti, allora è sicuro che il vaso trabocchi.
Insomma, ahinoi, tutto congiura perché l’estate sia molto calda non solo dal punto di vista meteorologico. La sensazione è che si sia aperta una fase di tribolato passaggio verso non si sa bene cosa, e per di più priva di quella valvola di sfogo (quanto era utile!) che nella Prima Repubblica erano le crisi pilotate (salvo che sia lo stesso Renzi a volerla rispolverare, ma ne dubitiamo). Assisteremo a imboscate parlamentari – una l’abbiamo già vista nella commissione affari costituzionali sulla riforma della scuola – che metteranno a rischio le riforme renziane, e più in generale la tenuta del governo al Senato. Con corollario di mercato delle vacche, che vedrà il passaggio da un partito all’altro e da un fronte all’altro, di parlamentari transumanti. Il che indebolirà Renzi e il governo – comunque, al di là del saldo finale – e darà al Paese, già abbondantemente sfiduciato, ulteriori motivi di preoccupazione e rabbia. Brutta roba.
Dunque, che si può fare per abbreviare la fase delle fibrillazioni e invertire la china? Tutto dipende da Renzi. Deve sparigliare le carte, cambiando musica – basta con la litania delle elezioni vinte e del Paese che sta decollando – e rotta, anche a costo di contraddirsi. Ritiri le (brutte) riforme istituzionali che ha messo in moto e – d’intesa con il Presidente della Repubblica – le incanali verso un’Assemblea Costituente da convocare al più presto e a cui delegare una ridefinizione dello Stato, a cominciare dalle autonomie. Poi, sempre in asse con Mattarella, provi a negoziare con la magistratura una diversa strategia di lotta alla corruzione e al malaffare, prendendo atto del clamoroso fallimento della “via giudiziaria” al risanamento morale del Paese, ormai più che ventennale. Infine, ma in realtà è la cosa da mettere al primo posto, cambi radicalmente politica economica. Prenda atto che le riforme sono servite a fermare l’emorragia del pil e dell’occupazione, ma non hanno invertito in modo significativo e stabile la tendenza. Siamo usciti dalla recessione – grazie ai fattori esterni, come il cambio, la liquidità immessa dalla Bce e il crollo del prezzo del petrolio – ma la ripresa non c’è ancora. Sono tornate le assunzioni, ma in misura marginale e solo grazie agli incentivi. Insomma, la svolta non c’è stata. Per questo, ora, occorre crearla. Con un taglio delle tasse che non si preoccupi di aumentare il deficit corrente, e con investimenti pubblici significativi, compensati da un intervento straordinario sul debito – attraverso l’uso finanziario del patrimonio pubblico – che consenta di dire all’Europa di non romperci le scatole.
Se poi tutto questo si facesse rafforzando la qualità del governo e più complessivamente della classe dirigente e dei consiglieri del principe di cui Renzi si circonda, tanto di guadagnato. Renzi ha nel fatto di essere indispensabile per assenza di alternative, che non siano i populisti di ogni risma, il suo punto di forza e di debolezza insieme. Le elezioni europee gli avevano detto che per gli italiani era un punto a favore, e su quello ha costruito la sua legittimazione e la sua forza politica. Ora quelle regionali, un anno dopo, gli hanno detto che non è più così, che usare con arroganza la percezione che gli italiani hanno che non sia avvicendabile diventa un boomerang. Per questo deve avere il coraggio di cambiare. D’altra parte, se una cosa ha dimostrato, è proprio che il coraggio non gli manca. Ora lo usi al meglio.