Catapano Giuseppe scrive: Mattarella, visita ufficiale all’Expo

Prende il via la prima visita ufficiale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Expo 2015. Il Capo dello stato è arrivato al sito espositivo insieme alla figlia, Laura, con un abito verde salvia, e non ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti, che lo attendevano. Ad accoglierlo al Padiglione Italia, il Commissario Unico e amministratore delegato di Expo Spa, Giuseppe Sala, i ministri delle politiche agricole e dell’ambiente, Maurizio Martina e Gian Luca Galletti, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il Commissario generale del Padiglione Italia Diana Bracco e il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca. Nell’agenda del capo dello Stato c’è la visita del padiglione Italia insieme al direttore Stefano Gatti, e in particolare la visita alle mostre ‘Italia senza mondo’ e ‘L’area della bellezza’.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la Carta di Milano, il documento che Expo 2015 propone a tutti i visitatori affinché si impegnino su comportamenti coerenti con lo sviluppo sostenibile della terra. Il capo dello Stato, accompagnato dal commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ha incontrato a Palazzo Italia Diana Bracco, commissario per il Padiglione Italia. Prima di lasciare l’edificio che rappresenta il paese all’Esposizione universale, Mattarella ha visitato una parte della mostra “Identità italiana”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la sua visita a Expo, ha reso omaggio alle installazioni di Dante Ferretti, lo scenografo italiano vincitore di tre premi Oscar che ha creato delle bancarelle di frutta e verdura per il Decumano di Expo. Mattarella, dopo avere visitato il padiglione Italia e la Cascina Triulza si e’ fermato al ‘mercato della frutta’ dell’artista per stringergli la mano. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha certificato con una stretta di mano a Dante Ferretti la pace tra lo scenografo premio Oscar e Expo 2015. Il capo dello Stato, in visita all’Esposizione universale, si è infatti fermato per qualche minuto sul Decumano per inaugurare, insieme allo scenografo, le installazioni che rappresentano diversi elementi dei tradizionali mercati italiani all’aperto. Alcune settimane fa Ferretti, in disaccordo con Expo a causa dei ritardi che hanno portato all’inaugurazione dei suoi lavori oltre un mese dopo l’apertura, aveva minacciato di tirarsi indietro, ma era poi tornato sui suoi passi grazie alla mediazione del predecessore di Mattarella al Quirinale, Giorgio Napolitano.

Giuseppe Catapano: Alitalia rinnova brand e livrea

«Alitalia è veramente un marchio sexy»: parole del vice presidente di Alitalia e presidente e ad di Etihad James Hogan, presentando la nuova livrea nell’hangar Avio 7 della compagnia aerea all’aeroporto di Fiumicino, con il tricolore “allungato” sulla carlinga, con il nome Alitalia e la scritta Etihad in piccolo, al lato del portellone anteriore. A bordo sono presenti importanti marchi italiani, quali i pellami Poltrona Frau, che ha disegnato i rivestimenti delle poltrone della nuova business class, le lenzuola Frette, le porcellane Richard Ginori e i kit di prodotti di benessere Ferragamo. E grazie a un accordo siglato con i sindacati verranno assunti 310 dipendenti. Come ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi, anche su twitter, «Alitalia torna in pista, pronta su nuove rotte. Vola Alitalia, viva l’Italia».

Visibile la soddisfazione da parte del presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo: «Etihad risulta un partner perfetto in termini di complementarietà e faremo un piano di voli importante anche per il sud Italia, e anche per collegare Bologna, l’Emilia, la Sicilia ai grandi paesi dell’Africa e dell’estremo oriente dove c’è business e dove c’è fortunatamente grande fame del nostro Paese». Montezemolo ha sottolineato la partenza del nuovo volo Roma-Seul e dopo l’estate del collegamento Roma-Pechino: «Un grande sforzo per portare l’Italia nel mondo ma anche per portare il mondo in Italia, con un lavoro di squadra che porti ad affrontare i nuovi mercati in un’ottica di promozione dell’Italia in quei paesi». E parte oggi sui quotidiani la nuova campagna pubblicitaria di Alitalia. Protagonisti sono gli stessi dipendenti della compagnia autori di messaggi firmati da cui traspare la passione e l’impegno per la nuova Alitalia che punta a diventare un vettore premium riconosciuto in tutto il mondo.
«Fin dal primo giorno abbiamo lavorato insieme sul marchio, abbiamo sviluppato il business per rendere ancora più forte il mercato domestico e internazionale. E non solo Etihad, ma anche altri investitori hanno preso un grande impegno per ricostruire la vostra compagnia aerea e riportare il valore di Alitalia in modo più incisivo e più importante nel mondo. Noi non guardiamo al passato, niente politica: una compagnia aerea deve essere un’attività commerciale, e questo ha dato fiducia agli investitori», ha detto Hogan, parlando a Fiumicino ai dipendenti della compagnia aerea. Inoltre, «insieme con la nostra stessa compagnia aerea, copriamo 620 destinazioni, abbiamo 720 aeromobili e contiamo oltre 120 milioni di passeggeri. E poi abbiamo Sky Team. Insomma, siamo in ottima forma». Sottolineando: «Come già dissi fin dal primo momento, Alitalia è veramente un marchio sexy che attrae, un marchio che credo sia proprio inserito nel vostro dna». Infine, ecco l’ottimismo: «Voi sapete benissimo come gestire la compagnia aerea, non dovete temere la sfida e i cambiamenti. Noi siamo venuti come partners per vincere insieme e insieme con voi vincerò».

Quindi l’amministratore delegato di Alitalia, Silvano Cassano: «Siamo fortemente determinati a riprenderci le quote di mercato che ci competono. Alitalia deve diventare una smart company, quindi dobbiamo unire la tecnologia alla passione. Vogliamo sviluppare nuove rotte portando il paese e gli italiani nel mondo e il mondo in Italia». Cassano si è anche soffermato sulla ristrutturazione e sui nuovi servizi di bordo che a mano a mano coinvolgeranno tutti gli aerei della flotta: «La business sarà una vera e propria first class con kit esclusivi, servizi in porcellana e il cliente che può scegliere di mangiare quando lo desidera senza orari prestabiliti. Anche la nuova primary economy diventa una sorta di business class, mentre la ristrutturazione della nuova economy riguarderà entro il 2017 tutti gli aerei con un nuovo design delle poltrone, wi-fi ed altri servizi personalizzati».

Giuseppe Catapano scrive: Gli Usa restituiscono all’Italia 25 capolavori

Venticinque capolavori dell’arte italica, per lo più di epoca greco-romana, sono stati restituiti all’Italia dagli Stati Uniti stamattina, al termine di una indagine del carabinieri del nucleo tutela culturale. Stamattina, presso la caserma La Marmora, è avvenuta la restituzione materiale in via definitiva alla presenza del ministro Dario Franceschini e dell’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America, John R. Phillips. Tutti i beni erano stati sequestrati e confiscati nel corso di complesse attività investigative condotte dai militari in stretta collaborazione con l’Homeland Security Investigations – Immigration and Customs Enforcement (ICE), poiché giunti illegalmente negli Usa.

Questo l’elenco dei beni restituiti: una Kalpis etrusca a figure nere con scene di delfini, databile 510-500 a.C., del pittore di Micali. Ne corso del procedimento penale della Procura di Roma a carico di Giacomo Medici, era emerso che la kalpis, di proprietà del Toledo Museum of Art (Ohio, USA), era riconducibile alle attività illecite del noto trafficante italiano. Il bene, una volta restituito e prima di essere formalmente rimpatriato, è stato in esposizione al Consolato Generale d’Italia in New York nell’ambito della programmazione dell’Anno della Cultura Italiana negli Usa.

Ancora, un cratere attico a figure rosse, del pittore di Methyse, 460-450 a.C., anch’esso parte dei beni trafficati da Giacomo Medici che aveva venduto il cratere nel 1983 al Minneapolis Institute of Arts. L’allora direttore e presidente del MIA, avendo appreso dalla stampa dell’esistenza di indagini su un cratere in collezione nella sua istituzione museale, attraverso una missiva inviata al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, promosse la ratifica di un accordo per la restituzione del bene, se fosse stata provata la sua provenienza illecita.
Tra i beni restituiti figurano anche un pelike apula a figure rosse, 340 – 320 a.C, una coppia di oinochoai apuli trilobati in stile Gnathia, 330-300 a.C., uno stamnos apulo peuceta, VI secolo a.C., altezza cm. 23,2, tutti individuati dalla sezione elaborazione dati del comando CC TPC e in vendita all’asta Christie’s New York del 7.12.2011, tra quelle presenti nel cosiddetto Archivio Becchina. Ulteriori accertamenti investigativi hanno consentito di accertare che tutti i beni erano riconducibili a scavi clandestini avvenuti negli anni 70-80 in Puglia.

Ancora, un affresco a forma di medaglione raffigurante un busto di giovane donna con un amorino sulle spalle, I sec. A.C., un affresco raffigurante una figura maschile, I sec. A.C., un affresco raffigurante una figura femminile con lungo mantello rosso e regge con la mano destra una piccola Oinochoe, , I sec.
a.C., cm. 72×60 oppure 50×35, tutti facenti parte di una collezione privata di un magnate statunitense, in procinto di essere posta in vendita all’asta. Un esame sommario dei beni ha fatto subito ipotizzare che alcuni di essi potessero essere di provenienza illegale dall’Italia. Grazie alla collaborazione dell’ICE, che ha inviato tutte le effigi fotografiche dei reperti al Comando CC TPC, la SED ha identificato i tre affreschi quale parziale provento del furto avvenuto il 26 giugno 1957 presso l’ufficio Scavi della Soprintendenza Archeologica di Pompei (Napoli). Nel corso del furto del 1957, furono asportati complessivamente sei affreschi. Nel corso degli anni, oltre i tre appena rimpatriati, il CC TPC ha recuperato tutti i beni asportati.

Si prosegue con un cratere lucano a campana, a figure rosse, attribuibile al pittore di Amykos, 440-410 a.C.., anch’esso tra i beni raffigurati nell’ Archivio Becchina. L’ICE NY ha proceduto quindi alla confisca amministrativa e alla restituzione definitiva al Comando CC TPC che ne aveva rivendicata l’appartenenza al patrimonio culturale italiano.

Ancora un askos a forma di cane, IV-II sec. A.C., una cuspide di sarcofago pestano, raffigurante Auleta, IV-III secolo a.C. di proprietà di una società del Liechtenstein, in importazione negli USA e proveniente dalla Svizzera, e destinata ad un noto collezionista americano. La relazione tecnica ha accertato che la cuspide era autentica e riconducibile all’area archeologica di Paestum.

Un coperchio di sarcofago in marmo stilizzato, raffigurante donna sdraiata, epoca romana, risalente al II secolo d.C..
Recentemente, l’ICE New York aveva inviato al reparto operativo TPC, le foto del bene in vendita a 4,5 milioni di dollari presso una galleria di New York. Il proprietario efra un collezionista giapponese, già noto al PC per aver restituito all’Italia migliaia di reperti sequestrati poiché riconducibili ad acquisti da Becchina. Nel 2014, il collezionista nipponico ha concordato con la Procura Distrettuale di New York, di rinunciare al diritto di proprietà sul bene, acconsentendo alla confisca a favore dell’ICE ed alla successiva restituzione a favore dell’Italia.

Ancora, un bronzetto romano raffigurante “Marte” II sec. d.C..
Individuato su un catalogo d’asta Christie’s New York , dove era stato posto in vendita con provenienza indicata in collezione privata anni ’80 ma in realtà venduto nel 1991 alla Merrin Galleries di New York.

Sequestrati anche un cannone a retrocarica in ferro, XVII secolo, riconducibile alla città di Venezia,un cammeo di tipologia antica con iscrizione riferibile alle cosiddette gemme gnostiche o a carattere scaramantico e un frammento di ceramica, con raffigurazione di una figura mitologica, tipo Minerva, con armatura ed elmo.

Tornano in Italia anche una oinochoe configurata a testa maschile, riferibile al V- IV sec. a.C. riproducente una Nubia, una testa votiva in terracotta raffigurante un volto maschile, III secolo a.C., un cratere attico a campana, a figure rosse, V sec. A.C. e uno skyphos attico a figure rosse, pittore di Penelope, V sec. a.C.

Tra i libri, rientrano in italia l’Historia natural di Ferrante Imperato Napolitano”, lo Stirpium Historiae e il Rariorm Plantarum Historia Anno 1601 Book, tutti sottratti da Massimo Marino De Caro, che ha ammesso tutto nell’ambito delle indagini afferenti alla spoliazione della Biblioteca annessa al Monumento Nazionale dei Girolamini di Napoli. L’uomo aveva confessato di avere sottratto numerosi volumi di botanica dalla Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e di averli affidati ad una Casa d’Aste fiorentina per la vendita. La perquisizione, disposta dalla Procura della Repubblica di Roma ha consentito di rinvenire i segni del passaggio di 17 volumi (gran parte dei quali recuperati e restituiti.

Gli ultimi due beni culturali sequestrati sono un frammento di pittura murale raffigurante Cristo Benedicente, cm. (h)125 x 102 x 5, secolo XII, di arte romana, rubato nella Cripta ubicata a Guidonia Montecelio (RM), in località Marco Simone Vecchio e infine un manoscritto del Quindicesimo secolo, trafugato nell’agosto del 1990 dagli Archivi dell’Arcidiocesi di Torino. Si tratta di una delle pagine mancanti dell’opera di origine lombarda dal titolo “Messale di Ludovico da Romagno”.

Giuseppe Catapano informa: Presentata a Napoli la campagna Moige e Fit ‘Sos Tabacco Minori’ contro consumo illecito

Nel 2014 si è registrato “un preoccupante incremento” del consumo di prodotti illeciti del tabacco e Napoli è “la città più colpita dal fenomeno”. Sono tra i dati resi noti oggi durante la presentazione della seconda edizione della campagna “Sos tabacco minori” lanciata dal Moige con la Federazione italiana tabaccai (Fit) per la quale è stato creato il sito ‘sostabaccominori’ e un video da condividere sui social network.

La campagna è stata presentata, non a caso, proprio a Napoli, nella Sala Giunta del palazzo comunale dove si è anche fatto il punto sulla lotta al commercio illecito di prodotti del tabacco. Se nel 2013 si è registrato un importante calo dei consumi ottenuto anche grazie al grande impegno delle forze dell’ordine, il 2014 ha fatto registrare un preoccupante incremento del fenomeno dovuto alla facilità di accesso e ai bassi prezzi del mercato nero. Nel 2014 la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 200 tonnellate di sigarette di contrabbando di cui una buona parte in Campania con la denuncia di 6.744 persone.

Di queste sigarette sequestrate circa la metà sono rappresentate dalle cosiddette “cheap white”, sigarette prodotte in paesi come Cina, Russia, Emirati Arabi Uniti ed Ucraina irregolarmente introdotte nel territorio dell’Unione Europea nonostante non siano conformi ai suoi standard di produzione e commercializzazione: è di conseguenza facilmente intuibile il potenziale maggiore rischio associato al consumo delle stesse.

L’Italia, per sua naturale collocazione geografica, si pone come “nodo di scambio” delle tratte del contrabbando, caratterizzandosi non solamente come mercato di consumo. Lo testimoniano gli ingenti quantitativi bloccati nei porti di Ancona, Gioia Tauro, Bari, Genova, Napoli, Trieste e Brindisi che portano l’Italia tra i primi paesi in Europa per quantità di prodotti sequestrati. Napoli è la città più colpita dal fenomeno: da una ricerca realizzata dall’agenzia Msi Intelligence nel 2014, basata sull’analisi di pacchetti vuoti raccolti per le strade, emerge che i pacchetti “non domestici” sono 1 su 3 e in prossimità di scuole il dato raggiunge livelli allarmanti superando in alcuni casi il 50%.

“In Campania il traffico dell’illecito dei tabacchi lavorati esteri si è evoluto negli ultimi anni”, spiega il tenente colonnello Giuseppe Furciniti, comandante del Gico di Napoli. “In particolare – sottolinea – non si trovano più le vecchie sigarette contraffatte con il marchio classico della multinazionale, ma il mercato si è completamente saturato con una nuova tipologia di prodotti chiamati cheap white, realizzati in maniera illegale nei paesi soprattutto dell’Est Europa e in Medio Oriente, che non possono essere venduti in Europa perché mancano dei requisiti di sicurezza e qualità”.

Secondo Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, “la lotta al fenomeno dell’illecito passa attraverso la maggiore consapevolezza da parte di tutti, rivenditori, genitori e figli, della pericolosità e della diffusione del contrabbando. L’accesso da parte dei minori ai tabacchi lavorati può essere contrastato con efficacia solo all’interno dei circuiti di vendita legali, dove gli esercenti possono e devono garantire il divieto d’accesso al tabacco per i minorenni”. Proprio per questo, spiega il presidente della Fit Francesco Marigliano, i tabaccai “rappresentano una sicurezza per il consumatore perché i prodotti venduti in tabaccheria rispondono agli standard di produzione previsti dall’Europa. Purtroppo – aggiunge – il fenomeno del tabacco illecito a Napoli e provincia è più evidente perché c’è la vendita per strada e i dati che affrontiamo sono allarmanti. Ben vengano quindi iniziative del genere che portano a sensibilizzare le istituzioni sulla questione”.

Invito accolto apertamente dall’assessore alle Attività produttive del Comune di Napoli Enrico Panini, che annuncia al riguardo “un’iniziativa nei prossimi mesi sugli stili di vita”. “Siamo tutti autonomi – sottolinea Panini – ma abbiamo la responsabilità di non far cadere sugli altri le nostre scelte. Le cifre sono preoccupanti e bisogna intervenire, scenderemo quindi in campo con gli strumenti di cui dispone un Comune che non vuole stare a guardare perché la salute dei cittadini per noi è il bene più prezioso”.

Giuseppe Catapano informa: Isis, smantellata cellula in Italia: tre arresti

Smantellata cellula in Italia: 3 arresti tra Torino e Albania. Reclutava aspiranti jihadisti. Perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana. Il militante islamico arrestato dalla polizia in Italia e’ un 20enne cittadino italiano di origine marocchina, residente in provincia di Torino, attivissimo su internet e ritenuto l’autore di un testo, redatto in italiano, dal titolo “Lo Stato Islamico, una realta’ che ti vorrebbe comunicare”, diffuso attraverso i social network dallo scorso novembre e finito sui giornali qualche settimana fa. Si tratta di un documento di 64 pagine che illustra nel dettaglio le attivita’ del Califfato nei territori occupati, descrivendolo come un vero e proprio “Stato” che offre benessere e protezione ai suoi cittadini, ma nel contempo spietato con i suoi nemici. La sua importanza – secondo gli investigatori – non risiede tanto nei contenuti, che ormai si ritrovano in molteplici testi o video diffusi dallo Stato Islamico tramite Internet, quanto piuttosto nel fatto che e’ stato ideato per essere destinato specificatamente a un potenziale pubblico italiano o di lingua italiana. Le indagini hanno documentato che lo scritto e’ stato poi rilanciato da altri utenti, attraverso facebook o siti Internet, per consentirne la massima diffusione tra gli islamici che parlano italiano.

I due albanesi bloccati dalla Polizia di Stato, rispettivamente in provincia di Torino e in Albania, nell’ambito dell’operazione “Balkan Connection”, dopo la partenza di un italo-marocchino residente nel bresciano, avevano individuato un altro aspirante combattente da inviare in Siria. Si tratta di un giovanissimo italo-tunisino residente in provincia di Como, ancora minorenne all’epoca dei primi approcci avvenuti sempre tramite Internet, che, inizialmente titubante, era stato progressivamente convinto ad aderire al Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi. Proprio per rinforzare i suoi propositi di combattente, l’estremista arrestato oggi in Albania era appositamente venuto in Italia per incontrarlo. In applicazione della recenti misure di contrasto al fenomeno dei foreign fighters introdotte con il recente decreto legge antiterrorismo, il giovane italo-tunisino sara’ sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Contestualmente, il questore di Brescia ha disposto la sospensione dei suoi documenti validi per l’espatrio.

Il nipote faceva il procacciatore via web di potenziali mujaheddin, lo zio completava l’inserimento in gruppi combattenti grazie ai suoi “contatti diretti” con scenari di guerra come la Siria insieme al ventenne italiano di origine marocchina residente in provincia di Torino. Ora l’accusa per i due albanesi è di “reclutamento con finalità di terrorismo”. Per il 20enne italo-marocchino il reato ipotizzato è invece di “apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di Internet”. L’operazione è stata condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle Questure di Como, Torino e Massa Carrara. I due reclutatori conoscevano Anas e avevano convinto a combattere per l’Isis anche un italo-tunisino residente in provincia di Como, all’epoca ancora minorenne. Le indagini sono partite dai contatti tra El Abboubi e i due albanesi. Prima di arrivare in Siria Anas, già arrestato dalla Digos a giugno del 2013 e scarcerato, si era addestrato proprio in Albania

Il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno ha confermato, in conferenza stampa, i tre arresti e le 8 perquisizioni effettuate nell’ambito dell’indagine sull’Isis. L’inchiesta – ha spiegato – e’ stata avviata nel 2012 e interessa oltre Brescia, Como il Piemonte e la Toscana. Due arresti riguardano il reato di “arruolamento per finalita’ di terrorismo internazionale”, il terzo, un italiano figlio di marocchini, e’ accusato di aver diffuso su Internet il documento ‘Stato islamico’, “il primo documento di propaganda – ha detto Buonanno – scritto in italiano”.

“Se non fossimo intervenuti, riteniamo che a breve molti avrebbero potuto aderire a questa deriva”. Cosi’ il dirigente della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola, durante la conferenza stampa in Procura sull’operazione ‘Balkan connection’. Il sostituto procuratore Lesti ha poi spiegati che il materiale sequestrato agli arrestati – pubblicistica e filmati video diffusi sul web – erano “destinati a italiani di seconda generazione che, al compimento del 18mo anno d’eta’ sarebbero diventati cittadini italiani”. In particolare, il documento in italiano era chiaramente “diretto a ragazzi italiani, un target ben definito”.

“La regione balcanica si confermaì nodale per il radicalismo di matrice islamica, in virtu’ dell’incessante attivismo di soggetti e di gruppi estremisti di orientamento salafita, sempre piu’ coinvolti nel reclutamento e nel trasferimento di jihadisti in territorio siriano ed iracheno”. L’allarme lanciato dai servizi segreti italiani nell’ultima Relazione al Parlamento pare confermato dall’operazione di polizia che stamane ha portato alla scoperta di una cellula di presunti estremisti attivi sull’asse Italia-Albania. I nostri 007 segnalano come “particolarmente attivi alcuni gruppi presenti in Albania, Bosnia-Erzegovina, FYROM, Kosovo, Montenegro e Serbia”, gruppi che “ruotano attorno a leader per lo piu’ bosniaci e di etnia albanese”. E “specie in Kosovo, al di la’ dell’approccio radicale predicato da taluni imam, l’idea del jihad sembra allignare soprattutto in alcune aree meridionali, dove il diffuso disagio socio-economico accentua la permeabilita’, specie tra i piu’ giovani, all’azione di proselitismo di impronta salafita”.

“L’Isis è in Italia. Adesso continueranno ad accusarci di razzismo o daranno ascolto alle nostre proposte?”. Lo chiede il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, in riferimento agli arresti di tre persone avvenuti oggi fra l’Italia e l’Albania in un’operazione anti-terrorismo contro una presunta cellula di jiahadisti con accuse di reclutamento con finalità di terrorismo. “Quante volte come Lega abbiamo ripetuto che favorire un’immigrazione incontrollata comporta il pericolo di infiltrazioni terroristiche tra i clandestini?”, è l’accusa di Calderoli che sottolinea come “da sinistra ci sono piovute addosso accuse di ogni tipo, da quella di razzismo a quella di xenofobia, ma sarei curioso di sapere se questi buonisti hanno il coraggio di ripetere le stesse accuse oggi, che è stata ufficialmente scoperta una cellula dell’Isis nel nostro paese”. Calderoli afferma ancora: “Le operazioni dell’antiterrorismo, alcune delle quali ancora in corso, in Lombardia, Piemonte e Toscana evidenziano uno scenario preoccupante. Ringrazio le Forze dell’ordine che hanno permesso di scoprire questa rete internazionale di contatti jihadisti, ma – evidenzia – c’è la responsabilità del governo Renzi, e in particolare del ministro Alfano, di averci regalato questo scenario da incubo che mi auguro con tutto il cuore non debba in futuro diventare ancora più fosco”. “Adesso ascoltino le nostre proposte, bloccando le partenze verso l’Italia, sospendendo le operazioni di traghettamento, chiudendo le frontiere e ripristinando la legalità – conclude – con la speranza che non sia ormai troppo tardi”.

Catapano Giuseppe informa: Export. Al via in Italia la prima BPO

UniCredit ha portato a termine la prima transazione BPO (Bank Payment Obligation) mai effettuata in Italia: un innovativo strumento di regolamento delle transazioni del commercio internazionale. Protagonisti sono stati la SPIG Spa, produttore di sistemi industriali di raffreddamento basato ad Arona (provincia di Novara), e un suo fornitore tedesco, cliente di UniCredit Bank.

Cosa è la BPO

La Bank Payment Obligation è un impegno irrevocabile e autonomo assunto da una banca, generalmente quella di riferimento di un importatore, a pagare a vista o a scadenza un determinato importo alla banca dell’esportatore a seguito del positivo riscontro, a livello informatico, di una serie di dati precedentemente stabiliti fra le parti. La documentazione relativa all’operazione (fatture, documenti di trasporto, certificati, ecc.) viene scambiata a latere tra le parti commerciali, delegando alle banche la gestione automatizzata e diretta del flusso elettronico di dati tramite la piattaforma TSU (Trade Service Utility) messa a punto da SWIFT (la principale rete di comunicazione di messaggi finanziari).

I benefici per l’azienda che esporta e l’importatore

Avendo come presupposto l’esistenza di un rapporto di fiducia commerciale tra compratore e venditore, la BPO si colloca fra il credito documentario e l’open account (bonifico), combinando alcuni vantaggi di entrambi: dal primo per esempio, la riduzione del rischio di mancato pagamento; dal secondo la semplicità e velocità di esecuzione. L’azienda esportatrice può inoltre ampliare la propria esposizione verso i compratori che ricorrono all’emissione della BPO e accedere più agevolmente al finanziamento o allo smobilizzo del credito sottostante; l’azienda importatrice può invece negoziare termini di pagamento maggiormente dilazionati nel tempo, ottimizzando così i propri flussi di cassa.

Pronta l’estensione ad altre imprese di import/export italiane

UniCredit, con la sua controllata tedesca, era stata nello scorso ottobre la prima banca a perfezionare una transazione BPO tra Germania e Giappone. Ora è pronta a estendere il servizio anche alle aziende operanti sul mercato internazionale su base di open account.

«Siamo particolarmente lieti di avere portato a termine con successo la prima transazione BPO in Italia, a favore di una media azienda fortemente internazionalizzata – commenta Alessandro Cataldo, Head of Marketing and Sales di UniCredit per l’Italia. Crediamo fermamente nello strumento della BPO, che ci consente di fare leva sulla nostra diffusa presenza nei Paesi dell’Europa centro-orientale e sulla ampia e consolidata rete delle nostre banche corrispondenti, per offrire un migliore servizio a supporto del sempre crescente volume delle transazioni commerciali che vengono gestite in regime di open account».

«La crescita del commercio globale è accompagnata da un significativo passaggio dall’utilizzo degli strumenti tradizionali come le lettere di credito verso il mondo dell’open account e dalla richiesta del mercato di soluzioni che aiutino a gestire in maniera efficace i costi e i rischi crescenti – afferma Claudio Camozzo, Global Transaction Banking Co-Head in UniCredit e membro del board di SWIFT. Con la BPO siamo in grado di offrire alle nostre imprese clienti una soluzione che combina l’elaborazione automatizzata dei flussi con una accorta gestione dei costi, la tempestività dei pagamenti e le opzioni finanziarie per il venditore».