Oltre agli assegni per il nucleo familiare e al nuovo bonus bebè, una legge del 2014 ha introdotto – nel limite di risorse pari a 45 milioni di euro per l’anno 2015 – un beneficio a favore delle famiglie numerose. In particolare, la norma ha lo scopo di contribuire alle spese per il mantenimento dei figli, buoni per l’acquisto di beni e servizi a favore del nucleo familiare. Limiti di reddito e condomini Possono accedere al beneficio in commento i nuclei familiari con un numero di figli minori che sia pari o superiore a quattro. Quindi, una famiglia con tre figli non può avere i benefici, così come non potrà averli una famiglia con quattro figli di cui uno abbia superato i 18 anni. Inoltre, la famiglia deve essere in possesso di una situazione economica corrispondente a un valore dell’Isee non superiore a 8.500 euro annui. La norma, però, ad oggi non è ancora operativa. Un apposito decreto ministeriale dovrà regolamentare l’erogazione del bonus. Le modifiche all’ISEE Ricordiamo che, dal 1˚gennaio 2015 tutte le prestazioni sociali, scolastiche e sanitarie agevolate devono essere richieste presentando il nuovo Isee. L’indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie, che fotografa la capacità di spesa in base a reddito, patrimonio e numerosità del nucleo familiare, è stata modificata, dopo 17 anni, dal Decreto “Salva Italia” ed è calcolato ora con un sistema completamente rinnovato. La modalità di calcolo varia, peraltro, a seconda della prestazione richiesta.
Isee
Giuseppe Catapano comunica: Nuovo Isee senza pace
Non trova pace il nuovo Isee. E questa volta sotto la lente finiscono le rendite Inail. E sono i comuni a correre i ripari in attesa che il governo ponga rimedio. A seguito di tre differenti sentenze del Tar Lazio (n. 2458/15, n.2459/15, n.2454) che hanno posto in evidenza il fatto che le rendite Inail (risarcimento del danno subito dagli infortunati sul lavoro, nonché quello riconosciuto alle vedove e agli orfani dei caduti sul lavoro) non possono essere equiparate ad un privilegio economico, il dubbio resta come agire. Se, infatti, l’esecutivo decidesse di accogliere direttamente le osservazioni della giustizia amminstrativa il rischio sarebbe quello di vedere aumentare gli aventi diritto alle prestazioni sociali senza controllo, andando quindi a mettere in difficoltà i comuni non pronti ad una situazione del genere. Allo stesso tempo, però, la previsione contenuta nel nuovo Isee sta mettendo in difficoltà alcune fasce svantaggiate della popolazione. Ecco, quindi, «la necessità di una norma transitoria da utilizzare per fare ordine in materia e che, secondo la legge e non in base a singole buone volontà», ha spiegato a ItaliaOggi il delegato Anci al Welfare e sindaco di Vicenza, Achille Variati, «consenta di provvedere nell’immediato all’erogazione delle prestazioni sociali agevolate da parte dei comuni. La confusione», ha sottolineato Variati, «è generata dal fatto che il Tar del Lazio ha accolto alcuni ricorsi da parte di associazioni e famiglie contro i nuovi metodi di calcolo dell’Isee. Al contempo, pero’, l’Inps continua a rilascia le dichiarazioni sostitutive uniche con grave ritardo e sulla base delle regole in parte annullate dal Tar ed i comuni, in questo frangente, non sono piu’ in grado di gestire l’assistenza ai cittadini». Criticità sottolineata anche da una delle associazioni interessate, l’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) che, al momento, può contare solo sulla buona volontà dei singoli enti. «Siamo davvero confortati dalle iniziative di alcuni Consigli regionali quali la Liguria, la Sardegna e la Valle d’Aosta cui si aggiunge oggi anche il Friuli Venezia Giulia, per l’importante documento dell’Anci cui stanno dando applicazione migliaia di comuni italiani che hanno deciso di continuare a mantenere il livello delle prestazioni sociali, in attesa che parlamento e governo pongano rimedio in via definitiva al problema».