Le destinazioni sono importanti. In questo periodo prossimo alle meritate vacanze la loro scelta è fondamentale. Ancor più i mezzi di trasporto per raggiungere le proprie mete più o meno esotiche. Se poi il punto di arrivo viene rappresentato come un traguardo agognato ed ambito nel corso degli ultimi anni diventa necessario – forse essenziale – munirsi di biglietto ed imbarcarsi con il primo volo: «Vorrei chiedervi di allacciarvi le cinture; qui stiamo decollando davvero, piaccia o non piaccia. Stiamo rimettendo il Paese come deve correre. L’Italia ha bisogno di recuperare il tempo che ha perso. Il decollo di Alitalia è quello dell’Italia, se vola Alitalia vola l’Italia». Questa l’affermazione del nostro primo ministro parlando davanti a 1.500 dipendenti appartenenti alla storica compagnia di bandiera.
A pochi giorni – era lo scorso 4 giugno – dal preannunciato «decollo» si può affermare di aver subìto una battuta d’arresto: un ritardo, una modifica all’itinerario programmato in precedenza, tutto può succedere nel corso di un viaggio. Un lungo viaggio.
Confcommercio – nel corso della consueta assemblea annuale – ha diffuso i propri numeri e considerazioni a commento dell’attuale scenario economico che sta attraversando il nostro Paese: «La ripresa c’è, ma restano dubbi sulla sua intensità» e ancora «fattori interni e internazionali contribuiscono, complessivamente, a delineare uno scenario favorevole alla ripresa».
Sembra essere tutto coerente con il preannunciato «decollo»: godiamoci il viaggio, tutto come da programma, fatto salvo che rispetto al 2007 (anno della crisi che ha investito il Paese) viene sottolineato questo: «In valori pro capite, tra il 2007 ed il 2014 gli italiani in media hanno patito una riduzione in termini reali del 12,5% per il Pil, del 14,1% per il reddito disponibile e dell’11,3% per i consumi. Ipotizzando per il Pil, i consumi ed il reddito disponibile una variazione di lungo periodo analoga al tasso medio annuo di variazione delle nostre previsioni macroeconomiche (1,25% per il Pil, 0,95% per i consumi dei residenti e 1,05% per il reddito disponibile) ed una variazione della popolazione in linea con le stime prodotte dall’Istat negli scenari di lungo periodo (+0,2% annuo), solo tra quindici anni circa si tornerà ai valori del 2007: prima il Pil pro capite intorno al 2027, poi la spesa delle famiglie (al 2030) e, ultimo, il reddito disponibile (intorno al 2032)».
Abbiamo letto bene: per ritornare ai livelli pre-crisi – in base a queste stime – occorrono 15 anni. Se invece tutto andasse per il meglio la nota economica predisposta da Confcommercio specifica che: «per ridurre i tempi di recupero di circa 6-8 anni sarebbe necessario un tasso di crescita doppio rispetto a quello rappresentato nel nostro scenario di previsione per il 2015-16». Si tratta sempre di molti anni, moltissimi anni e senza certezza alcuna: ovviamente. Nessuna certezza soprattutto perché – come afferma la stessa Confcommercio – tali valori di crescita «la nostra economia non sperimenta da molto tempo».
Da questo scenario emergono chiare alcune situazioni di fatto: siamo tutti viaggiatori pronti ed ormai imbarcati nonché prossimi al «decollo», ovvero non possiamo tornare indietro. Destinazione finale: sconosciuta. Durata del volo: anni, qualche anno, probabilmente molti forse troppi. Compagnia aerea: preferibilmente italiana. Le nostre comuni sorti di questo lungo viaggio in mano al pilota, un pilota, il pilota.