L’Unione Europea e’ andata oltre la sua autorita’ e ha violato la sovranità di Dublino quanto ha ordinato all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro di tasse non pagate da Apple.
Lo afferma il governo irlandese in un documento di tre pagine pubblicato per sostenere il ricorso presentato contro la decisione presa dalla Commissione Europea lo scorso agosto. In settimana e’ previsto che la stessa commissione pubblichi una versione definitiva dell’ordine.
La richiesta di recuperare le tasse non pagate da Apple e’ la maggiore mai inviata da Bruxelles a uno degli Stati membri Ue. La commissione ha posto sotto indagine diversi accordi fiscali con grandi aziende ma in molti casi ha sollevati dubbi sul rispetto delle normative comunitarie e parlato di aiuti di Stato illegali a causa dei presunti vantaggi garantiti ad alcune aziende rispetto ai concorrenti grazie ad una minor imposizione fiscale.
Le iniziative della Ue hanno interessato altre grandi multinazionali statunitensi come McDonald’s e Amazon.com.
Catapano Carmine Vincenzo
Giuseppe Catapano: Non soltanto per il profitto
La società benefit italiana compie un anno. Fu infatti introdotta con la legge di stabilità del 2016 e, pur in presenza di criticità su alcuni aspetti importanti della disciplina, sta dimostrando una notevole vitalità. Sono una cinquantina le società benefit già operative. Circa la metà sono di nuova costituzione, le altre sono diventate tali con una modifica allo statuto. Ma entro la fine del prossimo anno il numero dovrebbe triplicare. E soprattutto c’è, intorno a questo tema, la massima attenzione degli operatori professionali più qualificati, dottori commercialisti e avvocati.
Not only for profit, è l’idea attorno a cui ruota questa forma societaria nata sulla falsariga della benefit corporation americana del 2007. Si tratta di un ibrido che dovrebbe coniugare aspetti economici e sociali dell’impresa: lo statuto deve infatti indicare, insieme allo scopo di lucro, anche quello di un impatto positivo in termini ambientali o sociali. Tanto che si stanno mettendo a punto dei metodi per misurare questo tipo di ricadute aziendali.
Da un punto di vista filosofico la B-corp si propone di riportare la persona al centro delle priorità, applicando logiche “umane” al business e invertendo quindi la prassi che vede l’applicazione di logiche “commerciali” alle persone che lavorano in azienda o che ruotano intorno ad essa.
Dal punto di vista giuridico non mancano dubbi interpretativi su aspetti decisivi di questa nuova formula societaria. C’è per esempio il tema della responsabilità degli amministratori: nello statuto si deve prevedere il perseguimento dello scopo sociale, se invece i manager puntano solo al profitto possono essere soggetti ad azioni di responsabilità dei soci? Nel 1919 Henry Ford ha dovuto risarcire i soci per aver destinato, nella gestione della società, risorse finanziarie finalizzate soprattutto all’incremento dell’occupazione, invece che alla produzione di utili. Delicato anche il tema del recesso del socio in occasione del cambiamento dell’oggetto sociale.
Molti di questi dubbi potrebbero trovare risposte nei decreti legislativi in preparazione per dare attuazione alla legge delega del terzo settore. I primi provvedimenti dovrebbero essere pronti nel giro di poche settimane.
Al di là delle questioni giuridiche le discussioni degli addetti ai lavori sembrano ruotare intorno alla natura informale della società benefit che non prevede, per ora, alcuna certificazione formale. Il rischio potrebbe essere quello di trasformare la b-corp in un marchio alla moda, in pratica un comodo espediente di marketing, con un costo di acquisizione modesto, finalizzato esclusivamente a migliorare l’immagine della società, quindi la vendibilità dei suoi prodotti o la disponibilità di capitale da parte di investitori molto interessati agli aspetti etico-ambientali della produzione.
Un po’ come il bilancio ambientale, adottato da molte aziende più come strumento di promozione, che nella reale convinzione di misurare le ricadute sociali della propria attività economica.
Negli Stati uniti si è cerato di rispondere a questo problema con la creazione di un ente che certifica la presenza dei requisiti di sostenibilità sociale e ambientale e garantisce la legittimità della patente etica che l’impresa si attribuisce. In Italia si prevede invece che sia l’antitrust a vigilare, ma l’Autorità garante ha una possibilità di azione piuttosto limitata e non sarebbe in grado di controllare un numero elevato di imprese. E’ però probabile che il legislatore, dopo aver valutato l’impatto creato dalle nuove disposizioni, si riservi di intervenire per i chiarimenti o le correzioni che la prassi avranno ritenuto necessari o opportuni.
Giuseppe Catapano: Le inquietudini del Pd, Orfini, legislatura finita. Guerini: Renzi non è solo
La valanga di no ha travolto soprattutto il Pd allargando crepe presenti in un partito lacerato dalla guerra tra maggioranza renziana e minoranza. La recente direzione del partito ha di fatto messo i democrat in una posizione di stan by in attesa cioé della conclusione delle consultazioni al Quirinale. Il segretario nonché premier dimissionario, Matteo Renzi, ha dettato la linea, ma il suo messaggio è stato accolto da tutti? “Questa legislatura nasce con l’impegno
solenne a fare riforme e legge elettorale. Così giustificammo maggioranze disomogenee. Il 4 dicembre questo film è finito. E questo porta alla fine della legislatura”. Cosi’ in una intervista a Repubblica il presidente del Pd, Matteo Orfini. Ma “resta il problema del sistema di voto, che è ciò che giustificherebbe il prolungamento della legislatura. Prima di decidere, però, chiediamo alle altre forze cosa intendano fare”, dichiara Orfini. “Noi vogliamo capire chi secondo loro deve governare mentre cambiamo la legge. Aspettiamo le consultazioni, ma non mi sembra possibile che possano chiedere di cambiare la legge elettorale e stare ogni giorno in piazza contro il governo”. Quanto all’ipotesi che il Pd governi solo con l’attuale maggioranza Orfini dice che “a oggi il presidente dem non mi sembra la possibilità più realistica. Ma aspettiamo le consultazioni”. Intanto c’è da fare chiarezza nel Pd. “Abbiamo subito una sconfitta importante e dobbiamo aprire una riflessione vera, anche su quello che non ha funzionato. Non in una direzione, ma al congresso”. Quanto a Dario Franceschini – leader di AreaDem, tornata a essere la componente di gran lunga più rappresentata nei gruppi Pd –
“è stato un ottimo ministro ed è un importante leader del Pd. Ma non è l’azionista di maggioranza del partito. Né lui né nessun’altro può immaginare di gestire il Pd come una federazione di correnti, perché non si fa il bene del partito”. In una intervista con ‘Il Corriere della Sera‘ il vicesegretario del Pd, lorenzo Guerini, difende Renzi. “Ha fatto quel che aveva sempre detto. Ha tratto le conseguenze della sconfitta al referendum ed è questo il fatto con cui ci dobbiamo confrontare. Per noi, che siamo una forza responsabile, l’interesse del Paese viene prima di tutto”, ha detto Orfini aggiungendo che “il segretario è tutt’altro che solo. Nel Pd e in tutta Italia c’è compattezza intorno alla sua figura”. E ha ribadito: “Il Pd ha un segretario che si chiama Matteo Renzi e che non è stato minimamente messo in discussione. Il lungo applauso che ha salutato il suo ingresso in direzione testimonia come tutto il partito si sia stretto intorno al suo leader”. Per Guerini “I numeri della direzione sono molto chiari. Renzi è segretario in virtù del congresso del 2013, nel 2017 ci sarà un altro congresso e in quella sede ci confronteremo”.
Giuseppe Catapano: L’effetto Brexit colpisce la Francia
La banca centrale di Francia taglia le sue stime sulla crescita economica per quest’anno e il prossimo, citando un effetto Brexit sull’economia globale. “L’outlook è particolarmente sofferente, si legge in un comunicato, a causa delle peggiorate condizioni esterne per la Francia, legate in particolare alla Brexit”. La crescita del 2016 e 2017 è ridotta 1,3%, contro, rispettivamente l’1,4% e l’1,5%.
Giuseppe Catapano: Atti archiviati per voluntary
La voluntary disclosure rottama gli accertamenti fiscali di importo inferiore a 10/15 mila euro. Sugli atti di accertamento fiscale in scadenza la parola d’ordine a Milano, nella direzione provinciale 1, è archiviare. «In considerazione dell’elevata incidenza dell’impiego di risorse richieste dalle istanze di accesso alla procedura di voluntary disclosure», scrive il responsabile della direzione provinciale 1 di Milano, in una nota che ItaliaOggi è in grado di raccontare, «si rende ora necessario adeguare il Pac 2016 alle capacità operative residue delle due aree per la restante parte di esercizio». Nella nota dunque si procede a fornire linee guida per procedere alle archiviazioni operando delle distinzioni per categoria di elemento. Causa voluntary disclosure, dunque, la programmazione dell’attività dell’Agenzia delle entrate è stata, si legge nel documento, «fortemente condizionata dalla rilevanza strategica che l’Agenzia, anche su input dell’autorità politica, ha attribuito al completamento delle lavorazioni connesse alle istanze di rientro dei capitali dall’estero». La linea della più qualità e meno quantità è una linea intrapresa dall’Agenzia proprio con la scelta di un’azione più di compliance e meno percepibile come vessatoria. In altri uffici locali, infatti, (si veda ItaliaOggi del 2/12/2016) si sono fornite linee guida sulla selezione degli accertamenti. La peculiarità dell’iniziativa della direzione provinciale lombarda è quella di individuare una procedura smaltimento degli atti in scadenza evidenziando la straordinarietà del lavoro effettuato sul rientro dei capitali. Procedura, peraltro, confermata dal decreto legge 193/2016 anche per il 2017.
Giuseppe Catapano: L’esito del referendum pesa sul cda di Banca Mps, in programma oggi
La vittoria del no al referendum e le annunciate dimissioni del premier, Matteo Renzi, avranno un effetto immediato su Siena. Oggi il cda di B.Mps, salvo sorprese, prendera’ atto che e’ impossibile procedere all’aumento di capitale fino a 5 mld.
Lo scrive il Corriere della Seraaggiungendo che a questo punto la Bce potrebbe far sapere che a Mps dev’essere dato piu’ tempo: la crisi di Governo in Italia non permette di raccogliere 5 mld per una banca che vale appena 571 mln. La vigilanza della Bce, guidata da Daniele Nouy, potrebbe decidere di mostrarsi paziente con Mps. Ma non e’ obbligata a farlo, e sa che si tratterebbe di una concessione incoerente con l’approccio severo seguito finora da Francoforte. È qui che il referendum e l’incertezza politica in Italia si intrecciano con il lavoro della Commissione Ue, forse gia’ dai prossimi giorni.
Se il mercato rispondesse al mancato rafforzamento di Siena alzando da stamani il livello di stress finanziario per l’istituto e l’intero sistema bancario del Paese, potrebbe diventare necessaria una nazionalizzazione di Mps nei prossimi giorni: il Governo acquisirebbe azioni di nuova emissione per poco meno di 4 mld, ossia quanto resta dopo la conversione dei bond piu’ a rischio conclusa la settimana scorsa.
Giuseppe Catapano: Referendum, Moscovici, l’Italia è un paese solido con istituzioni solide
“L’Italia è un paese solido con istituzioni solide”. Così il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici ai microfoni della tv France 2 sul risultato del referendum che ha portato alle dimissioni del premier Matteo Renzi.
Moscovici ha riconosciuto che per l’Italia si prospetta un periodo di “instabilità politica” ma è un paese che dal punto di vista economico è “estremamente stabile, con una robusta economica”.
Giuseppe Catapano: Economia, politica e finanza: gli appuntamenti della settimana
Questi gli appuntamenti economici, finanziari e politici piu’ rilevanti della settimana:
Martedì 6 dicembre
Milano 10h30 Nell’ambito delItalian Lifestyle day’ presentazione delle Quotabili 2016 della Moda e del Lusso e del Design. Tra i partecipanti Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana; Carlo Pambianco, Presidente di Pambianco Strategie di Impresa. Palazzo Mezzanotte, Piazza Affari 6
Roma 09h00 ‘Il popolo delle bollette e la scomparsa del mercato di maggior tutela’. Tra i presenti Andrea Pe’ruzy, Presidente e AD Acquirente Unico; Ignazio Abrignani, Vice Presidente X Commissione Attivita’ produttive; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde; Antonio Persici, Presidente OIC; Gianluca Di Ascenzo, Presidente Codacons e Vice Presidente OIC; Carlo Bagnasco, Direttore Operativo di Energetic Source; Massimo Formichella, Responsabile crediti Enel Mercato Italia; Luca Ottolini, Iren Mercato; Filippo Stefanelli, Responsabile energy Acea Energia Spa. presso la Camera di Commercio di Roma – Sala Tempio di Adriano in Piazza di Pietra
Milano 10h00 Presso Bicocca Village (via Friedrich von Hayek) inaugurazione supermercato del futuro Coop.
Roma 10h00 L’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia presenta ‘Il progetto Eurasia Iniziative e le opportunita’ di cooperazione strategica tra Italia e Corea del Sud’. Sala Perin del Vaga, Istituto ‘Luigi Sturzo’, via delle Coppelle, 35
Milano 11h00 Intervista di Luciano Fontana a Giuseppe Sala. Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2
Milano 11h00 Inaugurazione nuova tratta ferroviaria T1-T2 di Milano Malpensa. Presso Malpensa
Roma 11h00 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alla presentazione del volume sulla vita di Pierre Carniti ‘Pensiero, azione, autonomia’ a cura di Edizioni Lavoro.
Ci saranno anche Prodi, Furlan, Morese, Becchetti (Aula Magna dell’Auditorium Antonianum di Roma, in Viale Manzoni, 1)
Milano 11h30 Conferenza stampa di Fastweb. Interviene Alberto Calcagno, AD di Fastweb. Spazio Gessi, Via Manzoni 16A
Roma 12h00 Senato – in commissione Bilancio legge bilancio
Roma 14h30 Senato – Lavori Pubblici -seguito dell’audizione informale del Presidente dell’ANAS spa sulle prospettive di sviluppo industriale del gruppo.
Roma 14h30 Senato – commissione industria – audizione informale di rappresentanti di Confindustria sulla nuova Presidenza e il suo programma.
Roma 15h30 Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato (Piazza Verdi 6/A) Convegno di Studi Semplificazioni, liberalizzazioni e crescita. Presiede e modera Filippo Patroni Griffi Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato; con Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato; con Marcella Panucci, Direttore Generale Confindustria Semplificazioni normative come opportunita’ di crescita per le imprese; Marcello Clarich
Roma 16h30 ‘Le premesse per la nuova rivoluzione industriale: un approccio concreto a banda ultralarga e risorse umane’.
Presso l’Auditorium Federmanager, Via Ravenna 14
Roma 17h00 Convegno CONSOB-CASMEF LUISS dal titolo ‘La domanda di consulenza finanziaria in Italia: determinanti e prospettive di sviluppo’. Con Giorgio di Giorgio (Luiss) e Anna Genovese (commissario Consob). Seguiranno la presentazione del Quaderno di finanza Consob n. 83 dal titolo ‘Domanda di consulenza, conoscenze finanziarie e overconfidence. Il caso italiano’ e il dibattito. Presso l’aula Toti della LUISS, viale Romania 32
Roma 17h30 Evento Luiss ‘Come formare e selezionare le élite?’. Aula Blu Viale Romania 32
Giuseppe Catapano: Referendum, il No (al 59,11%) sbanca al Sud
I risultati definitivi del referendum, comprendenti lo scrutinio di tutte le 61.551 sezioni d’Italia le 1.618 comunicazioni dall’estero, vedono il Si’ al 40,89% e il No al 59,11%. I voti per il Si’ sono stati 13.432.208, quelli per il No 19.419.507. Le schede bianche sono state 83.417 pari allo 0,25%, le schede nulle 306.952 pari allo 0,92%. Le schede contestate o non assegnate sono 1.761.
l si’ al referendum costituzionale ha vinto solo in tre Regioni: Trentino Alto Adige (53,87% contro 46,13% del no), Emilia Romagna (50,39% contro 49,61%) e Toscana (52,51% contro 47,49%).
In tutte le altre Regioni il no e’ stato nettamente prevalente, in particolare in quelle meridionali. A schierarsi quasi completamente a favore del no e’ stata la Sardegna con un 72,22% contro un 27,78% a favore del si’.
Ma il no e’ stata la scelta netta di quasi tutte le Regioni del Sud. In Sicilia il no ha raggiunto il 71,58% dei voti contro il 28,42% dei si’; in Calabria il no e’ arrivato al 67,02% (32,98% dei si’); in Campania il no ha vinto con il 68,52% (31,48%); in Puglia il no e’ arrivato al 67,16% (32,84%); in Basilicata il no al 65,89% contro il 34,11% de si’.
Renzi: nel pomeriggio il cdm e poi al Quirinale. Lo aveva detto e lo ha fatto. La vittoria del no al referendum costituzionale segna per Matteo Renzi la fine della sua permanenza a Palazzo Chigi. È stato lo stesso Renzi nel corso della notte, mentre lo scrutinio sul voto era ancora in corso, ad annunciare la volonta’ di presentare le proprie dimissioni al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Nel pomeriggio, come indicato proprio da Renzi, si terra’ una riunione del Consiglio dei ministri durante la quale il premier comunichera’ le sue intenzioni ai ministri, poi salira’ al Quirinale.
A quel punto la palla passera’ nelle mani di Mattarella. Il presidente della Repubblica potrebbe verificare la percorribilita’ di un mandato bis rimandando il Governo alle Camere o definire il calendario per le consultazioni. Un Governo Renzi bis, secondo indiscrezioni insistenti, sarebbe di difficile attuazione perche’ le dimissioni del premier sarebbero “irrevocabili”. Inoltre, sempre secondo quanto circolato nelle ultime ore, il presidente del Consiglio sarebbe intenzionato a presentarsi dimissionario da segretario del Pd durante la direzione prevista per domani. Una cosa certa riguarda la posizione di forza del Pd. Qualunque Governo si formera’ non potra’ fare a meno del Partito democratico. Al Colle intanto sono gia’ state fatte arrivare le richieste del centrodestra e del M5S che premono perche’ si vada ad elezioni anticipate.
Tra i dossier piu’ importanti che il nuovo Governo si trovera’ immediatamente ad affrontare ci sono l’approvazione della legge di bilancio da approvare entro l’anno; la messa in sicurezza del sistema bancario con un particolare focus su B.Mps e la modifica della legge elettorale, uno dei nodi politici maggiormente intricati da sciogliere.
Giuseppe Catapano: Referendum, Prodi ha deciso, voto sì
Romano Prodi ha detto sì. Lo aveva fatto capire, ma adesso sente il dovere di dire apertamente come voterà al prossimo referendum costituzionale. “Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondita’ e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio Si’, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale”. Lo scrive Romano Prodi in una nota. Il confronto sul referendum “e’ diventato una rissa sulla stabilita’, inutilmente messa in gioco da un’improvvida sfida. Quanto al contenuto della riforma voglio solo ricordare che la mia storia personale e’ stata tutta nel superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso”. Cosi’ Romano Prodi in una nota. “Questo era l’Ulivo. La mia vicenda politica si e’ identificata nel tentativo di dare a questo paese una democrazia finalmente efficiente e governante: questo e’ il modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che le forze riformiste hanno con me condiviso e sostenuto”, osserva l’ex premier. “C’e’ – nota Prodi – chi ha voluto ignorare e persino negare quella storia, come se le cose cominciassero sempre da capo, con una leadership esclusiva, solitaria ed escludente. E c’e’ chi ha poi strumentalizzato quella storia rivendicando a se’ il disegno che aveva contrastato. Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondita’ e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio si’ – sottolinea Prodi -, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale”.
Renzi:”Grazie a Romano Prodi, ha capito che c’è un’esigenza nel paese”
“Grazie a Romano Prodi che pochi minuti fa ha detto che votera’ Si'” al referendum. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ad Ancona per una iniziativa per il Si’ al referendum costituzionale aggiungendo che “pur non condividendo tutti i punti della riforma, Prodi ha capito che c’e’ un’esigenza nel Paese”.
