Giuseppe Catapano scrive: Punto di partenza senza spazio

Se il “metodo Barbuto” sia ripetibile  su larga scala si vedrà.

Ambizioso ?  tagliare di circa 800 mila liti il contenzioso civile arretrato. Appare però già più realistico di quello che si è dato il capo del Governo, che punta a dimezzare i 5 milioni e rotti di cause in giacenza entro la fine della legislatura. Intanto si può però osservare che sono rispettate corrette basi metodologiche. Prima di intervenire sarebbe sempre meglio conoscere. E certo il lavoro messo a punto dallo staff del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è imponente, in parte accorpando i risultati di precedenti ricerche statistiche (per esempio quelle sugli uffici “virtuosi”) in parte proponendo rivelazioni inedite. Con il pregio di essere stato svolto in poco tempo e di legare già adesso studi e definizione della priorità.

Va in questa direzione l’individuazione del paletto dei tre anni di vetustà del contenzioso da aggredire . Tenendo conto di un dato di fatto, certificato dalle varie e successive rilevazioni in sede europea: la produttività della Magistratura Italiana non ha nulla da invidiare a quella delle migliori europee. A fare la differenza, emerge, neanche troppo tra le righe, nella relazione di Barbuto di accompagnamento allo studio, sono le capacità organizzative e la difficoltà a fare scelte da parte dei vertici degli uffici.

Avere ben chiara la scala degli obiettivi è allora determinante. E in questo senso la moral suasion del nuovo capo di Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria è già partita.

 Il lavoro reso pubblico  dal Ministero della Giustizia ha anche un pregio ulteriore, perché squaderna un’Italia giudiziaria veramente “a macchia di leopardo”. Dove, ufficio per ufficio, sono oggi disponibili i dati sulle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo, del loro rapporto rispetto al bacino di utenza e dei rispettivi tassi di scopertura, del numero di affari introdotti e di quelli definiti (anche in rapporto alla produttività del singolo magistrato). Certo, dati che avranno bisogno di spiegazioni e magari, di ulteriori affinamenti, ma che, intanto, rappresentano, anche per il loro grado di aggiornamento (2013), un punto di partenza fondamentale per chi intende riflettere sull’organizzazione della giustizia.

Nello stesso tempo sono messi a disposizione elementi di giudizio sulle future scelte del ministero. Per esempio sulla collocazione delle nuove assunzioni promesse per il personale amministrativo oppure su utilizzo e destinazione dei budget per il processo telematico.

A cura del Prof. Giuseppe Catapano