Il primo passo da compiere per la scelta del luogo dell’evento è capire a chi è rivolto.
Evento per dipendenti/collaboratori. Si fa, generalmente, per coinvolgere e rendere partecipe della vita aziendale il proprio personale. I messaggi che un tipo di evento del genere deve trasmettere sono vari, tra cui: divertiamoci, siamo uniti, siamo una famiglia, condividiamo un’idea o un progetto, tutti siamo importanti.
Evento per clienti o partner commerciali. Un evento del genere deve trasmettere la forza, la concretezza e l’affidabilità della propria azienda. Al pubblico bisogna comunicare il motivo per cui si dovrebbe entrare in affari con la propria impresa o continuare a rimanere clienti.
Evento aperto al pubblico. Si tratta di un evento per il lancio di un nuovo prodotto. Per ammaliare un pubblico di questo tipo, la comunicazione deve essere sorprendente, innovativa e coinvolgente.
Se abbiamo deciso a quale delle categorie precedenti è destinato l’evento, i criteri per scegliere il luogo si devono basare su: emozioni da trasmettere, posizione, dimensioni della sala e attrezzature necessarie.
Emozioni da trasmettere. Si vuole creare un senso di intimità e coesione nel gruppo? Allora l’evento si deve svolgere all’interno di un parco, in un agriturismo oppure attraverso una gita di gruppo. Si vogliono trasmettere solidità e sicurezza
dell’azienda? Allora l’evento si deve svolgere in un luogo di alto profilo, come per esempio un albergo di lusso con sale meeting oppure all’interno di una villa. Si vogliono trasmettere la storia, la cultura e i valori aziendali? Allora l’evento
potrebbe tenersi nella sede aziendale oppure all’interno di una dimora storica. Si vuole lanciare un nuovo prodotto sul mercato? Allora una fiera specializzata potrebbe essere il luogo ideale.
Posizione. Una località raggiungibile è senza dubbio meglio di una struttura lontana dalle principali vie di comunicazione. È necessario valutare la distanza dell’evento aziendale dalle principali autostrade, aeroporti, stazioni ferroviarie, fermate del bus o della metropolitana. Ecco perché è fondamentale calarsi nei panni dei partecipanti e
chiedersi: con che mezzo parteciperanno all’evento?
Dimensioni della sala e attrezzature. L’evento è a numero chiuso o è aperto a un ampio pubblico? Un evento a numero chiuso permette di stimare meglio i costi e guadagni derivanti dall’organizzazione. Per un evento aperto ad un pubblico più vasto è necessario fare una stima del numero dei partecipanti. Gli errori da non commettere sono quelli di non affittare una sala troppo piccola, ma nemmeno una sala troppo grande per l’affluenza prevista. Infatti, il pubblico avrebbe la spiacevole sensazione di sentirsi disperso in un’aula semi deserta, oppure potrebbe rischiare di rimanere in
piedi per mancanza di sedie.
Altro aspetto da considerare è la scelta del luogo in base all’attrezzatura necessaria al suo svolgimento: ecco perché bisogna valutare elementi come l’ampiezza degli spazi, l’attrattiva del luogo, la presenza di barriere architettoniche, i parcheggi, l’illuminazione, le tecnologie a disposizione (esempio: videoproiettori).
A voi la scelta: meglio nella propria azienda? In una sala congressi di un hotel? In un ristorante?In una piazza?All’interno di un parco? Oppure in una gita di gruppo alla scoperta delle meraviglie che ci circondano?
aziende
Giuseppe Catapano informa: Stagisti e tirocinanti e obblighi per la sicurezza sul lavoro
Ci si chiede spesso se coloro che svolgono stages o tirocini formativi all’interno di una azienda rientrino, ai fini dell’applicazione della legge sulla sicurezza sul lavoro, nel percorso formativo dettato dall’Accordo Stato-Regioni sulla formazione dei lavoratori, dirigenti e preposti? La risposta è si. La definizione di lavoratore ai fini dell’applicazione del decreto legislativo sopra citato è contenuta nello stesso decreto legislativo. Infatti, il lavoratore è la: “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari”. Lo stesso articolo, così come modificato da una legge successiva, indica comunque anche coloro che sono da considerarsi equiparati ai lavoratori, ed in merito precisa che: “Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione …; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento …; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni”, Dalla semplice lettura della norma è facile osservare che fra gli equiparati ai lavoratori il legislatore ha voluto specificatamente inserire gli stagisti ed i tirocinanti. È chiaro quindi che, nell’ipotesi in cui presso un’azienda siano presenti soggetti che svolgano stages o tirocini formativi, il datore di lavoro sarà tenuto a osservare tutti quegli obblighi previsti dalla legge sulla sicurezza nei confronti dei lavoratori, e sarà tenuto anche per questi casi ad adempiere agli obblighi formativi connessi alla specifica attività svolta. Agli stagisti ed ai tirocinanti in definitiva, ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni sulla formazione dei lavoratori, dirigenti e preposti, deve essere impartita una formazione generale della durata di 4 ore ed una formazione specifica della durata di 4, 8 o 12 ore a seconda del settore di attività al quale appartiene l’azienda ed a seconda della fascia di rischio, basso, medio o alto, nella quale è inserita l’attività dell’azienda medesima. In tal senso si è espresso anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nella risposta ad un quesito allo stesso formulato in data 1/10/2012. Nel fornire tale risposta, infatti, il Ministero del Lavoro, dopo aver ribadita la equiparazione, degli stagisti e dei tirocinanti con i lavoratori, ha concluso sostenendo che, nel caso in cui presso un’azienda o uno studio professionale siano presenti soggetti che svolgano stage o tirocini formativi, il datore di lavoro sarà tenuto ad osservare tutti gli obblighi di legge necessari a garantire la salute e la sicurezza degli stessi e, quindi, adempiere gli obblighi formativi connessi alla specifica attività svolta.
Giuseppe Catapano informa: Dopo Expo, a rischio due imprese su cinque
L’Expo Milano 2015 è una opportunità per dare slancio all’economia italiana. Ma cosa accadrà una volta chiusa l’Esposizione Universale? Secondo la ricerca “Expo Milano 2015: Made in Italy alla grande?” di Euler Hermes, società del Gruppo Allianz, due aziende su cinque, create per la manifestazione, se la vedranno con il rischio default.EXPO 2015 padiglioneItalia 400
Il contributo dell’Expo
L’Expo darà un positivo seppur limitato contributo di 0,1% al PIL italiano del 2015. In totale, compresi i primissimi effetti, l’Esposizione Universale potrà apportare fino a + 0,4% di PIL (2012-2015) grazie a: turismo (15 milioni di visitatori), export (+10% in alcuni settori), produzione extra (6 miliardi di euro) e nuovi posti di lavoro (circa 100mila).
Quello che gira attorno all’Expo
L’Expo sarà quindi una delle cinque componenti che consentiranno all’Italia una lieve ripresa dopo tre anni consecutivi di contrazione. Il percorso di crescita del Paese passa infatti attraverso anche una maggior fiducia e conseguente recupero dei consumi privati, l’euro più debole che apporterà 6 miliardi di maggiori esportazioni nel 2015; l’alleggerimento dei vincoli finanziari con la conseguente discesa dei tassi di interesse reali sui prestiti alle PMI ed una ripresa della domanda di credito, e infine i minori costi energetici ed il taglio dell’IRAP che spingeranno in alto i margini delle società.
Più sinergia tra le imprese
Dovrebbe inoltre aumentare le sinergie fra le imprese straniere e quelle italiane. Ad esempio i prodotti italiani beneficeranno di una visibilità maggiore e di una crescita della domanda grazie ai numerosi turisti, oltre il 30% dei partecipanti infatti proverranno dall’estero, specialmente da Cina, USA, Argentina, Brasile, Turchia e Emirati Arabi.
Il dopo Expo
Dal 2013 sono state fondate circa 10mila nuove imprese, ma con la chiusura della manifestazione ben il 40% di queste rischia di chiudere e un terzo delle nuove aziende nel settore edile potrebbe fallire nel 2017 a causa dell’interruzione delle attività. Il settore alberghiero e della ristorazione dovrebbe subire un impatto minore, in quanto è previsto un aumento del flusso di turisti dopo la chiusura dell’Expo, grazie alla maggiore attrazione esercitata dall’Italia. In questo settore dovrebbe fallire solo 1 su 10 imprese nel 2017. In totale, nel peggiore dei casi ipotizzato, 2.500 imprese potrebbero chiudere nel 2017 (con un aumento del +14% rispetto al 2016) e 1.500 nel 2018 (+7%).
«Nella storia dell’economia, le Esposizioni Universali segnano momenti di svolta e occasioni di rilancio – afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Euler Hermes Paesi mediterranei, Medio Oriente e Africa. Milano e l’Italia si apprestano a farlo perché l’Esposizione 2015 promette di essere una delle leve intorno alla quale sostenere la ripartenza italiana nell’anno in corso».