La vittoria del no al referendum e le annunciate dimissioni del premier, Matteo Renzi, avranno un effetto immediato su Siena. Oggi il cda di B.Mps, salvo sorprese, prendera’ atto che e’ impossibile procedere all’aumento di capitale fino a 5 mld.
Lo scrive il Corriere della Seraaggiungendo che a questo punto la Bce potrebbe far sapere che a Mps dev’essere dato piu’ tempo: la crisi di Governo in Italia non permette di raccogliere 5 mld per una banca che vale appena 571 mln. La vigilanza della Bce, guidata da Daniele Nouy, potrebbe decidere di mostrarsi paziente con Mps. Ma non e’ obbligata a farlo, e sa che si tratterebbe di una concessione incoerente con l’approccio severo seguito finora da Francoforte. È qui che il referendum e l’incertezza politica in Italia si intrecciano con il lavoro della Commissione Ue, forse gia’ dai prossimi giorni.
Se il mercato rispondesse al mancato rafforzamento di Siena alzando da stamani il livello di stress finanziario per l’istituto e l’intero sistema bancario del Paese, potrebbe diventare necessaria una nazionalizzazione di Mps nei prossimi giorni: il Governo acquisirebbe azioni di nuova emissione per poco meno di 4 mld, ossia quanto resta dopo la conversione dei bond piu’ a rischio conclusa la settimana scorsa.