Controlli mirati per spingere a fare la voluntary disclosure 2. È questa la strategia che il ministero dell’economia ha messo a punto e che il comandante del III reparto della guardia di finanza, Stefano Screpanti, ha messo nero su bianco nell’audizione svolta ieri davanti alle commissioni bilancio e finanze della camera sulle disposizioni contenute nel decreto legge fiscale (193/2016). La strategia prevede la predisposizione di liste selettive di soggetti «connotati da elementi di pericolosità fiscale connessi alla potenziale detenzione all’estero di capitali frutto di evasione». In particolare, continua il generale Screpanti, «nella prospettiva di incentivare l’adesione alla voluntary disclosure, una di queste analisi concerne soggetti che, pur presentando connessioni nell’ambito di rapporti finanziari con contribuenti che hanno aderito alla procedura di collaborazione volontaria, non hanno a loro volta presentato istanza di adesione». Si tratta dei cosiddetti soggetti collegati: soci, coniugi, coeredi, soggetti che per una serie di ragioni potevano presentare la voluntary mentre in realtà solo uno o comunque non tutti quelli che sarebbero stati tenuti lo hanno fatto, autodenunciando, con la trasmissione dell’istanza chi, al contrario, non l’ha presentata. Nell’ambito dei controlli su liste predisposte, arriva anche la conferma di avvio di attività di verifica per i circa 800 soggetti Italiani che sono stati rintracciati nei cosiddetti Panama papers, i file pubblicati la scorsa estate con i nomi di evasori su scala mondiale che detenevano conti offshore nello stato caraibico.