Resteranno, ma ‘a tempo’ nell’Associazione nazionale dei comuni italiani, i sindaci del Movimento 5 Stelle. E’ quanto si è deciso, a quanto si apprende, nel corso di un incontro a Montecitorio con il responsabile Enti locali del Movimento, Luigi Di Maio. A gennaio, sempre secondo le stesse fonti, sarà invece fatto un ‘tagliando’ all’associazione che riunisce 7.318 Comuni italiani con l’obiettivo di rappresentarne e tutelarne gli interessi: se ci saranno altri tagli ai servizi essenziali erogati ai cittadini tramite i Comuni e se non si colpiranno, aggredendole, le sacche di spreco anche interne all’associazione, il Movimento è pronto a lasciare, all’inizio del nuovo anno, in blocco. “Abbiamo deciso di darci una scadenza a gennaio”, ha detto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, al termine della riunione dei primi cittadini a 5 Stelle, che si sono interrogati sulla posizione da tenere con l’associazione a cui aderiscono 1.378 Comuni d’Italia. “Il livello dei servizi ai cittadini e’ per noi fondamentale – ha sottolineato Raggi – se per quella data l’Anci non avrà’ assunto una posizione forte, eventualmente valuteremo anche da parte nostra una altrettanto posizione forte”. Come quella di uscire dall’associazione. Positivo il commento del presidente dell’Anci, Piero Fassino, sulla decisione dei sindaci pentastellati di partecipare comunque all’assemblea nazionale che si terrà mercoledì a Bari: “E’ positivo che i Sindaci 5 Stelle abbiano deciso di confermare la presenza in Anci e di partecipare all’Assemblea Nazionale che si aprirà a Bari dopodomani. L’unità dell’Anci è infatti condizione indispensabile per la sua forza e la capacità negoziale. In questi mesi di esame della Legge di Stabilità i sindaci M5S potranno così contribuire attivamente all’impegno dell’Anci per ottenere significativi risultati, avendo maggiori elementi per valutare il loro ruolo nell’Associazione”, osserva.
Mese: ottobre 2016
Catapano Giuseppe: Lupi, pronta la proposta di legge elettorale targata Area popolare
Il presidente del Consiglio conferma, come Area popolare richiede da tempo, l’apertura di un confronto sulla legge elettorale dicendosi disposto a mettere in discussione il ballottaggio, a parlare di premio alla coalizione invece che alla lista, di liste bloccate e di preferenze. La legge elettorale non e’ un problema interno al Partito democratico tra maggioranza renziana e minoranza. Area popolare presenterà in settimana la sua proposta di legge, gà’ nota nelle sue linee principali”. Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare, commentando quanto emerso dalla Direzione del Pd, tutt’ora in corso. “Accogliamo con favore le parole del presidente del Consiglio Renzi sui tempi certi della calendarizzazione di questa discussione. E’ abbastanza ovvio che vada fatta subito dopo il referendum – osserva Lupi – prima il parlamento sarà impegnato nella sessione di bilancio, così come è ovvio, essendosi la camera dei deputati già impegnata su una nostra mozione in merito, che sin d’ora la conferenza dei capigruppo può calendarizzare per il mese di dicembre l’incardinamento della discussione sulla legge elettorale dandole tempi certi”, conclude.
Catapano Giuseppe: Il volere del figlio vince tutto
La volontà del figlio adolescente «trascurato» dal padre giustifica l’interruzione degli incontri con il genitore. Con la sentenza n. 2010 depositata il 7 ottobre 2016, la Corte di cassazione consolida l’orientamento da tempo prevalente sia in campo internazionale che nazionale, che pone la volontà del minore al centro delle decisioni relative ai conflitti genitoriali in ordine all’affidamento dei figli.
Nel caso oggetto della sentenza in esame, protagonista della controversia tra i genitori è una figlia di 15 anni.
Il padre, infatti, ha lamentato sia avanti la Corte d’appello sia nel proprio ricorso per Cassazione, di esser stato ostacolato dalla madre nella relazione e nei rapporto con la propria figlia e di non avere i servizi, sociali, incaricati dal tribunale di gestire la situazione e favorire gli incontri tra il padre e la minore, di non avere monitorato né fatto nulla in tal senso, tanto da favorire l’opera di induzione alla negazione della figura paterna nella minore da parte della madre, responsabile di avere provocato l’interruzione degli incontri in ambiente neutrale e degli incontri psicologici di sostegno che già erano stati disposti dal Tribunale in sede di separazione.
Osserva, invece, la Cassazione, confermando la decisione della Corte d’appello, che la valutazione della questione va incentrata sulla volontà della figlia, ormai quindicenne, che aveva espresso una posizione chiara ed adeguatamente argomentata circa la sua indisponibilità attuale a partecipare a un progetto di riavvicinamento con il padre.
Catapano Giuseppe: Avvocati, più tutele e nuova rappresentanza
Corsia privilegiata per l’equo compenso degli avvocati contro i contratti capestro di banche e assicurazioni, innalzamento delle tutele per le donne avvocato, coinvolgimento della categoria forense nella costruzione delle leggi dello stato. Sono alcuni degli interventi annunciati dal ministro della giustizia, Andrea Orlando, intervenuto sabato scorso alla giornata conclusiva del XXXIII Congresso nazionale forense di Rimini, dove è nato l’Organismo congressuale forense in sostituzione dell’Oua (si veda ItaliaOggi dell’8 ottobre scorso). In particolare, il guardasigilli ha risposto all’appello lanciato dal presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, che in apertura del congresso aveva chiesto al ministro che il ddl sull’equo compenso fosse di iniziativa governativa e non parlamentare. La proposta di legge messa a punto dal Cnf, in particolare, prevede, sul fronte contrattuale, la nullità delle clausole che prevedano condizioni contrattuali contrarie all’equo compenso, definendo le tipologie di clausole ritenute abusive. Secondo Orlando, «si è creata una sperequazione e oggi il mercato non è trasparente, creando condizioni inaccettabili di lavoro soprattutto per i giovani». Orlando si è inoltre impegnato per la costruzione, a breve, di un «pacchetto» di tutele per le donne, portando per esempio nuovi palazzi di giustizia dotati di spazi per i bambini. Nel corso dei lavori congressuali sono state approvate inoltre diverse mozioni politiche su temi quali il patrocinio a spese dello stato, la negoziazione e mediazione familiare, la famiglia, l’attività stragiudiziale di recupero crediti e infortunistica stradale di competenza esclusiva degli avvocati, il ddl concorrenza. Sulla nascita dell’Ocf si è espresso il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi.«Il superamento dell’Oua e la nascita del nuovo Organismo previsto dalla legge professionale», spiega, «rappresentavano una tappa doverosa e indifferibile di questo congresso. Milano avrebbe preferito che si fosse tenuto conto di alcune modifiche, forse non sostanziali, che avrebbero però consentito di raggiungere una maggioranza molto più ampia e quindi di conferire maggiore autorevolezza alla nuova rappresentanza».
Catapano Giuseppe: Renzi apre su Italicum e senato elettivo. E la direzione approva all’unanimità
“Il vero oggetto del contendere è se c’è o non c’è una maggioranza fuori dal Pd per cambiare la legge.Perchè da soli non ce la facciamo”. Lo ha sottolineato il premier e segretario Pd Matteo Renzi, chiudendo la Direzione del partito che ha approvato all’unanimità ma senza i voti della minoranza la relazione del presidente del consiglio e numero uno del Nazareno. “Si può costruire l’unità del Pd e poi costruire il consenso fuori, ma abbiamo fatto i miracoli in questa legislatura per riuscirci. Chi dice facciamo l’accordo nel Pd e poi cambiamo la legge, nega la realtà dei numeri”, ha avvertito Renzi. Che in apertura della riunione aveva spiegato: “Questa è la direzione numero 31 dal gennaio 2014: in tutti i passaggi chiave abbiamo riunito la direzione, abbiamo scelto la democrazia interna e non i caminetti dei big, o presunti tali. Lo avevamo promesso nelle primarie, quelle che mi hanno indicato legittimamente e democraticamente segretario, perchè l’impegno con gli iscritti vale più dei malpancia dei leader, noi parliamo qui”. Renzi ha dichiarato sulla legge elettorale che ormai è tempo di giocare a carte scoperte: “Bisogna tirar fuori le proposte, io sono pronto a offrire una soluzione. Siamo pronti a discutere del ballottaggio, sul premio alla lista o alla coalizione e al modo con il quale si scelgono i deputati. Il Pd è pronto a fare una discussione profonda, seria con tempi certi”, aggiunge il segretario dem, “il Pd è pronto a discutere già dalla settimana successiva al 4 dicembre, data di svolgimento del referendum costituzionale”,”, afferma ancora, “andiamo a vedere le carte. Non possiamo farlo in campagna referendaria ma l’impegno è iscriverlo in discussione nelle commissioni competenti nelle due settimane immediatamente successive”, aggiunge il segretario dem. Renzi ha aggiunto, a proposito del senato elettivo, che “c’e’ una proposta che viene da persone che hanno combattuto sostenendo idee opposte, Vannino Chiti e Federico Fornaro su tutti. Sono pronto a partire da questo testo per aprire una discussione” sull’elezione dei senatori, nel nuovo senato previsto dalla riforma costituzionale”. Il premier ha comunque sottolineato che la mediazione non può bloccare il paese: “La riforma costituzionale non è un giocattolo per addetti ai lavori, è una partenza per il Paese e siamo disponibili a farci carico di ulteriori mediazioni, ma non siamo disponibili a bloccare un Paese. Per i miei figli e i nostri figli non ci fermeremo”, ha detto. Una affermazione netta in risposta alle dichiarazioni che oggi hanno già fatto parlare di spaccatura già consumata: Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza hanno annunciato di essere pronti a schierarsi per il no. E’ stato poi Gianni Cuperlo a parlare delle aperture di Renzi: “Apprezzo le aperture alle nostre richieste e penso che si debba dare seguito con un atto politico. Forti sono le attese per una prova di saggezza, la via che hai indicato qui pochi minuti fa si è come arrestata a metà del sentiero, ma io la voglio compiere per intero.. Il tema è se esiste la volontà di ricomporre una frattura al limite del trauma e il problema è vedere la sostanza. Il Pd ha investito molto, troppo sull’Italicum, ma oggi deve avere una sua proposta. Non è un alibi, ma la convinzione che una combinazione tra monocameralismo e legge ipermaggioritaria sia molto negativa. Penso che abbiamo fatto un passo sul sentiero e occorre andare avanti subito a vedere e dopo, lo faremo nel rispetto di questa comunità, ma anche di noi stessi. Fuori di qui ci sono due eserciti in armi, ma io non ho ancora indossato una divisa perché la rottura si deve limitare. Certo è che in queste condizioni, se perdi il referendum avrai paralizzato l’Italia, ma se vinci avrai diviso il centrosinistra”. Cuperlo ha concluso: “Se un accordo non ci dovesse essere, io il 4 dicembre non potrò votare quella riforma. Ma se a quella scelta mi spingerai, stai sereno perchè insieme comunicherei al presidente della camera le mie dimissioni da deputato”. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha invitato maggioranza e minoranza a raggiungere un accordo per evitare che a trionfare siano le forze politiche populistiche e di destra. “La resa dei conti riguarda un pezzo del nostro fururo, e quindi bisognerebbe evitare fratture e cercare un’intesa sulla base delle porposte fatte dal nostro segretario”, ha concluso. Nelle sue conclusioni Renzi ha chiarito che “checché ne pensiate delle leggi elettorali, le elezioni si vincono prendendo i voti. Se nel 2013 avessimo preso il 40% avremmo vinto – ha aggiunto – abbiamo preso il 25% e questo è il peccato originale della legislatura. Un premio elettorale eccessivo ci ha permesso di avere la maggioranza alla Camera ma non al Senato. E la maggioranza attuale non è frutto di un disegno perverso ma di uno stato di necessità”. Il presidente del consiglio ha anche negato di avere “inchiodato il paese al referendum”: “Queste riforme costituzionali sono un puntiglio di qualcuno che ci si è fissato, o sono elemento e condizione della competitività del Paese e della credibilità della politica? Alla domanda del perchè ci stiamo giocando tutti lì, dobbiamo dare una risposta. E a Cuperlo che mi chiede perchè ho inchiodato il paese su questo dibattito, io dico che penso che il Paese fosse inchiodato quando siamo arrivati, al punto da non riuscire ad eleggere il presidente della Repubblica. Un parlamento in cui la riforma veniva fatta non con il 138 ma cambiando il 138. E c’è una bella differenza col portare il Parlamento a votare le modifiche”. Renzi ha aggiunto che sarà fondamentale l’impegno per il Sì nel referendum, perché, ha detto, “la riforma del bicameralismo ha tempi più lunghi di quelli delle apparizioni della cometa di Halley. Il referendum non è sulla legge elettorale, non è sui poteri del premier. E’ sul superamento del bicameralismo paritario. E non ci dobbiamo stupire se questo argomento viene posto da 70 anni e non viene risolto. Fa prima a tornare la cometa di Halley…
Catapano Giuseppe: Terremoto, dal cdm ok al decreto ricostruzione. Renzi: non vi lasciamo soli
E’ durato circa mezz’ora a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri. All’ordine del giorno il decreto legge sugli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016. All’ordine del giorno anche il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/89/UE, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo. “Approvato stamattina il decreto legge terremoto. Avevamo promesso: non vi lasceremo soli. E così faremo. Tutti insieme”, ha scritto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su Twitter al termine del Consiglio dei ministri. Renzi stamani sarà ad Amatrice, Accumoli e Arquata, i paesi maggiormente colpiti dal sisma.
Catapano Giuseppe: Galaxy Note 7, Samsung sospende le vendite. E il titolo crolla alla borsa di Seul
Samsung Electronics ha deciso di bloccare le vendite e il programma di sostituzione del Galaxy Note 7 in seguito alle continue segnalazioni di surriscaldamento ed esplosioni dello smartphone.
La multinazionale coreana è arrivata perfino a chiedere agli acquirenti dello smartphone di spegnere il dispositivo e di non utilizzarlo.
Nel dettaglio, Samsung ha sostenuto tramite un comunicato che chiederà ai “partner di tutto il mondo di fermare le vendite e le sostituzioni del Galaxy Note 7 mentre sono in corso ulteriori indagini” sulle cause di un problema che ha portato al richiamo di 2,5 milioni di smartphone.
La decisione di bloccare le vendite segue le indiscrezioni di ieri sul blocco temporaneo della produzione reso necessario in seguito a problemi di surriscaldamento rilevati anche sugli smartphone messi a disposizione per il programma di sostituzione.
Dopo l’annuncio, le azioni di Samsung Electronics hanno chiuso in calo dell’8% alla Borsa di Seul.
Giuseppe Catapano: Unioni civili, reati in arrivo
Anche il codice penale si deve adeguare al riconoscimento delle unioni civili nell’ordinamento nazionale, operato con la legge 76/2016, in modo che il compagno unito civilmente abbia una disciplina omologa a quella del “coniuge” e del “prossimo congiunto” sia sotto il profilo delle tutele (come attenuanti o scriminanti del reato) sia sotto il profilo incriminatorio. A questo adeguamento è dedicato uno dei tre schemi di decreto legislativo approvati dal consiglio dei ministri del 4 ottobre scorso per l’attuazione della nuova disciplina, che come gli altri è già stato presentato in Parlamento in vista dei prescritti pareri. Il testo è molto scarno (appena 4 articoli) e per comprendere tutta la portata dell’intervento occorre rifarsi alla relazione illustrativa, che spiega innanzitutto che un intervento ad hoc in campo penale, affidato con delega al Governo, è necessitato dalla tassatività/determinatezza della legge penale. Lo schema di decreto non modifica ogni fattispecie previste dal codice penale ma opera da una parte ricomprendendo “la parte di una unione civile tra persone dello stesso sesso” nella categoria del “prossimo congiunto agli effetti della legge penale” definita nell’articolo 307 cp; e dall’altra introducendo nel codice penale un nuovo articolo (574 ter) che equipara “agli effetti della legge penale” il termine matrimonio all’ unione civile tra persone dello stesso stesso e la qualità di coniuge (prevista a volte come elemento costitutivo o come circostanza aggravante del reato) a quella di parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso.

