Giuseppe Catapano: Nella Manovra nessun condono, parola di Renzi che tira dritto con la Ue

giucatap666Si prospetta un nuovo braccio di ferro tra Bruxelles e l’Italia: se infatti il premier, Matteo Renzi, e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, non troveranno un’intesa sulla legge di bilancio 2017 durante il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Ue, è concreta la possibilità di una lettera per formalizzare la richiesta di uno sforzo di bilancio aggiuntivo. Senza un impegno su un taglio del deficit di almeno 1,6 mld la lettera potrebbe partire la prossima settimana. Si starebbe comunque lavorando anche a una soluzione politica: Juncker e Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici, sarebbero infatti pronti ad aspettare il referendum del 4 dicembre prima di punire in modo irreversibile l’Italia. In questo modo si lascerebbe aperta la porta a un accordo in extremis se Roma modificherà la manovra alle Camere. La posizione di Renzi, tuttavia, non sembra lasciare spazio a molte mediazioni: a fronte delle perplessita’ della Ue sulla manovra italiana “non cambia assolutamente niente: potranno chiedere una lettera con maggiori spiegazioni, ma la sostanza non cambia”. Per il premier, “bisogna dare un segnale ai cittadini più che ai tecnocrati di Bruxelles”. Il premier sottolinea che “se l’Ue avrà osservazioni da fare ascolteremo, ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni”. Nella legge di bilancio “non c’è nessuno condono”, ha detto Renzi, spiegando che anche con l’abolizione di Equitalia “chi ha preso una multa la deve pagare, non è che non la può pagare”. Con la manovra, ha continuato il premier, “Equitalia viene superata, si sceglie un meccanismo diverso non solo nella forma societaria, ma anche nel metodo. Spero che partiremo subito: se ti scordi di pagare la multa, ti arriva un sms, non l’ufficiale giudiziario. Il fisco deve essere il consulente dei cittadini, che sono i datori di lavoro”. L’abolizione prevista nella legge di bilancio e’ quindi “solo il superamento di un meccanismo che era punitivo per i cittadini”, ha aggiunto.

Referendum non è né su di me né su Governo

Se si valuta nel merito la riforma costituzionale, e quindi anche il referendum del prossimo 4 dicembre, non si tratta di una consultazione né sul capo del Governo né sull’esecutivo. Renzi lo ha ribadito. “Il quesito è stato ufficialmente approvato perché i grandi professori del comitato del No hanno fatto ricorso anche al Tar del Lazio e hanno perso anche lì. Ora andiamo al merito, questo referendum non è né su di me, né sul Governo”, ha sottolineato Renzi. Quanto al fatto che in tv le ragioni del Sì al referendum siano maggiormente rappresentate “lo trovo discutibile. In tv -ha messo in evidenza il premier- trovo più facilmente le ragioni del No che quelle del Sì”. “Se guardiamo le trasmissioni, se io vado da Semprini la scorsa settimana, il martedì dopo c’è andato un deputato Cinque Stelle. Se domenica sarò da Lucia Annunziata è perché c’è stato D’Alema, e avevano iniziato le trasmissioni Di Maio e Di Battista. Facciamo l’elenco e vediamo chi partecipa a cosa, ma mi piacerebbe discutere di merito”, ha aggiunto. Sul referendum, ha proseguito, abbiamo “il blocco del no, la coalizione del no, con D’Alema, Berlusconi, Fini, Cirino Pomicino, Lamberto Dini, Beppe Grillo”. Subito dopo aver elencato i nomi di alcuni oppositori del referendum è caduto il collegamento telefonico con Rtl 102.5 e quando è stato ripristinato, Renzi ha ironizzato “Non li ridico, sennò cade la linea. Dico solo che c’è un blocco di persone che dice sempre no, no, no. Ma se poi li chiudi tutti insieme in una stanza non hanno un’idea alternativa a quella messa in piedi da noi”. In merito poi alla posssibilità che ci sia un collegamento tra gli scioperi di oggi, la posizione sulla manovra economica e quella sul referendum, “io rispetto l’autonomia sindacale”, ha sottolineato Renzi spiegando però che “se ci sono alcuni sindacati che in nome del no contestano la legge di stabilità, alla fine penso sarà un boomerang per loro”. “Noi -ha concluso- abbiamo cercato in questa legge di stabilita’ di dare un segnale anche a chi è in difficoltà e non solo nel mondo del lavoro privato. Abbiamo anche messo una misura sul personale pubblico che da anni ha gli stipendi bloccati. Molte cose le abbiamo fatte. Non credo che i sindacati quest’anno contestino la stabilità”.

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