Barack Obama tifa apertamente per l’amico Matteo Renzi in vista del referendum: “Sta facendo le riforme in Italia, a volte incontra resistenze e inerzie ma l’economia ha mostrato segni di crescita, anche se ha ancora tanta strada da fare”, ha detto il presidente americano alla Casa Bianca dopo il bilaterale tra i due leader. Il Sì al referendum del 4 dicembre può “aiutare l’Italia verso un’economia più vibrante” ma Renzi, ha proseguito Obama, “deve restare in politica” a prescindere dal risultato del voto poiché rappresenta “una nuova generazione di leader non solo in Italia ma in Ue e nel mondo”. “Non ci sarà nessun cataclisma se vince il No”, ha poi commentato Renzi. Il presidente americano, ribadendo la sua gratitudine per la forte alleanza con l’Italia, ha anche rivolto un pensiero ad Amatrice e alla ricostruzione post-terremoto. Renzi ha parlato degli Usa come “modello” per la crescita: “Penso – ha aggiunto – che l’Europa possa e debba fare di più. L’Italia considera l’esempio americano come il punto riferimento per questa battaglia”. Obama ha poi detto che “Matteo ha ragione quando dice che l’Italia ha mantenuto la sua parole rispetto all’Ue sulle riforme e l’Ue deve trovare il modo per crescere più rapidamente”. Renzi ha affermato di accettare le regole Ue “talvolta un po’ a malincuore. Vorremmo regole diverse ma finché non cambiano le rispettiamo”. I due leader hanno parlato anche di politica estera. Quella di “Mosul sarà una lotta difficile” ma “l’Isis sarà sconfitta”, ha detto Obama. “Mentre qualcuno sceglie l’odio e la cultura dell’intolleranza, noi vogliamo scommettere sulla libertà, sulla nostra identità e i nostri ideali”, ha ribattuto Renzi. Il presidente americano ha anche ringraziato l’Italia “per il suo ruolo chiave nella coalizione contro l’Isis”. Obama, nell’accogliere Renzi al suo arrivo alla Casa Bianca con la moglie Agnese, ha lodato il premier italiano. “Buongiorno, è l’ultima visita e cena di Stato che faccio da presidente. Abbiamo tenuto il meglio per la fine”, ha esordito il presidente americano. Con l’Italia “patti chiari e amicizia lunga”, ha aggiunto. “Mi considero italiano onorario”, ha detto Obama ricordando i suoi viaggi in Italia con Michelle. “Sono particolarmente grato per la partnership con il mio buon amico Matteo Renzi”, ha detto Obama, “ha lanciato una visione di progresso che non affonda le sue radici nelle paure della gente ma nelle loro speranze”. Renzi dal canto suo ha risposto esprimendo grande stima: “Con te, Mister Presidente, la storia si è fatta. La coppia presidenziale ha poi offerto a Renzi ed alla moglie Agnese la State dinner, massimo omaggio che l’amministrazione Usa riconosce ai capi di Stato e di governo.
Giorno: 19 ottobre 2016
Giuseppe Catapano: Mps prende tempo sulla proposta di Passera
Il consiglio di amministrazione di Mps ha preso tempo nella partita in corso con Corrado Passera sul salvataggio della banca senese.
La proposta inviata lo scorso 13 ottobre dall’ex numero uno di Intesa Sanpaolo sarà valutata dopo l’approvazione del nuovo piano industriale, prevista per lunedì 24. Anche se di fatto si tratta di un rinvio di qualche giorno, la sensazione è che il piano bis di Passera sia stato accolto con umori contrastanti ai vertici di Rocca Salimbeni. Una sensazione che al momento non trova evidenze ufficiali, visto che il comunicato diffuso in serata usa i toni della più impeccabile diplomazia: “Il cda ha deciso di proseguire, subito dopo la presentazione del piano industriale, gli approfondimenti avviati, attraverso i propri advisor”, spiega la nota che conferma “la ferma intenzione di proseguire nell’attuazione dell’operazione di ricapitalizzazione e contestuale cessione delle sofferenze”.
La riunione del board, presieduta dal dimissionario Massimo Tononi, ha proseguito nell’esame del piano e confermato la convocazione dell’assemblea straordinaria per l’aumento di capitale entro fine mese. Se insomma formalmente la banca non ha sbarrato le porte a Passera per una seconda volta, non si può neppure dire che le abbia spalancate. E questo probabilmente perché tra amministratori, advisor e stakeholder non è ancora stata raggiunta una posizione di sintesi che permetta di prendere una decisione definitiva.
Giuseppe Catapano: Il parlamento approva, il caporalato è reato. Esultano governo, sindacati, partiti
Approvato lo scorso 1 agosto dal senato, con il via libera definitivo di ieri da parte della camera (i sì sono stati 346, nessun no), il ddl contro il reato di caporalato diventa legge. Il provvedimento introduce pene non solo per il ‘caporale’ ma anche per il datore di lavoro e le imprese che sfruttano il lavoratore: fino a sei anni di carcere (che possono arrivare fino ad otto se c’e’ violenza o minaccia) per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Oltre al carcere, è punito anche con una multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, che possono arrivare fino a 2.000 euro per ogni lavoratore se vi è l’aggravante della minaccia o violenza. Queste alcune delle novità’ piu’ importanti contenute nel provvedimento che si compone di 12 articoli ed è stato promosso da cinque ministeri: Politiche agricole, Giustizia, Lavoro, Economia e Interno. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha commentato così l’approvazione definitiva della legge: “Lo Stato risponde in maniera netta e unita contro il caporalato con questa nuova legge attesa da almeno cinque anni. Ora abbiamo più strumenti utili per continuare una battaglia che deve essere quotidiana, perché sulla dignità delle persone non si tratta. E l`agricoltura si è messa alla testa di questo cambiamento, che serve anche a isolare chi sfrutta e salvaguardare le migliaia di aziende in regola che subiscono un`ingiusta concorrenza sleale. E’ ancora più importante averla approvata adesso che la campagna agrumicola è alle porte. Ringrazio i parlamentari che hanno dato il loro contributo a raggiungere questo risultato. C`è tanto lavoro da fare e una legge da sola non basta, ma la direzione che abbiamo tracciato è inequivocabile. Dobbiamo lavorare uniti per non avere mai più schiavi nei campi”. Il ministro della Giustizia, Andrea OIrlando, ha invece sottolineato: “E’ una grande giornata per il lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori e delle persone più deboli. Si è realizzato un obiettivo che da sempre caratterizza le battaglie della sinistra”. Susanna Camusso, segretario Generale della Cgil osserva che “finalmente” è arrivata “una legge buona e giusta che ci aiuterà nella difesa dei lavoratori italiani e stranieri sfruttati da imprenditori privi di scrupoli, da caporali che lucrano sulla loro povertà e sul loro bisogno di lavoro, dalla criminalità organizzata”. La Cisl, tramite il segretario generale Annamaria Furlan e Luigi Sbarra, segretario generale della FaiCisl, sostiene che “finalmente l’Italia guadagna una legislazione aggiornata, con norme penali stringenti e più forti strumenti di contrasto partecipato. Un vero traguardo di civiltà”.
Giuseppe Catapano: Manovra, la Ue non intende fare sconti. Inviati della commissione a Roma la prossima settimana
Il governo ha una settimana per cambiare la manovra, altrimenti riceverà una lettera preludio alla bocciatura formale dalla Commissione Ue. Lo scrive Repubblica. Il quotidiano aggiunge che nei primi giorni della settimana prossima una missione di Bruxelles arriverà a Roma per verificare i conti pubblici. Ieri, prosegue il giornale, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, tramite canali riservati ha fatto sapere al premier, Matteo Renzi, che non è nelle condizioni di far passare la legge di bilancio cosi’ come e’ stata notificata alla Commissione. In vista del referendum, Juncker si è esposto molto per aiutare il premier, ma il testo giunto dal Tesoro non e’ ritenuto commestibile dal punto di vista legale (ogni anno le Capitali devono tagliare il deficit, mentre l’Italia ha già ricevuto ampie deroghe e ora ne chiede altre) sia da quello politico. È troppo elevato il deficit, al di là dei patti stretti tra lo stesso Juncker e Renzi (ok ad una formulazione che si fermasse al 2,2% rispetto al target dell’1,8%, mentre il governo ora chiede il 2,3%). E oltretutto la composizione della manovra, continua il quotidiano, non permette di giustificare i numeri: troppe una tantum e poi una stima sui costi che l’Italia sosterra’ sui migranti esageratamente superiore a quella che si ottiene applicando i criteri europei. Criteri che Roma ha deciso di ignorare chiedendo un bonus per tutti i costi legati ai profughi previsti per il 2017 anziche’ per il solo incremento delle spese rispetto al 2016.
Giuseppe Catapano: Referendum, Monti vota strano. La riforma non è male, ma il senatore dirà No
L’ex premier Mario Monti voterà No al referendum sulle riforme. Lo afferma in una intervista alCorriere della Sera spiegando che “il vero costo della politica non è quello dei senatori. E’ nel combinato disposto fra la Costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si è lubrificata da tre anni l’opinione pubblica con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perché accettasse questo. Ho riflettuto a lungo in proposito, e ho concluso che votare Sì al referendum significherebbe votare Sì al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato. Sarebbe un Sì a non mantenere con loro un rapporto da cittadini adulti o maturi nei confronti dello Stato”. Monti ha chiarito che “di questa riforma mi hanno sempre convinto la modifica del rapporto fra Stato e Regioni, l’abolizione del Cnel e la fine del bicameralismo perfetto. Non mi convince un Senato così ambiguamente snaturato, nella composizione e nelle funzioni. Meglio sarebbe stato abolirlo”. In ogni caso, ha aggiunto, “a me risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che – per essere varata – sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile dei mali più gravi dell’Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico”. Per il senatore a vita “non avrebbe senso darsi una Costituzione nuova se essa deve segnare il trionfo di tecniche di generazione del consenso che più vecchie non si può”. Monti ha assicurato che “se vincesse il No non sparirebbero gli investitori esteri. Se vincesse il Sì non sparirebbe ogni democrazia. E la Ue può stare tranquilla: l’Italia non rischia di cadere e di travolgere l’euro”. Inoltre, “non vedo ragioni per cui Matteo Renzi dovrebbe lasciare in caso di una vittoria del No. Se tuttavia dovesse lasciare, non vedo particolari sconvolgimenti. Toccherà al capo dello Stato decidere, ma sarebbe facilmente immaginabile una sostanziale continuazione dell’assetto di governo attuale con un altro premier parte della maggioranza”.
Giuseppe Catapano: Voluntary, perimetro invariato
Il perimetro della nuova Voluntary disclosure sarà uguale a quello della prima edizione, che già consentiva la regolarizzazione delle attività finanziarie rappresentate da contanti detenuti in Italia e all’estero. Non ci sarà alcuna possibilità di regolarizzazione al di fuori delle fattispecie di stretta rilevanza fiscale, mentre sanzioni penali e presidi antiriciclaggio saranno appesantiti. I contribuenti dovranno dichiarare (assumendosene la responsabilità) che il contante fatto emergere non è frutto di reati diversi da quelli fiscali. Sono i paletti messi ieri nero su bianco dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, in una nota (si veda il testo in pagina) volta a sfatare alcune voci circolate sulla nuova edizione della Voluntary disclosure (vd), ufficializzata nel corso della conferenza stampa di presentazione del disegno di legge di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2017 e per il triennio 2017-2019.
Il sottosegretario ha assicurato che la nuova Voluntary disclosure non sarà una sanatoria per evasori (sebbene gli unici reati da essa interessati saranno proprio quelli di natura tributaria) e trafficanti e, soprattutto, che è priva di fondamento la notizia secondo cui la vd si allargherà al contante senza nessun controllo ulteriore, circostanza che favorirebbe chi ha accumulato fondi neri con attività opache o addirittura criminali.
Nella prima edizione, va ricordato, sono state pochissime le voluntary nazionali (c.d. interne), con cui i contribuenti hanno fatto emergere attività non localizzate all’estero: sono state instaurate appena 1.537 pratiche di vd nazionale sulle 129.565 totali, ossia l’1,16%.
Proprio con riferimento alla vd nazionale, Nannicini ricorda come questa fosse già presente l’anno passato e che pertanto la nuova edizione non allargherà le maglie rispetto alla prima. Non solo. L’utilizzo della vd nazionale permetterebbe, secondo il sottosegretario, all’Agenzia delle entrate di ottenere un bagaglio informativo di notevole valore, riuscendo altresì a rendere tracciabile e «bancarizzato» un pezzo di Paese che è attualmente ancora sommerso.
Giuseppe Catapano: Legge di Bilancio, l’Ue pubblica bozza, confermati Pil 1% e deficit del 2,3%. Padoan: numeri in regola
Il documento programmatico per il bilancio 2017 del governo italiano è arrivato la notte scorsa negli uffici della Commissione europea, che ha ora alcune settimane per analizzarlo prima della scadenza fissata a fine novembre dalle regole del cosiddetto “semestre europeo”. Si tratta di una sessantina di pagine in cui il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, presenta le previsioni e le cifre approvate nei giorni scorsi. In particolare, si ricorda che l’economia italiana è in recupero da tre anni ma che “il tasso di crescita è ancora più basso di quanto sarebbe necessario per tornare all’andamento pre crisi entro il 2025”. Il governo conferma la previsione di un aumento del Pil dell’1% nel 2017 e del rapporto deficit-Pil al 2,3%. “L’obiettivo di disavanzo del 2,3 per cento sarà raggiunto tramite interventi pari nel complesso allo 0,7 per cento del Pil, basati su tagli di spesa e incrementi di gettito realizzati attraverso il miglioramento della compliance fiscale, escludendo aumenti di imposte e anzi proseguendo nella loro riduzione”. E’ quanto si legge ancora nel Documento programmatico di bilancio per il 2017 trasmesso alla Commissione europea. I risparmi di spesa, spiega il governo, “deriveranno da un nuovo ciclo di Spending Review e dalla riduzione di vari stanziamenti di bilancio. L’aumento di gettito sarà conseguito attraverso l’efficientamento dei meccanismi di riscossione dell’Iva secondo le direttrici gia’ attuate con successo nel 2016, il riallineamento del tasso di riferimento dell’Ace (la detassazione degli utili reinvestiti) ai tassi di mercato, le aste per le frequenze e l’estensione della ‘voluntary disclosure’ (ovvero la procedura per il rientro volontario dei capitali detenuti all’estero, ndr“. La voluntary disclosure 2 “non è assolutamente un condono”, ha detto a questo propositoil ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista con Uno Mattina spiegando che già il primo rientro dei capitali (la voluntary disclosure 1) “ha ottenuto risultati molto importanti”. Inoltre, “l’ambiente internazionale è diventato più trasparente”. “Il rapporto con la Commissione Ue è molto positivo e continuo e ci consultiamo a vicenda”, ha poi sottolineato Padoan, riferendosi alla legge di bilancio i cui “numeri andranno valutati, ma a nostro avviso siamo in regola” anche perchè il deficit del 2,3% previsto per il 2017 “è il più basso da tanti anni a questa parte”, ha aggiunto il ministro dell’economia. “I numeri andranno valutati ma a nostro avviso siamo in regola, perchè un deficit del 2,3% che è un deficit che implica un abbattimento di questa grandezza, non un aumento come spesso sento dire. Nel 2016 avremo un deficit del 2,4% e nel 2017 del 2,3%”. “Abbiamo chiesto il permesso al Parlamento di passare dal 2% al 2,3% – ha ricordato il Ministro – proprio in virtù delle spese eccezionali che sono quelle del terremoto e dei migranti, una grande emergenza di cui l’Italia si fa carico per se stessa e per tutta l’Europa”. Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, secondo Padoan, “come al solito sarà molto franco e molto severo, ma io mi aspetto che si applichino le regole, alcune delle quali sono veramente astruse. In fondo abbiamo un deficit del 2,3%, il più basso da tanti anni a questa parte”. Infine una risposta alle critiche mosse alla manovra da più fronti. “La legge di bilancio varata dal governo non è uno spot elettorale”, ha detto Padoan, sottolineando che la manovra “è nel solco della strategia del governo” e “fa bene al paese”. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha dichiarato che nella legge di bilancio di sono troppi interventi a pioggia, ma il ministro ha replicato affermando che “c’è sempre qualcuno che non è soddisfatto e chiede un po’ di più di quanto ha ottenuto. Rivendico la grande coerenza del governo da quando in carica e le misure di questa manovra vanno esattamente in questa direzione”, ha concluso.
Circa 1 miliardo per la pubblica amministrazione e 1,8 miliardi per le pensioni
Dalle tabelle allegate al Documento programmatico di bilancio inviato dal Governo italiano alla Commissione europea emerge che circa un miliardo di euro, pari allo 0,061% del Pil, è previsto nel 2017 per il rinnovo dei contratti della P.A., gli 80 euro alle forze di polizia e l’assunzione del personale. Alle misure in materia pensionistica saranno destinati nel 2017 circa 1,8 mld di euro, pari allo 0,11% del Pil. In particolare, le misure includono per i pensionati in essere un aumento del 30% della quattordicesima per i redditi fino a 750 euro al mese e l’estensione all’importo originario per i pensionati tra i 750 e i 1.000 euro al mese; è anche previsto l’incremento della no tax area per i pensionati. Per i futuri pensionati, sono previste: agevolazioni per l’accesso al pensionamento per i lavoratori con anzianità contributive in più gestioni prevedendo il cumulo dei periodi assicurativi senza oneri aggiuntivi per gli stessi; il potenziamento delle agevolazioni per l’accesso al pensionamento dei lavoratori sottoposti ai lavori usuranti; agevolazioni per l’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci con una riduzione del requisito contributivo indipendente dall’età anagrafica di 1 anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne. Inoltre, in via sperimentale, è prevista dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018 per soggetti in condizioni particolari la possibilità di conseguire una prestazione assistenziale non superiore a 1.500 euro mensili di accompagno alla pensione se di eta’ non inferiore a 63 anni. E’ inoltre previsto, sottoposto alla previa verifica delle autorità statistiche circa l’assenza di impatto sulle finanze pubbliche, un meccanismo sperimentale di prestito a garanzia pensionistica per i soggetti con 63 anni e un’anzianita’ contributiva minima di 20 anni.


