Giuseppe Catapano: In Italia il tax gap vale quasi 109 mld l’anno. L’Iva è l’imposta più evasa

giucatap644E’ l’Iva l’imposta più evasa in Italia: il ‘tax gap’ oscilla in un intervallo tra i 37,4 miliardi (2010) e 40,5 miliardi (2012). Nel 2014 (ultimo dato disponibile) l’ammontare del gap Iva è di circa 40,2 miliardi, in lieve crescita rispetto all’anno precedente (39,2 miliardi), il 2,5% del Pil.
E’ quanto emerge dalla relazione sull’evasione fiscale e l’economia sommersa allegata alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e predisposta dalla Commissione istituita con decreto del ministro dell’Economia, presieduta da Enrico Giovannini e composta dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, nonche’ da soggetti provenienti dal mondo accademico e istituzionale.
L’indicatore di compliance che misura la propensione a non versare l’imposta oscilla tra il 28,4% (2010) e il 29,9% (2012). Nel 2014, il rapporto tra gap e imposta potenziale è circa il 29,7%. Rispetto all’imposta potenziale, quindi, il gap complessivo dell’Iva cresce a partire dal 2011 e rimane poi sostanzialmente costante nel triennio successivo.
Ammontano a 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della manovra (27 mld) varata dal governo, le entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014. Questa la stima complessiva del gap Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap, contenuta nella Relazione sull’evasione fiscale e sull’economia sommersa.
“Nella media del periodo 2010-2014 – si legge nella relazione – il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni.
Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro”.
La Relazione considera il ‘tax gap’ come il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari previsti a legislazione vigente, come una ‘proxy’ dell’evasione fiscale.
Nel complesso, in media, per gli anni 2012 e 2013 si osserva un gap pari a 108,7 miliardi di euro, di cui 98,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive. Dal 2012 al 2013 l’incremento delle mancate entrate tributarie risulta pari a 2,5 miliardi di euro, mentre la dinamica del gap riguardante le entrate contributive registra una leggera flessione (circa 280 milioni di euro). Solo per gli anni d’imposta 2012 e 2013 viene misurato il tax gap per tutte le principali imposte considerate e risulta pari in media a 98,3 miliardi di euro annui. Nel dettaglio, il tax gap Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap ammonta a 89,8 miliardi di euro nella media del periodo 2012-2013. A questa stima occorre aggiungere i circa 3,9 miliardi di euro dell’Irpef per il lavoro dipendente irregolare e i circa 4,6 miliardi di euro dell’Imu per gli immobili diversi dall’abitazione principale. In media risulta un ammontare di entrate contributive evase pari a 10,4 miliardi di euro, di cui 8 miliardi circa a carico dei datori di lavoro e 2,4 miliardi a carico dei lavoratori dipendenti.
Nella relazione si analizza anche la media della propensione al ‘gap’, che negli anni 2010-2014 e’ risultata pari al 34,2%, di cui 29,4% ascrivibile all’occultamento di base e imposta e il 4,8% dovuta ai mancati versamenti ed errori.

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