Giuseppe Catapano: Camusso critica la Manovra. Bilancio, non c’è un piano per il Paese

FOTO DI REPERTORIO ©lapresse 09/02/12 Susanna Camusso

Una legge “in linea con il passato, mentre serviva un deciso cambio di passo”, che continua a distribuire “soldi a pioggia alle imprese”, ma che “manca di un progetto Paese”, e che non risolve i problemi dell’occupazione giovanile. Che stimola “il comportamento dei singoli”. “Stiamo solo parlando delle slide di Matteo Renzi, il testo della legge di bilancio ancora non c’è e in queste cose anche una virgola può cambiare tutto”. Lo afferma in una intervista con il Il Corriere della Sera il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che aggiunge: “Se ci sono poche risorse bisogna usarle al meglio, e non disperderle. Questa legge, invece, è la somma di tanti piccoli interventi. E manca proprio un piano strategico. Facciamo, facciamo, dice Renzi, ma siamo sempre lì”. Quanto al capitolo previdenza “A differenza del passato – aggiunge la Camusso – non si sono tolte risorse e si danno alcune risposte ai lavoratori precoci, a chi fa mestieri usuranti, e ai pensionati. Ma non ci piace la scelta di trasformare l’Ape social, che doveva servire per affrontare le difficolta’ del lavoro discontinuo, in uno strumento selettivo”. Circa i fondi per il rinnovo dei contratti pubblici “Qui non ci siamo proprio. Se dentro agli 1,9 miliardi delle slide ci sono i 300 milioni dell’anno scorso, i 900 di cui parla il ministro Alfano per gli 80 euro alle forze dell’ordine, la ricostruzione delle carriere e le assunzioni annunciate, di quanto stiamo parlando? Non certo quello che serve per riaprire concretamente i rinnovi bloccati da otto anni. Ben vengano le nuove assunzioni – prosegue la leader della Cgil – ma ci sono molte domande da farsi. La stabilizzazione dei precari resta un problema: 7 mila tra medici e infermieri, sono molto pochi rispetto alle necessità. E la scuola e l’Universita’? Le regole sul turn-over restano? In ogni caso non c’è quel cambio di passo che serviva. Si sono create moltissime aspettative che rischiano di essere deluse. E ciò non aiuta a migliorare il clima di fiducia”. Quanto agli interventi a favore delle imprese per la Camusso “E’ il terzo anno che Renzi dice alle imprese: adesso tocca a voi. Si continua a pensare che dandogli risorse a pioggia si stimoli lo sviluppo. Ma non hanno alcun vincolo”. “Senza vincoli anche una misura giusta come il superammortamento rischia di essere inutile. Gli imprenditori l’hanno usato per rifarsi la macchina, non per investire. Gli investimenti privati negli ultimi due anni sono scesi. Non vorrei che adesso si rifacessero il tablet. Anche la riduzione dell’Ires non necessariamente produce investimenti. Abbiamo la disoccupazione giovanile al 38%, non risolviamo il problema, e quello del Sud, dando soldi a pioggia”. Per il tema decontribuzione per i nuovi assunti “Anche qui non ci sono vincoli. Abbiamo speso 18 miliardi per occupare poco più di 500 mila persone, e di questi pochissimi giovani”. E anche le risorse stanziate, i 12 miliardi di investimenti pubblici annunciati per un triennio non sarebbero sufficienti secondo il segretario generale della Cgil che dice: “E’ un inizio. Ne servirebbero di più. Si tratta più che di investimenti diretti, di bonus. La verità è che manca un progetto per il Paese. Si provano a stimolare i comportamenti dei singoli, ma non c’è un’idea. Su Casa Italia, ad esempio, non si può affrontare il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza sismica senza un piano di investimenti pubblici.Questa logica rende poco credibile l’effetto leva degli incentivi”. Che anche sulla rottamazione delle cartelle Equitalia afferma: “E’ un messaggio controproducente. Le procedure di riscossione sono troppo onerose? Bastava intervenire li’. Perche’ far sparire Equitalia? Abbiamo 3,7 milioni di lavoratori in nero, quasi 200 miliardi di sommerso, servirebbe rigore, e invece il governo che dice? Dateci un po’ di soldi e saremo meno cattivi con voi”. Più luci, invece, sul finanziamento della sanità. “Formalmente si rispetta l’accordo della Conferenza Stato-Regioni. Ma bisognerà vedere dove effettivamente saranno impiegate le risorse. Se nei 113 miliardi ci sono anche i soldi per i contratti e le nuove assunzioni, è evidente che non bastano. Abbiamo 11 milioni di italiani che non si curano più perché non hanno i soldi, il Paese invecchia. I fondi andrebbero adeguati ai bisogni”.

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