Giuseppe Catapano: Riforme, Renzi alla campagna per il Sì. Diecimila comitati in tutta Italia

MATTEO RENZI

“Abbiamo fatto tutti i teatri del paese e abbiamo scelto il Niccolini per parlarvi con il cuore in mano: sono passati più di due anni da quando abbiamo preso la responsabilità di guidare il paese e le riforme improvvisamente hanno iniziato a realizzarsi. Abbiamo scelto questo luogo per parlare di referendum e di cifre, come i fondi messi ieri dal Cipe. Un paese che non mette soldi nella cultura non è un paese civile». Il premier Matteo Renzi ha avviato la campagna referendaria a partire dal teatro Niccolini di Firenze e ha annunciato: “I comitati per il sì saranno diecimila in tutta Italia, dalle dieci alle cinquanta persone per comitato. Adesso diventa un bivio tra l’Italia che dice sì’ e l’Italia che dice solo no. Fino a ottobre serve una gigantesca campagna porta a porta per chiedere se si vuole riportare l’Italia a due anni fa o andare a testa alta verso il futuro. Il parlamento si è svegliato, è uscito da un incantesimo e ha iniziato a fare le riforme, il lavoro di due anni ha prodotto un cambiamento radicale: il pil del paese finalmente è tornato con il segno più, il lavoro è aumentato. Abbiamo avuto 63 governi in 70 anni. Due anni fa l’Italia era incastrata in costante depressione politica. Ora le riforme hanno iniziato a realizzarsi» ha spiegato il premier. «Grazie al Jobs act ci sono state 398 mila persone in più che lavorano, non basta ma è una cosa straordinaria quello che è accaduto. In due anni quai 400 mila persone in più hanno festeggiato ieri la festa del lavoro». Poi, il premier è partito all’attacco di coloro che criticano le modifiche alla Costituzione introdotte con la legge Boschi che saranno oggetto di referendum confermativo nel mese di ottobre: “A quelli che dicono che la nostra riforma è contro quello che volevano i Costituenti, diciamo che stiamo utilizzando proprio un articolo voluto dai padri costituenti: il bicameralismo paritario non è quello che volevano i padri costituenti. Non si trovarono d’accordo e fecero una norma transitoria dicendo `cosi´ non va bene’. Ho bisogno di vincere con voi la partita più grande, vale a dire sostenere che c’è un’Italia che dice  Sì. Con la riforma costituzionale finalmente si modifica il senato come lo abbiamo immaginato; è la prima volta che il tacchino vota in anticipo la Festa del Ringraziamento. La politica dà un grande segnale: rinuncia alle poltrone, ora aspetto gli altri, dai sindacati agli imprenditori, fatelo anche voi se avete la forza e il coraggio”.

Il Cipe si riunisce il primo maggio e stanzia 3,5 miliardi per ricerca e cultura

Investimenti in ricerca, beni culturali, capitale umano e infrastrutture. E’ quanto prevede il piano approvato ieri dal Cipe, che stanzia 2,5 milairdi di euro per la ricerca e 1 miliardo per la cultura.  “Il Cipe ha assegnato due miliardi e mezzo di euro per investimenti nella ricerca e nel capitale umano, un miliardo di euro per i beni culturali. Inoltre, il Cipe ha assegnato circa 290 milioni di euro per programmi e azioni finalizzate al sostegno alle imprese e alla crescita”, spiega una nota al termine della riunione del Comitato interministeriale per la Programmazione economica (Cipe), presieduta dal presidente del consiglio, Matteo Renzi. Il Comitato ha approvato il Programma nazionale per la ricerca per il periodo 2015-2020. Il programma prevede investimenti complessivi nel primo triennio 2015-2017 pari a 2.428,60 milioni di euro, di cui 1,9 miliardi di euro a carico del bilancio del MIUR e del PON ricerca 500 milioni di euro a carico Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2014-2020″. Il CIPE ha anche approvato alcune modifiche della Delibera n. 65/2015 che, in relazione all’avvio del Piano strategico per la Banda Ultra Larga, ha programmaticamente destinato, a valere sul FSC 2014-2020, 3,5 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi assegnati a interventi di immediata attivazione ai sensi dell’articolo 1, comma 703, lettera d) della legge di stabilità per il 2015. Al termine della riunione il premier ha commentato così le decisioni prese ieri: “Il fatto che il Cipe si sia svolto il primo maggio è un segnale di grande importanza simbolica: continuiamo a lavorare perché l’Italia sia finalmente sbloccata. Del resto un anno fa il primo maggio era la data di partenza dell’Expo: doveva essere un disastro, è stato un successo. L’Italia è più forte di chi dice solo no”. Renzi ha aggiunto che “saranno circa 5-6mila i ricercatori che potranno accedere a fondi nuovi europei” e ha osservato:  “l’Italia ha un sacco di problemi, ma da oggi non ci sono più alibi: la politica è sempre stata campionessa di alibi, ora i soldi ci sono, non ci sono più alibi ma i soldi poi bisogna spenderli”. Il MoVimento 5 Stelle, però, contesta che siano stati stanziati fondi aggiuntivi: “Il Pnr, Piano Nazionale della Ricerca approvato dal Cipearriva con due anni di ritardo e si basa su quei pochi fondi già a disposizione nel bilancio dello Stato, confermati per i prossimi 3 anni. Insomma, neanche un euro in più da parte di questo governo”.

Giuseppe Catapano: L’oro supera i 1.300 dollari l’oncia, salendo ai massimi da 15 mesi. Euro al top da 9 mesi

giucatap550Con un picco a 1.301,50 dollari l’oncia, l’oro è salito ai massimi da 15 mesi a questa parte, sulla scia di una ondata di acquisti legata a doppio filo con i forti deprezzamenti del dollaro delle ultime sedute. Già venerdì scorso la valuta statunitense aveva subito netti ribassi e la tendenza è proseguita oggi, con l’euro salito fino a sfiorare 1,15 dollari.
Corsa anche dell’euro che in tarda mattina ha sfiorato quota 1,15 dollari, ai massimi da 9 mesi. La moneta unica non toccava un valore così alto nel cambio con il dollaro da agosto 2015. L’euro si rafforza anche nei confronti dello yen salendo a 122,22 contro 121,75 di venerdì scorso.

Giuseppe Catapano: Marò, la svolta dell’Aja. Girone può tornare. Renzi, notizia straordinaria

giucatap549Salvatore Girone sarà in Italia durante l’arbitrato. Sarebbe questa la decisione del Tribunale dell’Aja che avrebbe accolto la richiesta italiana, invitando le parti a concordare le modalità del rientro del fuciliere in patria. L’ordinanza verrà resa pubblica domani, ma la notizia è stata confermata con una nota dal ministero degli Esteri: “Il Tribunale arbitrale istituito a L’Aja ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal governo il 26 giugno 2015. Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India”, si legge nel comunicato. “Il governo ha lavorato per sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due Fucilieri di Marina. L’ordinanza annunciata apre la strada a questo risultato. Si tratta quindi di una buona notizia per i due Fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal governo e dai nostri legali. Il governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive e di merito della controversia”, prosegue la nota. “La decisione del Tribunale di L’Aja recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale. Il governo avvierà immediatamente le consultazioni con l’India affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale. Il governo sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie”. Il premier Matteo Renzi ha commentato così la decisione:”Ho parlato con il marò Girone che potrà tornare in Italia della straordinaria notizia. E’ un passo avanti davvero significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione”, ha aggiunto Renzi nella conferenza stampa con il premier giapponese Shinzo Abe.