Giuseppe Catapano: Un like su Facebook costa caro

People are silhouetted as they pose with laptops in front of a screen projected with a Facebook logo, in this picture illustration taken in Zenica October 29, 2014. Facebook Inc warned on Tuesday of a dramatic increase in spending in 2015 and projected a slowdown in revenue growth this quarter, slicing a tenth off its market value. Facebook shares fell 7.7 percent in premarket trading the day after the social network announced an increase in spending in 2015 and projected a slowdown in revenue growth this quarter. REUTERS/Dado Ruvic (BOSNIA AND HERZEGOVINABUSINESS LOGO - Tags: BUSINESS SCIENCE TECHNOLOGY LOGO TPX IMAGES OF THE DAY)

Un like su Facebook può costare caro. Fino a un mese di sospensione dal servizio se il «mi piace» messo dal dipendente pubblico ma da privato utente del social network si inserisce in un thread che nuoce all’immagine dell’amministrazione datrice. È quanto emerge dall’ordinanza 246/16, pubblicata dalla terza sezione del Tar Lombardia. Il lavoratore è intervenuto su Facebook dopo che qualcuno ha postato la notizia di un suicidio in carcere. Il thread mette in imbarazzo l’amministrazione datrice dal momento che gli utenti hanno postato «commenti riprovevoli» sulla vicenda; il tutto mentre il lavoratore non ha tolto subito il like, come ben avrebbe potuto, sottolineano i giudici. Tra l’altro l’articolo postato dava anche notizia del pronto intervento delle guardie carcerarie, dunque la sequenza di commenti che si è aperta risulta complessa. Compensate le spese della fase cautelare.

Giuseppe Catapano: Nella pubblica amministrazione ora sapere è un diritto

MARIANNA MADIA

Sapere come agisce la p.a. sarà un diritto per i cittadini. Ciascuno potrà richiedere gratuitamente alla pubblica amministrazione dati e documenti a prescindere da un interesse diretto. Il diritto di accesso, già riconosciuto dalla legge, ma legato all’esistenza di una situazione giuridica tutelabile (diritto soggettivo o interesse legittimo), si amplia al punto da essere sempre attivabile, realizzando così un controllo sociale diffuso, «il controllo di 60 milioni di cittadini». È il «Freedom of information act», ossia il sistema generale di pubblicità e trasparenza, già radicato nei paesi anglosassoni, e introdotto nel nostro ordinamento dal decreto legislativo approvato ieri in via definitiva dal consiglio dei ministri. Si tratta del primo degli 11 dlgs attuativi della riforma Madia (legge n.124/2015), varati in blocco dal governo a gennaio, a diventare legge. E forse non è un caso, visto che si tratta di un provvedimento dall’alto valore simbolico che fa della trasparenza non più un adempimento burocratico, o peggio ancora, una concessione ai cittadini, ma una «grande politica pubblica che serve a combattere la zona grigia che va dall’illecito allo spreco», come si legge nel parere licenziato da Montecitorio il 19 aprile scorso (si veda ItaliaOggi del 20/4/2016).
La camera, nell’accendere il semaforo verde sul testo, aveva però posto una serie di condizioni che sono state integralmente accolte nella versione varata dal cdm. A cominciare dall’eliminazione del meccanismo del silenzio-rifiuto, previsto nel testo originario del dlgs, che avrebbe comportato il rigetto dell’istanza decorsi inutilmente 30 giorni dalla presentazione della stessa. Come osservato dalla commissione affari costituzionali della camera, questo meccanismo avrebbe comportato effetti «paradossali» rischiando di vanificare la ratio stessa del decreto. E così nel testo definitivo si stabilisce che il rigetto da parte della p.a. debba essere sempre espresso e motivato. Contro il diniego (parziale o totale) da parte della pubblica amministrazione, o in caso di mancata risposta, il rimedio non sarà più il ricorso al Tar (che avrebbe comportato dispendiose spese legali in grado di rappresentare un freno a ricorrere per gli interessati).

Giuseppe Catapano: Amazon, marca privata sul food

giucatap616Il gigante dell’e-commerce Amazon non è estraneo negli Stati Uniti alla vendita di beni a marchio proprio, dai cavetti Usb alla linea di pannolini e salviette per bambini con l’etichetta etica Amazon Elements. Ora l’ex rivenditore online di libri che con il servizio Amazon Fresh è arrivato a portare (anche in Italia) cibi freschi a domicilio è pronto ad allargare la marca privata proprio sul food. Su questo settore, secondo gli analisti, può disporre infatti delle maggiori conoscenze, dai gusti regionali alla possibilità di ruotare la distribuzione in base alle preferenze e alle disponibilità di magazzino.
Secondo il Wall Street Journal il gruppo di Jeff Bezos (nella foto) è a poche settimane dal lancio di alcune marche dai detersivi al caffè, prima di mettere definitivamente il bollino Amazon su cibi per la tavola.
Nel giro di un mese arriverà sul mercato statunitense il brand Happy Belly, con referenze salutari (il marchio vuol dire Pancia Felice) che comprendono tè e caffè, fino alle spezie e all’olio da cucina. Riguarda invece gli snack la linea Wickedly Prime. Non mancherà la gamma per i prodotti costruiti attorno alla cura della casa denominata Presto!, che comprende detersivi e smacchiatori vari (e chissà cosa ne diranno alla Henkel, produttore di Bio Presto). Fino alla linea Mama Bear (tradotto: mamma orsa) che include giochi per bambini, ma anche omogeneizzati.
La società non ha commentato le indiscrezioni ma l’offerta, che sarà riservata ai clienti a pagamento di Amazon Prime, è stata studiata per diversi anni con l’aiuto di consulenti strategici per il food e produttori fra cui TreeHouse Foods, una multinazionale con sede a Oak Brook (Illinois), specializzata proprio nelle marche private.
Quello delle private label è d’altronde un mercato gigantesco negli Stati Uniti: nel 2015 le vendite ammontavano a 118,4 miliardi di dollari (oltre 104 mld di euro) stando alle stime rilasciate dalla Private label manufacturers association (Plma). Un piatto interessante anche per Bezos.
Secondo gli analisti non sarà per ora il prezzo a tenere banco nell’offerta, essendo comunque un servizio riservato ai soci di Amazon Prime, (l’abbonamento costa 99 dollari l’anno o 11 dollari al mese negli Usa), ma quanto i prodotti potranno offrire in valore, si legga nei servizi, dalla disponibilità alla consegna a domicilio. Gli asset su cui può contare il gigante dell’e-commerce sono infatti la disponibilità di magazzino, la rotazione per non parlare delle informazioni che oggi Amazon possiede dei suoi clienti. Contando che il servizio a pagamento Prime ha superato le 50 milioni di sottoscrizioni.
In base agli analisti e grazie agli accordi stipulati fino a oggi, la società avrebbe la banca dati più potente riguardo al food, dai clienti ai gusti per area geografica: conosce quali categorie si vendono, se con una certa stagionalità o se in base alle previsioni del tempo si venda più la birra o il vino. Inoltre non deve lottare per mettere annunci o guadagnarsi spazi online. Insomma si tratta di una macchina super testata che ora si appresta a gareggiare senza rivali. Almeno negli Stati Uniti, dove anche un colosso della distribuzione come WalMart sta soffrendo proprio a causa dell’e-commerce e dell’avanzata di Amazon.
Alcuni professionisti si sono spinti oltre: Bezos potrebbe addirittura dettare le tendenze guardando alle oscillazioni dei gusti. L’esperimento sul food partirà ora sulla prima linea dedicata ai cibi non deperibili, in attesa appunto che il marchio Amazon compaia sui pomodori «Roma» in vendita dall’altra parte dell’oceano.

Giuseppe Catapano: Equitalia crea lo sportello per gli over 65

giucatap615Un nuovo canale di dialogo per i contribuenti che si rivolgono a Equitalia. Da ieri è partito in alcuni sportelli il servizio «+65», il nuovo progetto voluto dall’amministratore delegato del gruppo, Ernesto Maria Ruffini, per una sorta di corsia preferenziale riservata alle persone con più di 65 anni di età e ai loro coniugi. Il nuovo canale di assistenza, che entro luglio sarà esteso a tutte le province, parte in via sperimentale a Roma (sportello di viale Togliatti) Treviso, Pordenone, Cuneo, Firenze, Cagliari, Viterbo, Benevento, Campobasso, Matera e Bari. Il servizio «+65» sarà svolto nei consueti orari di apertura delle sedi di Equitalia all’interno dello «Sportello Amico» che fornisce assistenza mirata a casi particolari. Allo sportello «+65» è possibile eseguire tutte le operazioni, esclusi i pagamenti che possono essere effettuati, oltre che alle casse di Equitalia, anche all’esterno utilizzando gli altri canali a disposizione: uffici postali, sportelli bancari, punti Sisal e Lottomatica, tabaccai, sito internet http://www.gruppoequitalia.it. Il progetto è destinato agli over 65 che rappresentano circa il 10% dei 5 milioni di contribuenti che nel 2015 hanno fatto visita ai 203 sportelli del gruppo in Italia e vuole essere un ulteriore passo verso il continuo miglioramento del rapporto tra Equitalia e i cittadini, pensato anche per venire incontro alle esigenze di chi ha minore familiarità nell’uso degli strumenti digitali.

Giuseppe Catapano: Per i legali specializzazioni riviste

giucatap614È pronto il nuovo elenco delle specializzazioni forensi. Saranno otto o nove le aree di specializzazione che sostituiranno le 18 bocciate dal Tar Lazio: diritto civile, diritto penale, diritto del lavoro, diritto tributario, diritto amministrativo, diritto di famiglia e dei minori, società e impresa, internazionale. In forse l’inserimento del diritto della navigazione e l’accorpamento o la suddivisione tra diritto internazionale e dell’Unione europea. È quanto emerge, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dalla riunione che si è svolta settimana scorsa tra il Consiglio nazionale forense e le associazioni specialistiche, dove è stato stilato il nuovo elenco delle aree specialistiche da inviare al ministero della giustizia. Esclusi da questo primo confronto, invece, l’Oua e le associazioni maggiormente rappresentative, ovvero i soggetti che hanno impugnato il regolamento al Tar. Alla base della scelta di creare un elenco il più possibile generalista c’è la necessità di superare le censure del Tar Lazio rispetto all’art. 3 del regolamento contenente la suddivisione dei settori di specializzazione, dove non risultava rispettato «né un criterio codicistico, né un criterio di riferimento alle competenze dei vari organi giurisdizionali esistenti nell’ordinamento, né infine un criterio di coincidenza con i possibili insegnamenti universitari, più numerosi di quelli individuati dal decreto» (si veda ItaliaOggi del 15 aprile scorso). Proprio per questo, l’inserimento o meno del diritto della navigazione dovrebbe essere lasciato a Via Arenula: pur avendo un codice di riferimento, infatti, manca il criterio di competenza degli organi giurisdizionali. Altra scelta demandata al ministero è l’accorpamento o meno di diritto internazionale e dell’Unione europea. Altro nodo individuato dal Tar è rappresentato dal colloquio presso il Cnf per il rilascio del titolo per comprovata esperienza.

Giuseppe Catapano: Petrolio, sui mercati asiatici il Brent sfiora i 50 dollari al barile

giucatap613Il Brent torna a sfiorare la soglia psicologica dei 50 dollari al barile sui mercati asiatici. Sulla quotazione influiscono i timori sulla produzione legati agli incendi in Canada nelle aree di estrazione delle sabbie bituminose e gli scioperi proclamati in Nigeria dopo l’aumento di oltre il 60% dei prezzi alla pompa.
Il greggio di riferimento europeo ha guadagnato 25 centesimi a 49,22 dollari al barile, mentre il benchmark americano Wti è salito di 48 centesimi a 48,20 dollari al barile.
Ieri Goldman Sachs ha sostenuto che i rifornimenti sui mercati mondiali sono già in deficit. Ora gli esperti intravedono la possibilità di superare la soglia dei 50 dollari a breve. L’ultima volta che il Brent ha toccato i 50 dollari è stato nel novembre scorso.

Giuseppe Catapano: Zero tasse sui benefit

GIULIANO POLETTI

Zero tasse sui premi di risultato erogati sotto forma di prestazioni di servizi. Il lavoratore che sceglie di ricevere il suo premio in «voucher» per l’acquisto di servizi per sé o i familiari (quali buoni pasto; contributi a fondi pensione; premi per polizze sanitarie; ticket per servizi di educazione e istruzione; borse di studio a familiari ecc.), non paga alcuna tassa, neppure quella ridotta al 10% che, invece, è dovuta sulle altre somme (in denaro) che riscuota in base agli incrementi di produttività, redditività, qualità efficienze e innovazione aziendale. A stabilirlo, tra l’altro, è il decreto interministeriale (lavoro ed economia) 29 aprile 2016 n. 1462 pubblicato ieri sul sito del ministero del lavoro, sezione pubblicità legale, che dà il via libera all’incentivo per l’anno 2016. Il deposito dei contratti, presupposto per fruire l’incentivo, deve avvenire entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Quelli già sottoscritti, vanno depositati entro il prossimo 15 giugno.

La «nuova» detassazione. L’incentivo non è nuovo, ma è stato completamente riscritto dalla legge Stabilità 2016 (legge n. 208/2015, art. 1, commi da 182 a 191). Il decreto 29 marzo ne detta le regole applicative, in particolare per ciò che concerne i criteri per la misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione ai quali i contratti collettivi aziendali o territoriali legano la corresponsione di premi di risultato di ammontare variabile, nonché i criteri di individuazione delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa; e gli strumenti e le modalità attraverso cui le aziende realizzano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

Giuseppe Catapano: Renzi, il Pd deve fare di più, ma basta critiche interne

giucatap596“Noi come Pd nazionale dobbiamo fare di più. Ma preferisco un partito in cui si discute, ma c’è democrazia, a un partito al quale al padre succede il figlio, perché quella si chiama dinastia, non democrazia”. Lo ha detto, riferendosi esplicitamente alla successione di Gianroberto Casaleggio alla guida del Movimento 5 stelle, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dal palco del circolo Acli di Lambrate a Milano, nel corso di un intervento ieri sera a un evento elettorale del candidato sindaco Giuseppe Sala. “Io sono affezionato alla discussione interna – ha aggiunto Renzi parlando all platea del Pd milanese – criticate quanto vi pare, però, se proprio fosse possibile nell’ultimo mesetto di campagna elettorale, dentro il Pd, per un mesetto non di più, vivere la democrazia interna valorizzando un pochino di più gli aspetti che ci uniscono, che ci sono e sono tanti, e un po’ meno gli aspetti che ci dividono, io dico che schifo schifo a quel simbolino del Pd, che deve prendere un po’ di voti, non farebbe”.

Giuseppe Catapano: Amministrative Bolzano, al ballottaggio Caramaschi (Pd) e Tagnin (Centrodestra-Lega)

giucatap595Saranno Renzo Caramaschi (PD) e Mario Tagnin (Centrodestra-Lega) a contendersi nel ballottaggio di domenica 22 l’elezione a sindaco della città di Bolzano. Dalle consultazioni di ieri (lo spoglio delle 80 sezioni si è protratto fino a notte fonda), Renzo Caramaschi, già city manager del capoluogo altoatesino ed appoggiato da Partito Democratico, Sinistra e dalla sua lista civica, ha ottenuto il 22,32 % (9.507 voti). Mario Tagnin, medico dentista, di Il Centrodestra Uniti per Bolzano ed appoggiato dalla Lega Nord-Salvini, ha ottenuto il 18,39% (7.833). In vista del ballottaggio Caramaschi ha già lanciato il suo appello al partner di sempre, la Suedtiroler Volkspartei. Complessivamente molto bene Movimento 5 Stelle e Casapound. Il M5S ha quasi raddoppiato il numero dei seggi portandolo dai quattro delle consultazioni del maggio 2015 a sei. Casapound dopo lo storico ingresso in un consiglio comunale italiano con un rappresentante ora ne avrà tre. Sette liste sulle diciassette complessive (quasi tutte di centrosinistra) non sono riuscite ad entrare in consiglio comunale. Clamorosamente fuori Anna Pitarelli ed Elena Artioli. Alle spalle di Caramaschi e Tagnin gli altri undici candidati sindaco, a partire da quello della Suedtiroler Volkspartei, Christoph Baur che ha ottenuto il 15,95 %, quindi Caterina Pifano del Movimento 5 Stelle con l’11,55 %, Norbert Lantschner (Verdi e Rifondazione Partito Comunista) con l’8,02 %, Maurizio Puglisi Ghizzi (Casapound) con il 6,21%, Giorgio Holzmann Giorgio (Alleanza per Bolzano) con il 4,83%, Angelo Gennaccaro (Io Sto Con Bolzano) con il 4,28 %, Anna Pitarelli (Anna Pitarelli-Bolzano sull’onda) con il 2,29 %, Elena Artioli (Artioli Sindaca) con l’1,88 %, Vanja Zappetti (I Love my Town) con l’1,61 %, Cristian Kollmann (Sudtiroler Freiheit) con l’1,53% e Franco Murano (Pensionati) con l’1,13 %.

Giuseppe Catapano: Pensioni, arriva la busta arancione (Milano Finanza)

giucatap594Mentre il premier Matteo Renzi si appresta a salire, assieme a un manipolo di sessantenni, sull’Ape (il logo che il primo ministro ha coniato per l’anticipo pensionistico che intende far debuttare nel 2017), tutti gli altri lavoratori italiani sono alle prese con i dolori della busta arancione. L’Inps, sotto la guida del presidente Tito Boeri, ha iniziato a inviare ai primi 150 mila iscritti (con l’obiettivo di spedirla a 7 milioni di lavoratori entro l’anno) la missiva che contiene le stime personalizzate della prima pensione attesa a fine carriera con l’indicazione dell’anno di previsto pensionamento. E ancora una volta, spiega Milano Finanza, le generazioni più avanti con l’età, oltre a poter contare sull’attesa possibilità di lasciare prima il lavoro con l’Ape (con un taglio della pensione e con il coinvolgimento delle banche che dovrebbero anticipare l’assegno visto che lo Stato non può permettersi uscite di cassa aggiuntive), non hanno avuto sorprese eclatanti dalla lettura della busta arancione se non altro perché il loro assegno è calcolato in buona parte con il più generoso e prevedibile metodo retributivo, che soltanto dal 2012 è stato sostituito dal contributivo per tutti. Fino a quell’anno il retributivo è rimasto in vigore in forma integrale per chi a fine 1995 vantava più di 18 anni di contributi e in forma pro quota per chi a quella data ne aveva meno di 18.