Giuseppe Catapano: Bce, oggi il direttorio. Draghi alla prova di di tedesco

giucatap534Oggi il Consiglio direttivo della Bce si riunisce a Francoforte per la riunione formale che deciderà sui tassi di interesse dell’Eurozona. Gli annunci di politica monetaria sono attesi alle 13.45. Anche se dopo il nuovo ed energico potenziamento degli stimoli deciso a marzo non sono attese nuove mosse, i duri attacchi giunti negli ultimi giorni dalla Germania offrono alla Bce una opportunità per rilanciare la palla nel campo della politica. Perché indirettamente, come rilevano alcuni analisti, si possono leggere anche come una dimostrazione di quello che il presidente Mario Draghi va ripetendo da mesi: la sola politica monetaria non basta a risolvere i problemi.
Sono invece necessari contributi dalle riforme, dalle leggi di bilancio, che facilitino la ripresa, e dall’integrazione europea che deve ripartire, se si vuole ridare vigore a crescita e occupazione nell’area euro. Un messaggio di questo genere potrebbe assicurare un approccio costruttivo e diplomatico al problema.
Tuttavia, l’inusuale durezza mostrata da diversi esponenti di primo piano della politica in Germania potrebbe spingere Draghi anche a una rinnovata risolutezza nella difesa dell’autonomia della Banca centrale. Specialmente la sparata del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che ha incolpato il capo della Bce e la politica monetaria espansiva almeno in parte del recente successo elettorale del movimento anti euro di destra Alde. Un attacco che gli è valso le critiche di altri ministri, ma che in Germania è tutt’altro che isolato. Finora non c’è stata nessuna occasione pubblica in cui il capo della Bce abbia risposto.
Apparentemente, a far divampare delle furie teutoniche è l’idea di “helicopter money” che era circolata nelle scorse settimane. Ovvero che ai vari stimoli in atto, la Bce possa aggiungere una sostanziale distribuzione a pioggia di danaro. Ipotesi che tuttavia il vicepresidente Vitor Constancio aveva detto non esserci. E forse su questo versante Draghi potrebbe scegliere di rassicurare ulteriormente, per disinnescare una polemica con questa che è e resta la prima economia dell’Unione valutaria.
Alle 14.30 di oggi, inoltre, si svolgerà la conferenza stampa esplicativa del presidente Mario Draghi.

Giuseppe Catapano: Diritti Tv, salasso Antitrust al calcio

giucatap533Mazzata dell’Antitrust sul calcio italiano in televisione. La combattutissima partita dell’acquisto dei diritti della Serie A per il periodo 2015-2018 andata in scena nel giugno di due anni e che fruttò alla Lega Calcio la cifra record di 945 milioni a stagione, era finita nel mirino dell’Authority per le modalità di assegnazione e spartizione dei vari pacchetti, in particolare quello per la trasmissione sul satellite e sul digitale terrestre. A conclusione del procedimento avviato il 13 maggio 2015, scrive MF, l’Antitrust ha comminato sanzioni per un totale di 66 milioni ai principali operatori televisivi nel mercato della pay-tv, Sky Italia e Rti-Mediaset  Premium, nonché alla Lega Calcio e al suo advisor Infront. Oggetto del provvedimento l’intesa restrittiva della concorrenza che, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ha alterato la gara per i diritti televisivi sul Campionato di Serie A per il triennio 2015-2018. A giudizio dell’Autorità, l’intesa si è realizzata sostituendo con una soluzione concordata l’esito dell’assegnazione dei pacchetti A, B e D che discendeva dal confronto delle offerte presentate dai broadcaster. La più colpita è stata proprio la pay tv di Mediaset , che sta per essere acquistata da Vivendi  nell’operazione che porterà il gruppo francese a detenere il 3,5% del Biscione (a sua volta avrà il 3,5% dell’azienda che fa riferimento a Vincent Bollore’) e che è stata valutata poco più di 750 milioni a fronte di ricavi per 640 milioni e una perdita di 84 milioni.

Giuseppe Catapano: Quotazione Technogym, via libera della Consob al prospetto

giucatap532E’ arrivato anche il via libera della Consob alla pubblicazione del prospetto per la quotazione in borsa di Technogym. E questa mattina, a Milano, la società di Nerio Alessandri, che ha avviato il roadshow lo scorso 18 aprile, presenta il progetto e i programmi per il futuro. Il gruppo romagnolo e l’azionista Salhouse Holding sarl (veicolo di Arle Capital Partners, il fondo che insieme a Candover detiene il 40% della società), hanno già reso noto nei giorni scorsi che nell’ambito dell’ipo il range di prezzo indicativo delle azioni offerte agli investitori istituzionali italiani ed esteri e agli investitori istituzionali qualificati negli Stati Uniti è stato fissato fra 3 e 3,75 euro. Il fondo uscente intende vendere 50 milioni di azioni, oltre a 7,5 milioni di azioni relative all’opzione greenshoe: 57,5 milioni di azioni corrispondono al 28,75% del capitale di Technogym.
Lo sbarco a Piazza Affari prevede una semplice opv, quindi nessun aumento di capitale ma solo la cessione sul mercato delle azioni in portafoglio da parte dei fondi.

Giuseppe Catapano: Scambio dati fra Italia e Svizzera

GIUCATAP531Lo scambio di informazioni su richiesta tra Italia e Svizzera si avvicina. Il senato ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge che ratifica il protocollo firmato dai due governi a Milano il 23 febbraio 2015. È questa la data di riferimento fino alla quale potranno retroagire le domande di dati ai fini fiscali, senza che possa più essere opposto il segreto bancario. Affinché il meccanismo diventi operativo è necessaria la ratifica anche da parte elvetica: a inizio marzo il Consiglio degli stati (camera dei cantoni) ha ribadito all’unanimità la decisione del Consiglio nazionale di validare l’accordo con Roma, ma ora è in corso il periodo transitorio di 100 giorni durante il quale potrebbe essere indetto un referendum popolare facoltativo. Sul versante italiano, invece, l’iter può dirsi completato.
Lo scambio su richiesta potrà riguardare le posizioni dei contribuenti italiani con conti in Svizzera e resterà in vigore fino a quando non debutterà lo scambio automatico, predisposto sulla base del Common reporting standard dell’Ocse. Quest’ultimo dovrebbe partire dal 2018, con riferimento all’anno 2017. L’intesa con Berna, va ricordato, ha consentito ai soggetti che hanno attivato la voluntary disclosure di considerare la Confederazione elvetica come un paese non più black list, con significativi vantaggi sia in termini di annualità accertabili sia in termini di sanzioni.

Giuseppe Catapano: Bild, terroristi all’assalto delle spiagge di Italia. Secca smentita dei servizi segreti

giucatap530Allarme terrorismo sulle spiagge europee, in particolare in Italia e Spagna: lo scrive il quotidiano tedesco Bild, che cita i servizi segreti italiani che hanno contattato quelli tedeschi. “Terrorismo pianificato sulle nostre spiagge!”, scrive il giornale in apertura. Secondo gli esperti della sicurezza, “travestiti da venditori ambulanti” gli islamisti potrebbero farsi esplodere sulle spiagge europee. Obiettivi concreti degli attentatori sarebbero le spiagge di Italia, Spagna e Francia del sud. Le informazioni a riguardo arriverebbero dall’Africa. I terroristi sarebbero pronti a usare armi e esplosivo fra lettini e ombrelloni, scrive ancora Bild. Un alto funzionario della sicurezza tedesca afferma: “Potrebbe darsi che in questo modo l’Isis concepisca una nuova dimensione di terrore. Le spiagge non possono essere protette”. Ma a breve è arrivata una secca smentita da fonti dell’Intelligence italiana: “Nessun allarme terrorismo specifico, non risultano informazioni di questo genere”, negando di aver segnalato ai colleghi tedeschi quanto rivelato dal quotidiano.

Giuseppe Catapano: Tlc, disco verde alle mega-antenne

RIPETITORI RIPETITORE ANTENNE ANTENNA TRASMETTITORE IMPIANTI TELEFONIA MOBILE

Compagnia tlc batte comune. Si presume che il progetto di mega antenna per cellulari della società telefonica sia sempre compatibile con il piano regolatore generale del comune: la stazione radio-base, infatti, risulta assimilabile a un’opera di urbanizzazione primaria e dunque non soggiace ai divieti previsti per altri manufatti. Ecco allora che se in base al Prg la zona è soggetta a un piano attuativo già approvato, lo stop all’infrastruttura tecnologica può scattare soltanto quando l’opera si rivela del tutto inconciliabile con l’intervento urbanistico previsto nell’area. Diversamente l’ente locale non può bloccare i lavori. È quanto emerge dalla sentenza 294 del 15 marzo 2016, pubblicata dalla seconda sezione del Tar Veneto, che aggiunge un nuovo episodio alla saga in cui i giganti delle comunicazioni si trovano contrapposti agli enti locali, creando un notevole contenzioso.

Giuseppe Catapano: Rifiuti da navi, stretta dell’Ue

PORTO NAVI PASSEGGERI TRAGHETTO

Meno rifiuti scaricabili in mare e più navi sottoposte al regime di conferimento dei residui in impianti portuali. Questi alcuni degli orientamenti che secondo la Commissione Ue gli stati membri dovranno seguire nell’attuazione della disciplina comunitaria in materia di rifiuti prodotti da navi. Le indicazioni Ue offrono una lettura restrittiva della direttiva 2000/59/Ce, di allineamento della legislazione europea alla convenzione internazionale «Marpol», e arrivano con una comunicazione pubblicata sulla Guue dell’1/4/2016 n. C 115.

Le disposizioni comunitarie e nazionali. Oggetto degli orientamenti in parola le disposizioni dell’articolo 7 della direttiva (recepita con dlgs 182/2003) a mente del quale le navi che approdano in porti comunitari devono conferire i rifiuti prodotti a impianti portuali di raccolta prima di ripartire, con possibilità di procedere (in deroga) verso il successivo porto di scalo solo qualora dotate di capacità di stoccaggio sufficiente e sempre che la destinazione sia nota e fornita di impianti adeguati.

Giuseppe Catapano: ‘Ndrangheta, la Guardia di finanza sequestra beni per 215 milioni a Alfonso Annunziata

giucatap519Beni per un valore complessivo di circa 215 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Servizio Centrale I.C.O. di Roma. Il destinatario della misura e’ un imprenditore, Alfonso Annunziata, ritenuto contiguo alla cosca di ‘ndrangheta dei Piromalli, operante sul territorio della provincia reggina. Il patrimonio sottratto comprende le quote sociali di 6 imprese, 85 unita’ immobiliari, 42 rapporti finanziari e denaro contante per quasi 700.000 euro. I beni sono stati sequestrati in Calabria e in Campania in base a un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria.  Secondo gli inquirenti, dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza “di un indissolubile rapporto di sinergia economico-criminale” tra l’imprenditore e la cosca Piromalli. Annunziata si sarebbe prestato “volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta consorteria criminale, cosi’ creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro”. Annunziata era stato arrestato nel corsod ell’operazione “Bucefalo” nel mese di marzo 2015. Il processo in cui e’  imputato si sta celebrando a Palmi.

Giuseppe Catapano: Fisco, verso anticipo taglio Irpef

giucatap518Potrebbe essere anticipata nella finanziaria 2017, e quindi di un anno, la riforma dell’Irpef. Lo scrive il Corriere della Sera spiegando tra le misure al vaglio dell’esecutivo ci sarebbe un intervento sulle aliquote intermedie (27% e 38%), ma anche il potenziamento degli assegni familiari dal secondo figlio in poi, il taglio strutturale dei contributi sul lavoro e la riduzione del prelievo sui fondi pensione. L’obiettivo del Governo e’ ridurre l’aliquota effettiva sui redditi bassi e poi correggere la struttura del prelievo che adesso penalizza chi supera un reddito lordo annuo di 28.000 euro e salta da un’aliquota del 27% a una del 38%. Ridurre questo salto aiuterebbe il ceto emdio. La priorita’ del Governo, conclude il quotidiano, resta quella di trovare i 15 mld per evitare che dal 2017 scattino le clausole di salvaguardia, cioe’ l’aumento dell’Iva.

Giuseppe Catapano: Il referendum contro le trivelle manca il il quorum

giucatap517Quorum mancato per il referendum cosiddetto trivelle. Secondo il dati del ministero dell’Interno relativi a 9.372 seggi elettorali su 9.377 in Italia e all’estero, la percentuale dei votanti e’ stata pari al 31,18% degli aventi diritto, quindi largamente al di sotto della soglia del 50% piu’ uno necessaria per la validita’ della consultazione popolare abrogativa. La regione con piu’ bassa affluenza alle urne e’ stata il Trentino Alto Adige con il 25,19%, mentre il maggior numero di votanti e’ stato registrato in Basilicata con il 50,16%. Flop di partecipazione anche in Puglia, la regione guidata dal presidente capofila della contestazione alle scelte del governo, dove la partecipazione si e’ fermata al 41,65%. Lo scrutinio dei voti espressi segnala il si’ al referendum all’85,85% e il no al 14,15%.

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, capofila del Si’, ha promesso che il movimento continuera’ a battersi contro le trivelle e ha affermato che il voto e’ stato comunque “un successo” con 14 milioni di votanti. Sono “gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo piu’ grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa”, ha osservato, “il governo dovra’ tenerne conto”.  “E’ stato uno straordinario successo”, ha poi ribadito in una intervista al Corriere della Sera e a Repubblica, “avevo detto che sarebbe stato un successo avere dieci milioni di voti. Siamo andati ben oltre. E’ il secondo referendum più partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua. E’ più di quanto ha preso il Pd alle Europee. Siamo di fronte alla più grande aggregazione ambientalista d’Europa, che chiede risposte”.

Matteo Renzi nel commentare l’esito del referendum sulle trivelle si è presentato davanti alle telecamere per dire che “gli sconfitti di questo referendum hanno nomi e cognomi”. Ce l’ha con chi “ha preso in ostaggio i social network”, con i grandi esperti che “hanno parlato di spallate e di sconvolgimenti”, con una parte della classe dirigente che “vive solo su facebook e su twitter”, con “la vecchia politica autoreferenziale”. “Qualche consigliere regionale, qualche presidente di regione”, tutti coloro che “ora faranno una esibizione e diranno di aver vinto nonostante abbiano perso”, chi ha voluto questa consultazione “solo per fare una conta interna e a scopi personali”. Ebbene a costoro il presidente del Consiglio manda a dire che “la demagogia non paga”. “Il governo non si ascrive tra i vincitori” e che chi ha votato merita rispetto” ma “il risultato e’ netto, chiaro”. Bisogna festeggiare, alzare i calici “per quei lavoratori che non hanno perso il posto di lavoro”. Eppure, aggiunge Renzi, “ho sofferto per la scelta del non voto”, una scelta decisa “per non mandare in crisi un intero settore” ma il premier “sta dove si rischia anche un posto di lavoro”. Invece di sprecare 300 mln per un referendum che “si poteva evitare” le regioni “pensino ai depuratori”, “non possiamo accettare lezioni da chi pensa alle piattaforme e poi si disinteressa della raccolta differenziata”.  Ma Renzi dopo le divisioni sul referendum, dopo aver visto “una campagna elettorale” basata “su un odio sconsiderato” invita italiane e italiane a “mettere da parte le polemiche. Basta con la vecchia politica, fino alle elezioni del 2018 – e’ l’appello di Renzi – concentriamoci solo sull’Italia, che e’ uno scrigno, facciamo che torni ad essere un punto di riferimento”, che si “superi questa guerra civile” e si pensi solo al bene del paese. “Noi – promette Renzi – faremo dell’Italia il Paese piu’ verde d’Europa ma il passaggio alle energie rinnovabili non si puo’ fare da qui a domattina”.

Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha scritto: “Referendum, ha votato il 31,5% degli italiani. Renzi esulta, Napolitano esulta, i petrolieri esultano. Vince l’arroganza. Non esultano gli italiani a cui Renzi, non accorpando il referendum alle altre elezioni, ha fatto sprecare 300 milioni”. Così sull’esito del referendum sulle trivelle. “Io ringrazio i milioni di cittadini che hanno partecipato, alla faccia del silenzio dei “giornalisti” e dell’arroganza di certi politici. “Odio gli indifferenti” scriveva Gramsci nel 1917. Sono d’accordo con lui”.

In un tweet il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti spiega: “Al referendum vince l’Italia moderata che non contrappone ambiente e sviluppo, che difende il lavoro. Perdono i partiti del populismo ipocrita”.

Per Renato Brunetta l’importante è che sono 16 milioni di voti contro Renzi. “Per analizzare i dati sullapartecipazione al voto del referendum sulle trivelle, e cominciare a ragionare, in prospettiva, sulle implicazioni che questo risultato avra’ in relazione al prossimo referendum costituzionale di ottobre e’ utile ricordate i dati dell’ultimo referendum confermativo, svoltosi nel 2006 sulla riforma della Costituzione portata avanti dal governo Berlusconi”, ha dichiarato il presidente dei deputati di Forza Italia. “In quell’occasione, 25 e 26 giugno 2006, parteciparono al voto poco piu’ di 26 milioni di aventi diritto, il 52,46% del corpo elettorale. Vinse il ‘no’ con 15.783.269 voti (il 61,29%), mentre i ‘si” raccolsero 9.970.513 preferenze (il 38,71%)”, aggiunge Brunetta. “Quel referendum fu vinto con oltre il 61%, poteva essere vinto anche con il 51%, e quindi con poco piu’ di 13.300.000 voti. Considerando una buona affluenza per un referendum che comunque non aveva bisogno del raggiungimento del quorum. Possiamo dunque affermare, in un ragionamento comparativo serio, che al prossimo referendum costituzionale di ottobre, per vincere basteranno poco piu’ di 13 milioni di voti”. “Al referendum sulle Trivelle, considerando anche una campagna mediatica senza precedenti del presidente del Consiglio Renzi che ha invitato all’astensione, la quasi totalita’ dei votanti molto probabilmente votera’ ‘no’ al referendum confermativo di ottobre. I votanti di oggi sono per la stragrande maggioranza contro il premier e contro il governo Renzi”, sottolinea l’esponente di Forza Italia. “Alle 19 aveva votato poco piu’ del 23% degli aventi diritto, quasi 12 milioni di cittadini, 12 milioni di italiani che non hanno dato ascolto ai diktat di Renzi e si sono recati alle urne per esprimere un loro diritto-dovere. Alle 23 questi 12 milioni sono diventati 15-16 milioni: lo stesso numero di elettori che nel 2006 disse ‘no’ alla riforma Berlusconi. Abbiamo uno zoccolo duro di 15-16 milioni di cittadini, tutti potenziali voti contro Renzi al referendum costituzionale, quello della vita per il segretario-premier. Si parte da qui – conclude Brunetta – da questa partecipazione, da questa disobbedienza, per costruire la vittoria del ‘no’ ad ottobre”.