Giuseppe Catapano: Banche, ok al piano per Atlante, il fondo che si accollerà sofferenze e aumenti di capitale

giucatap460Prende corpo il piano, promosso dal governo, per costituire con capitali privati, uno scudo capace di risolvere alla radice il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane e in grado di intervenire anche come garante di ultima istanza (back stop facility) negli aumenti di capitale, a partire da quelli della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
In una riunione plenaria, tenutasi nel tardo pomeriggio di ieri al ministero dell’Economia, cui hanno preso parte il ministro Pier Carlo Padoan, i vertici delle principali banche, assicurazioni, enti di previdenza e fondazioni, oltre che della Cdp, è stata messa a punto la struttura operativa dello scudo che dovrà ora essere approvata dai consigli di amministrazione dei vari soggetti coinvolti. Il piano prevede la creazione di un fondo, chiamato Atlante, che dovrebbe avere una dotazione finanziaria di circa 4-5 miliardi di euro e che sarà gestito da una sgr già esistente: si tratta di Questio Capital Management sgr, presieduta dall’economista Alessandro Penati, e partecipata dalla Fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti (37,65%), Locke srl (22%), Cassa di Previdenza dei Geometri (18%), Direzione Generale Opere Don Bosco (15.60%) e Fondazione Cr Forlì (6.75%). In questo modo vengono accorciati i tempi, visto che Questio è già autorizzata dalla Banca d’Italia e potrà dunque procedere alla costituzione del fondo cui parteciperanno i principali attori del sistema finanziario italiano. Dei circa 4-5 miliardi che saranno raccolti, una tranche da 500 milioni dovrebbe essere sottoscritta dalle Fondazioni di origine bancaria. Secondo quanto si è appreso, le banche, con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca come capofila, ma con la partecipazione anche di altri istituti, dovrebbero sottoscrivere quote del fondo per un importo complessivo di 2,5-3 miliardi. Una tranche compresa tra 400 e 300 milioni dovrebbe essere appannaggio della Cdp, mentre la quota restante dovrebbe essere riservata alle compagnie assicurative (alla riunione di ieri erano presenti tutti i principali gruppi del settore attivi in Italia, comprese Generali, Unipol Sai, Axa e Allianz, anche se non è certo se tutti alla fine saranno della partita) e agli enti previdenziali.

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