“Individuare soluzioni per pervenire a una riforma della giustizia tributaria che si ispiri alle migliori pratiche internazionali”.
Questo lo scopo del tavolo tecnico insediato da Mef e Ministero della Giustizia. ” Il ministro dell`Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, si sono incontrati per un confronto sulla giustizia tributaria, condividendo l`esigenza di un intervento volto ad assicurarne un funzionamento più efficace”, si legge in un comunicato.
Il tavolo sarà presieduto da Roberto Garofoli e Giovanni Melillo, capi di Gabinetto rispettivamente del ministero dell`Economia e delle Finanze e del ministero della Giustizia.
Giorno: 7 aprile 2016
Giuseppe Catapano: Poletti frena su 80 euro a pensioni minime, sindacati compatti
L’ipotesi di allargare gli 80 euro anche alla platea delle pensioni minime, anticipata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, trova favorevole il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a condizione che sia “compatibile” con i conti pubblici. “Questo è un tema – spiega Poletti ai microfoni diRadio 24 – che è presente da quando si decise il bonus degli 80 euro ai lavoratori due anni fa; naturalmente questo è un tema che va affrontato all’interno della legge di stabilità perché abbiamo una ovvia esigenza di compatibilita’ rispetto all’utilizzo delle risorse; sono favorevole naturalmente – aggiunge il Ministro – al fatto che anche le pensioni più basse abbiano un loro adeguamento. Lo dovremo vedere dentro a questo contesto generale di equilibrio della nostra economia e del nostro bilancio”. Per Enrico Zanetti, vice ministro dell’Economia, “aumentare le pensioni minime è uno dei desideri non solo di questo Governo, ma anche dei precedenti. E’ chiaro che bisogna darsi delle priorità”, altrimenti “si rischia di affiancare all’esasperato populismo di opposizione un populismo di Governo di cui non abbiamo bisogno”. Sulla stessa lunghezza d’onda e’ anche Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e consigliere economico di Matteo Renzi, secondo il quale il tema degli 80 euro alle pensioni minime e’ “da approfondire”, ma “non e’ una riforma delle pensioni. Si tratta di alcuni accorgimenti per il sostegno delle pensioni bassi e sarà fatto da qui alla fine della legislatura, il 2018. I tempi non so prevederli. Non è la priorità. La visione deve essere d’insieme. A un certo punto arriveremo al tema di sostenere il reddito di pensioni molto basse”.
I sindacati concordano nel dire al Governo “basta annunci”. Susanna Camusso, leader della Cgil, ironizza sull’ipotesi dicendo “la mettiamo nel capitolo annunci o nel capitolo ‘siamo in difficoltà?”.
“Le chiacchiere stanno a zero. Bisogna estendere il bonus di 80 euro e renderlo strutturale per tutti i pensionati” che “sono il vero ammortizzatore di questo paese”, taglia corto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Inoltre, continua, Renzi “ci spieghi a chi andrebbero questi soldi e cosa vuole fare per rendere strutturale il bonus, perché ogni volta sposta il tiro”.
Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, valuta “condivisibile” l’obiettivo di allargare il bonus di 80 euro, “ma basta con gli annunci.
Occorre una vera riforma fiscale complessiva e bisogna aprire confronto su contro-riforma Fornero. Chiediamo, inoltre, che l’esecutivo rompa gli indugi e avvii con le parti sociali un confronto a tutto campo per anticipare la revisione delle aliquote Irpef e realizzare una riforma fiscale strutturale in grado di intercettare l’enorme capacita’ economica oggi evasa. E poi aspettiamo di vedere se nel Def si affrontera’ il tema della riforma delle pensioni oppure no. Il Governo apra subito un confronto con il sindacato per discutere di come controriformare la legge Fornero: non abbiamo più bisogno di parole, ma attendiamo fatti concreti”, conclude.
Intanto , stamattina alcuni quotidiani hanno stimato i costi dell’iniziativa annunciata dal premier tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro.
Giustizia tributaria al restyling
A cura di: Giuseppe Catapano
Il governo intende mettere mano al dossier giustizia tributaria. Il primo passo è stato fatto ieri con l’istituzione di un tavolo tecnico finalizzato a «pervenire a una riforma che si ispiri alle migliori pratiche internazionali». Il gruppo di lavoro è stato istituto al termine di un incontro tra i ministri dell’economia, Pier Carlo Padoan, e della giustizia, Andrea Orlando, i quali hanno «condiviso l’esigenza di un intervento volto ad assicurare un funzionamento più efficace», evidenzia una nota congiunta. A capo della task force, che per ora dovrebbe ricomprendere solo esponenti ministeriali, vi saranno i capi di gabinetto dei due dicasteri, rispettivamente Roberto Garofoli (Mef) e Giovanni Melillo (Giustizia).
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la riforma dovrebbe riguardare esclusivamente gli aspetti ordinamentali e non il processo tributario (peraltro già oggetto di una recente rivisitazione con il dlgs n. 156/2015). Diverse le soluzioni sul tavolo, emerse nelle ultime settimane anche a seguito dei casi di cronaca legati agli arresti di alcuni giudici tributari: dalla riorganizzazione di Ctp e Ctr alla loro soppressione, con la creazione di sezioni specializzate presso i tribunali ordinari, dall’introduzione del giudice a tempo pieno alla previsione di un doppio organo giudicante a seconda della rilevanza delle cause (magistrati part time per quelle di minore importo, giudici professionali per quelle maggiori). Non è escluso che, come già avvenuto in ambito di compliance fiscale, il governo possa rivolgersi a organismi internazionali quali Ocse e Fmi per individuare delle best practice che potrebbero essere calate anche nell’ordinamento italiano.
Giuseppe Catapano: Lidl, l’assortimento lo fa il cliente
Dopo la pizza creata dai fan di Lidl su Facebook, che hanno votato le versione più golosa, poi diventata un prodotto del banco frigo, l’insegna di supermercati a buon prezzo accelera sul coinvolgimento del cliente per assortire le specialità allo scaffale.
Il mezzo questa volta si amplia: oltre ai social, che servono a veicolare le preferenze, arriva un talent di cucina in 9 puntate, su Canale 5 in onda dal 17 aprile, titolo: «La ricetta perfetta – dal fornello al carrello». In pratica le preparazioni dei cuochi amatoriali migliori della trasmissione e poi votate dopo una prova assaggio negli store finiranno nell’assortimento del marchio «Italiamo», la linea di Lidl simbolo delle eccellenze regionali che conta già 60 referenze.
«Abbiamo deciso di adottare una strategia di marketing innovativa che dà la parola ai clienti», spiega Luca Boselli, amministratore delegato di Lidl Italia. «La ricetta perfetta va oltre il classico product placement, perché mettiamo a disposizione dei consumatori i nostri scaffali, sui quali vedremo presto la ricetta votata». Insomma il cliente decide e diventa parte attiva dei processi produttivi. Il format televisivo creato da Lidl Italia, in collaborazione con Publitalia Branded Entertainment, Rti e Yam112003 è stato presentato ieri a Cologno Monzese, e andrà ad arricchire il palinsesto della domenica mattina di Mediaset (dalle 9,50). Per la prima volta poi, oltre alle presentatrice Cristina Chiabotto, e a uno chef stellato, Davide Scabin, nella giuria, compare un esperto di marketing, Maurizio Pisani, e la brand ambassador di Lidl Margherita Contin.
Il progetto di Lidl prevede poi un’integrazione marcata tra i negozi e il programma: nel dettaglio, le ricette dei concorrenti selezionati in ogni puntata verranno valutate dai giudici, le due vincitrici subiranno la prova assaggio in store fino a trasformarsi nell’ultima sfida, in un piatto pronto che gli italiani potranno acquistare in tutti i supermercati della catena. Contemporaneamente ci sarà una forte presenza del marchio Lidl e della linea Italiamo in tv.
«Questo progetto ci permette di valorizzare l’incredibile patrimonio gastronomico del Paese, costituito non solo da materie prime eccellenti, ma da una cultura culinaria fatta di tradizioni e piccoli segreti che si tramandano e arricchiscono di generazione in generazione», aggiunge Boselli.
Segreti culinari che valgono oro se si guardano le strategie di Lidl negli altri Paesi. In Inghilterra, ad esempio, la catena discount ha lanciato a fine marzo il programma di loyalty My Lidl, una community virtuale in cui casalinghe e non hanno la possibilità di conoscere altri clienti, partecipare a concorsi, scambiarsi opinioni, lasciare commenti sui prodotti e ricette e usufruire di sconti speciali. E l’iniziativa arriva dopo vendite in aumento del 18,2% solo nel mese di febbraio, mentre lo share di mercato dell’insegna è salito dallo 0,7 al 4,2%.
Il costo dell’operazione «Ricetta Perfetta» non è stato divulgato. Per l’iniziativa, Lidl punterà su un’attività promozionale social su Facebook e Twitter con un live twitting durante le puntate, cartellonistica nei vendita, volantini, newsletter. Mediaset ha annunciato inoltre 393 brand-video sui principali canali, 9 milioni di impression sui canali digitali Mediaset e Mondadori, un sito dedicato, oltre alle pubblicità cartacee e ai passaggi radio.
Boselli ha invece ribadito i recenti investimenti annunciati dalla catena dicount per l’ampliamento della rete. «Abbiamo un ambizioso piano da oltre un miliardo di euro in cinque anni», conclude l’a.d. «Gli investimenti saranno dedicati all’apertura di nuovi punti vendita su tutto il territorio nazionale e all’ammodernamento e ampliamento di quelli esistenti. Per l’anno in corso abbiamo in previsione l’apertura di 30 nuovi punti vendita e l’assunzione di oltre mille nuovi collaboratori».
Giuseppe Catapano: Il canone Rai solo per la tv
Smartphone, tablet, pc e altri device non saranno assoggettati al pagamento del canone tv e il termine unico (sia per la modalità cartacea sia per quella online) per l’invio della dichiarazione di esenzione dell’abbonamento tv sarà prorogato al 15 maggio. Sono questi i chiarimenti e le novità annunciati da Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico del governo, ieri, alla camera, in risposta alla nove mozioni presentate da diversi gruppi politici. In merito a quale apparecchio sarà gravato della tassa, il governo precisa, confermando la circolare del ministero dello sviluppo economico del 22 febbraio 2012, che il presupposto per essere assoggettati al pagamento del canone è il possesso di un apparecchio televisivo che direttamente o indirettamente, cioè tramite un decoder, sia in grado di captare il segnale del digitale terreste. Quindi «escludendo smartphone, tablet, device diversi dall’apparecchio televisivo» dal pagamento del canone tv. Inoltre, i tempi per la consegna dell’autocertificazione cartacea e online di non possesso di un apparecchio televisivo atto alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, saranno prorogati, come termine ultimo, al 15 di maggio 2016 (prima la dichiarazione cartacea doveva essere presentata entro il 30 aprile e quella online entro il 10 maggio).
Giuseppe Catapano: Vigili esclusi dai servizi elettorali
Quest’anno non si vedranno agenti di polizia locale impiegati nei servizi di vigilanza fissa ai seggi. Spetterà solo alle forze di polizia dello stato occuparsi di queste attività e ricevere di conseguenza la relativa indennità. Lo ha chiarito il Dipartimento della pubblica sicurezza con una circolare diramata il 5 aprile a tutte le prefetture. L’ordine è tassativo. I dispositivi di sicurezza e vigilanza ai seggi quest’anno dovranno essere pianificati attraverso l’impiego del solo personale delle forze di polizia di cui alla legge 121/1981. Dunque niente vigili urbani a presidiare le sezioni elettorali. Solo carabinieri e poliziotti veri. Le ragioni del divieto non sono chiare. Probabilmente si tratta di una scelta tecnica che impedisce di dirottare gli emolumenti verso la polizia locale. Non sono mancate le immediate reazioni dei sindacati. Il Sulpm, con una nota urgente, ha scritto al Presidente del Consiglio, evidenziando l’ennesimo attacco ai vigili. Una decisione, specifica la lettera del 6 aprile, «che non solo è incomprensibile ai fini della sicurezza dei seggi, ma che spezza quel modello di collaborazione da sempre esistito tra forze di polizia ad ordinamento statale e locale». In buona sostanza a parere del sindacato autonomo si preferiscono aumentare le distanze piuttosto che favorire le sinergie e le professionalità.
Giuseppe Catapano: Samsung, utile operativo in crescita del 10% grazie al nuovo Galaxy S7
Samsung Electronics ha chiuso il primo trimestre con un utile operativo in crescita del 10% e migliore delle attese grazie alla buona performance delle vendite del nuovo smartphone Galaxy S7.
L’utile operativo si è attestato a circa 5,6 miliardi di dollari. Tale risultato incoraggia gli azionisti del gigante elettronico sud coreano dopo che il titolo del gruppo ha bruciato circa 8 miliardi di valore in borsa nel 2015.
Giuseppe Catapano: Panama Papers, bufera in Cinaa
Spuntano nuovi nomi e dettagli dei familiari dei potenti cinesi collegati allo scandalo dei Panama Papers e nuovi numeri del giro di affari in Cina degli uomini collegati ai documenti riservati dello studio legale panamense ottenuti dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung e diffusi ai media internazionali dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). I personaggi coinvolti sono figli, nuore, nipoti, generi e cognati della “nobiltà rossa” di Pechino, in parte identificati nei giorni scorsi, ma le nuove scoperte rivelano nel dettaglio molto più di quanto si sapesse sulle fortune dei leader cinesi, passati e presenti. Tra gli intestatari di società offshore, c’è anche quello di Chen Dongsheng, genero di Mao Zedong, che ha creato la Keen Best International Limited con sede alle Isole Vergini Britanniche nel 2011. Jasmine Li, nipote dell’ex numero quattro del Partito Comunista Cinese Jia Qinglin, è l’unica azionista di due società registrate alle Isole Vergini Britanniche, la Harvest Sun Trading Limited e la Xin Sheng Investments Limited, con almeno due filiali a Pechino costituite nel 2009, specializzate in investimenti e consulenze nel settore immobiliare e con un capitale registrato di circa 250mila euro. Li aveva acquistato per un dollaro la Harvest Sun nel 2010, quando era ancora una studentessa a Stanford, da un imprenditore di Hong Kong, Cheung Yu Ping, noto come “il re degli orologi”, che apparentemente non avrebbe legami con Li né con il potente nonno. Cheung è a capo della Hengdeli, valutata 470 milioni di dollari alla Borsa di Hong Kong ed è uno dei maggiori rivenditori in Asia di orologi di noti brand svizzeri. Tra i nomi già emersi c’è quello di Deng Jiagui, il cognato del presidente cinese, Xi Jinping. Deng ha registrato presso lo studio legale di Panama una società offshore nel 2004 e altre due nel 2009, secondo quanto scrivono i giornalisti di Icij. La prima, la Supreme Victory Enterprises è stata chiusa nel 2007, mentre le altre due, la Health Mining International e la Best Effect Enterprises, entrambe con sede alle Isole Vergini Britanniche avrebbero avuto vita breve, e sarebbero state chiuse tra il 2010 e il 2011, prima che Xi diventasse presidente. Secondo quanto scrive il quotidiano The Guardian, Deng avrebbe avuto una partecipazione del 50% anche in un’altra società offshore, la Excellence Effort Property Development: l’altra meta’ della quota appartiene a due costruttori cinesi.
Deng, assieme alla moglie, sorella di Xi, ha avuto interessi nel settore delle costruzioni e in quello delle terre rare, come emerso anche da un’inchiesta dell’agenzia Bloomberg del 2012. La coppia aveva accumulato una fortuna di 376 milioni di dollari, ma nonostante la diretta vicinanza con l’uomo oggi piu’ potente di Cina, tra le carte dello studio legale Fonseca il suo nome non compare tra i “Pep”, le politically exposed persons, una “svista” che fa pensare a una scarsa accuratezza nella raccolta dei dati dei clienti e che si puo’ ritrovare anche altrove, come nel caso della figlia dell’ex primo ministro Li Peng. Li Xiaolin, nota per lo stile di vita vistoso e l’amore per il lusso, è dal 1994 a capo della Cofic Investments Limited, societa’ con sede alle Isole Vergini Britanniche i cui proventi deriverebbero, secondo mail interne dello studio di Panama, dalla facilitazione alle esportazioni di attrezzature industriali dall’Europa alla Cina. Il nome di Li è rimasto ignoto allo studio di Panama fino al 2014, grazie al sistema delle azioni al portatore, che permettono l’anonimato del proprietario di una società, un sistema pienamente legittimo alle Isole Vergini Britanniche fino al 2009 quando sono state introdotte leggi più severe sull’anti-riciclaggio. Li ha una fortuna stimata in 550 milioni di dollari e un soprannome traducibile come “la regina dell’energia”, affibbiatole per le cariche ai vertici dei gruppi dell’energia elettrica. Attualmente, Li è vice presidente del gruppo statale China Datang Corporation ed è tra i delegati della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, l’organo di consulenza dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese.
Tra gli altri familiari di nomi di spicco della politica cinese ci sono quelli di Liu Yunshan e Zhang Gaoli, attuali membri del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del potere in Cina; Zeng Qinghong, vice presidente cinese fino al 2007, e Hu Yaobang, segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 1982 alla morte nel 1987. Liu Yunshan ha una nipote, Jia Liqing, che è stata azionista e direttrice della Ultra Time Investments, creata alle Isole Vergini Britanniche nel 2009; Zhang Gaoli, invece, ha un genero, Lee Shing Put, azionista di tre società offshore (Zennon Capital Management, Sino Reliance Network Corporation e Glori Top Investments) e direttore di 17 società a Hong Kong ai tempi in cui il suocero era entrato nel Comitato Permanente del Politburo. Zeng Qinghuai, fratello dell’ex vice presidente cinese, è stato invece a capo della China Cultural Exchange Association, con sede prima nell’isola di Niue, nel Pacifico meridionale, e poi a Samoa. Hu Dehua, figlio di Hu Yaobang, gestiva, invece, la Fortalent International Holdings, creata nelle Isole Vergini Britanniche nel 2003, e registrata presso il suo domicilio a Pechino.
Hong Kong e soprattutto la Cina, dove lo studio Mossack Fonseca aveva uffici in sette città (Shanghai, Shenzhen, Dalian, Hangzhou, Jinan, Ningbo e Qingdao) sono la maggiore fonte di introiti per Mossack Fonseca, con clienti intestatari o con partecipazioni in circa 40mila società offshore. Almeno diecimila di queste erano ancora pienamente operative lo scorso anno, secondo i conti dello studio Mossack Fonseca. Lo scorso anno circa mille miliardi di dollari hanno lasciato la Cina, seicento miliardi dei quali senza essere soggetti ad alcun controllo bancario. I capitali sono usciti spesso attraverso complicati sistemi di ‘money transfer’ che aggirano le attuali regole che permettono a ogni singolo cittadino trasferimenti di denaro per un massimo di cinquantamila dollari all’anno.
Il fondatore Mossack Fonseca: “Non abbiamo sbagliato”
Uno dei fondatori dello studio legale al centro del clamoroso scandalo battezzato Panama Papers ha difeso la sua azienda, Mossack Fonseca, e ha preannunciato che non ci saranno cambiamenti nel modello di business, nonostante l’indignazione planetaria suscitata dalle operazioni messe in piedi dall’azienda. Nella sua prima approfondita intervista dopo la pubblicazione dei documenti, Jurgen Mossack dice che il suo studio non ha fatto nulla di sbagliato nel creare circa 240mila società fittizie registrate in paradisi fiscali. Lo studio legale, ha spiegato, lavora attraverso intermediari e non è in grado di seguire le tracce di come le società off-shore successivamente vengano utilizzate. “Non abbiamo intenzione di interrompere i nostri servizi e andare a piantare banane o cose del genere”, ha poi aggiunto il 68enne Mossack, intervistato dal Wall Street Journal.
Giuseppe Catapano: Canton Ticino, nel 2015 balzo delle inchieste per reati economici
Ventotto arresti, 267 inchieste avviate, 178 perquisizioni.
Aumentano in Canton Ticino le inchieste legate al settore finanziario e parabancario (fiduciario) avviate dalla Sezione reati economico finanziari (Ref): secondo quanto riporta il sito Ticinonline, lo scorso anno sono state il 24% in più rispetto alla media degli incarti trattati dal 2010 al 2014.
Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che da uno studio di Kpmg risulta che in Svizzera i reati economici e finanziari noti all’autorità di perseguimento penale ammontano a solo il 15% di quelli realmente commessi sul territorio.
I reati più denunciati in Ticino sono il falso in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita, l’amministrazione infedele e il riciclaggio di denaro. Aumentano anche le denunce per reati fallimentari (bancarotta fraudolenta, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori e cattiva gestione). Infine emergono spesso anche reati del codice penale “accessorio” (fiscale, doganale, finanziario) cui si aggiungono le infrazioni riguardanti la criminalità transnazionale organizzata, la criminalità informatica e quella relativa a transazioni di borsa.
Stando al bilancio della Ref, le inchieste legate al settore finanziario e parabancario (fiduciario) traggono spesso origine da fatti o persone legati alla vicina Italia.
Giuseppe Catapano: Ansaldo Sts, Elliott chiede al Tar la revisione della delibera Consob sull’opa
Elliott, secondo maggior azionista di Ansaldo Sts, con una posizione lunga complessiva pari al 29,409% del capitale della società genovese, ha presentato al Tribunale amministrativo regionale la richiesta di annullamento della delibera Consob del 3 febbraio scorso sulla rettifica del prezzo dell’opa di Hitachi a 9,899 e una rideterminazione del prezzo delle azioni ai fini dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria.
E’ quanto si legge in una nota del gestore patrimoniale dove si sottolinea che la richiesta è volta a determinare che, come conseguenza della collusione già accertata dalla stessa Consob, il prezzo dell’offerta pubblica di acquisto debba essere aumentato di un valore che è molto più alto dei 0,399 euro indicato nella decisione della commissione.
Secondo Elliott l’aumento è quantificabile in circa 5,5 euro per una revisione del prezzo di offerta a circa 15 euro, valore quest’ultimo che “si basa, inter alia, su quanto riconosciuto dalla stessa Hitachi in una presentazione al suo consiglio di amministrazione del 10 dicembre 2014, in cui si afferma che qualora la partecipazione di Finmeccanica in Ansaldo Sts fosse stata oggetto di un’asta come una transazione stand-alone, il prezzo sarebbe stato significativamente più alto.
Elliott “confida che le autorità di vigilanza e controllo italiane e la magistratura tuteleranno i diritti degli azionisti di minoranza in conformità con la legge”, conclude la nota.