Esperienza contro “rivoluzione”: Hillary Clinton e Bernie Sanders se le sono date di santa ragione la notte scorsa in un duello che, a due settimane dall’inizio in Iowa delle primarie per la nomination democratica alla corsa per la Casa Bianca, hanno fatto ripiombare l’ex capo della diplomazia americana nell’incubo che la vide perdere contro Barack Obama nel 2008. Riforma sanitaria, controllo delle armi, l’atteggiamento da tenere con Wall Street. Su queste tre questioni, quasi inesistente l’altro concorrente, l’ex governatore del Maryland Martin O’Malley, Clinton e Sanders hanno mostrato posizioni ben diverse, assestandosi l’un l’altra colpi decisi e cattivi, ma scontati. “Quello di presidente è il lavoro più difficile del mondo, e sono preparata a farlo”, ha detto Clinton, quasi una riedizione degli slogan di otto anni fa, quando presentare se stessa con il volto dell’esperienza non le servì a vincere contro l’attuale presidente americano. E potrebbe non bastare, nonostante i sondaggi iniziali che la vedono favorita, contro la “rivoluzione politica” rilanciata la scorsa notte da Bernie il ‘socialista’.
Mese: gennaio 2016
Giuseppe Catapano: Carichieti, la procura di Chieti apre inchiesta per truffa
La Procura della Repubblica di Chieti ha aperto un’inchiesta a seguito dell’esposto presentato nelle settimane scorse dal Codacons e relativo al crac Carichieti.
L’indagine, spiega l’associazione, è al momento contro ignoti e il reato per cui procede la magistratura sarebbe quello di truffa, la stessa ipotesi configurata dal Codacons nella sua denuncia.
L’associazione si era infatti rivolta alla Procura di Chieti, chiedendo di aprire una indagine alla luce della possibile truffa e di altri reati, finalizzata ad accertare le responsabilità connesse al default di banca Carichieti e ai danni patrimoniali subiti dagli obbligazionisti che hanno visto azzerato il valore dei propri investimenti.
Giuseppe Catapano: I bancari affossano piazza affari. Raffica di sospensioni
Forti vendite sul comparto bancario di piazza Affari. Il settore affossa l’azionario milanese, con il Ftse Mib che fa segnare un -1,98% a 18.813 punti.
Il nostro indice principale è il peggiore di tutta Europa; perdite meno accentuate infatti per il Cac 40 (-0,22%) mentre salgono il Dax (+0,05%) e il Ftse 100 (+0,01%).
Sul paniere principale affondano i bancari. B.Mps è in asta di volatilità con un ribasso teorico di oltre il 13%. In asta anche B.P.E.Romagna (-6,71% teorico) e Ubi B. (-7,58% teorico).
Giù anche il resto del comparto: Unicredit -4%, Intesa Sanpaolo -3,85%, B.P.Milano -4,8%, Mediobanca -3,45%, B.Popolare -5,2%, B.Carige -5,81%.
Male tra le altre blue chip Saipem (-4,76%) mentre resistono alle vendite Eni (invariata) e Tenaris (-0,06%).
Giuseppe Catapano: Appalti, superpoteri a Cantone
La legge delega di riforma degli appalti, approvata il 14 gennaio dal senato, scommette su un cambio di paradigma nella lotta alla corruzione: il passaggio da una normativa preventiva e superdettagliata a una delegificazione bilanciata da un incremento dei poteri di controllo affidati all’Anac. Si passerà dalle attuali 600 norme a meno di 200. Se fino a ieri l’obiettivo era quello di limitare al massimo la discrezionalità delle amministrazioni, per evitare che cadessero in tentazione, ora si punta a lasciare loro la massima libertà. Affidando nel contempo a Raffaele Cantone un ruolo di gestore e supergarante dei punti critici della disciplina.
Toccherà infatti all’Anac qualificare le stazioni appaltanti, cioè stabilire chi c’è dentro e chi no nell’albo delle stazioni appaltanti (e chi non riesce a entrare dovrà ingegnarsi a trovare strade alternative, come l’accorpamento con altri enti). Con la nuova disciplina le stazioni appaltanti faranno essenzialmente programmazione e controllo, non dovranno più progettare. Di conseguenza è stato eliminato l’incentivo del 2% che finora era riconosciuto ai loro tecnici per le attività di progettazione.
L’Anac sarà fondamentale anche nella scelta dei commissari di gara, oggi individuati prevalentemente con criteri politici. Da domani toccherà all’Anac stilare la lista dei nominativi dalla quale le stazioni appaltanti a sorteggio estrarranno i commissari di gara. Chi partecipa alla gara non saprà mai chi sarà il commissario. Un requisito essenziale per limitare i casi di corruzione.
Inoltre sarà ancora l’Anac a decidere su tutte le proposte di varianti presentate dalle imprese nel corso dell’esecuzione dei lavori.
Non basta. L’attuale regolamento di attuazione del codice degli appalti sarà sostituito dalle linee guida scritte dall’Anac e formalizzate con un decreto ministeriale. L’Anac sarà anche responsabile della stesura dei bandi tipo e dei contratti tipo vincolanti.
Si è insomma caricata sulle spalle di Cantone la responsabilità principale del buon funzionamento di una macchina che vale più di 100 miliardi l’anno. Se l’Anac non funziona si bloccherà tutto.
Il cambio di approccio comporta dei rischi, il più importante dei quali sembra essere che le amministrazioni pubbliche, abituate a muoversi, almeno pubblicamente, sulla base di precise coperture normative, non se la sentano di assumersi responsabilità difficili da valutare in presenza di un nuovo contesto normativo. E se domani un magistrato viene a contestare quello che è stato fatto? Come ci si può cautelare senza l’ombrello della dettagliata disciplina di dettaglio al quale il sistema è oramai assuefatto?
La bozza di decreto delegato, anticipata su ItaliaOggi di mercoledì scorso, e che darà attuazione alla legge delega, è attualmente molto vaga. Il testo, ovviamente ancora non definitivo messo a punto dalla commissione ministeriale istituita l’estate scorsa dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Del Rio e presieduta da Antonella Manzione, capo ufficio legislativo di Renzi, prevede poco più della ripetizione dei criteri già dettati dalle direttive europee, senza uno sforzo di accompagnare il settore verso un nuovo equilibrio. Il rischio è che il sistema non riesca a metabolizzare i più elevati livelli di responsabilità e che tutto si fermi.
I principi fondamentali della legge delega: semplificazione procedurale, digitalizzazione del processo amministrativo, trasparenza, apertura al mercato nascondono in realtà una grande scommessa. Che la parte sana del sistema sia in grado di prevalere sulle consorterie, le corruttele, gli interessi privati, le spinte centrifughe della politica. Possiamo solo sperare che sia così.
Giuseppe Catapano: Italia-Ue, Juncker preoccupato, non abbiamo interlocutore per dialogare
C’è preoccupazione nei piani alti delle istituzioni europee per i rapporti con l’Italia. Jean-Claude Juncker era e resta amico di Matteo Renzi ed il miglior alleato dell’Italia. Che però venerdì ha sostanzialmente perso la pazienza a causa di troppi malintesi nati perché Bruxelles non ha un interlocutore per dialogare con Roma sui dossier più delicati. Lo si apprende da fonti europee, che osservano come i problemi di comunicazione con le capitali possono diventare problemi politici.
In mattinata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva parlato di “polemiche inutili” da parte di Bruxelles. “Credo che francamente da Bruxelles siano arrivate delle polemiche che io considero inutili. Noi non partecipiamo a polemiche inutili. Teniamo, naturalmente, alle nostre posizioni”, sottolinea il ministro degli esteri, “ma lo facciamo come lo fa ciascun paese: discutendo sui diversi argomenti. Penso che la situazione in Europa sia molto delicata sia sul fronte economico che sul fronte migratorio e questa situazione delicata dovrebbe essere affrontata senza accenti polemici come quelli che ho sentito da Bruxelles nei giorni scorsi che francamente sono, lo ripeto, inutili”. Il governo italiano, in ogni caso, sta valutando il possibile ricorso contro la Commissione Ue per aver vietato il salvataggio della Banca Tercas con l’intervento del Fondo interbancario. Ne dà notizia il Corriere della sera, che spiega: “Il trattamento delle banche in difficoltà è solo uno dei punti di attrito tra il governo e la Commissione. C’è la procedura contro gli aiuti alla bonifica dell’Ilva, la trattativa sulla gestione delle sofferenze bancarie, la questione del gasdotto russo, i fondi per l’emergenza immigrazione in Turchia. Poi, naturalmente, c’è anche il dossier dei conti pubblici. Il quotidiano di Via Solferino aggiunge che il governo ha smentito qualsiasi “ipotesi di revisione o proposta italiana di revisione del fiscal compact” e sottolinea come senza un’interpretazione della flessibilità di bilancio meno rigida di quella di Bruxelles, nel 2017 e nel 2018 l’Italia incontrerà enormi difficoltà nel rispettare i vincoli di bilancio europei”. Con la legge di Stabilità 2016, in effetti, il governo ha potuto aumentare il disavanzo di sei decimi di punto di pil, circa 10 miliardi, per effetto delle riforme (valgono un decimo di punto), delle spese sostenute per salvare e accogliere i profughi (due decimi) e degli investimenti (3 decimi). Se l’Ue non confermasse questa flessibilità per il 2017-2018, l’esecutivo sarà costretto a trovare tra i 20 e i 25 miliardi l’anno per scongiurare l’aumento dell’Iva e abbassare le tasse per le imprese. Senza contare che bisognerebbe pure riprendere a ridurre il deficit di mezzo punto l’anno, operazione che farebbe salire il totale a più di 30 miliardi da trovare con tagli di spesa o altre tasse.
Giuseppe Catapano: Quarto, Capuozzo, “informai subito Fico dei ricatti di De Robbio”
É inutile avere le mani pulite se poi le si tiene in tasca. Il M5s ha avuto l’occasione di combattere il malaffare in prima linea con un suo sindaco che lo ha fatto, ma ha preferito scappare a gambe levate, smacchiarsi il vestito, buttando anche il bambino insieme all’acqua sporca. Non si governano così i Comuni ed i territori difficili, non si abbandonano così migliaia di persone che hanno creduto in noi e nel movimento”. Così su Facebook il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo. Che conferma di avere informato Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai, delle pressioni ricevute dal consigliere comunale M5S Giovanni De Robbio: Ho informato immediatamente dopo l’onorevole Fico del mio interrogatorio e del contenuto di tale interrogatorio”, ha detto Capuozzo al pm Henry John Woodcock lo scorso 12 gennaio quando è stata ascoltata come testimone. In quella occasione la Capuozzo rivela anche che percepì la natura illecita delle pressioni esercitate da De Robbio soltanto durante il terzo incontro con quest’ultimo che faceva riferimento ai presunti abusi edilizi eseguiti nell’abitazione dove vive con il marito. A tale proposito ha detto al pm che era intenzionata a registrare le conversazioni con De Robbio facendosi regalare da un parente una ‘penna’ in grado di videoregistrare. “In quel momento – ha affermato – ero determinata a denunciare”. Il terzo episodio al quale si riferisce la Capuozzo avvenne in Consiglio comunale dove ebbe un colloquio con De Robbio e che risale, spiega il sindaco, al 22 o al 23 novembre, prima cioè di essere interrogata in Procura. Fico su Facebook due giorni fa ha scritto di non essere stato a conoscenza “di nessun ricatto, minaccia, estorsione da parte di De Robbio” e ha aggiunto che “erano note le divergenze e i contrasti politici (contrasti, non minacce) tra De robbio e il sindaco Capuozzo”. “Per questo motivo sono stato invitato a intervenire ad una riunione del gruppo consiliare M5S e ho partecipato alla prima parte di questo incontro a luglio”, ha spiegato ancora”.
Giuseppe Catapano: Studi di settore, consultabile online il prospetto pluriennale dei dati
E’ possibile consultare online, tramite il Cassetto fiscale, l’intero prospetto riepilogativo contenente le informazioni essenziali degli studi di settore presentati in periodi d’imposta precedenti, in particolare dal 2009 al 2013. La novità, spiega l’Agenzia delle Entrate, segue l’invio degli alert con cui le Entrate invitavano i contribuenti a consultare il Cassetto fiscale per prendere visione delle comunicazioni di anomalia e quindi porvi rimedio.
Il prospetto pluriennale è una nuova funzionalità che consentirà al contribuente di passare in rassegna, per il quinquennio 2009-2013, i principali dati dichiarativi relativi agli studi di settore applicati e quindi inviati anno per anno. In pratica, grazie a questa forma di comunicazione e di condivisione dei dati tra fisco e contribuenti, quest’ultimi possono, in caso, regolarizzare errori o omissioni eventualmente commesse. In questo caso, infatti, le informazioni messe a disposizione con il prospetto riepilogativo studi di settore sono estratte dai modelli acquisiti negli archivi e già consultabili nel Cassetto fiscale per le annualità d’imposta lavorate. I dati così forniti consentono di analizzare l’andamento nel tempo di alcune voci caratteristiche dell’attività svolta e, al contempo, verificare l’eventuale presenza di anomalie nei dati dichiarati, per esempio tra le “rimanenze finali” di un anno e le “esistenze iniziali” di quello successivo. Il prospetto può presentarsi in due distinte versioni: quella relativa all’attività d’impresa o al lavoro autonomo. Nel caso in cui risultino presentati studi di settore relativi a entrambe le attività, di lavoro autonomo o d’impresa, saranno consultabili due distinti prospetti.
Giuseppe Catapano: Eurostat, nel 2014 la pressione fiscale in Italia è aumentata al 43,7%. Ma i più tassati sono i danesi
Nel 2014 la pressione fiscale in Italia è aumentata ancora, seppure lievemente.
Secondo una rilevazione di Eurostat, due anni fa nella Penisola, che registra il settimo valore più elevato su questa voce tra i Paesi dell’Unione europea, l’ammontare complessivo di tasse e contributi corrispondeva al 43,7% del pil, rispetto al 43,6% del 2013.
In media nell’area euro questa voce è salita di tre decimali, al 41,5%, mentre sull’insieme dell’Ue a 28 di un decimale al 40%. Il valore più elevato è quello della Danimarca, con il 50,8%, il più basso è il 27,7% della Romania.
Giuseppe Catapano: Juncker, rapporto Ue-Italia non tra i migliori. Renzi sbaglia a criticare la commissione
Ancora una bacchettata per il premier Matteo Renzi, invitato ancora una volta ada abbassare i toni nei confronti delle istituzioni dell’Unione europea. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha risposto oggi molto esplicitamente alle critiche che nelle ultime settimane il capo del governo italiano ha rivolto a Bruxelles. “Esito sempre a esprimermi con lo stesso vigore con cui il mio amico Matteo Renzi si rivolge a me, perché credo che non risolva le cose”, ha spiegato, aggiungendo di non essere “per niente naif” e di voler tenere “l’irritazione, che è grande, in tasca”. “Sapete – ha aggiunto – che rispetto molto il presidente del Consiglio e che mi piace, ma ha torto di criticare la Commissione su ogni punto di vista. Non capisco perche’ lo faccia, e’ da troppo tempo che non seguo i teatrini della politica interna di certi paesi”. Ma, ha aggiunto, “l’Italia non dovrebbe troppo criticare la commissione. Io accetto le critiche, non è quello il problema, ne sono anche fiero”. Ma, ha aggiunto, “abbiamo introdotto in materia di sorveglianza dei conti pubblici una dose accresciuta di flessibilita’ contro la volonta’ di certi stati membri e non dei meno importanti: soprattutto di quello che secondo lui domina l’insieme dell’Europa”, ha aggiunto riferendosi alla Germania. “L’Italia approfitta di tutte le flessibilità introdotte e sono stato sorpreso alla fine della presidenza italiana che Renzi abbia detto al Parlamento europeo che era stato lui ad avere introdotto la flessibilita’”. In realtà, ha rivendicato, “sono stato io e non lui, anche se con il suo appoggio. E chi mi ha accompagnato nel convicere i contrari non si esprimeva solo con le lingue del sud, credetemi. Bisogna su questo attenersi alla realta’ e alla verita’”. Juncker ha concluso di non essere “per niente naif” e di aver deciso di tenere “in tasca il rancore e l’irritazione, che è grande”.
Insomma, i rapporti fra Italia e Ue “non sono i migliori al momento”: per questo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker andrà in Italia in febbraio: perché “mi devo occupare di questo problema”.
Padoan a Juncker: il governo non vuole offendere Commissione Ue
“Il governo italiano non ha nessuna intenzione di offendere nessuno, e tanto meno la Commissione e i suoi membri. Sottolineo con estrema tranquillità che i rapporti restano cordiali e costruttivi”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha tenuto a dare “una breve risposta” al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nella sua conferenza stampa alla fine del Consiglio Ecofin, questo pomeriggio a Bruxelles. In mattinata, Juncker si era lamentato del fatto che il premier italiano, Matteo Renzi “insulti e critichi la Commissione” regolarmente, e si era detto “sorpreso” sia del fatto che l’Italia stia bloccando l’esborso di 3 miliardi di euro dall’Ue per i rifugiati in Turchia, sia che Renzi rivendichi di essere stato lui a introdurre la flessibilità per i bilanci pubblici dei paesi Ue, e aveva puntualizzato: “Sono stato io, non lui, a farlo”. “E’ evidente che che è stata la Commissione a introdurre la flessibilità” nella valutazione delle politiche di bilancio degli Stati membri, “ma questo è avvenuto anche a seguito del dibattito che si è sviluppato durante la presidenza italiana del Consiglio Ue”, nel semestre giugno-dicembre 2014, ha ricordato Padoan.
Giuseppe Catapano: Serie di attentati a Jakarta, 7 vittime, 4 terroristi uccisi
Terrore a Giacarta. Una serie di esplosioni ha colpito il centro della capitale indonesiana, provocando almeno sette morti.
Secondo le prime ricostruzioni, tre kamikaze sono entrati in azione in un caffè Starbucks nel centro della città, mentre altri uomini armati di pistole e granate hanno assaltato un posto di polizia. Quattordici gli assalitori, alcuni dei quali si sono asserragliati in un edificio, il Cackrawala, sulla via sede tra l’altro degli uffici dell’Onu. Nelle vicinanze anche l’ambasciata americana, che ha diffuso un messaggio di emergenza consigliando a tutti i cittadini statunitensi di evitare l’area. Dopo le esplosioni, almeno sei, in un conflitto a fuoco fra gli agenti e alcuni degli attentatori in un cinema sono morti quattro dei terroristi. Il bilancio è ancora confuso. Poco dopo le 9, ora italiana, la polizia indonesiana ha dato
per concluso l’attacco terroristico registrato nell’area commerciale nel centro di Giacarta. “Tutti gli assalitori sono stati neutralizzati”, ha riferito un portavoce della polizia, Iqbal Kabid, all’agencia Antara. Le autorità hanno dichiarato di aver “ripulito” tutti gli edifici del complesso commerciale, principale teatro dell’attentato.
Dura la condanna del presidente indonesiano, Joko Widodo, contro un “atto che ha turbato la sicurezza e la pace e diffuso il terrore. La nostra nazione e i nostri cittadini non devono temere, non ci faremo sconfiggere da questi atti di terrore”.
La serie di attacchi è stato un gruppo legato all’Isis. Ne è certa la polizia indonesiana, secondo cui gli attentatori volevano compiere un’azione sulla scorta degli attentati di Parigi, del 13 novembre scorso. “C’è il forte sospetto che si sia trattato di un gruppo legato all’Isis in Indonesia” ha riferito un portavoce della polizia nazionale, Anton Charliyan. “Da quel che vediamo, questo gruppo seguiva il modello degli attentati di Parigi”. L’Isis aveva diffuso una minaccia avvertendo che avrebbe messo il Paese “sotto la luce dei riflettori”. Secondo il portavoce della polizia indonesiana “l’avvertimento diceva che ci sarebbe stato un evento in Indonesia e che sarebbe andato sulle news internazionali”, ma non ha fornito ulteriori dettagli né ha spiegato quando sia stata lanciata la minaccia. Il mese scorso la polizia aveva sostenuto di aver sventato diversi tentativi di attentati nel paese, alcuni dei quali ritenuti collegati all’Isis.
L’Indonesia, il paese al mondo con il maggior numero di musulmani, ha subito una serie di attentati di matrice islamista tra il 2002 e il 2009. Il più grave nel 2002, nell’isola Bali, quando morirono 202 persone, in gran parte turisti australiani.

