Giuseppe Catapano: MPS in gran fermento, rumor su cavaliere straniero

giucatap659MILANO (WSI) – Dopo la difficilissima settimana vissuta nel mirino della speculazione c’è grande attesa da parte del mercato per il futuro di Monte dei Paschi di Siena. I rumor si susseguono a ritmo folle.

Grandi movimenti sul titolo si segnalano in Borsa. Si sta smorzando l’appeal specultativo dopo un balzo nei primi scambi che ha fatto anche entrare Mps in asta di volatilità con un teorico +2,67% dopo un ultimo scambio a 76,8 centesimi.

Il titolo della banca più antica al mondo viene da ul calo del 16,5% con cui ha chiuso la scorsa settimana e una perdita da inizio anno del 39%.

A focalizzare le attenzioni degli investitori di Piazza Affari sono le prossime mosse che arriveranno dal board dell’istituto senese dopo che sia il presidente Massimo Tononi, sia il mondo politico, in prima fila il premier Matteo Renzi, hanno posto l’accento sul capitolo alleanze.

Le ultime indiscrezioni parlavano del banco Santander che però ha smentito qualunque ipotesi di “matrimonio” con il Monte dei Paschi di Siena mentre  in ambito italiano sembra che si stia muovendo Ubi. Anche se si affaccia un altro ipotetico scenario, ossia l’alleanza a tre con Ubi, Bpm e Mps.

Intanto domani è previsto l’incontro tecnico tra Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia e delle finanze, e Margrethe Vestager, commissaria Ue al fine di sbloccare in via definitiva il piano italiano per allentare le sofferenze bancarie. Come riporta Repubblica, il governo sarebbe al lavoro su quattro fronti che riguardano il sistema bancario e che dovrebbero vedere la luce in un decreto ad hoc.

Oltre alle sofferenze bancarie, a essere messo in luce anche il tema del recupero dei crediti, per cui il nostro paese ha la maglia nera in Europea (impiegando circa 7 anni), la riforma delle banche di credito cooperativo, creando una holding unica e infine il capitolo tanto scottante dei rimborsi ai risparmiatori che hanno perso tutto nel crac delle quattro banche salavate in extremis dal governo (Carife, Carichieti, Banca Etruria, Banca marche). Oggi alle 18 inoltre scade il termine per la loro presentazione.

Giuseppe Catapano: Futures Usa trainati giù dal petrolio, ecco di cosa parlano i trader

giucatap658NEW YORK (WSI) – I contratti sui principali indici della Borsa Usa scambiano in ribasso, seguendo l’andamento negativo del petrolio. Il mercato azionario sembra quindi destinato a perdere parte dei guadagni settimanali messi a segno al termine della seduta di venerdì. È stata la prima settimana positiva dell’anno.

Le notizie societarie di M&A (fusioni e acquisizioni) non mancano ma non sono sufficienti ad alimentare gli acquisti a Wall Street, dove i volumi potrebbero essere ridotti per via della tempesta di neve che si è abbattuta sulla costa Est.

L’irlandese Tyco International e l’americana Johnson Controls hanno confermato la fusione, che darà vita a un colosso industriale da 36 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. I titoli dei due gruppi manifatturieri di riscaldamento, batterie e altri prodotti elettronici balzano dell’8,5% e 1,7% rispettivamente. A livello settoriale, come in Europa, sono bancari e petroliferi i più penalizzati.

Al momento i futures sul Dow Jones cedono lo 0,3% a 15.962 punti, mentre i futures sull’S&P 500 lasciano sul campo lo 0,2% a 1.895,75 punti. I futures sulNasdaq perdono lo 0,3% a quota 4.236,25 punti.

Sui mercati valutari, l’euro sta cercando di mettersi alle spalle la delusione per l’indice Ifo sulle aspettative delle imprese tedesche e ora guadagna terreno sul dollaro.

Sul mercato delle materie prime, il greggio sta perdendo quota vanificando i rialzi visti di recente. Il contratto a marzo sul West Texas Intermediate arretra del 2,58% in area 31 dollari al barile. Gli investitori nel settore energetico stanno provando a intascare qualche profitto, rimettendo in discussione le previsioni sul comparto.

L’oro è tornato a scambiare sopra i 1100 dollari al barile, mentre il rame estende i rialzi portandosi sopra i massimi delle ultime due settimane.

Giuseppe Catapano: Rudy Guede, “Scrissi sul muro col sangue di Meredith”

giucatap643PERUGIA – Rudy Guede a Storie Maledette su Rai Tre: “Cercai di scrivere sul muro con il sangue di Meredith Kercher“. E’ una delle cose dette dal ragazzo ivoriano arrestato e condannato per l’omicidio della ragazza inglese nella casa di via della Pergola, a Perugia, nel 2007. “Lo choc e la paura hanno avuto la meglio su di me”. E quindi, ha raccontato Guede, lui ha tentato di scrivere sul muro quello che Meredith gli stava dicendo mentre esalava gli ultimi respiri. Durante l’intervista Guede ha raccontato tanti dettagli di quella sera dell’1 novembre, dall’approccio sessuale con Meredith (“abbiamo fatto petting in salotto”) alcuni minuti prima del delitto, al fatto che Amanda Knox fosse in casa quando Meredith è stata uccisa (“ho riconosciuto la sua voce”). Dal fatto che lui fosse in bagno mentre Meredith era assassinata (“avevo disturbi allo stomaco dopo aver mangiato kebab”). L’uomo ha detto di essere andato in bagno e di essersi messo ad ascoltare musica con le cuffiette, per poi sentire la voce della Knox (conosciuta in un locale dove l’americana lavorava) che discuteva con Kercher la quale si sarebbe lamentata in precedenza per una questione di soldi. “Ho riconosciuto – ha spiegato – la voce di Amanda al 101 per cento. Poi ho sentito un urlo fortissimo mentre ascoltavo l’i-pod a volume altissimo. Una voce straziante”. L’ivoriano ha anche parlato la presenza nella villetta di via della Pergola di un uomo del quale non ha fatto il nome. Caso strano, il giorno dopo l’intervista gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile lasciano la difesa di Rudy Guede, condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo hanno riferito all’Ansa. “Gli avvocati Biscotti e Gentile – hanno spiegato in una dichiarazione – rinunciano ai mandati difensivi di Rudy Guede ritenendo ormai esauriti tutti gli aspetti tecnico-processuali che lo hanno coinvolto nella vicenda dell’omicidio Kercher”. Nessun commento da parte dei legali sull’intervista rilasciata da Guede a Storie maledette e mandata in onda da Rai3. Gli avvocati Biscotti e Gentile avevano difeso l’ivoriano da subito dopo il suo arresto da parte della polizia. Guede è stato l’unico a scegliere il processo con il rito abbreviato al termine del quale è stato condannato a 16 anni di reclusione. Pena ormai definitiva anche se l’ivoriano sostiene di non avere ucciso Meredith Kercher. Invece Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati definitivamente assolti.

Giuseppe Catapano: Vivere con 350 euro al mese? Si può, ecco dove

giucatap642ROMA – Vivere con 350 euro al mese. Sono 5 i paese dove un reddito di questo tipo garantisce un tenore di vita più che dignitoso. A elencare i paesi dove si può vivere con poco lasciando l’Italia è il sito Opentravel. Tra i paesi più economici ci sono Thailandia, Cambogia, Vietnam, Costa Rica e Filippine, ma anche il vicino Laos. Mario Valenza su Il Giornale scrive che il costo della vita in questi paesi è decisamente più basso e si può vivere bene anche con pochi soldi: “Anche se 350 euro mensili non sono sufficienti per un alloggio di lusso con vista mare, dalle parte di Chiang Mai, nel Nord della Thailandia, 21 euro al mese bastano per pagare l’affitto. La cifra sale man mano che ci si avvicina alla costa, attestandosi su un minimo di 60 euro. Anche il prezzo del cibo è bassissimo: il pollo con riso o noodles venduto in strada costa meno di un euro, e anche avendo gusti più raffinati la spesa mensile per mangiare non supera i 150 euro, consentendo di tenersi in tasca anche un po’ di soldi per fare shopping. Una meta, come ricorda Lettera43.it, che sta diventando sempre più ambita è la Cambogia, dove con 350 euro al mese si può vivere nella Capitale Phnom Penh. Data la crescente popolarità del Paese, è difficile trovare casa per meno di 150 euro mensili, ma condividendo l’alloggio con altre persone si possono facilmente abbattere i costi. Mangiare, invece, costa più o meno come in Thailandia: per un pasto al ristorante si spende circa 1,50 euro. Se poi non si vuole vivere in Cambogia, si può sempre puntare sui vicini Vietnam e Laos, dove il costo della vita è pressappoco lo stesso. Con 350 euro mensili si può vivere tranquillamente anche nelle Filippine: non nella Capitale Manila, ma nella provincia di Cebu, una delle più sviluppate del Paese con campi da golf, spiagge e centri commerciali. Qui un appartamento costa circa 100 euro al mese, e con altri 150 si possono coprire le spese per il cibo e concedersi anche qualcosa in più. Le Filippine offrono poi un visto speciale per i pensionati, che può essere ottenuto dai 35 anni in su depositando 50 mila dollari in una banca filippina. Per gli over 50 sono invece sufficienti un deposito di 10 mila dollari e provare di avere una pensione di 800 dollari al mese per singoli o di 1000 dollari mensili per le coppie. Anche in Costa Rica il costo della vita è uno dei più bassi al mondo. Se si condivide l’alloggio con qualche amico, a San José si può vivere tranquillamente con 425 euro al mese, e man mano che ci si allontana dalla Capitale i prezzi diminuiscono, infatti bastano meno di 200 euro mensili per affittare una casa medio-piccola a 75 chilometri da San José. Al ristorante, poi, si può mangiare un buon pasto spendendo meno di 4 euro, e se si cucina in casa i costi vengono ulteriormente abbattuti. In tema di cibo, ci si può fare un’idea dei prezzi bassissimi del Costa Rica se si considera che un casco di banane costa appena 30 centesimi. Stesso discorso per altri beni di consumo, come le sigarette, il cui prezzo è di circa 90 centesimi a pacchetto. Il Belize è il posto ideale per chi sogna di vivere a due passi dal mar dei Caraibi spendendo poco. Il piccolo Paese centroamericano può vantare spiagge bellissime e un clima sub-tropicale. La lingua ufficiale è l’inglese, e i prezzi sono molto simili a quelli del Costa Rica: per affittare una grande casa a Cayo, a circa un’ora di macchina da Belize City, sono infatti sufficienti 210 euro al mese”.

Giuseppe Catapano: Prada, sito clonato, prodotti tarocchi venduti su internet

giucatap641PORDENONE – Clonavano il sito di Prada e vendevano i prodotti tarocchi in tutta Europa: l’organizzazione criminale, attiva su internet, aveva i vertici in Cina ma ora è stata sgominata dalla Guardia di Finanza. La Finanza ha così sgominato, in un’operazione internazionale, una organizzazione criminali del falso ‘Made in Italy’ sequestrando e oscurando il sito che imitava fedelmente il marchio della nota griffe di accessori e abbigliamento. L’organizzazione si dipanava dalla Cina, passando per la Francia, l’Inghilterra e l’Olanda attraverso un lungo filo della rete criminale che vendeva su Internet prodotti contraffatti di un noto marchio della moda italiana di cui aveva creato un falso sito parallelo, provvisto di un’accurata elaborazione grafica che non lasciava presagire la sua non autenticità. La denominazione del sito, per ingannare gli utenti, sembrava non lasciare dubbi sull’autenticità e la originalità dei prodotti, con una “accuratissima elaborazione grafica”, come ha sottolineato il comandante della GdF di Pordenone, Fulvio Bernabei. Sarebbe stato difficile anche per internauti esperti, comprendere che il sito non era quello originale: i prezzi dei prodotti in vendita, equivalenti a quelli degli outlet ufficiali gestiti dalla griffe italiana, il sistema di pagamento, gestito dai maggiori circuiti di moneta elettronica, e di spedizione della merce, affidato a primarie imprese del settore, non lasciavano dubbi. I finanzieri hanno appurato che una volta effettuati gli ordini telematici e accreditati i pagamenti su un conto corrente acceso nel Guangdong, nella Cina meridionale, i prodotti erano consegnati da un corriere internazionale agli indirizzi degli acquirenti. Ma i beni non potevano essere ritirati se non dopo avere pagato inaspettate spese di sdoganamento, dato che risultavano spediti da Hong Kong. Una volta venuti in possesso dei prodotti, per quanto curati fin nei minimi particolari , un occhio attento si sarebbe accorto che si trattava di abilissime contraffazioni, come hanno accertato gli ispettori messi a disposizione proprio da Prada.

Giuseppe Catapano: Roma, crollo palazzo Lungotevere per lavori in casa?

giucatap640ROMA – Crollo del palazzo sul Lungotevere di Roma, forse la colpa è di lavori di ristrutturazione in un appartamento. L’indirizzo dell’edificio è lungotevere Flaminio 70. E’ l’ipotesi su cui si sta lavorando in queste ore. Il comandante dei vigili urbani di Roma Raffaele Clemente, accorso sul posto, ha affermato: “C’è un’ indagine di polizia giudiziaria, pare ci fossero dei lavori e dobbiamo capire che tipo di interazione ci sia stata tra i lavori e il collasso. Si saprà di più nel primo pomeriggio”. Intanto la polizia giudiziaria dei vigili ha sequestrato in Comune gli atti relativi al palazzo. Anche un inquilino suggerisce un problema legato a lavori interni a un appartamento, al V piano, ricordando infatti che “il palazzo era stato ristrutturato due mesi fa, ed erano stati scongiurati i rischi primari. Si tratta di uno stabile del 1928, finito nel 1939 – riporta – costruito con determinati criteri strutturali. Tutto il resto dell’edificio infatti ha retto, qualcosa sarà successo al V piano, e infatti il solaio sottostante regge da solo il peso delle macerie”. L’appartamento, ricorda l’uomo, era stato appena acquistato, “a 1,1 milioni” e dai balconi si gode di una straordinaria vista sul fiume, su Monte Mario e fino alla Farnesina. E’ il palazzo dove si trova il Teatro Olimpico, dove é in cartellone uno show di Max Giusti, nel cuore di un quartiere di pregio, abitato da professionisti. “Adesso chi ha causato tutto questo deve pagare“. E’ quanto afferma l’inquilina che ha per prima dato l’allarme nel palazzo poi parzialmente crollato in lungotevere Flaminio nella notte a Roma, la signora Agea. A chi le chiedeva se si rendesse conto di aver probabilmente salvato delle vite la donna ha risposto: “Non ho fatto nulla, ho solo chiamato i soccorsi”. “Al momento del crollo non ho visto nulla, c’era una grande nube, sembrava come le Torri Gemelle. Saranno state le 2 di notte, ma avevo perso la cognizione del tempo”. Lo ha detto Andrea Ciacchella, ingegnere civile e residente del palazzo di Lungotevere Flaminio dove è avvenuto il crollo. “I vigili del fuoco stavano per rientrare per un secondo sopralluogo – ha aggiunto – per fortuna non sono rientrati”. Nella mattinata il traffico è a lungo rimasto paralizzato sul Lungotevere, in entrambi i sensi di marcia, per la chiusura di Lungotevere Flaminio. Le ripercussioni stanno riguardando un vastissimo quadrante della città, in particolare quello nord, che va dalla Salaria a Prati, ma si estendono anche alla tangenziale. Gli incolonnamenti riguardano sia i flussi di traffico in entrata a Roma che quelli in uscita.

Giuseppe Catapano: L’ombra cinese arriva a Ovest

BANCONOTE CINESI CINA YUAN RENMINBI MAZZETTE PECHINO LENTE ATLANTE

Crisi di crescita o fine di un modello di sviluppo? È il dilemma che divide tanto gli analisti, quanto gli investitori che si trovano a fare i conti con la Cina. Perché le prime settimane del nuovo anno si sono aperte con un nuovo scossone per i mercati finanziari del Dragone, che a cascata si è fatto sentire anche sulle tasche dei piccoli risparmiatori occidentali. Uno scenario che fa sorgere più di un dubbio su quello che ci attende.

Crisi di fiducia. Tra le poche certezze di questa fase di mercato c’è il crollo di fiducia dei grandi gestori verso quanto sta accadendo a Pechino. Gli interventi adottati dalle autorità politiche e monetarie cinesi hanno generato la convinzione che a quelle latitudini si sia perso il controllo della situazione e si proceda a tentoni. In particolare alla luce della svalutazione dello yuan (arrivato a toccare i minimi da cinque anni), voluta dalla banca centrale dopo mesi passati a bruciare riserve valutarie per sostenere la moneta (la Pboc dispone ancora di una cifra ingente, 3.320 miliardi di dollari, ma in calo di oltre il 12% rispetto a giugno e del 25% circa se il confronto viene fatto con il 2014). Così come non viene visto positivamente il dirigismo delle autorità nel funzionamento dei listini azionari (come il divieto di vendere partecipazioni azionarie superiori al 5%), che contraddice le regole del libero mercato. Ma i dubbi principali riguardano l’attendibilità dei dati relativi alla crescita economica. Da Pechino fanno sapere che nel terzo trimestre del 2015 il Pil è cresciuto del 6,9% rispetto a un anno prima, ma sono in molti a dubitarne, dato che gli indicatori relativi ai consumi e agli investimenti lasciano immaginare un ritmo di crescita più contenuto.

Una difficile transizione. «La preoccupazione generale è che l’economia globale stia rallentando, e che Pechino stia al tempo stesso anticipando tale fenomeno e reagendo a esso», commenta Paul Markham, gestore azionario globale di Newton IM (gruppo Bny Mellon). «Le preoccupazioni sull’economia cinese non sono infondate. Il paese è nel mezzo di una fase di ristrutturazione e di transizione verso una crescita guidata dai consumi domestici (mentre in passato si è puntato soprattutto sulla forza dell’export, ndr). C’è anche un eccesso di debito nel sistema bancario che condiziona il settore finanziario». Insomma, i problemi sono sul tavolo, anche se non vanno sopravvalutati.

Giuseppe Catapano: Alfano sta con Boschi, “il governo non cadrà per banca Etruria”

ANGELINO ALFANO MATTEO RENZI

“Sostengo il Ministro Boschi, e’ una persona competente e corretta, che ha lavorato molto bene alla riforma costituzionale”. Cosi’ il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha risposto, in occasione della trasmissione “Fuori Onda”, in merito alla mozione di sfiducia presentata dal centrodestra e che verrà votata dall’Aula di Montecitorio domani. “Su queste vicende non cadono i governi” ha aggiunto. Il titolare del Viminale ha poi spiegato che Il governo” sta in piedi per quello che fa” e “non sulla vicenda della Banca Etruria o sulle notizie di stampa secondo le quali il faccendiere Flavio Carboni avrebbe incontrato più volte il padre del ministro delle Riforme.Pierluigi Boschi, già vice presidente di Banca Etruria. “Se uno a 85 anni come Carboni viene ritenuto capace di far cadere il governo…non è un evangelista, non è il Vangelo”. Comunque nella vicenda di Banca Etruria e delle altre banche, ha chiarito Alfano, la Consob, la Banca d’Italia, la magistratura avranno modo di esprimersi con i propri atti. Poi ci sarà il tema del risarcimento. Alfano, a proposito degli attriti tra Roma e la Commissione europea guidata da Jean Claude Juncker, ha chiarito che”se un governo che vuole affermare le proprie posizioni non avesse avversari sarebbe un governo bollito. Se hai una posizione chiara hai delle divergenze. Per me dobbiamo difendere l’interesse nazionale senza rompere con l’Unione europea perché se si rompe il vaso i cocci sono anche per noi”. Alfano ha poi parlato di unioni civili e soprattutto di Family day, manifestazione alla quale parteciperà  “con il cuore e la mente ma non fisicamente perché faccio il ministro dell’Interno e preferisco non andare”. E a proposito delle tragedie dell’immigrazione, il ministro dell’Interno è stato netto. “Dopo la tragedia degli immigrati morti
a Lampedusa nel 2013 mi sono detto: impedirò con tutte le mie forze che una cosa del genere si ripeta. Non possiamo farci accusare di organizzare stragi. Potete chiedermi di fare una battaglia in Europa, ma non di non porgere la mano a bambino o uomo che sta morendo. Non possiamo accogliere tutti, gli irregolari vanno rimpatriati. Ma possiamo farlo dopo che abbiamo salvato le persone. Dunque prima li salvo e poi gli chiedo se sono profughi o no”.

Giuseppe Catapano: Petrolio, prezzi ancora giù. Il Brent scende sotto i 28 dollari, ai minimi dal 2003

giucatap613Nuovo colpo alle quotazioni del petrolio. A pesare il ritorno dell’oro nero dell’Iran sui mercati con una prospettiva di 3 milioni di barili in più grazie alla revoca delle sanzioni occidentali confermata sabato.
Il Brent, per la prima volta dal novembre 2003, è scivolato ulteriormente a 27,67 dollari prima di risalire a 28 dollari al barile; mentre il Wti ha segnato i 29 dollari al barile.

Giuseppe Catapano: Unioni civili, Prestigiacomo dice sì. E Mattarella avverte: rispettare la Costituzione

giucatap612C’è Stefania Prestigiacomo, forzista della prima ora e ministro in vari governo Berlusconi, che si dichiara pronta a votare a favore del disegno di legge Cirinnà che prevede le unioni civili tra persone dello stesso sesso e la stepchild adoption. E ci sono i senatori di Area popolare, Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola , che in una nota si rivolgono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella “affinché sia garante della Costituzione  per la parte dei principi che affondano le loro radici nella tradizione nazionale. In particolare l’art.29 richiama i diritti della sola famiglia in quanto società naturale fondata sul matrimonio mentre il ddl Cirinnà consente  anche alla coppia dello stesso sesso un atto volontaristico con tutte le caratteristiche del matrimonio, inclusi l’indirizzo comune familiare, la quota di legittima, la pensione di reversibilità”. Un richiamo, quello di Sacconi e D’Ascola, che ha colto nel segno, perché con una sentenza dell’aprile 2010 la Consulta sancì: “I Costituenti tennero presente la nozione di matrimonio che stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso”. Il problema sollevato da D’Ascola e Sacconi preoccupa non poco il governo, visto che gli articoli 2 e 3 del ddl Cirinnà disciplinano il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ecco perché molti esponenti dell’esecutivo in questi giorni hanno chiesto al Quirinale se nell’impianto del testo possano davvero emergere incoerenze di carattere costituzionale. Dal Colle la risposta è stata netta:  bisogna prendere in considerazione la sentenza 138 della Consulta. Mattarella non ha espresso giudizi o consigli e ha fatto capire che esprimerà le sue valutazioni solo quando la norma sarà approvata e solo sulla base della sua costituzionalità.Ma il tema delle delle unioni civili diivide la politica e induce la Chiesa a intervenire attraverso il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ha invitato il governo e i partiti a occuparsi di altro:  “Ci sono diverse considerazioni da fare ma la più importante è che mi sembra una grande distrazione rispetto ai veri problemi dell’Italia, creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare. Nelle nostre parrocchie – ha aggiunto il porporato – noi vediamo una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia. Di fronte a questa situazione, tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione mi pare  che sia una distrazione grave e irresponsabile”. Certo è che secondo il candidato alle primarie Pd per il comune di  Roma, Roberto Giachetti, la questione va affrontata: “Celebrerei molto volentieri  un matrimonio gay nel momento in cui ci fosse una legge che lo permettesse”, ha dichiarato.  “E’ un tema molto delicato e siccome ci sono molte persone che aspirano a questo, penso che non bisogna creare aspettative che poi possono venir tradite”.