La guardia di finanza sta notificando in queste ore un verbale a Google riguardo alla presunta evasione della società. Lo ha affermato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. “Non faccio dichiarazioni su un’operazione in corso – ha detto – la guardia di finanza sta notificando un verbale frutto di un lungo lavoro. Non abbiamo incontrato la società e non ho idea di cosa succederà”.
La conferma è arrivata anche dalla Guardia di finanza. Secondo una verifica fiscale delle Fiamme Gialle è di 227 milioni di euro l’imposta evasa su un imponibile di 300 milioni da parte della società irlandese Google Ireland ltd. Nel verbale sono cristallizzati due rilievi: il primo consiste nella constatazione del reddito imponibile non dichiarato di 100 milioni; il secondo nella constatazione di omessa effettuazione e versamento delle ritenute sulle royalties di 200 milioni.
Entrambi i rilievi si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2013. In sostanza, il calcolo porta a 227 milioni di imposta evasa partendo da 100 milioni di euro ricavati in Italia in questo arco di tempo che non sarebbero stati pagati e sui quali Google non avrebbe versato l’Ires che ammonta al 27% del totale.
La verifica fiscale firmata dai finanzieri verrà messa a disposizione della Procura di Milano che indaga Google da tempo per frode fiscale perché, pur avendo una “stabile organizzazione fiscale in Italia”, non avrebbe pagato le tasse dovute nel nostro Paese.
Dopo la notifica del verbale di contestazione a Google, entrerà in gioco l’Agenzia delle Entrate che emetterà un verbale di accertamento, che potrebbe chiudere il contenzioso se dovesse intervenire un accordo tra le parti. La somma di 200 milioni di euro di imposte sulle royalties non versate all’Erario potrebbe lievitare in quanto, spiegano fonti investigative, va integrata con interessi e sanzioni che saranno calcolati dall’Agenzia delle Entrate.
In Uk continuano le polemiche. Bufera politica in Gran Bretagna sull’accordo fiscale che il governo ha raggiunto con Google, che pagherà circa 170 milioni di euro su arretrati contestati risalenti fino al 2005. Una intesa salutata dal ministro delle Finanze George Osborne come “una grande vittoria” Uk, ma che è stata contestata pesantemente dallo Scottish National Party, tanto da chiamare in causa la Commisisone europea a cui si chiede di accertare se non implichi una forma di aiuto di Stato. A doversene occupare quindi sarà la responsabile della concorrenza, Margarethe Vestager, che sta già indagando su Google per possibile abuso di posizione dominante sui motori di ricerca.
A difendere l’intesa è sceso in campo il premier David Cameron. “Stiamo parlando di una tassa che avrebbe dovuto essere incassata sotto il governo laburista – ha detto – che è stata aumentata sotto il governo conservatore. Questo è quello di cui stiamo parlando”.