Facebook ha superato per la prima volta la soglia del miliardo di dollari di profitti nel quarto trimestre di riflesso alla crescente capacità del social network di sfruttare la sua popolarità. La società statunitense ha inoltre visto i ricavi trimestrali salire di ben il 52% a 5,84 miliardi in scia al crescente interesse degli inserzionisti pubblicitari, mentre i costi operativi sono aumentati del 21% in seguito agli elevati investimenti effettuati per assumere tecnici e personale per progetti innovativi nell’intelligenza artificiale o nell’estensione dei servizi internet in aree remote del mondo.
Inoltre Facebook ha ampliato la sua offerta di opzioni pubblicitarie consentendo per esempio agli inserzionisti di piazzare spot su Instagram ed è riuscita a spuntare migliori prezzi in particolare in Nord America.
Tutte le iniziative intraprese hanno spinto ricavi e profitti su livelli sempre più alti e il mercato non è rimasto deluso dopo i primi momenti di timori e preoccupazioni sulla capacità di mantenere un trend di crescita sostenibile. La continua crescita dei ricavi e dei profitti è stata dimostrata l’anno scorso da un rialzo del titolo di circa il 30% che ha consentito alla società di raggiungere una capitalizzazione di mercato di oltre 300 miliardi di dollari.
Nel quarto trimestre Facebook ha in particolare registrato un utile netto di 1,56 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto ai 701 milioni di un anno fa. L’Eps è conseguentemente salito da 25 centesimi di dollaro a 54 centesimi. Al netto delle componenti atipiche l’utile per azione si è’ attestato a 79 centesimi, ben al di sopra dei 68 centesimi delle stime del consenso. Il trimestre ha inoltre visto un nuovo aumento degli utenti mensili attivi, saliti a 1,59 miliardi dagli 1,55 miliardi dei tre mesi precedenti.
Giorno: 29 gennaio 2016
Giuseppe Catapano: Giustizia, Canzio, paese ha sete di giustizia e legalità
“Il paese ha sete di giustizia, legalità, efficienza e efficacia della giurisdizione”. Così afferma il primo presidente della corte di Cassazione Giovanni Canzio in un passaggio della sua relazione all’inauguaazione dell’anno giudiziario”. A parere del magistrato l’Italia “chiede che la legge venga applicata in modo uniforme e rapido”. Canzio ha spiegato che l’Itaila ha bisogno di una buona “nomofilachia”. Ma l`organo della nomofilachia, la Cassazione, “si muove oggi lungo un crinale drammatico, sicché la rotta potrà essere invertita solo con decisi e rapidi interventi di riforma e di autoriforma”.
“Spetta, per un verso, al parlamento e al governo apprestare tutte le misure necessarie perché la giurisdizione possa adempiere l`alto compito di garanzia affidatole dalla Costituzione – ha detto nelle conclusioni dell’intervento pronunciato in apertura dell’anno giudiziario – nella consapevolezza che essa non può risolversi in un meccanico esercizio ragionieristico di numeri e che il nudo efficientismo senz`anima rischia di piegare i nobili orizzonti costituzionali verso un inaccettabile modello di magistrato-burocrate, preoccupato più della difesa del proprio status che della tutela dei diritti degli altri. Le risposte dei giudici alle pressanti domande di legalità debbono essere sì pronte ed efficaci, ma anche eque e razionali, qualità queste che pretendono capacità di ascolto e di attenzione, dialogo con l`Avvocatura e la comunità dei giuristi, tempi adeguati di studio e riflessione, scelte serie e responsabili”.
Canzio ha sottolineato ancora una volta che spetta anche ai giudici il dovere di avviare “un virtuoso percorso interno di autoriforma che, ancor prima dell`auspicato intervento esterno, faccia leva sul sapere esperienziale e sulle capacità di auto-organizzazione, con speciale riguardo alle metodologie e alle forme delle decisioni”. “Determinante – ha aggiunto – sarà la motivazione dei giudici, dettata da spirito di servizio e senso dell`appartenenza all`Istituzione, ma anche dal grado di soddisfacimento personale che potrà trarsi dalla partecipata condivisione degli obiettivi e dalla visione di una progressiva realizzazione dei risultati del lavoro individuale e di gruppo”.
“Ognuno – ha quindi concluso con un appello ai colleghi – anche per le future generazioni dei magistrati che verranno, dovrà sentirsi coralmente protagonista e responsabile delle sorti dell`Istituzione alla quale appartiene, motivato da passione civile e democratica, impegnato nella tutela dei diritti fondamentali della persona e dei più alti valori della Costituzione, fedele al monito di Goethe: ‘Sinché dura il giorno vogliamo tenere alta la testa; e tutto quello che potremo produrre, noi non lo lasceremo da fare a quelli che verranno'”.
Il reato di immigrazione clandestina e l’istituto della prescrizione sono “due esempi di attualita’” per i quali il primo presidente della Cassazione auspica un intervento del legislatore. “Per il primo – spiega Giovanni Canzio nella suo relazione – non vi è dubbio che la risposta sul terreno del procedimento penale si e’ rivelatata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa, mentre la sostituzione del reatto con un illecito e con saznioni di tipo ammministrativo, sino al più rigorso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti”. “Quanto alla prescrizione – rileva ancora Canzio – si è più volte ribadito che essa irregionevolmente, continua a proiettare la sua efficacia pure nel corso del processo, dopo l’avvenuto esercizio dell’azione penale o addirittura dopo che èstata prnonuciata la sentenza di condanna di primo grado, mentre sarebbe logico, almeno in questo caso che il legislatore ne prevedesse il depotenzimento degli effetti”.
Nessuno dubiti “dell’efficace azione di contrasto della magistratura verso ogni forma di criminalità organizzata o terroristica, anche di quella internazionale di matrice jihadista nel rispetto, tuttavia, delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato”, è l’appello rivolto dal Primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio nella sua relazione. “Diversamente – rileva Canzio – tradiremmo la memoria” dei magistrati “caduti in difesa dei più alti valori democratici”, come Emilio Alessandrini, “e non faremmo onore al giuramento di fedelta’ che abbiamo prestato”.
Orlando: non possiamo rinunciare a Shengen
Ci adopereremo nel quadro di una ridefinizione delle regole che disciplinano il fenomeno migratorio per il superamento del reato di immigrazione clandestina”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenendo all’apertura dell’anno giudiziario in Cassazione. Orlando ha sottolineato che “va scongiurata ogni contrapposizione tra diritti sociali e diritti civili, tra fedi religiose e fedi politiche, tra credenti e non credenti. E va così evitata la lacerazione del tessuto dei rapporti giuridici da cui dipende la nostra liberta. Il significato politico e ideale di Shengen sta qui. E non possiamo rinunciarvi”.
Giuseppe Catapano: Orlandi, la Gdf sta notificando il verbale a Google. Le Fiamme Gialle: evase imposte per 227 mln
La guardia di finanza sta notificando in queste ore un verbale a Google riguardo alla presunta evasione della società. Lo ha affermato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. “Non faccio dichiarazioni su un’operazione in corso – ha detto – la guardia di finanza sta notificando un verbale frutto di un lungo lavoro. Non abbiamo incontrato la società e non ho idea di cosa succederà”.
La conferma è arrivata anche dalla Guardia di finanza. Secondo una verifica fiscale delle Fiamme Gialle è di 227 milioni di euro l’imposta evasa su un imponibile di 300 milioni da parte della società irlandese Google Ireland ltd. Nel verbale sono cristallizzati due rilievi: il primo consiste nella constatazione del reddito imponibile non dichiarato di 100 milioni; il secondo nella constatazione di omessa effettuazione e versamento delle ritenute sulle royalties di 200 milioni.
Entrambi i rilievi si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2013. In sostanza, il calcolo porta a 227 milioni di imposta evasa partendo da 100 milioni di euro ricavati in Italia in questo arco di tempo che non sarebbero stati pagati e sui quali Google non avrebbe versato l’Ires che ammonta al 27% del totale.
La verifica fiscale firmata dai finanzieri verrà messa a disposizione della Procura di Milano che indaga Google da tempo per frode fiscale perché, pur avendo una “stabile organizzazione fiscale in Italia”, non avrebbe pagato le tasse dovute nel nostro Paese.
Dopo la notifica del verbale di contestazione a Google, entrerà in gioco l’Agenzia delle Entrate che emetterà un verbale di accertamento, che potrebbe chiudere il contenzioso se dovesse intervenire un accordo tra le parti. La somma di 200 milioni di euro di imposte sulle royalties non versate all’Erario potrebbe lievitare in quanto, spiegano fonti investigative, va integrata con interessi e sanzioni che saranno calcolati dall’Agenzia delle Entrate.
In Uk continuano le polemiche. Bufera politica in Gran Bretagna sull’accordo fiscale che il governo ha raggiunto con Google, che pagherà circa 170 milioni di euro su arretrati contestati risalenti fino al 2005. Una intesa salutata dal ministro delle Finanze George Osborne come “una grande vittoria” Uk, ma che è stata contestata pesantemente dallo Scottish National Party, tanto da chiamare in causa la Commisisone europea a cui si chiede di accertare se non implichi una forma di aiuto di Stato. A doversene occupare quindi sarà la responsabile della concorrenza, Margarethe Vestager, che sta già indagando su Google per possibile abuso di posizione dominante sui motori di ricerca.
A difendere l’intesa è sceso in campo il premier David Cameron. “Stiamo parlando di una tassa che avrebbe dovuto essere incassata sotto il governo laburista – ha detto – che è stata aumentata sotto il governo conservatore. Questo è quello di cui stiamo parlando”.
Giuseppe Catapano: Eurispes, in Italia il sommerso vale 540 mld, un terzo del pil. E l’evasione ammonta a 270 mld
In Italia il fenomeno del sommerso è estremamente diffuso, tanto da essere spesso definito “di massa”, confermando una stima che l’Eurispes produsse negli anni scorsi secondo la quale l’Italia ha 3 pil: uno ufficiale di circa 1.500 mld di euro; uno sommerso equivalente a circa un terzo di quello ufficiale, ovvero almeno 540 mld; e uno criminale ben superiore a 200 mld.
Lo sostiene l’Eurispes nel Rapporto Italia 2016, aggiungendo che ai circa 540 mld di sommerso indicati corrisponderebbe, considerando una tassazione di circa il 50%, la somma di 270 mld di evasione. D’altra parte, una buona fetta è considerato “sommerso da sopravvivenza” nel quale parti importanti della società hanno teso a rifugiarsi a causa della crisi economica.
“Siamo tutti evasori? Probabilmente sì”, scrive l’Eurispes nel rapporto 2016. L’istituto di ricerca parla di sommerso ed evasione fiscale come veri e propri fenomeni di massa, in cui trova terreno fertile il lavoro nero. Secondo gli italiani, rileva il rapporto, le categorie che più spesso lavorano senza contratto sono le baby sitter (indicate nell’80% dei casi), gli insegnanti di ripetizione (78,7%) e i collaboratori domestici (72,5%). Seguono badanti, giardinieri, muratori, idraulici, elettricisti, falegnami e, con una percentuale del 50%, i medici specialisti. Nel corso del 2015, prosegue l’Eurispes, ha accettato un lavoro senza contratto il 28,1% degli intervistati, contro il 18,6% dell’anno precedente.
Reati triburari: sequestri per 3,8 miliardi. Al 31 ottobre 2015 la Guardia di Finanza ha svolto 16.928 indagini di polizia giudiziaria concluse nel contrasto all’evasione e alle frodi fiscali; 38.248 verifiche e controlli fiscali; 456.548 interventi di controllo economico del territorio. I reati tributari riscontrati hanno prodotto 10.893 denunce con sequestri patrimoniali pari a 895.268.119 euro e oltre 3,8 mld di proposte di sequestro; i fenomeni emersi hanno riguardato 1.637 casi di frodi Iva, 362 casi di fiscalità internazionale, 6.761 evasori.
E’ quanto si legge nel rapporto Eurispes nel quale si sottolinea come, per quanto riguarda invece il sommerso da lavoro, le indagini hanno riscontrato: 9.655 lavoratori in nero, 9.301 lavoratori irregolari; 4.483 datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera irregolare o in nero.
Sono stati effettuati quasi 7.000 interventi di polizia doganale, che hanno prodotto 4.857 denunce per un totale di 7.000 violazioni riscontrate. Nella lotta al riciclaggio, sono state 56 le ispezioni e 209 i controlli di attività ispettiva antiriciclaggio; sono state approfondite 14.137 segnalazioni per operazioni sospette, con il risultato di 501 persone denunciate e 1.744 violazioni amministrative accertate.
Gli oltre 8.000 interventi eseguiti per accertare la legalità della circolazione transfrontaliera di valori hanno riscontrato 3.893 violazioni e prodotto l’intercettazione di 85,6 mln di euro di valuta e titoli.
Nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata ed economico-finanziaria, al 31 ottobre 2015 sono state 56 le ispezioni e 209 i controlli di attività ispettiva antiriciclaggio; sono state approfondite 14.137 segnalazioni per operazioni sospette, con il risultato di 501 persone denunciate e 1.744 violazioni amministrative accertate. Gli oltre 8.000 interventi eseguiti per accertare la legalità della circolazione transfrontaliere di valori hanno riscontrato 3.893 violazioni e prodotto l’intercettazione di 85.600.000 euro di valuta e titoli.
Per quanto riguarda l’attività di contrasto al riciclaggio e all’usura più di 1.000 gli interventi eseguiti e 1.701 le persone denunciate. Un ulteriore sequestro di 811,36 mln di euro è avvenuto per reati fallimentari, societari, bancari, finanziari e di Borsa, per un totale di 5.053 soggetti denunciati nel corso dei 2.373 interventi eseguiti a tutela dei mercati finanziari. Gli interventi per falso monetario, invece, sono stati 4.925 e hanno condotto alla denuncia di 5.073 persone e al sequestro di 6.170.000 euro.
Il contrasto alla criminalità organizzata ha visto 2.341 accertamenti patrimoniali, per un totale di 8.880 soggetti controllati tra persone fisiche e giuridiche, oltre 4,6 mld di euro di proposte di sequestro e oltre 2,5 mld di euro effettivamente sequestrati, oltre a 452.307.182 confische avvenute.
Renzi su Twitter: 2015 anno record per recupero evasione. “Il 2015 anno record nel recupero sull’evasione fiscale (quasi 15 mld €). Un abbraccio a chi ci definiva “filo-evasori! #lavoltabuona”. Lo ha scritto il premier Matteo Renzi su Twitter.
Giuseppe Catapano: Moscovici, l’evasione delle imprese costa ogni anno fino a 70 mld all’Ue. Multinazionali, 31 paesi firmano protocollo Ocse
Nell’Unione europea “ogni anno perdiamo tra i 50 e i 70 miliardi di euro a causa dell’evasione fiscale delle imprese”. Lo ha denunciato il commissario europeo per gli Affari economici e la fiscalità, Pierre Moscovici, presentando il nuovo pacchetto contro l’evasione fiscale delle imprese, anticipato sull’edizione odierna di ItaliaOggi.
Il commissario ha spiegato che la Commissione europea è ottimista circa l’approvazione delle nuove proposte. Il Consiglio Ue, l’insieme degli Stati membri, deve procedere all’unanimità su questioni economiche e fiscali. Una procedura dall’esito meno scontato rispetto alle approvazioni a maggioranza, ma Moscovici si dice “fiducioso” su un via libera in Consiglio Ue. “La mia grande fiducia per un accordo rapido sull’architettura fiscale è dovuta al fatto che è atteso dagli attori economici e voluto dall’opinione pubblica”, ha spiegato.
Intanto ieri sera è stata siglata a Parigi da 31 Paesi dell’Ocse, tra cui l’Italia, l’intesa sullo scambio di informazioni fiscali sulle multinazionali. Un accordo chiave per contrastare le pratiche di “ottimizzazione” che hanno consentito a molti giganti globali di sottrarre ingenti somme agli erari di mezzo mondo. Il protocollo, chiamato Multilateral Competent Authority Agreement, consentirà lo scambio automatico di dati. “Avrà un effetto immediato nell’aumentare la cooperazione fiscale e migliorando la trasparenza sulle multinazionali”, ha rivendicato il segretario generale dell’Ocse Anguel Gurria.
Giuseppe Catapano: L’Ue in guerra contro l’evasione fiscale
Cinque armi contro l’evasione fiscale in Ue. Oggi il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario alla fiscalità Pierre Moscovici svelano il pacchetto Beps (Base erosion profit shiftign). Le caratteristiche principali, secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, delle nuove proposte comprendono: misure giuridicamente vincolanti e necessarie per bloccare i metodi più comuni utilizzati dalle aziende per evitare di pagare tasse; una raccomandazione agli Stati membri su come prevenire gli abusi al trattato fiscale; una proposta per gli Stati membri di condividere informazioni fiscali sulle multinazionali operanti nell’Ue; azioni per promuovere la buona governance fiscale a livello internazionale; e nuove procedure nei confronti dei paesi terzi che rifiutano il fair play fiscale.
Il pacchetto antielusione. Una delle armi messa sul campo dalla commissione oggi è la direttiva sulla base imponibile consolidata comune delle società (Ccctb). Lo strumento servirà davvero come una soluzione allo spostamento dei profitti all’interno dell’Ue. Ma non solo la Commissione giocherà di anticipo sui tempi tecnici di approvazione della direttiva tanto che il pacchetto che sarà illustrato oggi offre soluzioni immediate ed efficaci per affrontare l’evasione fiscale, aumentare la trasparenza fiscale e di garantire un ambiente di lavoro più equo e più stabile.
