Giuseppe Catapano: Vaticano, Iran importante per soluzioni politiche in Medio Oriente

giucatap663L’Iran può svolgere un “importante ruolo”, “insieme ad altri paesi della Regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Santa Sede al termine della visita in Vaticano del presidente Rohani. Colloqui, quelli con Papa Francesco e, quindi, con il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, definiti “cordiali” nel corso dei quali “si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento al buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell`Iran, alla vita della Chiesa nel Paese e all’azione della Santa Sede in favore della promozione della dignità della persona umana e della libertà religiosa”.
“Ci si è poi soffermati – si precisa ancora da parte Vaticana – sulla conclusione e l’applicazione dell`Accordo sul Nucleare e si è rilevato”. Infine “è stata ricordata l`importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace”.
L’incontro durato 40 minuti, con Papa Francesco, al secondo giorno a Roma ha di certo già sancito l’apertura di una nuova stagione di rapporti tra Italia e Iran e tra Teheran e l’Occidente. Nella tappa romana che si conclude domani mattina con una conferenza stampa del capo dello Stato iraniano, primo viaggio in Occidente dopo “l’implementation day” dell’accordo sul nucleare, “pace” è stata una delle parole più usate e il presidente iraniano ha mandato un messaggio ai partner internazionali: l’Iran è un attore credibile con cui dialogare per la stabilità nella regione.
“Il Corano invita i musulmani a proteggere per prima le chiese e le sinagoghe: questo significa tolleranza”, ha detto Rohani poco prima di presentarsi all’udienza dal Pontefice.
Nell’udienza in Vaticano il pontefice ha regalato al suo ospite un medaglione di San Martino. Il Papa ha spiegato a Rohani che si trattava del santo raffigurato nel momento di togliersi il mantello per donarlo ad un povero, “un segno di fratellanza gratuita”. “Grazie davvero”, ha replicato Rohani. Francesco ha quindi detto al suo ospite: “La ringrazio tanto per questa visita e spero nella pace”. Di rimando, il presidente iraniano lo ha lasciato aggiungendo: “Le chiedo di pregare per me. Mi ha fatto veramente piacere vederla e le auguro buon lavoro”.
E sul tasto della pace e del ruolo che ha e avrà l’Iran nello scacchiere del Medio Oriente ha insistito il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “L`Italia ha sempre sostenuto il ruolo dell’Iran come protagonista regionale nella soluzione delle tensioni dell`area, a cominciare dalla crisi siriana”. Inoltre la scelta di Roma come prima tappa del viaggio di Rohani “non è casuale” ma “ha una valenza storica” ed è “il segno di un antico legame storico e della profonda amicizia tra i nostri popoli” e anche un “riconoscimento della perseveranza con cui l’Italia ha sempre scommesso sull’Iran”. Una scommessa che oltre a livello politico internazionale, nel quadro del negoziato di pace della crisi siriana, punta anche sul fronte economico dove le aziende italiane sono rimaste “anche nei momenti difficili”. Relazioni che possono contare già su accordi firmati per 17 miliardi di euro e una mano tesa da parte di Teheran agli imprenditori italiani e al premier Matteo Renzi, atteso nel Paese nei prossimi mesi proprio per ravvivare ulteriormente queste relazioni. Ad ascoltare oggi il messaggio di Rohani al Business Forum organizzato da Confindustria, una platea piena in ogni ordine di posto, con grandi industrie e piccole e medie imprese pronte ad approfittare delle occasioni offerte dalla revoca delle sanzioni, che, come ha sottolineato il presidente iraniano, la Comunità internazionale “ha capito che non servono” contro la Repubblica islamica dell’Iran. Teheran, quindi, è pronta ad accogliere gli investitori stranieri e “dopo anni di sanzioni oggi esistono opportunità ma da qui ad un anno questa situazione cambierà. Oggi ci sono posti da riempire” anche per l’Italia, “ci fidiamo dell’Italia e degli italiani”, ma bisogna fare presto, ha detto Rohani. Messaggio condiviso dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, per cui l’Iran è “un paese prioritario per l’interscambio nei prossimi anni” e offre “opportunità formidabili” per gli imprenditori italiani. L’Iran è il Paese nel mondo tra quelli vicini all’Italia “al più alto potenziale. Dobbiamo correre in Iran perché c’è la fila. Abbiamo un piccolo vantaggio e dobbiamo sfruttarlo”, ha sottolineato il presidente dell’Ice, Riccardo Maria Monti.

Italia-Iran: Gentiloni incontra Zarif, missione Rohani passaggio chiave

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni ha incontrato il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, nell’ambito della visita del presidente Hassan Rohani a Roma, tappa iniziale del suo primo viaggio in Europa. Una presa di contatto tra Roma e Teheran, si legge in un comunicato della Farnesina, resa ancor più significativa perché avviene all’indomani dell’implementation day, il 16 gennaio, che ha sancito l’entrata in vigore dell’accordo sul programma nucleare, con la connessa rimozione di gran parte delle sanzioni. La politica estera italiana sta sostenendo una soluzione diplomatica al dossier nucleare e considerato fondamentale il coinvolgimento di Teheran nella ricerca di soluzioni alle crisi regionali, con l’obiettivo di assecondarne un ruolo costruttivo nella lotta al terrorismo globale e nella soluzione delle crisi in atto, dalla Siria all’Iraq, dal Libano allo Yemen. La missione di Rohani segna un passaggio chiave nella strategia del nostro sistema paese di avviare un recupero tempestivo delle quote di mercato perse a causa del regime sanzionatorio, facendo leva sulla favorevole percezione in Iran del ruolo italiano nella regione e nella Comunita’ internazionale.

Giuseppe Catapano: Calcio, 64 indagati, anche Galliani, Lotito e De Laurentiis

ADRIANO GALLIANI

Nuovo terremoto nel mondo del calcio. Su disposizione della Procura di Napoli, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria impegnati nell’operazione “Fuorigioco” hanno notificato un avviso di chiusura indagine preliminare a 64 tra dirigenti sportivi, procuratori e calciatori di serie A e B, eseguito un decreto di perquisizione a carico di 33 tra calciatori e agenti e sequestrato beni per oltre 12 milioni di euro a 8 procuratori, 17 calciatori e 37 dirigenti. Molti i nomi eccellenti tra gli indagati per evasione fiscale e false fatturazioni: Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, quello della Lazio Claudio Lotito, l’ad del Milan Adriano Galliani, l’ex presidente e ad della Juventus Jean Claude Blanc, diversi procuratori tra cui Alessandro Moggi, figlio di Luciano. Sedici i giocatori e gli ex giocatori, tra cui Denis, Mutu, Crespo, Immobile, Nocerino, Paletta, Lavezzi, Calaiò, Milito.
E’ la compravendita dei giocatori l’operazione sulla quale si incentrava, secondo l’accusa, il “meccanismo fraudolento” individuato dalla Procura napoletana, secondo cui esiste “un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B, nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori”. In sostanza, i procuratori fatturavano in maniera fittizia la propria prestazione al solo club, che poteva così dedurre dal reddito imponibile le spese, beneficiando di detrazioni di imposta sul valore aggiunto relativa proprio a questa pseudo prestazione. I calciatori, dal canto loro, non dichiaravano quello che era “sostanzialmente un fringe benefit” riconosciuto dalla società nel momento in cui si accollava il pagamento al procuratore.
L’inchiesta parte nel 2012, quando negli uffici del Napoli a Castelvolturno la magistratura acquisì due contratti: quello di Ezequiel Lavezzi, che a Napoli ha giocato dal 2007 al 2012 prima di essere ceduto al Psg, e quello di Cristian Chavez, che ha militato nella societa’ di De Laurentiis nella stagione 2011. Secondo i pm, i contratti dei due argentini, rappresentati dallo stesso procuratore, erano stati ‘alterati’ in bilancio. Nove mesi dopo i finanzieri si erano presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione.

I nomi degli indagati

Quarantacinque i dirigenti di società di calcio di serie A e B: Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Leonardo Rodriguez, Fernando Hidalgo, Aleandro Mazzoni, Edoardo Rossetto, Antonio Percassi, Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lo Monaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Oronzo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Pasquale Foti, Eduardo Garrone, Marino Umberto, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Giovanni Lombardi Stronati, Francesco Zadotti, Sergio Cassingena, Massimo Masolo, Dario Cassingena.
Sedici i calciatori: Gustavo German Denis, Quintero, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankulovski, Cristian Chavez, Inacio David Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Rios Pavon, Diego Alberto Milito.

No comment dalla Lazio. De Laurentiis: è tutta fuffa

Lazio e Napoli non commentano l’inchiesta in corso. “Lotito non ha ricevuto nessun atto dal quale risulta che è indagato. Nessun avviso di garanzia, niente. Ha saputo tutto dalle notizie di oggi” ha detto l’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile. L’avvocato ha escluso anche la possibilità che la Guardia di Finanza possa aver perquisito gli uffici di Lotito. “Me lo avrebbe detto” ha concluso.
“Sono super tranquillo, è tutta fuffa”, ha detto, invece, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. “Non è una notizia commentabile, è storia vecchia – ha proseguito – sono anche cose che inventate voi giornalisti”.
I legali del Milan parlano di ” una vicenda assolutamente marginale e non fondata, che troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione”. Secondo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, “per l’immagine del calcio, ogni volta che c’è un’operazione di questo tipo non va bene, non fa bene. Però non è detto che l’inchiesta necessariamente debba produrre dei colpevoli”, ha sottolineato.