Giuseppe Catapano: Grandi banche europee sotto stress, attenti a questi nomi

MILANO (WSI) – Tempi duri per le banche europee: diversi istituti si apprestano a rivelare al mercato magri risultati per il 2015 e in particolare sono i casi di Barclays, Deutsche Bank e Standard Chartered a colpire l’attenzione, viste le performance delle rispettive azioni, molto al di sotto del benchmark dei titoli bancari europei; un trend visibile sin dall’ingresso dei nuovi amministratori delegati.

Nel club si è aggiunta anche Credit Suisse, che dopo l’annuncio del piano strategico ad ottobre ha invertito la rotta e, anch’essa, ha sottoperformato l’indice di riferimento.
Deutsche Bank ha già comunicato una perdita netta (la prima dal 2008) per 6,7 miliardi di euro nel 2015; Standard Chartered è attesa al varco con un calo degli utili per azione che dovrebbe attestarsi, secondo le previsioni, all’85%.

Proprio quest’ultima, con le sue pesanti esposizioni sui mercati emergenti, sul settore a reddito fisso, valutario e legato alle commodity, è la banca che ha suscitato la più profonda diffidenza da parte del mercato.

Anche Barclays ha, infine, preparato i propri investitori al peggio, con l’annuncio di un taglio al personale di 1200 unità, nel tentativo di accelerare un piano di ristrutturazione già in atto prima che il nuovo ceo, Jes Staley prendesse in mano il timone dell’istituto a dicembre.

Non solo MPS e banche, italiane, insomma. Sono diverse le banche europee sotto attenta osservazione.

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“C’è in atto un dibattito per decidere se i modelli di business di StanChart e Deutsche Bank siano o meno incrinati alla base”, dice Ronit Ghose, analista del settore presso Citi,

Certo, la panoramica del settore bancario è poco incoraggiante in tutto il mondo: anche le sei principali banche americane, pur trovandosi in una condizione migliori delle controparti europee, non sono state in grado di registrare una crescita dei ricavi nel 2015.

Giuseppe Catapano: Borsa Milano giù, Saxo Bank, “Draghi ha fermato bagno sangue. Ma non basta”

MILANO (WSI) – Borsa Milano prosegue le contrattazioni in ribasso, con le banche che, a parte l’eccezione di MPS che è salita anche +7,7% nelle prime battute della sessione rimangono sotto pressione.  Le quotazioni della banca senese hanno recuperato in tre giorni il record +49%.

Ubi Banca e Unicredit cedono più del 4%, Bper, BP er BPM anche sono oggetto di vendite tra -2% e -4% circa.

Così, in una intervista rilasciata a Bloomberg, commenta Peter Garny, responsabile della strategia dell’azionario presso Saxo Bank:

“Draghi ha fermato in parte il bagno di sangue della scorsa settimana, ma rimangono interrogativi sul contesto macroeconomico globale. Gli investitori stanno perdendo la fiducia sulle valutazioni delle azioni. Se l’economia mondiale rallenta, non è possibile giustificare i multipli che stiamo pagando. Il collasso dei prezzi del petrolio continua a fare vittime tra i bilanci societari. Siamo ancora positivi sull’azionario e i mercati potrebbero segnare ancora un recupero, ma ovviamente questa settimana ci sono diversi eventi che porteranno il rischio”.

Le ultime due sessioni della scorsa settimana hanno portato l’indice di riferimento dell’azionario europeo Stoxx 600 Europe a un valore pari a 14,4 volte i profitti attesi, lo scorso venerdì, contro il minimo di 13,8. L’indice ha perso -7,5% nel mese di gennaio, al ritmo più forte da agosto e si avvia a soffrire il peggior inizio anno dal 2008.

I titoli azionari italiani, riporta Bloomberg, sono tra i peggiori in Europa sulla scia delle preoccupazioni che riguardano i crediti deteriorati delle banche.

Tornando alla sessione odierna, focus sul titolo Saipem che, nel giorno del via libera all’aumento di capitale, inizialmente non ha fatto prezzo, con un balzo teorico +20%, poi è entrata nelle contrattazioni con un guadagno di quasi +7%, ed è stata nuovamente sospesa per eccesso di rialzo con oltre +13%. In calo invece i diritti, che segnano un calo teorico -18%, non riuscendo ancora a fare prezzo.  Riguardo ai termini dell’operazione di aumento di capitale, il rapporto di assegnazione è di 22 nuove azioni ogni 1 azione ordinaria e/o di risparmio Saipem detenuta, a un prezzo di 0,362 euro, con uno sconto del 37% sul Terp.  I diritti di opzione saranno esercitabili a pena di decadenza dal 25 gennaio all’11 febbraio mentre saranno inoltre negoziabili in Borsa fino al 5 febbraio. Intanto si scommette sull’arrivo di un nuovo contratto in Iran, in attesa della visita del presidente del paese Rouhani in Italia.

Dietrofront per le quotazioni del petrolio, dopo le operazioni di short covering del fine settimana e della domanda di carburante dovuta al calo delle temperature negli Stati Uniti.

I prezzi del petrolio sono balzati fino a +10% nella sessione di venerdì, ma ora sia il contratto WTI Crude che il Brent Crude oscillano attorno a $31 al barile con perdite superiori a -3,5%.

Scettico sulla ripresa del greggio Herald Van Der Linde, responsabile strategia sull’azionario dei mercati APAC presso HSBC, che ha affermato che “la domanda (di petrolio) nel mondo non è estremamente forte” e che “in diverse parti del mondo, si è alle prese con il problema della deflazione”.

Sul valutario, euro in recupero sul dollaro, sopra quota $1,08. Dollaro/yen in calo, rimanendo sopra JPY 118,40.

In Asia sulla Borsa di Tokyo l’indice Nikkei ha chiuso in rialzo +0,90% a 17.110,91. Shanghai +0,78%.

Giuseppe Catapano: MPS in gran fermento, rumor su cavaliere straniero

giucatap659MILANO (WSI) – Dopo la difficilissima settimana vissuta nel mirino della speculazione c’è grande attesa da parte del mercato per il futuro di Monte dei Paschi di Siena. I rumor si susseguono a ritmo folle.

Grandi movimenti sul titolo si segnalano in Borsa. Si sta smorzando l’appeal specultativo dopo un balzo nei primi scambi che ha fatto anche entrare Mps in asta di volatilità con un teorico +2,67% dopo un ultimo scambio a 76,8 centesimi.

Il titolo della banca più antica al mondo viene da ul calo del 16,5% con cui ha chiuso la scorsa settimana e una perdita da inizio anno del 39%.

A focalizzare le attenzioni degli investitori di Piazza Affari sono le prossime mosse che arriveranno dal board dell’istituto senese dopo che sia il presidente Massimo Tononi, sia il mondo politico, in prima fila il premier Matteo Renzi, hanno posto l’accento sul capitolo alleanze.

Le ultime indiscrezioni parlavano del banco Santander che però ha smentito qualunque ipotesi di “matrimonio” con il Monte dei Paschi di Siena mentre  in ambito italiano sembra che si stia muovendo Ubi. Anche se si affaccia un altro ipotetico scenario, ossia l’alleanza a tre con Ubi, Bpm e Mps.

Intanto domani è previsto l’incontro tecnico tra Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia e delle finanze, e Margrethe Vestager, commissaria Ue al fine di sbloccare in via definitiva il piano italiano per allentare le sofferenze bancarie. Come riporta Repubblica, il governo sarebbe al lavoro su quattro fronti che riguardano il sistema bancario e che dovrebbero vedere la luce in un decreto ad hoc.

Oltre alle sofferenze bancarie, a essere messo in luce anche il tema del recupero dei crediti, per cui il nostro paese ha la maglia nera in Europea (impiegando circa 7 anni), la riforma delle banche di credito cooperativo, creando una holding unica e infine il capitolo tanto scottante dei rimborsi ai risparmiatori che hanno perso tutto nel crac delle quattro banche salavate in extremis dal governo (Carife, Carichieti, Banca Etruria, Banca marche). Oggi alle 18 inoltre scade il termine per la loro presentazione.

Giuseppe Catapano: Futures Usa trainati giù dal petrolio, ecco di cosa parlano i trader

giucatap658NEW YORK (WSI) – I contratti sui principali indici della Borsa Usa scambiano in ribasso, seguendo l’andamento negativo del petrolio. Il mercato azionario sembra quindi destinato a perdere parte dei guadagni settimanali messi a segno al termine della seduta di venerdì. È stata la prima settimana positiva dell’anno.

Le notizie societarie di M&A (fusioni e acquisizioni) non mancano ma non sono sufficienti ad alimentare gli acquisti a Wall Street, dove i volumi potrebbero essere ridotti per via della tempesta di neve che si è abbattuta sulla costa Est.

L’irlandese Tyco International e l’americana Johnson Controls hanno confermato la fusione, che darà vita a un colosso industriale da 36 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. I titoli dei due gruppi manifatturieri di riscaldamento, batterie e altri prodotti elettronici balzano dell’8,5% e 1,7% rispettivamente. A livello settoriale, come in Europa, sono bancari e petroliferi i più penalizzati.

Al momento i futures sul Dow Jones cedono lo 0,3% a 15.962 punti, mentre i futures sull’S&P 500 lasciano sul campo lo 0,2% a 1.895,75 punti. I futures sulNasdaq perdono lo 0,3% a quota 4.236,25 punti.

Sui mercati valutari, l’euro sta cercando di mettersi alle spalle la delusione per l’indice Ifo sulle aspettative delle imprese tedesche e ora guadagna terreno sul dollaro.

Sul mercato delle materie prime, il greggio sta perdendo quota vanificando i rialzi visti di recente. Il contratto a marzo sul West Texas Intermediate arretra del 2,58% in area 31 dollari al barile. Gli investitori nel settore energetico stanno provando a intascare qualche profitto, rimettendo in discussione le previsioni sul comparto.

L’oro è tornato a scambiare sopra i 1100 dollari al barile, mentre il rame estende i rialzi portandosi sopra i massimi delle ultime due settimane.