E’ possibile consultare online, tramite il Cassetto fiscale, l’intero prospetto riepilogativo contenente le informazioni essenziali degli studi di settore presentati in periodi d’imposta precedenti, in particolare dal 2009 al 2013. La novità, spiega l’Agenzia delle Entrate, segue l’invio degli alert con cui le Entrate invitavano i contribuenti a consultare il Cassetto fiscale per prendere visione delle comunicazioni di anomalia e quindi porvi rimedio.
Il prospetto pluriennale è una nuova funzionalità che consentirà al contribuente di passare in rassegna, per il quinquennio 2009-2013, i principali dati dichiarativi relativi agli studi di settore applicati e quindi inviati anno per anno. In pratica, grazie a questa forma di comunicazione e di condivisione dei dati tra fisco e contribuenti, quest’ultimi possono, in caso, regolarizzare errori o omissioni eventualmente commesse. In questo caso, infatti, le informazioni messe a disposizione con il prospetto riepilogativo studi di settore sono estratte dai modelli acquisiti negli archivi e già consultabili nel Cassetto fiscale per le annualità d’imposta lavorate. I dati così forniti consentono di analizzare l’andamento nel tempo di alcune voci caratteristiche dell’attività svolta e, al contempo, verificare l’eventuale presenza di anomalie nei dati dichiarati, per esempio tra le “rimanenze finali” di un anno e le “esistenze iniziali” di quello successivo. Il prospetto può presentarsi in due distinte versioni: quella relativa all’attività d’impresa o al lavoro autonomo. Nel caso in cui risultino presentati studi di settore relativi a entrambe le attività, di lavoro autonomo o d’impresa, saranno consultabili due distinti prospetti.
Giorno: 18 gennaio 2016
Giuseppe Catapano: Eurostat, nel 2014 la pressione fiscale in Italia è aumentata al 43,7%. Ma i più tassati sono i danesi
Nel 2014 la pressione fiscale in Italia è aumentata ancora, seppure lievemente.
Secondo una rilevazione di Eurostat, due anni fa nella Penisola, che registra il settimo valore più elevato su questa voce tra i Paesi dell’Unione europea, l’ammontare complessivo di tasse e contributi corrispondeva al 43,7% del pil, rispetto al 43,6% del 2013.
In media nell’area euro questa voce è salita di tre decimali, al 41,5%, mentre sull’insieme dell’Ue a 28 di un decimale al 40%. Il valore più elevato è quello della Danimarca, con il 50,8%, il più basso è il 27,7% della Romania.
Giuseppe Catapano: Juncker, rapporto Ue-Italia non tra i migliori. Renzi sbaglia a criticare la commissione
Ancora una bacchettata per il premier Matteo Renzi, invitato ancora una volta ada abbassare i toni nei confronti delle istituzioni dell’Unione europea. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha risposto oggi molto esplicitamente alle critiche che nelle ultime settimane il capo del governo italiano ha rivolto a Bruxelles. “Esito sempre a esprimermi con lo stesso vigore con cui il mio amico Matteo Renzi si rivolge a me, perché credo che non risolva le cose”, ha spiegato, aggiungendo di non essere “per niente naif” e di voler tenere “l’irritazione, che è grande, in tasca”. “Sapete – ha aggiunto – che rispetto molto il presidente del Consiglio e che mi piace, ma ha torto di criticare la Commissione su ogni punto di vista. Non capisco perche’ lo faccia, e’ da troppo tempo che non seguo i teatrini della politica interna di certi paesi”. Ma, ha aggiunto, “l’Italia non dovrebbe troppo criticare la commissione. Io accetto le critiche, non è quello il problema, ne sono anche fiero”. Ma, ha aggiunto, “abbiamo introdotto in materia di sorveglianza dei conti pubblici una dose accresciuta di flessibilita’ contro la volonta’ di certi stati membri e non dei meno importanti: soprattutto di quello che secondo lui domina l’insieme dell’Europa”, ha aggiunto riferendosi alla Germania. “L’Italia approfitta di tutte le flessibilità introdotte e sono stato sorpreso alla fine della presidenza italiana che Renzi abbia detto al Parlamento europeo che era stato lui ad avere introdotto la flessibilita’”. In realtà, ha rivendicato, “sono stato io e non lui, anche se con il suo appoggio. E chi mi ha accompagnato nel convicere i contrari non si esprimeva solo con le lingue del sud, credetemi. Bisogna su questo attenersi alla realta’ e alla verita’”. Juncker ha concluso di non essere “per niente naif” e di aver deciso di tenere “in tasca il rancore e l’irritazione, che è grande”.
Insomma, i rapporti fra Italia e Ue “non sono i migliori al momento”: per questo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker andrà in Italia in febbraio: perché “mi devo occupare di questo problema”.
Padoan a Juncker: il governo non vuole offendere Commissione Ue
“Il governo italiano non ha nessuna intenzione di offendere nessuno, e tanto meno la Commissione e i suoi membri. Sottolineo con estrema tranquillità che i rapporti restano cordiali e costruttivi”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha tenuto a dare “una breve risposta” al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nella sua conferenza stampa alla fine del Consiglio Ecofin, questo pomeriggio a Bruxelles. In mattinata, Juncker si era lamentato del fatto che il premier italiano, Matteo Renzi “insulti e critichi la Commissione” regolarmente, e si era detto “sorpreso” sia del fatto che l’Italia stia bloccando l’esborso di 3 miliardi di euro dall’Ue per i rifugiati in Turchia, sia che Renzi rivendichi di essere stato lui a introdurre la flessibilità per i bilanci pubblici dei paesi Ue, e aveva puntualizzato: “Sono stato io, non lui, a farlo”. “E’ evidente che che è stata la Commissione a introdurre la flessibilità” nella valutazione delle politiche di bilancio degli Stati membri, “ma questo è avvenuto anche a seguito del dibattito che si è sviluppato durante la presidenza italiana del Consiglio Ue”, nel semestre giugno-dicembre 2014, ha ricordato Padoan.