Anheuser-Busch InBev ha intenzione di cedere due dei brand più popolari di SabMiller pur di cancellare i timori delle autorità europee sulle conseguenze per il mercato della birra della fusione tra le due multinazionali. In particolare, AB InBev ha in programma di cedere i marchi globali Grolsch e Peroni, ha rivelato una fonte informata dei fatti, sottolineando come al momento non sia stato siglato alcun accordo di cessione e come l’operazione non sia ancora certa. I diritti di distribuzione in Usa di Peroni e Grolsch rimarranno in capo a MillerCoors secondo quanto stabilito dall’accordo raggiunto poche settimane fa per cedere il 58% detenuto da SabMiller nella joint venture con Molson Coors Brewing Co.
L’intesa per MillerCoors è stata propedeutica alla firma di un accordo definitivo che porterà AB InBev ad acquisire SabMiller con un’operazione dal valore complessivo di oltre 100 miliardi di dollari creando così un colosso della birra capace di controllare il 30% circa del mercato globale.
Subito dopo l’annuncio dell’accordo gli analisti hanno iniziato a mettere in luce i possibili problemi legati alla sovrapposizione dei brand in alcuni mercati. Trevor Stirling, analista di Bernstein, ha per esempio fatto presente le potenziali sovrapposizioni in Italia e Olanda, dove le due multinazionali hanno una quota di mercato rispettivamente del 30% e del 27%. AB InBev e SabMiller detengono anche più del 20% dei mercati britannico e ungherese. La soglia del 30% è presa a riferimento dalla Commissione europea nel quadro dell’esame di grandi operazioni di fusione o acquisizione. Generalmente superata tale soglia l’autorità europea responsabile delle procedure antitrust impone la cessione di asset per non determinare un eccessiva concentrazione del potere di mercato con le relative conseguenze sui consumatori in termini di prezzi e offerte.
Peroni e Grolsch, insieme a Miller Genuine Draft e Pilsner Urquell, sono i brand di SabMiller considerati globali per la loro portata commerciale.
Gli analisti di Susquehanna avevano escluso proprio i marchi più globali e inserito quelli locali nel possibile programma di dismissioni necessario per ottenere il via libera delle autorità. La cessione di marchi globali, però, consentirebbe di affrontare più rapidamente i timori dell’antitrust europea e di reperire più facilmente le risorse per rimborsare i 75 miliardi di dollari di debito emesso per finanziare l’intera operazione.
Per quanto Peroni e Grolsch non siano considerati strategici dagli analisti, la loro cessione mette comunque in luce la fiducia della multinazionale belga sui suoi attuali brand globali Budweiser, Stella Artois e Corona, caratterizzati da volumi di vendita di molto superiori a Peroni e Grolsch. Per esempio, il marchio italiano ha pesato l’anno scorso per solo l’1% dei volumi di vendita di SabMiller con 2,9 milioni di ettolitri, mentre i volumi di Budweiser si sono attestati a 44 milioni.